Connettiti con Renovato 21

Geopolitica

Israele creerà una zona «sterile» nella Siria meridionale

Pubblicato

il

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha affermato che verrà istituita una «zona di difesa sterile» nella Siria meridionale senza una presenza israeliana permanente per prevenire qualsiasi minaccia terroristica, secondo quanto riportato dai media. L’annuncio arriva mentre le forze israeliane hanno preso il controllo della zona cuscinetto demilitarizzata al confine con la Siria.

 

Il Katz ha fatto queste osservazioni martedì durante una visita a una base navale nel porto israeliano settentrionale di Haifa. Ha detto che le forze israeliane hanno distrutto la flotta militare siriana in un’operazione lunedì sera come parte di una vasta campagna per eliminare le minacce strategiche a Israele.

 

«L’IDF [Forze di Difesa Israeliane] hanno operato in Siria negli ultimi giorni per colpire e distruggere le capacità strategiche che minacciano lo Stato di Israele», ha detto Katz, descrivendo l’operazione di lunedì come un «grande successo».

Iscriviti al canale Telegram

Non ha fornito dettagli, ma ha affermato che la zona «impedirà l’istituzione e l’organizzazione del terrore in Siria» dopo che le forze di opposizione siriane hanno preso Damasco. «Non permetteremo minacce allo Stato di Israele».

 

Lo Stato Ebraico ha lanciato attacchi in diverse zone della Siria, sostenendo di voler impedire che le armi abbandonate dalle forze siriane nella zona demilitarizzata cadano nelle mani degli estremisti.

 

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, Israele ha effettuato più di 300 attacchi aerei in tutto il Paese da domenica.

 

«Non abbiamo alcuna intenzione di interferire negli affari interni della Siria, ma è chiaro che intendiamo fare tutto il necessario per garantire la nostra sicurezza», ha affermato in precedenza il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu.

 

Israele ha avviato operazioni militari attive in Siria dopo che l’opposizione armata, guidata dal gruppo jihadista Hayat Tahrir-al-Sham (HTS), ha lanciato un’offensiva a sorpresa contro le forze governative, che ha portato al rapido crollo del governo di Assad e all’esilio dell’ex presidente in Russia.

 

L’esercito dello Stato degli ebrei si è mosso per catturare la zona cuscinetto istituita come parte dell’accordo di disimpegno del 1974 non lontano dalle alture del Golan occupate da Israele. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha insistito sul fatto che l’incursione è un «passo temporaneo» mirato esclusivamente a garantire la sicurezza.

 

Tuttavia, il Netanyahu ha affermato che Israele intende mantenere il controllo totale sulle alture del Golan, che ha occupato illegalmente dalla Guerra dei sei giorni del 1967, «per sempre», definendo l’area «una parte inseparabile» del suo Paese.

 

Gli USA hanno difeso l’incursione militare di Israele in Siria, sostenendo che l’operazione avviene per autodifesa. L’ONU ha affermato che l’incursione viola l’accordo di disimpegno.

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Israele aveva ammesso l’«operazione speciale» in Siria.

 

Israele ha colpito in questi anni plurime volte gli aeroporti siriani e plurime volte la capitale, anche in ore diurne.

 

Due anni fa, dopo uno di questi raid, si registrò una condanna da parte di Mosca di rara durezza.

 

Nei mesi prima del rovesciamento di Assad si sono registrati attacchi israeliani nell’aria di Jableh, nei pressi di una base aerea russa.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine d’archivio di di Israel Defense Forces via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Continua a leggere

