Geopolitica
Iniziata la rappresaglia russa sulla capitale ucraina
Lo stesso giorno in cui il ministero degli Esteri russo aveva promesso «una dura risposta da parte dell’esercito russo non tarderà ad arrivare la capitale Kiev è stata sottoposta a un pesante attacco missilistico. I missili non hanno raggiunto il centro della città, ma sono stati colpiti i sobborghi.
Almeno quattro missili balistici si sono schiantati sulla regione della capitale insieme a 57 droni Shahed inviati, citando l’aeronautica ucraina, che ha anche affermato che le sue difese aeree hanno intercettato 53 droni. Lo riporta l’agenzia Associated Press.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, chiede non troppo implicitamente, come sempre dopo questo tipo di attacchi, il coinvolgimento diretto dell’Occidente: «per fermare davvero il terrorismo russo, abbiamo bisogno non solo di uno scudo aereo completo che protegga tutte le nostre città e comunità, ma anche di decisioni forti da parte dei partner, decisioni che elimineranno le restrizioni sulle nostre azioni difensive».
Ukrayna – Rusya arasında tekrar karşılıklı füze atışları oldu
Kursk valisine göre Ukrayna ordusunun Kursk’a attığı füzelerden birinin enkazı bir apartmana düştü
KMVA’ya göre Kiev’e atılan füze engellendi pic.twitter.com/xDGX0DkON9
— Fahrettin Altay (@FahrettinAltay_) August 10, 2024
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Per qualche ragione Zelens’kyj ha affermato che nell’ambito dell’assalto aereo la Russia ha utilizzato un missile balistico nordcoreano. «Secondo le informazioni preliminari, i russi hanno utilizzato un missile nordcoreano in questo attacco – l’ennesimo attacco terroristico deliberato contro l’Ucraina», ha dichiarato Zelens’kyj sui social media. «Gli esperti pirotecnici stanno ancora lavorando per determinare i dati esatti riguardanti questo missile», ha aggiunto.
Alcuni analisti vedono l’offensiva transfrontaliera in corso a Kursk come uno stratagemma disperato per forzare un’escalation in modo che gli Stati Uniti e la NATO intervengano più direttamente, o altrimenti per ottenere influenza. Altri dicono che tutto questo è guidato dalle pubbliche relazioni e che le truppe ucraine vengono sacrificate in quella che è essenzialmente una missione suicida a fini di propaganda e come un colpo temporaneo al morale del Cremlino.
Sembra anche una sorta di distrazione dal fronte, dove l’Ucraina sta andando male e ha seri problemi di manodopera. Potrebbe costringere la Russia a ricollocare anche i riservisti dalla regione del Donbass per proteggere urgentemente i suoi confini.
L’Ucraina ha continuato a inviare droni e missili in territorio russo, e uno di essi, secondo quanto riferito, domenica ha colpito un edificio a Kursk, ferendo 13 persone secondo fonti locali.
Nel frattempo continua il contrattacco russo nell’oblast’ di Kursk. Secondo il sito governativo russo RT «un attacco missilistico ha distrutto un centro di comando e controllo ucraino nella regione russa di Kursk, ha affermato il ministero della Difesa a Mosca, pubblicando il video dell’attacco».
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Kiev avrebbe mandato carrarmati nel teatro di guerra, ma sarebbero ora eliminati da attacchi aerei russi.
Kiev has no answer for Russian Lancet UAV strikes in Kursk
The Kursk region has become a kiIIing field for the Armed Forces of Ukraine pic.twitter.com/Lpt0VVbCOw
— Zagonel (@Zagonel85) August 11, 2024
Molte decine di migliaia di cittadini russi sono stati evacuati da diverse regioni di confine – e fonti russe riconoscono che circa 80.000 sono fuggiti su autobus, treni e automobili. Un formale «stato di emergenza» persiste mentre la Russia invia truppe e forze di sicurezza nella regione di Kursk per ristabilire l’ordine.
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Immagine screenshot da Twitter
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Trump: Kiev ha «già perso territorio»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha descritto come «molto positiva» una conversazione avuta con i leader europei e ha rivelato di aver parlato direttamente anche con l’omologo russo Vladimir Putin nei giorni recenti, nell’ambito degli sforzi per allineare tutte le parti coinvolte nel conflitto ucraino.
Il mese precedente, l’amministrazione Trump ha presentato un quadro per un piano di pace finalizzato a terminare la guerra in Ucraina. Le proposte, nel frattempo riviste in più occasioni, includono, tra l’altro, la rinuncia di Kiev alle sue ambizioni di adesione alla NATO e alle pretese sulla Crimea e sulle regioni del Donbass di Lugansk e Donetsk, tutte annesse alla Russia in seguito ai referendum. In cambio, l’Ucraina otterrebbe garanzie di sicurezza non meglio specificate.
Interpellato lunedì su quale «incentivo» abbia l’Ucraina a cedere territori, Trump ha lasciato intendere che la questione potrebbe essere già di fatto risolta.
«Beh, hanno già perso il territorio, sapete, in realtà. Voglio dire, il territorio è perso», ha dichiarato Trump ai giornalisti alla Casa Bianca. «Ma quanto alle garanzie di sicurezza… Stiamo lavorando su garanzie di sicurezza perché la guerra non riprenda».
Trump ha riferito di aver avuto recenti colloqui diretti con Putin e di ritenere che la Russia desideri seriamente concludere il conflitto.
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«In questo momento, la Russia vuole porre fine alla guerra. E il problema è che prima vogliono porre fine alla guerra, e poi all’improvviso non ci riescono più. E l’Ucraina vuole porre fine alla guerra, e all’improvviso non ci riesce più. Quindi dobbiamo metterli sulla stessa lunghezza d’onda», ha spiegato.
In seguito ai colloqui di lunedì a Berlino tra gli inviati di Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, e una delegazione ucraina, il presidente ha affermato di aver intrattenuto «un’ottima conversazione» con i leader europei e della NATO, oltre che con il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
«Abbiamo avuto discussioni molto lunghe e molto interessanti. Credo che le cose stiano procedendo piuttosto bene», ha aggiunto Trump.
Zelens’kyj, però, al termine dell’incontro ha dichiarato che, pur registrando alcuni avanzamenti, «la questione delle concessioni non è assolutamente all’ordine del giorno». Di recente ha proposto l’idea di un referendum sulle eventuali concessioni territoriali, ma ha insistito affinché le garanzie di sicurezza occidentali siano assicurate in anticipo, insieme alla tenuta di elezioni presidenziali a lungo posticipate.
Mosca ha bollato questa proposta come una tattica per prolungare il conflitto e riorganizzare le forze armate ucraine. La Russia ha sempre sostenuto che la Crimea e il Donbass, che nel 2022 hanno votato per l’ingresso nella Federazione Russa, costituiscono territorio sovrano russo e che le truppe ucraine verranno comunque espulse dalla regione, in un modo o nell’altro.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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