Vaccini
Il vaccino contro il Rotavirus: un caso di studio sulla corruzione e la falsificazione del governo
Renovatio 21 pubblica la traduzione di questo articolo di Children’s Health Defense, che dimostra incontrovertibilmente come l’industria del vaccino e il governo americano siano parti di un unico intreccio che inganna spudoratamente i cittadini esponendoli a rischi biologici esiziali. I principali media respingono i critici della politica pubblica sui vaccini chiamandoli «teorici della cospirazione», ma non è necessaria alcuna cospirazione per spiegare come possa essere vero il fatto che il CDC (l’ente che vigila sulle malattie infantili e quindi è coinvolto nella politica vaccinale americana) inganna a proposito dei vaccini. Il dottor Offit, di cui si parla nell’articolo, è una sorta di Burioni statunitense, con la differenza che a differenza del virologo italiano Offit ha avuto più successo accademico ed economico.
In un precedente articolo per Children’s Health Defense, intitolato «Perché non ci si può fidare del CDC sui vaccini», abbiamo esaminato come può essere vero il fatto che le agenzie governative stiano disinformando il pubblico sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini.
La sola possibilità è trattata dai media istituzionali come una «teoria del complotto», ma non è necessaria una teoria del genere per spiegarla. Al contrario, l’esistenza di distorsioni istituzionalizzate all’interno delle istituzioni mediche e della comunità scientifica è ben conosciuta nella letteratura scientifica e lo stesso Congresso ha criticato la corruzione endemica all’interno dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e della Food and Drug Administration (FDA).
Un esempio particolarmente importante di corruzione e falsificazione del governo: il caso del vaccino contro il Rotavirus.
Ad esempio, abbiamo visto come entrambe le agenzie siano state criticate nel giugno 2000 nella relazione su un’indagine avviata dalla Commissione per la Riforma del Governo all’interno della Camera dei Rappresentanti. L’indagine ha toccato un esempio particolarmente importante di corruzione e falsificazione del governo: il caso del vaccino contro il Rotavirus.
Tra i risultati dell’indagine del Congresso è riportato il fatto che tre dei cinque membri del Comitato Consultivo dell’FDA su Vaccini e Prodotti Biologici Correlati (VRBPAC) «che votarono per approvare il vaccino contro il Rotavirus nel dicembre 1997 avevano legami finanziari con le aziende farmaceutiche che stavano sviluppando versioni alternative del vaccino», come pure quattro degli otto membri dell’ACIP (Comitato Consultivo in materia di Pratiche di Immunizzazione) del CDC «che votarono per approvare le linee guida per il vaccino contro il Rotavirus nel giugno 1998 avevano legami finanziari con aziende farmaceutiche che stavano sviluppando diverse versioni del vaccino».
Faceva parte di quella metà dei membri dell’ACIP che aveva legami finanziari con le aziende farmaceutiche, mentre stava decidendo quale avrebbe dovuto essere la politica del CDC riguardo al vaccino contro il Rotavirus, un certo Dr. Paul Offit.
Il dottor Offit volta scrisse un editoriale per il New York Times accusando i genitori che scelgono di non vaccinare i loro figli di abusi su minori sulla base del fatto che Gesù, se fosse con noi oggi in carne ed ossa, sosterrebbe la vaccinazione forzata dei bambini contro la volontà dei loro genitori.
Corruzione e ipocrisia
Paul Offit è attualmente direttore del Vaccine Education Center dell’ospedale pediatrico di Philadelphia (CHOP). Ha anche la cattedra Maurice R. Hilleman in Vaccinologia, creata in onore dell’ex vicepresidente senior di Merck, che ha fornito una sovvenzione di 1,5 milioni di dollari all’ospedale e alla University of Pennsylvania per «accelerare il ritmo della ricerca sui vaccini».