Geopolitica

La Von der Leyen lancia un ultimatum alla Serbia

Pubblicato

il

Da

La Serbia non potrà entrare nell’UE senza un pieno allineamento alla politica estera del blocco, incluse tutte le sanzioni contro la Russia, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.   La Serbia, che ha richiesto l’adesione all’UE nel 2009 e ha ottenuto lo status di paese candidato nel 2012, è tra i pochi stati europei a non aver imposto restrizioni a Mosca. Belgrado ha sottolineato i suoi storici legami con la Russia e la dipendenza dalle sue forniture energetiche.   Mercoledì, durante una conferenza stampa a Belgrado accanto al presidente serbo Aleksandar Vucic, von der Leyen ha ribadito che la Serbia deve compiere «passi concreti» verso l’adesione e mostrare un «maggiore allineamento» con le posizioni dell’UE, incluse le sanzioni, evidenziando che l’attuale livello di conformità della Serbia alla politica estera dell’UE è del 61%, ma ha insistito che «serve fare di più», sottolineando il desiderio di Bruxelles di vedere Belgrado come un «partner affidabile».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Vucic ha più volte dichiarato che la Serbia non imporrà sanzioni alla Russia, definendo la sua posizione «indipendente e sovrana». Tuttavia, il rifiuto di Belgrado ha attirato crescenti pressioni da parte di Bruxelles e Washington.   La settimana scorsa, gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Petroleum Industry of Serbia (NIS), parzialmente controllata dalla russa Gazprom Neft, spingendo la Croazia a interrompere le forniture di greggio. Vucic ha avvertito che tali misure potrebbero portare alla chiusura dell’unica raffineria petrolifera serba entro novembre, mettendo a rischio l’approvvigionamento di benzina e carburante per aerei.   Come riportato da Renovatio 21proteste sempre più violente si susseguono nel Paese, che Belgrado attribuisce a influenze occidentali volte a destabilizzare il governo.   Le proteste hanno già portato alle dimissioni del primo ministro Milos Vucevic e all’arresto di diversi funzionari, tra cui un ex ministro del Commercio, con l’accusa di corruzione.   Il presidente Aleksandar Vucic ha affermato che i disordini sono stati fomentati dall’estero e ha denunciato quella che ha definito «violenza mascherata da attivismo»: «mancano pochi giorni prima che inizino a uccidere per le strade» aveva detto lo scorso agosto davanti all’ennesima ondata di proteste violente.   Come riportato da Renovatio 21, le grandi manifestazioni contro Vucic di marzo erano seguite la visita pubblica del figlio del presidente USA Don Trump jr. al premier di Belgrado.

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso mese il servizio di Intelligence estero russo (SVR) ha sostenuto che l’UE starebbe cercando di orchestrare un «Maidan serbo» per insediare un governo filo-Bruxelles. Belgrado nel dicembre 2023 produsse evidenti segni di «maidanizzazione» in corso. Già allora presidente serbo accusò le potenze occidentali di tentare di «ricattare» la Serbia affinché sostenga le sanzioni e di tentare di orchestrare una «rivoluzione colorata» – una sorta di Maidan belgradese –contro il suo governo a dicembre.   Vucic giorni fa ha accusato le potenze occidentali di aver cercato di orchestrare il suo rovesciamento. In un’intervista su Pink TV trasmessa lunedì, il presidente serbo aveva affermato che le «potenze straniere» hanno speso circa 3 miliardi di euro nell’ultimo decennio nel tentativo di estrometterlo dal potere.   Come riportato da Renovatio 21, il ministro degli Esteri Pietro Szijjarto ha dichiarato che l’Unione Europea sta tentando di rovesciare i governi di Ungheria, Slovacchia e Serbia perché danno priorità agli interessi nazionali rispetto all’allineamento con Bruxelles.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21  
  Immagine di © European Union, 2025 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Continua a leggere

Geopolitica

Pakistan e Afghanistan concordano il cessate il fuoco

Pubblicato

il

Da

Afghanistan e Pakistan hanno dichiarato un cessate il fuoco temporaneo, mettendo fine agli scontri iniziati mercoledì mattina tra le loro forze. Più di una dozzina di civili sono stati uccisi nell’ultimo conflitto armato tra i due paesi vicini.

 

Il ministero degli Esteri pakistano ha comunicato, alcune ore dopo lo scontro, che Kabul e Islamabad hanno concordato una tregua di 48 ore, con inizio alle 18:00 ora locale di mercoledì.

