Spirito
Il trionfo di Satana finirà con l’uccisione dell’anticristo da parte di San Michele. Omelia di mons. Viganò per l’epifania del Signore
Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò per la festa dell’Epifania del Signore
Surge et illuminare
Omelia nell’Epifania di Nostro Signore
Surge et illuminare, Jerusalem,
quia venit lumen tuum,
et gloria Domini super te orta est.
Sorgi e risplendi, Gerusalemme:
poiché è venuta la tua luce
e su di te è sorta la gloria del Signore.
Is 60, 1
Questa grande festa dell’Epifania, che assieme alla Pasqua, all’Ascensione e alla Pentecoste è chiamata giorno santissimo nel Canone della Messa, completa la festa del Natale del Signore.
Se nella Notte santa abbiamo adorato l’Emmanuele con gli Angeli e con i pastori, oggi nel Re Bambino adoriamo il dominator Dominus, ai piedi del Quale tutte le genti sono chiamate da ogni confine della terra. Et adorabunt eum omnes reges terræ: omnes gentes servient ei, dice la Scrittura: Lo adoreranno tutti i re della terra, e tutti i popoli Lo serviranno.
L’abbiamo cantato nell’Introito: Ecce, advenit dominator Dominus; et regnum in manu ejus, et potestas, et imperium. Ecco viene il Signore dominatore: nella sua mano il regno, e la potestà regale e il potere.
Non è, questo, un auspicio, un pio desiderio destinato a compiersi solo in parte o ad essere infranto dalla cruda realtà di un mondo ribelle; è invece un’affermazione certissima, fondata sulla necessità ontologica del trionfo di Cristo, al quale nessuno potrà mai opporsi e che nessuno potrà mai impedire.
Ma mentre siamo concentrati sull’adorazione dei Magi, che rendono il proprio tributo di oro, incenso e mirra al Re dei re dopo il povero omaggio dei pastori, non dobbiamo dimenticare che il Signore stesso, con l’Incarnazione, è venuto su questa terra per offrire alla Santissima Trinità, e al Padre eterno, il tributo delle anime strappate al dominio di Satana e conquistate nella Passione e Morte sulla Croce. I Magi offrono l’oro alla Regalità di Cristo, l’incenso alla Sua Divinità, la mirra a Cristo Vittima sacrificale.
Essi sono pertanto figura di Nostro Signore, che all’eterno Padre offre tutti noi, e con noi, tutti coloro che la Provvidenza ha destinato alla gloria del Cielo, mediante l’offerta di Cristo Vittima, innalzata sull’altare del Calvario da Cristo Sacerdote, che come Re rappresenta l’umanità che Gli appartiene per diritto divino, di stirpe e di conquista, e che come Dio può redimere riparando le nostre colpe infinite e l’infinita offesa arrecata a Dio.
Ce lo conferma la Secreta di oggi: Ecclesiæ tuæ, quæsumus, Domine, dona propitius intuere: quibus non jam aurum, thus, et myrrha profertur: sed quod eisdem muneribus declaratur, immolatur, et sumitur, Jesus Christus Filius tuus Dominus noster: Guarda benigno, o Signore, te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre più oro, incenso e mirra, bensì proprio Colui che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto: Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.
Nei Magi – come già nei tre Angeli che visitarono Abramo – possiamo vedere anche una figura delle Tre Persone della Santissima Trinità che si compiacciono di veder compiuta nel Figlio la divina Volontà: Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale Mi sono compiaciuto (Mt 3, 17). Ciò che è significato con i tesori dischiusi dai Magi nel silenzio di Betlemme – la divinità di quel Bambino – è proclamato dal Suo Padre celeste al momento del Battesimo nel Giordano, che parimenti oggi celebriamo assieme al miracolo dell’acqua mutata in vino alle nozze di Cana.
La solennità della manifestazione divina del Salvatore – questo il significato della parola epifania usata nella Chiesa Romana e della parola teofania della Chiesa d’Oriente – ci pone dinanzi alla divina Regalità di Cristo sotto due aspetti: quello della Sua prima e quello della Sua seconda venuta.