Offit nell’ottobre 1998 aderì all’ACIP e per tre volte votò a favore delle decisioni relative all’uso del vaccino contro il Rotavirus, compresa una votazione per aggiungere il vaccino al programma «Vaccini per bambini» del CDC, il tutto condividendo al contempo la proprietà di un brevetto per un vaccino anti Rotavirus sviluppato nell’ambito di una sovvenzione di Merck.
Il vaccino di Offit (membro del comitato consultivo del CDC fino al giugno 2003) fu approvato dall’FDA nel 2006 con il marchio «RotaTeq». L’ospedale pediatrico di Philadelphia era elencato insieme a Offit tra i titolari di un certificato di deposito rilasciato dall’Ufficio Brevetti e Marchi degli Stati Uniti e l’ospedale vendette la sua partecipazione in RotaTeq nel 2008 con un accordo da cui Offit trasse grande profitto; egli stesso riconobbe di aver fatto «diversi milioni di dollari, un sacco di soldi».
Offit è anche un abituale «esperto» di vaccini per i media mainstream. Una volta scrisse un editoriale per il New York Times accusando i genitori che scelgono di non vaccinare i loro figli di abusi su minori sulla base del fatto che Gesù, se fosse con noi oggi in carne ed ossa, sosterrebbe la vaccinazione forzata dei bambini contro la volontà dei loro genitori.
Accadde così che nell’ottobre 1999 il primo vaccino contro il Rotavirus autorizzato negli Stati Uniti, RotaShield di Wyeth, venne ritirato dal mercato perché si era scoperto che causava intussuscezione [o invaginazione intestinale], una condizione spesso gravissima e potenzialmente fatale in cui una parte dell’intestino si inserisce in se stesso.
Mentre l’FDA dava istruzioni a Wyeth di concentrare i suoi studi di sicurezza post-marketing su aree specifiche, il rischio di intussuscezione non era tra questi…
Oltre ai conflitti di interesse all’interno del CDC, l’FDA aveva approvato RotaShield come «sicuro» nonostante gli studi clinici avessero dimostrato un aumento di intussuscezione nei neonati vaccinati.
Poiché l’aumento del rischio non aveva raggiunto un’importanza statistica, questo risultato venne respinto come «probabilmente dovuto al caso» dal comitato consultivo della FDA, che, ancora una volta, includeva tre membri su cinque legati a società farmaceutiche che stavano sviluppando vaccini contro il Rotavirus.
Inoltre, mentre l’FDA dava istruzioni a Wyeth di concentrare i suoi studi di sicurezza post-marketing su aree specifiche, il rischio di intussuscezione non era tra questi.
I ricercatori che monitoravano i dati di sorveglianza post-marketing disponibili al pubblico, tuttavia, presero in considerazione i rapporti di intussuscezione verificatisi dopo la vaccinazione e furono condotti studi che confermarono l’associazione tra la vaccinazione e un aumento del rischio del disturbo intestinale.
Furono condotti studi che confermarono l’associazione tra la vaccinazione e un aumento del rischio del disturbo intestinale.
Il portavoce del CDC John Livengood ha riassunto le conclusioni: «Riteniamo che ci sia una forte relazione causale tra il vaccino anti Rotavirus e l’intussuscezione. È di elevata entità»
Così il portavoce del CDC John Livengood riassunse le conclusioni: «Riteniamo che ci sia una forte relazione causale tra il vaccino anti Rotavirus e l’intussuscezione. È di elevata entità e sembra essere di circa uno su cinquemila bambini che vengono vaccinati con il vaccino».
Le stime vanno da uno su cinquemila a uno su diecimila. Prima di essere ritirato dal mercato, il vaccino era stato somministrato a mezzo milione di bambini. I dati di sorveglianza mostrarono che durante il suo breve periodo di utilizzo ci furono 98 rapporti confermati di intussuscezione legata al vaccino, oltre la metà dei quali richiese un intervento chirurgico e uno dei quali portò alla morte.
