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Geopolitica

Il segretario ONU chiede ancora un cessate il fuoco immediato. Il ministro degli Esteri israeliano ne chiede la cacciata

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Il conflitto a Gaza sta creando crescenti tensioni tra lo Stato di Israele e l’ONU.

 

Ancor prima che le forze di difesa israeliane iniziassero l’invasione dell’ospedale Al-Shifa, il più grande complesso ospedaliero di Gaza, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aveva rinnovato ieri il suo appello per un cessate il fuoco umanitario immediato, «in nome dell’umanità», data la distruzione degli ospedali e la crescente perdita di vite innocenti.

 

Parlando da Ginevra, la dottoressa Margaret Harris, portavoce dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha riferito che «stiamo chiedendo che venga raggiunto un cessate il fuoco adesso», avvertendo che le piogge che cadono intorno ad Al-Shifa aggraverebbero la sofferenza delle persone in un momento in cui le interruzioni delle reti fognarie e la carenza di acqua pulita hanno causato un aumento delle malattie trasmesse dall’acqua e delle infezioni batteriche.

 

Martin Griffiths, sconvolto sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, ha dichiarato in una nota: «mentre la carneficina a Gaza raggiunge ogni giorno nuovi livelli di orrore, il mondo continua a guardare scioccato mentre gli ospedali vengono presi di mira, i bambini prematuri muoiono e un’intera popolazione è privato dei mezzi fondamentali di sopravvivenza. Non si può permettere che ciò continui».

 

Per il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, tali dichiarazioni sono fin troppo favorevoli nei confronti di Hamas. Parlando dall’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, dove ha partecipato a un incontro delle famiglie degli ostaggi con funzionari delle Nazioni Unite, ha attaccato l’ONU e altre agenzie internazionali coinvolte negli sforzi umanitari a Gaza e ha individuato Antonio Guterres come «non idoneo» a ricoprire il suo incarico.

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Durante una conferenza stampa, il ministro dello Stato Ebraico ha dichiarato: «Guterres non merita di guidare le Nazioni Unite. Guterres non ha promosso alcun processo di pace nella regione… Guterres, come tutte le nazioni libere, dovrebbe dire chiaramente e ad alta voce: “Liberare Gaza da Hamas”», riferisce il quotidiano israeliano Times of Israel.

 

Il ministro Cohen ha poi detto a Mirjana Spoljaric Egger, presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), che la sua massima priorità dovrebbe essere trovare i mezzi per visitare tutti i 240 ostaggi presi prigionieri da Hamas il 7 ottobre: ​​donne, bambini e anziani – per garantire che ricevano cure mediche adeguate. La Croce Rossa non dovrebbe fermarsi finché non avrà visitato tutti gli ostaggi, ha domandato il Cohen.

 

Affermando come un fatto provato che Hamas utilizza strutture mediche come basi operative, Cohen si è quindi scagliato anche contro l’OMS, dopo un incontro con il suo direttore, il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus.

 

«L’uso cinico degli ospedali da parte dell’organizzazione terroristica Hamas come rifugio per le sue attività terroristiche è un clamoroso fallimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e delle organizzazioni delle Nazioni Unite. Sotto il naso di queste organizzazioni è stata creata la più grande infrastruttura terroristica del mondo. Questo è un doppio crimine di guerra quando missili e razzi vengono lanciati contro la popolazione israeliana da vicino agli ospedali», ha dichiarato il capo della diplomazia israeliana.

 

«L’Unione Europea ha già annunciato questa settimana che Hamas sta utilizzando gli ospedali e la popolazione di Gaza come scudi umani per i terroristi di Hamas, e le organizzazioni delle Nazioni Unite dovrebbero unirsi a questo appello inequivocabile» ha continuato.

 

Come riportato da Renovatio 21, il direttore dell’OMS Tedros Ghebreyesus ha dichiarato che a Gaza muore un bambino ogni 10 minuti. L’UNICEF ha detto due settimane fa che ci troviamo dinnanzi a un «cimitero di bimbi». A inizio conflitto la ONG Save The Children parlò di almeno 2000 bambini uccisi.