La prima venuta si è compiuta nella povertà, nel silenzio, nell’umile obbedienza ai Genitori per trent’anni, nella predicazione per tre anni, nell’affrontare i tormenti della Passione, l’ignominia della Croce, la Morte e la Deposizione nel sepolcro; e poi nella Resurrezione – compiuta lontano dallo sguardo di tutti, nel silenzio dell’alba di una domenica di millenovecentonovantadue anni fa, e si è conclusa con l’Ascensione al Cielo e quella promessa dell’Angelo: Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo (At 1, 11).
La seconda venuta del Signore avverrà nella gloria: et iterum venturus est cum gloria judicare vivos et mortuos, proclamiamo nel Credo. E sarà sempre quel Re divino a chiudere lo scorrere del tempo e della storia nel Giudizio Universale, a terminare la fase della prova, et sæculum per ignem. Allora si compirà definitivamente quanto annunciato nel passo del Profeta Isaia che abbiamo appena ascoltato: Alzati o Gerusalemme e rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te (Is 60, 1).
Questa Luce, venuta nel mondo duemilaventicinque anni fa, risplenderà nel Corpo Mistico, di cui Cristo è Capo divino, dopo questi tempi oscuri di apostasia e dopo la Passio Ecclesiæ: Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Come nel Cristo sfigurato e sofferente era oscurata la gloria che sfolgorò nella Resurrezione, così nel Suo Corpo Mistico oggi deturpato è eclissata la gloria che lo attende.
La persecuzione predetta dalle Scritture sarà l’ultima battaglia che l’umanità dovrà affrontare, schierandosi con Dio o contro di Lui, e le sorti di quell’epocale scontro sono già segnate dalla vittoria di Cristo sulla Croce: o mors ero mors tua; morsus tuus ero, inferne, dice il profeta Osea (Os 13, 14), ripreso dall’Apostolo Paolo.
Ma prima di quella persecuzione vedremo i re della terra e i potenti delle nazioni allearsi all’Anticristo e avere il potere di bestemmiare il suo Nome, e il suo tabernacolo, e gli abitatori del cielo (Ap 13, 6), ossia Dio, la Santa Chiesa e gli eletti. E fu concesso [alla Bestia] di far guerra ai santi, e di vincerli. E le fu dato potere sopra ogni tribù, e popolo, e lingua, e nazione. E la adorarono tutti quelli che abitano la terra, i nomi dei quali non sono scritti nel libro di vita dell’Agnello, il quale fu ucciso dal cominciamento del mondo. Chi ha orecchio, oda (Ap 13, 7-9).
È Cristo l’Agnello che patisce e trionfa in chi crede in Lui: in Abele è ucciso dal fratello, in Noè è schernito dal figlio, in Abramo fu pellegrino, in Isacco fu offerto, in Giuseppe fu venduto, in Mosè fu esposto e scacciato, nei Profeti lapidato e segato, negli Apostoli sballottato per terra e per mare, e nei Martiri tante volte e in tante maniere ucciso.
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Eppure, questa parentesi di apparente trionfo di Satana è destinata a finire con l’uccisione dell’Anticristo da parte dell’Arcangelo San Michele e con la testa del Serpente schiacciata dalla Vergine Immacolata.
Ci rassicura nuovamente il profeta Isaia: Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore (Is 60, 3-6).
Poco oltre, il Profeta Isaia si rivolge alla Santa Chiesa, la nuova Gerusalemme: Le tue porte saranno sempre aperte; non saranno chiuse né giorno né notte, per lasciar entrare in te la ricchezza delle nazioni e i loro re in corteo. Poiché la nazione e il regno che non vorranno servirti, periranno; quelle nazioni saranno completamente distrutte (Is 60, 10-11). Quando osserviamo con sgomento i rivolgimenti politici ed economici degli stati, dobbiamo ricordarci del destino di rovina preannunciato per le nazioni che si ribellano al Signore.
All’inizio e al termine dell’anno liturgico la Santa Chiesa ci ricorda la seconda venuta del Signore e ci esorta ad essere pronti, come erano pronti alla prima venuta gli Ebrei fedeli alle profezie dell’Antico Testamento: Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate (Lc 12, 40).
E questo monito dovrebbe far tremare noi tutti, ma soprattutto quanti il Signore ha costituito in autorità, tanto nella Chiesa quanto nella società civile: il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli (Lc 12, 46).
La Vergine Madre, augustissima Regina e Signora, assiste oggi all’atto di adorazione dei Magi al Suo divin Figlio. Ella assisterà domani, coronata di stelle e assisa sul Suo trono di gloria su cui siede dall’Assunzione al cielo, all’adorazione di quanti nella prima venuta di Cristo non Lo riconobbero e dei popoli pagani che si saranno convertiti al Suo Figlio.