Quando il CDC il 22 ottobre 1999 votò per ritirare la sua raccomandazione all’uso di routine di RotaShield nei bambini, Paul Offit si astenne dal voto con la motivazione che avrebbe creato una «percezione» di conflitto di interessi per lui parteciparvi mentre svolgeva anche il ruolo di consulente per Merck, che stava sviluppando un vaccino in concorrenza con RotaShield di Wyeth.
Evidentemente egli considerava il suo evidente conflitto di interessi solo come un motivo per astenersi dal votare contro l’uso del vaccino, ma non per astenersi dal votare a favore.
Il CDC è essenzialmente una divisione di marketing e distribuzione dell’industria dei vaccini.
Il governo è l’industria dei vaccini
Come ulteriore elemento della vicenda, il virus utilizzato nella produzione di RotaShield fu sviluppato dal governo degli Stati Uniti.
Poiché lo sviluppo di un vaccino contro il Rotavirus era considerato una priorità dai ricercatori sin dalla scoperta del virus all’inizio degli anni ’70, il National Institutes of Health (NIH) creò un «virus riassortante vivo scimmiesco-umano» a tale scopo.
(Un virus riassortante è un virus contenente due o più frammenti di acido nucleico provenienti da diversi virus di origine, prodotto coinfettando una cellula con i ceppi parentali. Il virus scimmiesco in questo caso proveniva da una scimmia rhesus.)
Il governo USA non è tanto un «regolatore» dell’industria dei vaccini quanto parte integrante di essa
Il NIH quindi concesse in licenza a Wyeth l’uso della sua tecnologia vaccinale brevettata per RotaShield.
Sì, il governo degli Stati Uniti brevetta una tecnologia vaccinale e la concede in licenza a titolo oneroso ad aziende private. Ecco un altro esempio: il NIH concesse in licenza a Merck la tecnologia vaccinale per lo sviluppo del suo vaccino contro il Papilloma Virus (HPV), Gardasil.
Come si può vedere, il governo non è tanto un «regolatore» dell’industria dei vaccini quanto parte integrante di essa.
Il CDC stesso ha contratti con aziende farmaceutiche e, ad eccezione dei vaccini antinfluenzali, acquista più della metà dei vaccini per l’infanzia distribuiti negli Stati Uniti. Il CDC è essenzialmente una divisione di marketing e distribuzione dell’industria dei vaccini.
Per usare un po’ di ironia, il modo in cui il governo racconta la vicenda di RotaShield è un esempio lampante di come le burocrazie incaricate di garantire la sicurezza dei vaccini siano molto efficaci nel farlo.
Ma c’è di più!
Da allora numerosi studi hanno riscontrato che l’SV40 è associato ad un aumento del rischio di alcuni tipi di cancro negli esseri umani, compreso il linfoma non-Hodgkin.
Da allora numerosi studi hanno riscontrato che l’SV40 è associato ad un aumento del rischio di alcuni tipi di cancro negli esseri umani, compreso il linfoma non-Hodgkin.
Contaminazioni virali del vaccino anti Rotavirus
Nel marzo 2010, l’FDA consigliò di sospendere temporaneamente l’uso del vaccino anti Rotavirus di GlaxoSmithKline, Rotarix, perché fu trovato contaminato da un virus suino: il circovirus suino tipo 1 (PCV-1). Fu raccomandato, quindi, che i pazienti ricevessero invece il prodotto di Merck, RotaTeq.
Poco dopo RotaTeq risultò contaminato sia dal PCV-1 che dal circovirus suino di tipo 2 (PCV-2).
L’FDA rese pubblica questa scoperta il 6 maggio 2010. Ma piuttosto che consigliare di sospendere l’uso del RotaTeq fino a quando questa contaminazione non fosse stata risolta e la minaccia valutata, il 14 maggio la FDA raccomandò che gli operatori sanitari riprendessero l’uso di Rotarix insieme a quello mai sospeso del RotaTeq con la motivazione che non vi era un rischio noto per gli esseri umani legato a questi virus.
