Immigrazione
Indignazione per il manifesto con le donne bianche che molestano gli stranieri

Nella città tedesca di Büren, uno scandalo ha messo in luce il crescente divario tra i messaggi ufficiali e la realtà che molti cittadini affrontano nelle piscine pubbliche del Paese. Tutto è iniziato con un manifesto – parte di una campagna contro le molestie sessuali – che raffigurava una donna bianca dai capelli rossi che afferrava i glutei di un ragazzo di colore con, per qualche ragione, una protesi alla gamba.
Lo slogan del poster recita «Stopp! Grabschen Verboten!», cioè «Stop! Palpeggiamenti vietati».
Si tratta di un capovolgimento totale della situazione delle piscine in Germania, dove come riportato da Renovatio 21 è oramai divenuto chiaro vi è un pattern innegabile di molestie degli immigrati contro le ragazze tedesche, più risse tra gli stessi stranieri ed altri disordini che si ripetono con violenza di anno in anno.
Nonostante la reazione quasi immediata sui social media, l’amministrazione locale – guidata dal sindaco Burkhard Schwuchow del partito democristiano CDU – inizialmente ha difeso l’iniziativa come parte di uno sforzo per «promuovere la diversità» ed «evitare gli stereotipi». Solo dopo una costante pressione pubblica, il manifesto è stato rimosso.
La campagna non è un caso isolato: è un altro esempio di come molti enti pubblici tedeschi stiano promuovendo una storia che travisa chiaramente i fatti. Nel loro desiderio di non stigmatizzare certi gruppi, finiscono per criminalizzare simbolicamente il cittadino tedesco medio, soprattutto se bianco, maschio ed eterosessuale.
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Tuttavia i dati ufficiali tedeschi sono inequivocabili: secondo il Bundeskriminalamt, nel 2024 sono stati denunciati 423 reati sessuali nelle piscine tedesche. Dei 367 sospettati identificati, 237 – il 64,6% – erano di nazionalità non tedesca. E avere la nazionalità tedesca non significa necessariamente essere culturalmente tedeschi.
Casi come quello di Gelnhausen, dove diversi uomini siriani sono stati accusati di aver aggredito sessualmente minori, si verificano ripetutamente, soprattutto nelle aree urbane.
È particolarmente preoccupante che queste iniziative siano sostenute da leader politici apparentemente conservatori, come il sindaco Schwuchow. Un tempo difensore della legge, dell’ordine e dei valori tradizionali, la CDU sembra ora sempre più impegnata in un programma che privilegia il politicamente corretto rispetto al dovere di proteggere i propri cittadini.
Simili capovolgimenti della realtà, con i bianchi autoctoni definiti come «pericolosi», sono in atto in tutto l’Occidente.
Il caso più lampante è quello della serie di successo Netflix Adolescence che racconta la violenza contro le ragazze a scuola come perpetrata da un ragazzo britannico bianco proveniente dalla classe media invece che, come indicano tristi statistiche, dalle orde di immigrati che di fatto possiedono gli spazi pubblici del Regno.
Ad ogni modo, la rete ha trovato il modo di ridere con gusto anche del manifesto con la vecchia tedesca roscia palpeggiatrice.
Aufgrund des sehr guten Fahndungsplakates konnte inzwischen eine Verdächtige ermittelt werden.#Freibad #Holzbein #Bueren pic.twitter.com/iybobmy5BY
— Sabrina.Jansen (@SabrinaJansen10) July 3, 2025
«Grazie all’eccellente manifesto stile “Ricercato”, è stato identificato un sospettato» scrive un’utente tedesca di X che, per aver fatto questa ironia, non sappiamo se finirà in galera come tanti connazionali arrestati e condannati per aver postato qualcosa in rete, con raid della Polizei all’alba nelle loro case.
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Immigrazione
Il Belgio valuta l’invio dell’esercito sulle strade di Bruxelles