E come il Padre porrà i nemici di Cristo a sgabello dei Suoi piedi, così farà Nostro Signore con la Mater Ecclesiæ, umiliando i nemici della Vergine Sua Madre e della Chiesa Sua Sposa: I figli di quelli che ti avranno oppressa verranno da te, abbassandosi; tutti quelli che ti avranno disprezzata si prostreranno fino alla pianta dei tuoi piedi e ti chiameranno la città del Signore, la Sion del Santo d’Israele (Is 60, 14).
Possa l’intercessione di Maria Santissima, Regina Crucis, proteggerci nel momento della prova e concederci la Grazia della perseveranza.
E così sia.
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
6 Gennaio 2025
In Epiphania Domini
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Immagine di Edward Burne-Jones (1833–1898), L’adorazione dei magi (1904), Museo d’Orsay, Parigi.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Arte
Carol of the Bells, la musica di sottofondo della vostra vigilia di Natale
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Spirito
Il Natale degli orfani della Signora Blu
Con una puntualità che rivaleggia con le repliche televisive italiane della pellicola Una poltrona per due alla vigilia di Natale, anche quest’anno Renovatio 21 ripropone il suo tradizionale racconto natalizio, a vantaggio di chi ancora non lo conosce e di chi desidera rileggerlo. Le storie dei bambini della Signora Blu continuano, persino in questo 2025 che si avvia al termine, a stupirci, a interrogarci, a toccarci nell’intimo. Il cielo è crollato, demoni spaventosi scorrazzano liberi, e noi aspettiamo che una donna e un bambino vengano a salvarci. Buon Natale ai nostri cari, stupendi lettori.
Natale: nell’immaginario che ciascuno si porta dietro dall’età infantile, c’è una buona dose di storie a base di bambini senza casa abbandonati al freddo e alla crudeltà della società sino alla redenzione fiabesca: la piccola fiammiferaia, i bambini di Dickens, l’orfanella e le stelle d’oro, la stessa leggenda di San Nicola poi trasformatosi nella persistenza della cultura popolare nel tizio chiamato «Babbo Natale».
Mi sono talvolta chiesto, specie durante il Santo Natale quale idea del Creatore e del creato possa avere un bambino orfano, cioè un piccolo essere umano al picco della sua immaginazione – e quindi della sua devozione potenziale. Come l’innocenza può spiegarsi l’ammasso di dolore ed irrazionalità di un mondo tremendo, se non è neanche minimamente schermata dalla presenza dei genitori?
Una risposta mi arrivò, tempo addietro, dalla lettura di un articolo di un giornale statunitense.
Nel giugno 1997 la giornalista Linda Edwards pubblicò una storia nel Miami New Times con il titolo Myths Over Miami («Le leggende sopra Miami») in cui elencava una serie di racconti vividi uditi da bambini senzatetto della grande città della Florida.
La Edwards intervistò i piccoli vagabondi nei rifugi dei barboni e lungo le strade, facendo una scoperta sensazionale: una mitologia, una religione segreta sorprendentemente coerente era stata elaborata con grande dettaglio dal mondo degli orfani. Secondo la giornalista, questa sorta di canone teologico era condiviso da tutti i bambini senzatetto di età inferiore ai 10 anni, e probabilmente – scriveva – non solo a Miami, ma in tutti gli Stati Uniti, con esempi da Chicago e Oakland, in California.
Queste storie rappresentavano, e rappresentano tuttora, «un esempio eclatante di “poligenesi”, termine usato dagli studiosi di folclore per designare l’apparizione simultanea di storie vivide e simili in luoghi lontani fra loro». Un caso che conferma idee come quella dell’inconscio collettivo proposto da Carl Gustav Jung.
Trasmessa per via orale da bambini nei rifugi per homeless, tale religione – a cui talvolta ci si riferisce come secret stories, «storie segrete» – era un miscuglio ricco e bizzarro, carico di orrore e pericolo imminente. Agli occhi dello studioso delle religioni essa appare come uno strano, struggente, disperato culto gnostico. Le leggende si accompagnavano a rituali e credenze per evocare o contenere le forze demoniache, che erano tremende e quotidianamente attive nella vita di strada.