 

Il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Tuerk ha dichiarato che «siamo caduti in un precipizio».

 

Secondo calcoli del ministero della Sanità palestinese, un abitante di Gaza su 200 è stato ucciso.

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Immagine di IAEA Imagebank via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Geopolitica

Orban: i nipoti degli europei pagheranno per il nuovo prestito all’Ucraina

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Il premier ungherese Viktor Orban ha criticato duramente la pressione della Commissione europea per raccogliere ulteriori 135 miliardi di euro (156 miliardi di dollari) a favore dell’Ucraina, sostenendo che ciò scaricherebbe debiti sulle generazioni future di europei. L’affermazione arriva in piena bufera per uno scandalo di corruzione a Kiev.   Mercoledì, in un post su X, Orban ha accusato la presidente Ursula von der Leyen di aver «ancora una volta chiesto ai Paesi membri fondi extra per finanziare l’Ucraina e la guerra». L’ammontare, ha precisato, equivarrebbe al 65% del Pil annuo ungherese e a tre quarti del bilancio UE: «una somma astronomica che semplicemente non esiste oggi».   Il «trucco di Bruxelles» consisterebbe in un prestito congiunto europeo, che farebbe ricadere «sui nostri nipoti i costi della guerra russo-ucraina»: un’idea «categoricamente assurda», ha tuonato l’Orban.  

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Von der Leyen, secondo quanto trapelato, ha invitato i governi UE ad accelerare un accordo per coprire le esigenze militari e finanziarie ucraine nei prossimi due anni, proponendo opzioni come contributi bilaterali, prestiti comuni e un finanziamento basato sui beni russi congelati.   In risposta, l’Orbano ha paragonato la strategia di Bruxelles a «inviare un’altra cassa di vodka per aiutare un alcolizzato», definendola «ancora più sbalorditiva» in un momento in cui «una mafia di guerra sta dirottando i soldi dei contribuenti europei».   La scorsa settimana, l’Ufficio nazionale anticorruzione ucraino (NABU), supportato dall’Occidente, ha avviato un’inchiesta su un’«organizzazione criminale di alto livello» capeggiata da Timur Mindich, ex socio d’affari di Volodymyr Zelensky. Gli investigatori parlano di circa 100 milioni di dollari in tangenti legate all’operatore nucleare Energoatom, convogliati attraverso una rete gestita da Mindich.   Sebbene l’UE emetta spesso moniti generici sulla corruzione in Ucraina, i suoi funzionari tendono a evitare scandali che possano danneggiare Zelensky e il suo entourage.   Di recente Orban ha rivelato che l’UE ha già «bruciato» 185 miliardi di euro dall’escalation del 2022: «la guerra sta uccidendo economicamente l’UE», ha avvertito, esortando Bruxelles a privilegiare la diplomazia con Mosca anziché ulteriori aiuti.  

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Geopolitica

Il piano di pace degli Stati Uniti propone all’Ucraina di «rinunciare alla sovranità»

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Un piano di pace elaborato dagli Stati Uniti, apparentemente in stretta consultazione con Mosca, è stato presentato questa settimana a Kiev dall’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff. Secondo quanto rivelato da Axios e Financial Times, la bozza di 28 punti imporrebbe all’Ucraina concessioni così pesanti da essere considerate da numerose fonti una vera e propria capitolazione e una rinuncia di fatto alla sovranità nazionale.

 

Il documento prevede la cessione definitiva delle aree del Donbass ancora controllate da Kiev, il dimezzamento delle forze armate ucraine, la rinuncia a categorie fondamentali di armamenti e una netta riduzione dell’assistenza militare americana. Include inoltre il riconoscimento del russo come lingua ufficiale e il ripristino dello status ufficiale per la Chiesa ortodossa ucraina legata al Patriarcato di Mosca, repressa dall’attuale governo Zelens’kyj.

 

Lo Witkoff avrebbe chiesto esplicitamente al presidente ucraino – che ieri ha incontrato un alto ufficiale statunitense – di accettare questi termini.