Tra l’altro, uno dei contributi scientifici di Maurice R. Hilleman, l’ex vice presidente di Merck in onore del quale venne creata la cattedra di Paul Offit, fu la sua scoperta, fatta nel 1960, che il vaccino antipolio sia del tipo a virus vivo che quello inattivato in uso negli USA erano contaminati da un virus delle scimmie noto come simian virus 40 (SV40). Nel maggio dell’anno successivo, il National Institutes of Health (NIH) si riunì per discutere la questione, con la raccomandazione di non ritirare i vaccini in quanto il virus non presentava alcun rischio noto per l’uomo.
Da allora numerosi studi hanno riscontrato che l’SV40 è associato ad un aumento del rischio di alcuni tipi di cancro negli esseri umani, compreso il linfoma non-Hodgkin.
La percezione che agenzie governative come l’FDA e il CDC agiscano nell’interesse della salute pubblica e «regolamentino» l’industria è illusoria
Conclusione
Il modo in cui il governo racconta la storia del vaccino contro il Rotavirus è un esempio lampante di come le agenzie incaricate di salvaguardare la salute pubblica abbiano reagito rapidamente alla scoperta di potenziali danni derivanti da un vaccino presente sul mercato.
La realtà è che il governo ha approvato il primo vaccino anti Rotavirus e lo ha aggiunto alla lista di vaccini che i bambini sono tipicamente tenuti a ricevere per frequentare la scuola pubblica, nonostante gli studi clinici di sicurezza avessero indicato che avrebbe potuto causare intussuscezione.
Il fatto che l’FDA non abbia richiesto ulteriori studi con maggiore valore statistico per determinare se l’aumento del rischio fosse «dovuto al caso» o reale, ma si sia accontentato della conclusione errata che il vaccino «probabilmente» non causava questa condizione dolorosa e potenzialmente mortale nei bambini, è un chiaro esempio di come il governo ponga gli interessi dell’industria farmaceutica al di sopra degli interessi del pubblico.
E questo non dovrebbe sorprendere, anche dal momento che tre dei cinque membri del comitato consultivo per i vaccini dell’FDA, che votarono per approvare il vaccino, avevano legami finanziari con l’industria.
Tre dei cinque membri del comitato consultivo per i vaccini dell’FDA, che votarono per approvare il vaccino, avevano legami finanziari con l’industria.
Non dovrebbe stupire, quindi, che dopo il ritiro del primo vaccino contro il Rotavirus, l’FDA ne abbia approvati altri due, nonostante entrambi fossero contaminati da uno o più virus suini.
Non sorprende nemmeno il fatto che il CDC abbia spinto il vaccino al pubblico, dato che i membri del comitato consultivo per i vaccini del CDC avevano legami finanziari con le aziende farmaceutiche che stavano sviluppando vaccini alternativi contro il Rotavirus.
La percezione che agenzie governative come l’FDA e il CDC agiscano nell’interesse della salute pubblica e «regolamentino» l’industria è illusoria. La realtà è che il governo è in larga misura l’industria dei vaccini.
Sia il governo che l’industria influenzano fortemente la scienza, con il risultato di provocare una distorsione istituzionalizzata che favorisce la politica pubblica dei vaccini e considera la vaccinazione come soluzione per un numero crescente di malattie trasmissibili, al prezzo dell’opportunità di studiare alternative e di educare semplicemente le persone a rafforzare naturalmente il proprio sistema immunitario, anche attraverso una corretta alimentazione ed esercizio fisico ed evitando esposizioni tossiche.
