Politica
Il nuovo premier francese potrebbe dimettersi
Il primo ministro francese Michel Barnier potrebbe dimettersi se non riuscisse a formare un nuovo governo dopo un incontro con i deputati giovedì, ha riferito la rete radiofonica France Info, citando un membro del partito di destra Les Republicains.
Due settimane dopo la sua nomina da parte del presidente Emmanuel Macron, Barnier non è ancora riuscito a formare una nuova amministrazione in grado di soddisfare le priorità contrastanti di una camera bassa del parlamento divisa e di affrontare il crescente deficit di bilancio della Francia.
«Questa è l’ultima possibilità, altrimenti il primo ministro si dimetterà. Si renderà conto che non sarà possibile, che gli interessi personali di tutti gli impediscono di formare un governo con calma», ha detto all’emittente il membro anonimo di Les Republicains.
Secondo un’altra fonte all’interno del partito, Macron «si sta impegnando» nel processo.
«Lui Macron gioca col fuoco. Se Michel Barnier si dimette, sarà in prima linea», ha detto il politico senza nome.
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Macron ha scelto il Barnier, conservatore di 73 anni ed ex negoziatore della Brexit, per guidare il governo dopo due mesi di turbolenze politiche seguite alle elezioni anticipate di giugno e luglio, in cui nessun partito ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento.
Il partito di sinistra francese Nouveau Front Populaire (NFP) ha infine vinto la maggior parte dei seggi alle elezioni, ma non è riuscito ad assicurarsi abbastanza seggi per governare. Macron aveva precedentemente bloccato la nomina del primo ministro scelto dal NFP, Lucie Castets, sostenendo che avrebbe minacciato la «stabilità istituzionale».
I conservatori Les Republicains del Barnier hanno pochi seggi in un parlamento diviso tra tre grandi blocchi: l’alleanza di sinistra NFP, i centristi di Macron e il Rassemblement Nationale di Marine Le Pen. Il premier dovrà ottenere sostegno trasversalmente alle linee di partito per evitare di essere rovesciato tramite voti di sfiducia.
All’inizio di questa settimana, l’incontro programmato del Barnier con l’ex primo ministro Gabriel Attal è stato posticipato per «ragioni di agenda». L’incontro avrebbe dovuto chiarire la partecipazione degli alleati di Macron al nuovo governo.
Nelle scorse settimane migliaia di persone avevano protestato contro la nomina del Barnier a premier di Parigi.
Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa in Parlamento è stata approvata la risoluzione per l’impeachment di Macron.
Come riportato da Renovatio 21, il neopremier Barnier, ex commissario europeo, aveva teorizzato uno stop all’immigrazione per «tre o cinque anni».
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Immagine di European Parliament via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Politica
Svastiche disegnate col sangue umano trovate in tutta una città tedesca
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Politica
Il socialista ugandese Zohran Mamdani eletto sindaco di Nuova York: è affiliato con chi vuole la distruzione della famiglia e gli aborti in chiesa
Il socialista radicale musulmano Zohran Mamdani ha trionfato nella corsa per la carica di sindaco della città di Nuova York, diventando il primo musulmano a ricoprire tale ruolo nella storia della metropoli.
Il 4 novembre, martedì, il candidato democratico, che si definisce «socialista democratico», è stato proclamato vincitore dell’elezione a sindaco neoeboraceno, raccogliendo poco oltre il 50% delle preferenze.
«In questo momento di oscurità politica, Nuova York sarà la luce», ha esordito Mamdani nel suo intervento di vittoria.
«Insieme, inaugureremo una generazione di cambiamenti e, se abbracceremo questa nuova rotta audace invece di rifuggirla, potremo contrastare l’oligarchia e l’autoritarismo con la forza che li spaventa, non con l’appeasement che desiderano», ha proseguito.
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Mamdani ha poi attaccato direttamente il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che si era scagliato contro di lui per il suo programma di estrema sinistra.
«Non è solo così che bloccheremo Trump, è così che bloccheremo anche il prossimo», ha dichiarato Mamdani. «Quindi, Donald Trump, visto che so che mi stai guardando, ho quattro parole per te: alza il volume».
Dai dati elettorali diffusi dalla NBC, Mamdani ha ottenuto 1.036.051 voti, equivalenti al 50,4%, mentre l’ex governatore Andrew Cuomo, sceso in campo come indipendente, ne ha incassati 854.995, pari al 41,6%. Il repubblicano Curtis Sliwa si è piazzato terzo con 146.137 voti, il 7,1%.