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11 settembre in Paradiso
Secondo l’articolo, questi bambini credevano che la notte di Natale di qualche anno prima i demoni avessero assaltato il cielo, mandando in frantumi il palazzo di marmo di Dio e facendolo fuggire; da allora Dio non era mai più tornato, di lui non si hanno notizie, forse è esiliato da qualche parte. Di conseguenza, sono rimasti solo gli angeli a difendere ciò che era rimasto del Cielo e della Terra dopo questo repentino golpe demoniaco.
Il disastro – una sorta di 11 settembre in Paradiso – fu tenuto segreto dal resto del mondo, ma i bambini senzatetto furon stati allertati dai parenti morti che, come spiriti, avevan il compito di trasmettere la notizia. In particolare, i genitori o i fratelli morti, per il credo degli street children, appaiono in alcuni momenti per guidare i vivi: non vengono dall’aldilà.
Tali spiriti (i bimbi evitano la parola ghost, che secondo loro richiama baggianate della cultura popolare come il fantasmino Casper, preferendo sempre il termine spirit) nel quale la religione degli scugnizzi americani non crede, al massimo risiedono in una sorta di campo di base degli angeli da qualche parte nelle foreste paludose delle Everglades, un luogo magico custodito da alligatori giganti che divorano gli intrusi e dove scorre un fiume di acqua limpida, fredda e potabile.
Per assicurarsi che i cari defunti arrivassero lì, una foglia di palma fresca doveva essere posta sulle loro tombe per fungere da pass per l’ingresso nell’accampamento angelico.

L’orfano Andre disegna la base degli angeli nelle Everglades, con un fiume gelido di acqua potabile e immensi alligatori a fare da guardiani
I parenti morti agiscono quindi come intermediari tra gli angeli e i bambini, portano notizie dalla battaglia contro i demoni. Questi spiriti hanno le esatte fattezze di quando erano vivi, persino indossano i medesimi vestiti, ma possiedono intorno a loro lievi aureole colorate. All’inizio, uno spirito non può che muovere le labbra senza produrre suoni, ma alla fine, mentre imparano a comunicare dal mondo degli spiriti, possono essere ascoltati, avvertendo e consigliando i bambini. Un bambino ha raccontato di suo cugino morto manifestandosi per congratularsi con lui per aver vinto una gara di spelling in un rifugio, per poi mostrargli una scorciatoia per la sua scuola elementare che evitava i branchi di ubriachi e avvertendolo della fuga di Satana dalla sua prigione.
Un altro caso straziante è quello di Miguel, un bimbetto di otto anni. Suo padre, un immigrato nicaraguense, faceva il turno di notte in una stazione di servizio di Miami. Miguel camminava sempre per strada da solo per portare a suo padre una bibita proprio prima di andare a letto, così da fare due chiacchiere con il papà. Poi una notte il padre fu assassinato: «la polizia dice che i ladri hanno lasciato dei fiammiferi accesi sopra di lui prima di ucciderlo», ricorda Miguel.
La madre di Miguel non parlava inglese ed era analfabeta. Spesso veniva pagata meno di due dollari l’ora per i lavori temporanei che poteva trovare a Little Havana (lavare i pavimenti dei negozi, lavare i piatti nei ristoranti). Dopo la morte del marito, perse il suo appartamento. A prescindere da dove dormissero Miguel e la sua famiglia orfana (i bancali di una chiesa, un letto di rifugio, un marciapiede), lo spirito di suo padre appariva, insanguinato e bruciato in ogni parte del corpo da minuscole fiammelle.
Gli insegnanti di Miguel lo acchiappavano spesso mentre scappava dalla sua scuola nel centro di Miami, con i suoi piccoli pugni pieni di verdi foglie di palma, determinato a trovare la tomba di suo padre. Quando alla fine un assistente sociale lo portò al cimitero, Miguel si rifiutò di offrirle spiegazioni. «Ho bisogno di mio padre per trovare gli angeli» disse Miguel alla Edwards in una struttura caritatevole dell’Esercito della Salvezza situata vicino al quartiere di Liberty City. «Andrò lì quando verrò ucciso».