Sia il governo che l’industria influenzano fortemente la scienza, con il risultato di provocare una distorsione istituzionalizzata che favorisce la politica pubblica dei vaccini
Il governo inoltre inganna il pubblico su ciò che la scienza afferma a proposito della sicurezza ed efficacia dei vaccini raccomandati, il che può essere dovuto non solo alla distorsione istituzionalizzata, ma anche alla corruzione endemica all’interno delle agenzie.
Questo problema è aggravato dal fatto che i principali media istituzionali appoggiano la politica pubblica su questo tema piuttosto che fare giornalismo, attaccando piuttosto che affrontare in modo concreto gli argomenti e le legittime preoccupazioni di chiunque osi criticare o dissentire dalle raccomandazioni di routine del CDC sulle vaccinazioni dell’infanzia e dalle leggi statali che violano il diritto dei genitori al consenso informato, rendendo questi vaccini obbligatori per l’accesso dei bambini all’istruzione pubblica.
Jeremy R. Hammond, scrittore e collaboratore di Children’s Health Defense
© 5 febbraio 2019, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Vaccini
Il comitato consultivo del CDC vota per porre fine alla raccomandazione di vaccinare i neonati contro l’epatite B
Il Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) ha deliberato per revocare la raccomandazione storica che imponeva la vaccinazione contro l’epatite B a tutti i neonati subito dopo la nascita. Questa decisione rappresenta un trionfo significativo per la campagna «Make America Healthy Again» promossa dal segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., mirata a una revisione del calendario vaccinale pediatrico, in un’epoca di crescenti interrogativi sull’impennata dei casi di autismo tra i bambini.
Con 8 voti a favore e 3 contrari, l’ACIP ha indicato che le madri risultate negative al test per l’epatite B possano concordare con il proprio pediatra «quando o se» somministrare il vaccino ai loro neonati. Le direttive per i piccoli nati da madri positive o con status ignoto al virus restano immutate.
Si prevedono ulteriori revisioni alla politica vaccinale nei mesi a venire, mentre il panel valuta l’intero protocollo di immunizzazioni infantili. Diversi oratori intervenuti all’assemblea, e almeno parte degli esperti consultati, sono noti per le loro riserve sul tema dei vaccini.
Kennedy si definisce «pro-sicurezza», non «anti-vaccini», ma i media mainstream – pesantemente influenzati dai contributi pubblicitari delle multinazionali farmaceutiche – hanno ritratto il titolare dell’HHS come un «anti-vaccinista». Tale immagine è lontana dalla realtà, come ha ribadito di recente lo stesso Kennedy: «Credo che i vaccini abbiano salvato milioni di vite e svolgano un ruolo fondamentale nell’assistenza sanitaria».
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Il Ssegretario sta esaminando un potenziale nesso tra il vaccino e l’aumento dei disturbi autistici, evidenziando come il piano vaccinale per l’infanzia sia passato da poche somministrazioni a un ventaglio di decine di dosi.
Il vaccino contro l’epatite B ha provocato danni così estesi nella popolazione americana che nel 1999 ABC News gli dedicò un’inchiesta e il Congresso indisse un’audizione. Eppure, gli specialisti allineati alla narrazione ufficiale hanno negato l’esistenza di legami provati. È sufficiente rammentare che le contestazioni più accese alla riforma vaccinale di RFK Jr. proverranno dai media corporate e dai parlamentari, che dipendono in misura preponderante dai finanziamenti dell’industria farmaceutica.
L’Italia è stata il primo Paese europeo a rendere obbligatoria la vaccinazione per i nuovi nati e per gli adolescenti di 12 anni con la legge 27 maggio 1991, n. 165, entrata in vigore dal 1992.
I giornali riportano che la decisione fu presa dal ministero dove direttore generale e ministro della Sanità stesso ricevettero una tangente di 600 milioni di lire da GlaxoSmihKline, produttrice del vaccino Engerix B contro l’epatite B per i neonati.
