Sorveglianza
Il Messico renderà obbligatoria l’identificazione digitale biometrica entro il 2026

Il Messico ha formalmente imposto l’uso di un nuovo sistema di identificazione digitale basato sulla biometria, rendendo obbligatorio un meccanismo di identificazione precedentemente volontario noto come Codice univoco del registro della popolazione, o CURP.
In base alla nuova legge, i documenti d’identità CURP integreranno dati biometrici personali dettagliati, tra cui impronte digitali, scansioni dell’iride e fotografie inserite in un codice QR.
Il governo prevede un’implementazione graduale, prevedendo la piena adozione a livello nazionale entro febbraio 2026.
Storicamente, i codici CURP hanno semplificato le interazioni quotidiane, come la presentazione delle tasse, la registrazione delle aziende, l’iscrizione a scuola e la richiesta di passaporti.
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A questo cambiamento si aggiunge un’iniziativa più ampia volta a consolidare diversi database governativi in un’unica Piattaforma Unificata di Identità. Entro 90 giorni, il Ministero dell’Interno e l’Agenzia per la Trasformazione Digitale dovranno lanciare la piattaforma unificata, che sarà integrata nei database di diverse istituzioni pubbliche e private.
Secondo quanto riportato, entro 120 giorni dovrebbe partire un programma separato volto a raccogliere sistematicamente dati biometrici dai minori. Nonostante le evidenti preoccupazioni in materia di privacy, le autorità messicane sostengono che la legislazione vigente in materia di privacy garantisce già una tutela adeguata contro la sorveglianza non autorizzata o l’uso improprio di dati sensibili.
La presidente Claudia Sheinbaum ha risposto alle preoccupazioni sulla privacy all’inizio di questo mese, chiarendo che «un’intercettazione telefonica può essere approvata solo da un giudice, secondo la Costituzione e la legge», sebbene ciò non plachi le preoccupazioni sulle violazioni dei dati e sull’introduzione più ampia di una società di checkpoint onnipresenti.
Tutto il mondo si muove verso sistemi di sorveglianza biometrica, in vari casi pure più pervasivi di quelli implementati nella Repubblica Popolare Cinese.
Come riportato da Renovatio 21, nel dicembre scorso era emerso che le autorità tedesche uscenti starebbero sfruttando il mortale attentato al mercatino di Natale, perpetrato da un cittadino saudita nella città di Magdeburgo, per promuovere una maggiore sorveglianza, anche mediante l’introduzione di nuovi sistemi basati sulla biometria.
Anche i colossi delle carte di credito verso un sistema di pagamento con ID biometrico per sostituire PIN e password.
Come riportato da Renovatio 21, già dal 2020 vi è il pensiero che la pandemia sia stato una sorta di pretesto per avviare obblighi biometrici e tecnologie di sorveglianza come il green pass e in futuro il microchip.
Il controllo biometrico rientra nel quadro dello slancio mondialista per fornire ad ogni cittadino il cosiddetto ID digitale, che sarà giocoforza combinato con il conto bancario, inibendo all’individuo, qualora l’autorità lo decidesse, di comprare o vendere alcunché.
Al World Economic Forum 2024 abbiamo assistito all’appassionato discorso della regina d’Olanda (figura controversa, che ora ha però un film para-hollywoodiano a narrare le sue gesta) in cui chiedeva l’istituzione di ID digitali biometrici e tracciamento vaccinale per l’intera popolazione.
Come da istruzione di Davos, banche in Australia (che dovrebbe varare l’ID digitale entro l’anno) ed in Canada hanno cominciato a collegare i movimenti di conto dei clienti alle emissioni di carbonio generate.
Sistemi di identificazione digitale, tali e quali a quello ordinato nei discorsi del World Economic Forum, sono ora portati avanti in tutti i Paesi, dal Canada alla Francia alla Gran Bretagna – all’Italia.
Alla costruzione di un programma di identificazione digitale globale la Bill & Melinda Gates Foundation ha donato negli scorsi mesi 200 milioni di dollari.
In Sri Lanka, l’ID digitale è stato implementato nel razionamento della benzina imposto al Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, per l’appalto del suo ID digitale della UE ha scelto un’azienda associata a sistema di tracciamento COVID.
Un ID digitale era stato varato a East Palestine, in Ohio, pochi mesi prima del disastro ambientale che ha colpito la cittadina.
In passato il Fondo Monetario Internazionale aveva perfino ipotizzato di collegare il credito personale alla cronologia di Internet del cittadino: vai su certi siti, non accedi al danaro.
Come raccontato più volte da Renovatio 21, l’uso dei Big Data nella determinazione della vita dell’individuo è già cosa reale, da anni, in Cina, con il programma di sorveglianza digitale totale chiamato «Punteggio di credito sociale». Il governo del Partito Comunista Cinese ha già combinato i dati del «credito sociale» con i sistemi di tracciamento COVID. I due elementi, sembravano già allora inseparabili.
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Sorveglianza
«No all’ID digitale»: protesta in Gran Bretagna