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Satana e le porte dell’Inferno
Come risultato della scomparsa di Dio, i demoni trovarono delle «porte d’accesso» al mondo umano. I bambini credono che questi portali si nascondano in frigoriferi abbandonati, Jeep Cherokees con finestre oscurate, specchi e «la città fantasma», cioè come essi chiamano un cimitero nella contea di Dade. Attraverso le «porte», i demoni (chiamati proprio in questo modo: ogni wicked spirit, «spirito cattivo», è definito «demone») vengono a sfamarsi: essi si cibano delle emozioni disforiche degli umani. Gelosia, odio e paura.
Satana aveva un odio speciale per Miami a causa di un’umiliazione che aveva sofferto lì mentre era in perlustrazione alla cerca di porte di accesso per i suoi demoni. Satana non ebbe problemi ad infiltrarsi tra la gente benestante di South Beach, nonostante fosse coperto di scaglie d’oro e d’argento; i bimbi ritengono che «la gente ricca talvolta può essere davvero stupida e venire fregata». Il demonio trovò una delle sue possibili bocche dell’Inferno sotto un edificio sul lungo di Ocean Drive, l’Hotel Colony.
Tuttavia, mentre era intento a corrompere il proprietario con 10 Mercedes, Satana fu catturato dagli angeli e intrappolato sotto il fiume che scorre attraverso Miami. A causa di questo, la sua pelle diventò di colore bordeaux, le corna crebbero dalla sua testa e il fiume bollì e si trasformò in sangue, mentre le urla spettrali dei bambini che aveva assassinato risalirono dalle sue profondità.

Il Colony Hotel, dove gli angeli vanno a cibarsi delle luci dei neon. [Credit Jason Ferguson (CC BY-NC-ND 2.0)]
Ma, dicono le storie segrete, Satana non rimase intrappolato a lungo. Scappò dalla sua prigione fluviale per tornare alla sua opera di devastazione. Allineati contro l’esercito di demoni erano gli angeli, che amano i neon abbondanti di Miami perché ne mordicchiano la luce per permettere loro di volare.
Le pallottole della Signora Blu
La principale figura di questo esercito di creature del bene è la Blue Lady, che ha la pelle pallida e vive nell’oceano; non può usare il suo potere per contrattaccare i maligni liberamente, però, perché a causa di un incantesimo demoniaco bisogna conoscere il suo nome segreto per riuscire ad evocarla – e purtroppo in pochi conoscono quel nome.
«Se tu e i tuoi amici siete su un angolo di una strada quando una macchina viene sparando proiettili e un bambino urla il suo vero nome, tutti saranno al sicuro – racconta una delle fonti di Linda Edwards, un bimbetto di nome Andre – anche se le pallottole ti strappano la pelle, la Blue Lady le fa cadere a terra. Lei può parlare con noi, anche senza che venga pronunciato il suo nome. Lei dice “tieni duro”».
Un’altra ragazza ha descritto di aver visto la Signora Blu, con fiori che scendono dalle sue braccia, e i disegni dei bambini spesso la mostrano mentre protegge i bambini sparando con la rivoltella a demoni e gangster.
Una volta che hanno visto la faccia di un bambino, sia la Blue Lady che i demoni possono sempre trovarli di nuovo. Lo stesso vale per gli spiriti. I bambini vivevano nella paura della più terrificante figura in questa orda di demoni. Essa era chiamata con una espressione spagnuola: La Llorona, cioè «colei che piange». È conosciuta anche come Bloody Mary, un demone di tale potenza da essere temuta dagli angeli e persino dallo stesso Satana.
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La madre sanguinaria
La Llorona, o Bloody Mary, piange sangue o lacrime nere da orbite vuote e si nutre del terrore dei bambini. Credevano che se si svegliassero di notte e la vedessero, sarebbero stati segnati a morte. Una bambina di 10 anni di nome Otius, descrisse come Bloody Mary predava i bambini: «Alcune ragazze senzatetto sentono le unghie graffiare sulla pelle delle loro braccia. La loro mano sembra un fuoco rosso. È Bloody Mary che le trascina in schiavitù – facendole entrare nelle gang, facendole divenire pazze».
Bloody Mary può essere evocata in una stanza buia cantando il suo nome davanti a uno specchio cosparso di acqua dell’oceano; e quando arriva, fa esplodere i vetri mutilando le sue vittime prima di ucciderle. I bambini credevano che portasse un rosario rosso che usava come arma, colpendo i bambini in faccia per ucciderli. I bambini credevano anche che lei fosse la grande alleata di Satana. Secondo le storie segrete, aveva ucciso il suo stesso bambino e aveva quindi giurato di uccidere tutti i bambini umani.
