Geopolitica
Il taglio del gas russo all’Europa metterà a terra le forze armate USA in Germania?

Il Congresso degli Stati Uniti si sta rendendo conto del fatto che una parte significativa del fabbisogno energetico delle installazioni militari statunitensi all’estero era soddisfatta dal gas naturale fornito dalla Russia e da altri combustibili fossili.
La testata dell’esercito USA Stars & Stripes ha riferito ieri che, secondo un’analisi del Climate Solutions Lab della Brown University, la sola base aerea di Ramstein in Germania consuma più di 4 milioni di dollari di gas russo all’anno.
Collettivamente in Europa, le installazioni statunitensi hanno fatto affidamento su gas naturale, petrolio e carbone russi per il 30% del loro fabbisogno energetico.
Questa dipendenza, riporta Stars & Stripes, ora presumibilmente sta alimentando in parte lo sforzo militare russo in Ucraina e una rinnovata spinta al Congresso per ridurre la dipendenza delle forze armate statunitensi dall’energia di origine russa.
La bozza della Camera del National Defense Authorization Act del 2023 individua il consumo di carburante russo da parte delle forze americane in Europa e spinge il Pentagono a perseguire la totale indipendenza energetica da Mosca.
«Il consumo di carburante russo da parte dell’esercito degli Stati Uniti aiuta direttamente l’economia russa e quindi la capacità russa di continuare a impegnarsi in Ucraina», ha dichiarato il rappresentante democratico della California John Garamendi. L’utilizzo di energia russa, ovviamente, deve essere ridotta nella massima misura possibile.
La legislazione della Camera richiede che tutte le principali basi in Europa adottino piani energetici di installazione entro giugno 2023 per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e chiede al Pentagono di eliminare completamente l’utilizzo dell’energia russa entro cinque anni dal completamento dei piani.
In sintesi, l’esercito USA ha per decenni arricchito il governo russo comprando gas russo per le sue basi europee. Ora, se dovesse fare la guerra a Mosca, con quale energia pensa di muoversi.
Alla guida del mondo ci sono dei dementi. Ciò non è mai stato così evidente, così ben rappresentato, come nell’era Biden.
Ma sono in assenza di cervello anche quelli che stanno sotto, quelli che comandano davvero.
Deep State Dementia.
Geopolitica
Trump: i colloqui sull’Ucraina non progrediranno se «Putin e io non ci incontreremo». Imminente l’incontro

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che solo un incontro personale con il suo omologo russo Vladimir Putin potrà portare a progressi nella risoluzione del conflitto in Ucraina.
Le delegazioni di Mosca e Kiev avrebbero dovuto incontrarsi a Istanbul il 15 maggio, in seguito alla proposta avanzata da Putin la scorsa settimana di riprendere il dialogo diretto per raggiungere una soluzione duratura. Il Cremlino ha atteso l’arrivo dei rappresentanti di Kiev a partire da giovedì mattina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha annunciato più tardi l’invio di una delegazione guidata dal ministro della Difesa Rustem Umerov. Secondo quanto riferito, i colloqui sono stati rinviati a venerdì.
Trump, che in precedenza aveva esortato Kiev ad accettare «mmediatamente» la proposta di Putin, ha detto giovedì ai giornalisti: «non succederà nulla finché io e Putin non ci incontreremo».
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Parlando a bordo dell’Air Force One diretto agli Emirati Arabi Uniti, Trump ha lasciato intendere che Putin non aveva pianificato di recarsi in Turchia perché Trump stesso non si era impegnato pubblicamente a parteciparvi.
«Non sarebbe andato se non ci fossi stato io», ha detto Trump. «Ma dovremo farlo, perché troppe persone stanno morendo».
All’inizio di questa settimana, il presidente degli Stati Uniti ha lanciato l’idea di unirsi ai colloqui di Istanbul, ma in seguito ha minimizzato la possibilità, citando un programma completo.
Giovedì mattina ha detto ai giornalisti: «se succedesse qualcosa, andrei venerdì, se fosse appropriato».
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato che non sono in corso preparativi per un incontro tra i leader russo e statunitense nel prossimo futuro. Il Cremlino ha annunciato che Putin non ha intenzione di recarsi in Turchia.
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L’incontro tra i due leader è «imminente», ha dichiarato il vice assistente di Trump Sebastian Gorka durante un vertice sulla sicurezza organizzato da Politico.
«Gli accordi sono tutta una questione di tempismo. Il momento giusto è quando il presidente è nella stanza con Putin», ha affermato, pur sostenendo che il momento giusto è «imminente». Non ha fornito ulteriori dettagli su un possibile incontro tra Putin e Trump.
Trump è attualmente in tournée in Medio Oriente e ha valutato di recarsi in Turchia venerdì «se dovesse succedere qualcosa». Le delegazioni di Mosca e Kiev avrebbero dovuto incontrarsi lì, dopo che Putin aveva proposto di riprendere i colloqui di Istanbul, interrotti tre anni fa.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Netanyahu intensifica la guerra a Gaza mentre la Casa Bianca chiede il cessate il fuoco