 

Nella sua nota, il ministero ha sottolineato che entrambe le parti «si impegneranno sinceramente attraverso il dialogo per trovare una soluzione positiva ai loro problemi complessi ma risolvibili».

 

In precedenza, il portavoce dei talebani afghani Zabihullah Mujahid aveva scritto su X che le forze pakistane avevano avviato un attacco, utilizzando «armi leggere e pesanti», causando la morte di 12 civili e il ferimento di oltre 100 persone.

Aiuta Renovatio 21

Il portavoce aggiunto che le forze afghane hanno risposto al fuoco, uccidendo un «gran numero» di soldati, confiscando armi e carri armati pakistani e distruggendo installazioni militari.

 

Ali Mohammad Haqmal, portavoce del distretto di Spin Boldak, in Afghanistan, luogo dello scontro, ha stimato che le vittime civili siano state 15. Secondo l’AFP, un funzionario dell’ospedale locale ha riferito che tra i feriti ci sarebbero 80 donne e bambini.

 

Islamabad ha definito le accuse «oltraggiose» e «palesi menzogne», sostenendo che i talebani afghani abbiano iniziato le ostilità attaccando una postazione militare pakistana e altre aree vicino al confine. L’esercito pakistano ha dichiarato di aver respinto l’assalto, uccidendo 37 combattenti talebani in due operazioni distinte.

 

Secondo l’agenzia Reuters, che cita fonti di sicurezza anonime, lo scontro sarebbe durato circa cinque ore.

 

Il conflitto segue un’escalation di scontri avvenuta nel fine settimana, durante la quale Afghanistan e Pakistan si sono accusati a vicenda per le vittime. I talebani hanno affermato di aver ucciso 58 soldati pakistani, mentre Islamabad ha dichiarato di aver conquistato 19 posti di frontiera afghani.

 

Le tensioni transfrontaliere tra Afghanistan e Pakistan sono aumentate negli ultimi anni, con entrambe le parti che si accusano ripetutamente di ospitare militanti.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21

 

Immagine di Raza0007 at the English Wikipedia via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

 


 

Continua a leggere

Geopolitica

Israele accusa Hamas di aver restituito il corpo sbagliato

Pubblicato

il

Da

Uno dei corpi restituiti martedì da Hamas non appartiene a nessuno degli ostaggi tenuti prigionieri dal gruppo armato palestinese a Gaza, hanno affermato le Forze di difesa israeliane (IDF).   Lunedì Hamas ha liberato gli ultimi 20 ostaggi israeliani ancora in vita in cambio del rilascio di quasi 2.000 prigionieri palestinesi, nell’ambito di un accordo mediato da Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia. Martedì, il gruppo ha iniziato a consegnare i cadaveri dei prigionieri deceduti a Israele, restituendone sette in due lotti tramite la Croce Rossa.   Tuttavia, le IDF hanno dichiarato mercoledì in una dichiarazione su X che un esame presso l’istituto forense Abu Kabir ha rivelato che uno dei quattro corpi del secondo lotto «non appartiene a nessuno degli ostaggi». Si ritiene che i resti appartengano a un palestinese, hanno aggiunto.     Gli altri tre corpi sono stati confermati come appartenenti ai prigionieri. Sono stati identificati come il sergente maggiore Tamir Nimrodi, 18 anni, Uriel Baruch, 35 anni, ed Eitan Levy, 53 anni, si legge nel comunicato.   Il capo di stato maggiore delle IDF, tenente generale Eyal Zamir, ha dichiarato in precedenza che Israele «non avrà pace finché non restituiremo tutti [gli ostaggi]. Questo è il nostro dovere morale, nazionale ed ebraico». Hamas detiene ancora i corpi di 21 prigionieri deceduti.   Questa settimana, rifugiati palestinesi e combattenti di Hamas sono tornati a Gaza City e in altre aree dell’enclave, dopo il ritiro parziale delle forze dell’IDF, in linea con l’accordo. A Gaza sono stati segnalati scontri sporadici tra Hamas e fazioni rivali.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21    
Immagine di Chenspec via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Continua a leggere

Più popolari