In Italia l’obbligo è rimasto per i nati dal 1992 in poi (coorti 1981-2000 anche per la dose adolescenti) fino al 2017, quando la legge Lorenzin (119/2017) lo ha confermato estendendolo a 10 vaccinazioni. Oggi resta obbligatorio 0-15 anni.
Va ricordato che l’epatite B si trasmette per via sessuale o scambio di siringhe tra tossicodipendenti: perché, quindi, vaccinare un neonato per tale morbo?
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Vaccini
Uno studio minimizza il rischio di miocardite nei bambini a causa del vaccino COVID
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Il riassunto dell’articolo ometteva prove del rischio del vaccino
Il disegno dello studio è profondamente compromesso perché i 22 autori hanno costruito un modello complicato per evitare di effettuare un confronto diretto (solo vaccino contro solo malattia). E anche dopo aver falsificato i conti, anche dopo aver preso i dati di quasi 14 milioni di bambini e adolescenti sotto i 18 anni in Inghilterra, hanno ottenuto un risultato che è appena statisticamente significativo, con barre di errore sovrapposte per il rischio da COVID-19 e il rischio da vaccinazione. La situazione peggiora. I risultati, che favorivano marginalmente la vaccinazione, furono annunciati in un riassunto in cima al documento e annunciati alla stampa. Ma nascosta nell’appendice, pubblicata separatamente online, c’è una tabella che mostra una versione più pertinente del confronto. La versione riportata nel riassunto si riferisce a un periodo iniziale in cui il vaccino non era disponibile. L’appendice mostra dati comparabili per il periodo in cui il vaccino era disponibile, limitatamente alle fasce d’età per le quali il vaccino era offerto. Nell’appendice, il rischio di miocardite dovuto alla malattia è la metà di quello associato al vaccino. Ciò contraddice palesemente il riassunto e i titoli dell’articolo – e questa era una risposta alla versione ingannevole della domanda, non a quella più diretta a cui i ricercatori hanno scelto di non rispondere.Sostieni Renovatio 21
Gli autori dello studio hanno posto la domanda sbagliata
La domanda più pertinente è semplice: i bambini vaccinati hanno avuto un’incidenza di miocardite più alta rispetto ai bambini non vaccinati? È una domanda a cui è facile rispondere, dati i dati a cui questi autori (ma non il pubblico) avevano accesso. In pochi minuti, avrebbero potuto calcolare il tasso di miocardite tra i bambini vaccinati e non vaccinati. Tuttavia, se hanno fatto il calcolo, non ne hanno riportato i risultati. Immagino che abbiano fatto il calcolo, ma non gli sia piaciuto quello che hanno visto, quindi non l’abbiano incluso nell’articolo pubblicato. Come ho affermato sopra, credo che gli autori dello studio abbiano «posto la domanda sbagliata». Ciò che intendo dire è che l’articolo confronta il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dalla vaccinazione. Ma questa non è la domanda più rilevante. Perché? Poiché molte persone si sono vaccinate e poi hanno comunque contratto il COVID, sono state inutilmente esposte a entrambi i rischi. Al contrario, molti bambini che non hanno ricevuto il vaccino non hanno contratto il COVID. Oppure, la loro forma è così lieve che non se ne accorgono nemmeno. Questi bambini hanno evitato entrambi i rischi. Ecco perché confrontare il rischio di miocardite da COVID con il rischio derivante dal vaccino COVID non è la questione pertinente. Non è una questione di «o l’uno o l’altro».Iscriviti al canale Telegram ![]()
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- Gli autori hanno posto una domanda complicata quando una semplice era più pertinente.
- Data questa domanda errata, non hanno effettuato l’analisi più diretta per rispondere.
- Ciononostante, hanno scoperto che il vaccino presentava un rischio di miocardite quasi doppio rispetto alla malattia. Questo risultato era riportato solo nella Tabella S16 dell’Appendice Supplementare, ma non era menzionato da nessuna parte nel corpo dell’articolo, né tantomeno nel riassunto in cima.
