Economia
In Germania la quarantena dei non-vaccinati non è più pagata
I ministri della salute dei Land tedeschi hanno concordato all’unanimità: le persone non vaccinate costrette a sottoporsi a quarantena dopo viaggi internazionali o per rintracciare i contatti non dovrebbero più ricevere alcun risarcimento dallo Stato.
Inoltre, i test COVID non saranno più gratuiti.
Le misure hanno lo scopo di esercitare ulteriore pressione sui non vaccinati per ricevere le iniezioni geniche anti-COVID.
Ancor prima di incontrarsi mercoledì per discutere le varie regole COVID che si applicheranno a tutta la Germania, i ministri della salute dei vari stati tedeschi si erano già accordati su questo particolare regolamento, avendo deciso che le persone non vaccinate non avrebbero più ricevuto un risarcimento se sono tenute ad autoisolarsi per un periodo di tempo, a seguito del contatto con un caso COVID positivo o dopo aver viaggiato all’estero.
«La legge, che si applica a livello nazionale, afferma abbastanza chiaramente: chiunque non si vaccina (…) non ha diritto al risarcimento per la perdita di guadagno in caso di quarantena»
Lo Staatssekretär ministero della salute bavarese, Klaus Holetschek (appartenente al partito democristiano bavarese CSU), ha dichiarato al Rheinische Post che «la legge, che si applica a livello nazionale, afferma abbastanza chiaramente: chiunque non si vaccina (…) non ha diritto al risarcimento per la perdita di guadagno in caso di quarantena».
Il nuovo regolamento, già in vigore in diversi stati, compreso il Baden-Württemberg, sarà attuato a livello nazionale al più tardi dal 1° novembre.
Un’eccezione si applica nel caso di persone che non possono fare il vaccino COVID-19 per motivi medici. Il ministro della Sanità tedesco apertamente omosessuale Jens Spahn ha spiegato che la data è stata scelta per dare abbastanza tempo alle persone non vaccinate che decidono di vaccinarsi per farlo.
Inoltre, a partire dall’11 ottobre, i test antigenici necessari alle persone non vaccinate per accedere a ristoranti o eventi non saranno più gratuiti, ad eccezione delle donne in gravidanza e dei bambini dai 12 ai 17 anni che potranno ancora ottenere un test gratuito a settimana fino al 31 dicembre.
Per molto tempo durante la crisi COVID, i cittadini tedeschi a cui è stato chiesto dalle autorità sanitarie di sottoporsi a una quarantena imposta dal governo sono stati risarciti dallo Stato e hanno ricevuto il 100% del loro stipendio per un determinato periodo di tempo.
Il ministro Spahn: «perché altri dovrebbero costantemente pagare per le persone che si rifiutano di fare il vaccino, anche se sono in grado di farlo»
Il 15 settembre, il Baden-Württemberg è diventato il primo stato a sospendere il risarcimento per le persone non vaccinate che hanno subito perdite di guadagno a causa di una quarantena. La giustificazione del provvedimento era che, a metà settembre, tutti in Germania avevano avuto l’opportunità di ricevere le iniezioni.
Successivamente, scrive Lifesitenews, diversi altri Stati hanno espresso il loro sostegno alla misura.
La decisione ha ricevuto forti critiche da parte dei sindacati e dell’opposizione. L’esperto di salute SDP Karl Lauterbach, che è a favore di forti restrizioni legate al COVID, ha twittato: «Certo, puoi provare a fare pressione sui non vaccinati in quel modo. Ma significa anche che nessuno vorrà registrarsi come casi di contatto o che i casi di contatto verranno segnalati con nomi falsi».
Anche il presidente della Fondazione tedesca per la protezione dei pazienti, Eugen Brysch, ha criticato la decisione e ha affermato che «ha aperto la porta alle maggioranze sociali per decidere sulle richieste individuali per le cure di base».
Il ministro federale della Salute Jens Spahn ha difeso la misura.
«Con questa decisione deriva la responsabilità di sopportarne le conseguenze finanziarie»
«A proposito, non si tratta di pressioni, ma anche di equità nei confronti dei vaccinati», ha detto, aggiungendo di non vedere «perché altri dovrebbero costantemente pagare per le persone che si rifiutano di fare il vaccino, anche se sono in grado di farlo».
Il 41enne ministro della salute ha anche espresso il parere che dovrebbero esserci conseguenze finanziarie legate alla decisione di non vaccinarsi. , ha affermato.
Reiner Hoffman, presidente della Federazione tedesca dei sindacati, ha denunciato un tentativo del governo tedesco di spingere «la vaccinazione obbligatoria attraverso la porta sul retro».
Hoffman ha anche considerato questo tipo di misure una violazione della privacy medica, dato che potrebbero costringere i dipendenti a divulgare informazioni mediche private al proprio datore di lavoro come motivo per cui non sono in grado di ricevere il vaccino COVID-19.
Cina
La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale
Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.
Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.
Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.
«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».
Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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