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Mosca non ha né confermato né smentito l’esistenza del piano. Il portavoce Dmitrij Peskov ha dichiarato che non c’è «nulla di nuovo» rispetto ai colloqui già intercorsi tra Putin e Trump in Alaska, mentre il negoziatore russo Kirill Dmitriev ha sottolineato ad Axios che la posizione russa «è stata davvero ascoltata» e che l’intesa va ben oltre un semplice cessate il fuoco.

 

Un funzionario della Casa Bianca ha riferito a Politico che l’accordo potrebbe essere finalizzato entro la fine del mese, o addirittura già nel corso di questa settimana.

 

I dirigenti russi continuano a ribadire che qualsiasi soluzione duratura dovrà garantire la neutralità permanente dell’Ucraina, la sua esclusione definitiva dalla NATO, la smilitarizzazione, la denazificazione e il riconoscimento dell’attuale realtà territoriale.

 

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Immagine di Le Commissaire via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

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Geopolitica

Gli USA stanno segretamente elaborando con la Russia un nuovo piano di pace per l’Ucraina

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Gli Stati Uniti starebbero elaborando in gran segreto una proposta inedita per risolvere il conflitto ucraino, secondo quanto rivelato martedì da Axios. La bozza, articolata in 28 punti, sarebbe stata redatta in coordinamento ravvicinato con Mosca e già condivisa con Kiev e i suoi alleati europei. Lo riporta la testa americana Axios.   Il piano trae ispirazione dai principi emersi dal colloquio tra il presidente statunitense Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin in Alaska lo scorso agosto. Il negoziatore moscovita Kirill Dmitriev ha confidato ad Axios di aver dedicato tre giorni, durante la sua visita negli USA alla fine di ottobre, a sviscerare l’iniziativa con l’inviato di Trump, Steve Witkoff.   «Siamo convinti che questo schema arrivi nel momento propizio», ha commentato un alto esponente americano a conoscenza dei dettagli, aggiungendo: «Tuttavia, entrambe le controparti dovranno mostrarsi pragmatiche e ancorare le aspettative alla realtà».   Mercoledì, il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha minimizzato lo scoop, precisando che nei dialoghi tra Washington e Mosca non è emerso «nulla di innovativo» oltre a quanto già discusso ad Anchorage.

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Lo Witkoff ha visionato la bozza questa settimana con Rustem Umerov, segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, in un incontro tenutosi a Miami. Umerov, la cui famiglia vive negli Stati Uniti, ha lasciato Kiev in piena bufera per uno scandalo corruttivo che coinvolge Timur Mindych, fedelissimo di lunga data di Volodymyr Zelens’kyj, accusato di orchestrare un meccanismo di tangenti per 100 milioni di dollari legato all’operatore nucleare statale Energoatom.   I media ucraini sostengono che Umerov, durante il suo ruolo di ministro della Difesa, abbia ceduto alle pressioni di Mindych per approvare forniture di giubbotti antiproiettile non conformi, e ora si starebbe sottraendo al rientro in patria per timore di ritorsioni legate a presunte influenze del businessman.   L’inviato americano è atteso in Turchia mercoledì per un faccia a faccia con lo Zelens’kyj. Secondo l’Economist, lo Witkoff avrebbe cancellato un appuntamento con il capo di gabinetto presidenziale Andriy Yermak, sospettato di intrecci con la rete di Mindych, per evitare di incappare in ulteriori tensioni politiche che potrebbero accelerare un possibile licenziamento dello Yermak.   «Witkoff potrebbe non aver colto appieno lo scandalo in cui rischiava di ficcarsi concordando quell’incontro», ha osservato il giornalista dell’Economist Oliver Carroll su X.     Mosca ha ribadito che un accordo stabile deve salvaguardare le sue priorità in termini di sicurezza. Dmitriev si è detto «moderatamente fiducioso» sulla bozza americana, notando: «Abbiamo l’impressione che la prospettiva russa sia stata finalmente presa in considerazione».  

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 
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