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Geopolitica
Continuano gli scontri a Tripoli

Scontri armati sono scoppiati durante la notte nella capitale libica, Tripoli, meno di 24 ore dopo che il Governo di unità nazionale (GNU) del paese nordafricano, riconosciuto a livello internazionale, ha dichiarato di aver completato le operazioni militari e ripristinato la stabilità nella città.
I combattimenti sono ripresi nella tarda serata di martedì e, secondo quanto riferito, sono proseguiti fino a mercoledì, con spari ed esplosioni udite in diversi quartieri. Testimoni oculari citati dai media locali hanno riferito che le milizie sono state viste mobilitarsi lungo le principali arterie stradali, tra cui l’autostrada Al-Shat, la rotatoria di Fashloum e nei pressi dell’aeroporto di Mitiga, costretto a sospendere le operazioni.
La Libia resta divisa tra fazioni rivali e ha assistito a ripetute esplosioni di violenza dopo la rivolta del 2011, sostenuta dalla NATO, che ha rovesciato Muammar Gheddafi.
Le ultime tensioni sono seguite all’assassinio di Abdulghani al-Kikli, noto come Ghaniwa, capo dell’Apparato di Supporto alla Stabilità (SSA), affiliato al governo.
Secondo quanto riferito, è stato colpito a morte nel sud di Tripoli lunedì. Si dice che fazioni armate alleate con il Primo Ministro Abdulhamid al-Dbeibah abbiano rapidamente invaso le posizioni dell’SSA ad Abu Salim e in altri distretti in seguito all’incidente.
JUST IN: Deadly clashes in #Tripoli, capital city of #Libya is being continued. In fact, various militia groups fighting each other for power. These clashes are between Rada and militants of the Libyan Government of National Unity.
The situation is very hostile and getting worse. pic.twitter.com/nh065bMF4L— World Safety (@nickngei2) May 14, 2025
Libya is now in a state of civil war as violence breaks out between militant factions in Tripoli. There’s the UN-backed government, which is hated by the public, and it is fighting against armed groups that want to overthrow it.
Libya has been a mess since Hillary Clinton and… pic.twitter.com/wWAYBbfmxF
— Ian Miles Cheong (@stillgray) May 14, 2025
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Martedì, il ministero della Difesa ha annunciato di aver ripreso il pieno controllo delle aree prese di mira. Ore dopo, tuttavia, sono ripresi gli scontri tra unità filogovernative e forze affiliate al gruppo miliziano Special Deterrence Force (Rada), secondo quanto riportato dal quotidiano locale Libya Herald.
Il ministero della Difesa ha rilasciato una dichiarazione mercoledì, annunciando un «cessate il fuoco in tutti gli assi di tensione all’interno della capitale» volto a «proteggere i civili, preservare le istituzioni statali ed evitare un’ulteriore escalation», affermando che unità neutrali sono state dispiegate per calmare i focolai.
La missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) aveva in precedenza condannato «l’accelerata escalation della violenza a Tripoli» e le mobilitazioni di truppe segnalate in altre parti del Paese, avvertendo che la situazione «potrebbe rapidamente sfuggire al controllo».
La missione ha espresso «profonda preoccupazione» per le segnalazioni di vittime civili e ha ribadito la sua richiesta di «un cessate il fuoco immediato e incondizionato in tutte le regioni», sollecitando l’apertura di corridoi sicuri per evacuare i civili bloccati nelle aree ad alto conflitto.
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