Il ministro della Difesa belga Theo Francken ha annunciato che potrebbe dispiegare truppe a Bruxelles entro la fine dell’anno per pattugliare la città, in risposta alle crescenti pressioni sul governo per contrastare la criminalità violenta e ristabilire l’ordine nella capitale, oramai totalmente sconvolta dall’immigrazione che ne ha cambiato i connotati.
Secondo i media locali, quest’anno Bruxelles ha registrato circa 60 episodi di sparatorie, di cui circa un terzo durante l’estate, con un bilancio di due morti.
Il mese scorso, il ministro della Sicurezza e degli Affari Interni Bernard Quentin ha definito la situazione «una catastrofe», sottolineando che le bande criminali sono diventate «sempre più audaci». Ha proposto l’impiego di squadre miste di polizia e militari per pattugliare «i punti critici della criminalità a Bruxelles», con l’obiettivo di generare un «effetto shock».
In un’intervista a Le Soir, pubblicata sabato, Francken, esponente del partito nazionalista fiammingo N-VA, ha dichiarato di non essere contrario all’invio di soldati, ma ha chiarito che tale misura deve essere legalmente giustificata e limitata a compiti essenziali di sicurezza.
«Sono sempre disponibile a rafforzare la sicurezza a Bruxelles», ha detto Francken, noto per la sua linea dura sull’immigrazione. «La situazione è diventata disastrosa, non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche a livello politico e sociale». Ha aggiunto che i disordini nella capitale «hanno ripercussioni sulle regioni circostanti».
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«La sicurezza è compito della polizia, non dell’esercito. Tuttavia, quando il ministro dell’Interno lo richiede, diventa una responsabilità della Difesa, che ha il dovere di proteggere la nazione», ha proseguito. «È possibile inviare soldati in strada entro la fine dell’anno? Non ho detto sì, ma nemmeno no».
Il procuratore di Bruxelles Julien Moinil ha recentemente riferito che, entro metà agosto, la città aveva registrato 57 sparatorie, di cui 20 in estate, chiedendo un’azione coordinata contro le gang. Moinil ha avvertito che «chiunque, ogni residente di Bruxelles e ogni cittadino, rischia di essere colpito da un proiettile vagante», evidenziando il crescente pericolo della criminalità violenta nella capitale.
Un recente rapporto di Euronews ha descritto Bruxelles come la «capitale europea dei crimini legati alle armi da fuoco», sottolineando che molti incidenti si sono verificati in quartieri come Anderlecht e Molenbeek, noti per le attività delle gang e il traffico di droga.
Secondo Statbel, l’ufficio nazionale di statistica belga, il 46% dei residenti di Bruxelles è nato all’estero, rispetto al 18% a livello nazionale, un cambiamento demografico che, secondo le autorità, ha intensificato le sfide sociali e di sicurezza della città.
Come riportato da Renovatio 21, Bruxelles fu oggetta, come tante altre città d’Europpa (Berlino, Milano, etc.) di momenti di pura barbarie durante anche l’ultimo capodanno, quando i facinorosi sono arrivati a tirare molotov sulle ambulanze.
Il quartiere di Moleenbek è risaputamente una delle no-go zone islamiche europee, ossia un luogo dove di fatto lo Stato moderno ha ceduto il potere agli immigrati.
Brusselle è stata oggetto di una brutale sequela di attentati il 16 marzo 2016.
Rimane tuttavia impressa la reazione delle forze dell’ordine della capitale del Belgio e dell’Europa, pochi mesi prima, agli eventi terroristici di Parigi: secondo quanto riportato, in una stazione di polizia presso Ganshoren, alcuni agenti di polizia e alcuni soldati avrebbero partecipato ad una clamorosa orgia organizzata in commissariato proprio durante l’allerta anti-terrorismo dei giorni del Bataclan.
La caserma protagonista degli atti orgiastici delle forze dell’ordine belghe si trova peraltro vicino al quartiere di Molenbeek, dove in quei giorni erano stati pure effettuati alcuni raid.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Immigrazione
Sindaca tedesca accoltellata: arrestato il figlio adottivo 15enne

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BREAKING:
Iris Stalzer, the Mayor of Herdecke in Germany, was stabbed 13 times in the abdomen and back today. Her 15-year-old adoptive son is now being held by the police as the primary suspect in the case pic.twitter.com/XieNNdr0CY — Visegrád 24 (@visegrad24) October 7, 2025
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