- E nonostante ciò hanno fatto annunci importanti al pubblico, sostenendo che il loro studio conferma che i bambini stanno meglio con il vaccino che senza.
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Vaccini
Il vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
I recenti titoli che decantano la superiore efficacia del vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer ignorano le scoperte della stessa Pfizer secondo cui, per le persone con più di 65 anni, il loro prodotto a mRNA è più pericoloso dei vaccini antinfluenzali standard, che sono già inefficaci e dannosi. Lo riporta LifeSite.
Il motivo della falsa informazione da parte dei media tradizionali e del prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM) è che Pfizer ha occultato i risultati dei test del suo prodotto sugli anziani, che hanno evidenziato effetti avversi più accentuati del farmaco.
«I risultati sono così pessimi che non è chiaro se la Food and Drug Administration potrebbe o vorrebbe approvare un vaccino a mRNA sulla base di questi dati», ha scritto il giornalista Alex Berenson, noto per le sue inchieste durante la pandemia. «Pfizer sembra sapere benissimo che questi risultati sono disastrosi».
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«Pfizer non ha mai annunciato i risultati, tenendoli nascosti per anni», ha scritto Berenson sul suo Substack. «Dimostrano che gli anziani che hanno ricevuto l’mRNA hanno avuto PIÙ infezioni influenzali, decessi ed effetti collaterali rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
Pertanto, è improbabile che il vaccino antinfluenzale a mRNA della Pfizer venga approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) di Trump.
«Un vaccino antinfluenzale a mRNA non ha funzionato negli anziani», ha dichiarato il commissario della FDA, il dottor Marty Makary, a Fox News nel fine settimana. «La sperimentazione non ha mostrato alcun beneficio».
«Non ci limiteremo ad approvare automaticamente nuovi prodotti che non funzionano, che falliscono in una sperimentazione clinica. Sarebbe una presa in giro della scienza se approvassimo automaticamente prodotti senza dati», ha affermato Makary. «Questo era il modus operandi dell’amministrazione Biden», ha aggiunto.
I risultati nascosti sono oltremodo sconvolgenti per gli anziani. Secondo Berenson:
«Gli anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA avevano circa il 6% di probabilità in più di contrarre l’influenza rispetto a quelli sottoposti a vaccinazione standard. E 49 anziani sottoposti a vaccinazione con mRNA sono deceduti, rispetto ai 46 sottoposti a vaccinazione antinfluenzale».
«Lo studio ha anche rivelato un significativo segnale di sicurezza per gli mRNA sul danno renale. A ventidue pazienti anziani che hanno ricevuto l’iniezione di mRNA è stata diagnosticata una lesione renale acuta, una malattia renale cronica o una malattia renale allo stadio terminale, rispetto ai nove che hanno ricevuto l’iniezione standard».
«Un altro dato preoccupante è che 17 anziani a cui è stato somministrato mRNA hanno sofferto di “insufficienza respiratoria acuta”, rispetto ai soli sei che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale standard».
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«Anche i pazienti trattati con mRNA avevano una probabilità molto maggiore di manifestare effetti collaterali meno gravi. Ad esempio, circa il 69% ha segnalato gonfiore nel sito di iniezione o altri effetti collaterali locali dopo la vaccinazione, rispetto al 26% di coloro che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale».
«Ritengo che questo rappresenti una grave mancanza di integrità nel processo di revisione paritaria. Il comitato editoriale del NEJM dovrebbe fornire una spiegazione chiara di come si sia verificato questo errore e… richiedere agli autori di correggere gli articoli attuali e di riferire sui risultati completi dello studio», ha dichiarato alla testata Epoch Times Retsef Levi, professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT) .
«Ancora una volta, quando vengono condotti studi adeguati, si scopre che i vaccini a base di mRNA per persone sane non sono ancora pronti per il grande pubblico e probabilmente non lo saranno mai», conclude il Berensone.
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