Martedì sera, Cuomo ha tenuto un discorso di concessione, ammettendo la sconfitta e assicurando che richiamerà il nuovo esecutivo alle sue responsabilità. «Quasi la metà dei newyorkesi non ha votato per un’agenda di governo che fa promesse che sappiamo essere irrealizzabili. Questa campagna da indipendente, dopo la sconfitta alle primarie democratiche, era indispensabile per evidenziare questo aspetto: un campanello d’allarme che stiamo imboccando una via pericolosa, estremamente pericolosa», ha proseguito Cuomo.
A giugno, Mamdani era balzato agli onori delle cronache tra i newyorkesi per il suo passato radicale, che comprendeva l’adozione dello slogan marxista «sequestrare i mezzi di produzione», la richiesta di defunding della polizia e la proposta di supermercati gestiti dallo Stato, tra altre battaglie di sinistra.
Il suo programma elettorale socialista prevedeva supermercati pubblici, trasporti autobus gratuiti, asili nido senza costi e il congelamento degli affitti per tutti gli alloggi con canone stabilizzato a New York. Inoltre, malgrado l’incremento della criminalità e della violenza in città, in passato aveva sostenuto il movimento «defund the police».
Su una nota più fosca, l’affiliazione di Mamdani ai Democratic Socialists of America (DSA) potrebbe indicare una linea radicale pro-aborto e anti-famiglia. Durante una tavola rotonda di agosto, la DSA ha svelato l’intenzione di «eseguire aborti in una chiesa prima che tutto sia detto e fatto…»
🚨 The Family Must Go: DSA Panel Pushes Full-Scale Cultural Revolution
“I want to perform abortions at a church before it’s all said and done.”
“The only real difference between marriage and prostitution is the price and the duration of the contract.”
“Sex work and marriage… pic.twitter.com/DbHI2DWX6M
— Stu Smith (@thestustustudio) August 2, 2025
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Il gruppo spinge per l’abolizione della famiglia, argomentando che «l’unica vera differenza tra matrimonio e prostituzione è il prezzo e la durata del contratto».
«Noi sosteniamo l’abolizione della famiglia in generale… l’istituzione della famiglia agisce come parte del sistema carcerario» viene detto da una speaker nel video mostrato qui sopra. «Quando parliamo di abolizione della famiglia, parliamo dell’abolizione dell’unità economica… tutti i nostri bisogni materiali sono soddisfatti dalla collettività».
Poche ore prima del trionfo elettorale di Mamdani, Trump aveva ammonito gli americani che «come comunista, questa città un tempo grande ha ZERO possibilità di successo, o addirittura di sopravvivenza! Con un comunista al timone, la situazione può solo peggiorare».
«È mio dovere governare la nazione, ed è mia ferma convinzione che la città di Nuova York sarà un disastro economico e sociale totale se Mamdani vincerà», aveva predetto. «I suoi principi sono stati messi alla prova per oltre mille anni, e non hanno mai avuto successo».
Lungi dall’essere un uomo del popolo, il Mamdani è un immigrato di lusso figlio di papà. Suo padre è un professore di «studi post-coloniali» di origine ugandese-gujarati e di famiglia sciita, la madre è la regista indiana nota internazionalmente (in particolare, per il film 2001 Monsoon Wedding – Matrimonio indiano), premiata anche al Festival di Venezia nel 1991, Mira Nair. Il secondo nome dato al pargolo, Kwame, fu un omaggio a Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana
Immagine di InformedImages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Politica
Trump jr. contro la BBC: «fake news»
The FAKE NEWS “reporters” in the UK are just as dishonest and full of shit as the ones here in America!!!!
Telegraph: Exclusive: BBC ‘doctored’ Trump speech, internal report revealshttps://t.co/Tv77LNpXQB — Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) November 3, 2025
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Il documento sottolinea che il documentario non fornisce alcuna indicazione che il video sia stato modificato o mostrato fuori sequenza. Il Telegraph ha riportato le parole di Prescott, secondo cui «ciò ha creato l’impressione che Trump abbia detto qualcosa che non ha detto e, così facendo, ha materialmente tratto in inganno gli spettatori». Sempre secondo il giornale, la direzione della BBC «si è rifiutata di accettare che ci fosse stata una violazione degli standard». L’episodio non è al momento disponibile. SOSTIENI RENOVATIO 21 Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 GenericINSANE: BBC Panorama *edited footage* of Trump’s speech to make it look like he encouraged the Capitol Hill riot.
The Trump hating leftists at the BBC broadcast the programme a week before the US election. Scrap the licence fee. pic.twitter.com/b40Njc9mIp — Lee Harris (@addicted2newz) November 3, 2025
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