C’era tuttavia una solida speranza: su 1.000 ragazze senzatetto, una era definita la Special One, una bambina intelligente, coraggiosa, pura, una bambina che poteva fungere da esempio per le altre. Bloody Mary non poteva toccarla, e in sua presenza fuggiva, lasciando intravedere un volto grazioso e luminoso nella sua scia, cioè l’immagine di come era prima che fosse consumata dal male.
In una allucinante, rivoltante distorsione blasfema, i bimbi credevano che Dio, negli ultimi giorni prima di fuggire dal Cielo, fosse stato quasi sopraffatto da tutte le crisi sulla Terra create da Bloody Mary, e questa distrazione le permise di prendere d’assalto le mura con il suo esercito di demoni e cacciare fuori Dio; ma che non era solo questo che fece fuggire Dio – lo fece, impazzito dal dolore, quando realizzò la vera identità di Bloody Mary: la Madre di Cristo. Era così sconvolto, che era fuggito per non farsi più trovare.
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Metafora per il lettore
Questa storia è disturbante quanto spettacolare, tanto che dopo una decade l’articolo è riemerso in piena era social media con migliaia di condivisioni, forum in rete che fanno le pulci all’articolo (molti lo ritengono un falso). Ci sono echi di altre credenze nella religione degli orfani – il nome Bloody Mary e la sua evocazione sono storielle di paura familiari ai bambini in tutto il mondo occidentale, mentre Blue Lady assomiglia a Yemaya, una dea Santeria cubana, ed Erzulie, uno dei Loa del Vudù; nulla di simile a una mitologia coerente a livello nazionale tra i bambini tuttavia era stata rivelata prima.
Gli scrittori di romanzi immediatamente vi si ispirarono. Stephen King usò alcuni aspetti della storia in uno dei suoi libri. L’autrice fantasy Mercedes Lackey vi basò sopra un libro, Mad Maudlin. La (quella sì demoniaca) Disney acquistò i diritti dell’articolo della Edwards nel 2000, al fine di realizzare un film (che ancora non si è visto) tramite la mano del «maestro dell’horror» (ah, Topolino!) Clive Barker, un omosessuale capace di fantasie particolarmente cruente come visibile in Hellraiser.
Tuttavia, non è fiction quello che questa storia ispira a me.
Questa religione degli orfani è, per l’appunto, la religione di un popolo innocente e abbandonato. Un popolo tradito, sotto costante attacco del male, un popolo i cui difensori vivono in riserve indiane; un popolo che in qualche modo resiste alla lusinga del male che appare il vincitore materiale della storia della creazione.
È un credo disperato sino alla perversione, perché divenuto cieco, privo di riferimenti, dove il vertice ha misteriosamente abdicato alle sue sacre responsabilità, e la figura della madre diventa orrenda assassina prima del suo stesso figlio e poi dei figli dell’uomo tutti…
Caro lettore, cosa ti ricorda tutto questo? Davvero non riesci a vederlo?
Viviamo un incredibile momento, taciuto da tutti, dove le forze del male hanno preso il Sacro Palazzo, dove il capo umano è fuggito, dove la Madre (l’istituzione era chiamata anche così, Madre Chiesa, prima che accettasse il gender con l’Amoris Laetitia) è diventata massacratrice di Cristo in riti in cui oltraggia il Suo corpo nel modo più osceno, e assassina materiale dei bambini, quando, come con l’avallo della legge 194/1978 e della 40/2004 tollera e financo stimola de facto la strage dei bimbi innocenti.
Una chiesa infestata dai demoni, sotto cui qualcuno pure è riuscito a mantener la Fede, nell’attesa di una santa persona (una Vergine?) che faccia sfuggire il mostro di iniquità che la neochiesa è divenuta.
I bambini di Miami, nella loro disperazione, lo hanno in qualche modo capito.
Siamo stati abbandonati, ma non per sempre.
Buon Natale, lettore, che sei anche tu orfano come me della nostra madre.
Buon Natale, dal profondo di quel poco di cuore innocente che ci è ancora rimasto.
Roberto Dal Bosco
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Immagine di Marcus via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Spirito
Tradizioni cattoliche in famiglia, una piccola inchiesta personale
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