No Digital ID – @MontgomeryToms
Footage from Liverpool on Sunday Thanks to all who turned out to tell Starmer & @UKLabour: #NoToDigitalID! pic.twitter.com/dcyXxZ703c — Together (@Togetherdec) September 30, 2025
🚨 “No Digital ID!” – We Projected It Across Liverpool During Labour Conference
Public don’t want your “1984” vision @Keir_Starmer @uklabour More pics to come! pic.twitter.com/xZepx1tcNJ — Together (@Togetherdec) September 30, 2025
NO TO DIGITAL ID!
People gathering in Liverpool to send message to Starmerpic.twitter.com/WY2J9U9rCy — Together (@Togetherdec) September 28, 2025
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Sorveglianza
Gli elettori svizzeri approvano di misura l’ID digitale. Porte aperte alla «sorveglianza totale»

Una risicata maggioranza di elettori svizzeri ha approvato il piano governativo per introdurre un’identità digitale valida a livello nazionale.
Domenica, il 50,4% degli elettori ha votato a favore della proposta, con un margine di appena 21.276 voti, secondo Swissinfo. Il risultato, sorprendentemente equilibrato, ha smentito i sondaggi pre-elettorali che prevedevano una vittoria netta del «sì».
*Swissinfo* ha commentato che «la Svizzera conservatrice ha quasi bloccato l’e-ID».
Nel 2021, gli elettori svizzeri avevano bocciato un progetto simile con il 64% dei voti, esprimendo timori sulla gestione dei dati personali da parte di privati. La nuova proposta, approvata nel 2025, affida la gestione dei dati esclusivamente al governo e include garanzie di «minimizzazione dei dati», limitando la condivisione con terzi al minimo indispensabile.
Secondo il piano, l’identità digitale svizzera funzionerà esclusivamente come documento di identificazione, senza altre funzionalità, a differenza di modelli adottati altrove.
Sebbene l’e-ID rimanga facoltativa per legge, esperienze in altri Paesi suggeriscono una possibile pressione indiretta per il suo utilizzo, con rischi come la perdita del lavoro per chi la rifiuta. Recentemente, un’insegnante austriaca, in un Paese confinante, è stata licenziata poco prima della pensione per aver rifiutato un’identità digitale.
Michael Shellenberger, giornalista e presidente del centro per politica, censura e libertà di parola presso l’Università di Austin, Texas, ha avvertito che le identità digitali si stanno diffondendo globalmente, spesso sostenute da politici legati a interessi statali. «I burocrati sanno che gli ID digitali sono impopolari e stanno cercando di imporli rapidamente, prima che il pubblico se ne renda conto», ha dichiarato.
L’avvocato tedesco e attivista per la libertà di parola Markus Haintz ha commentato su X: «È un giorno nero per la Svizzera e l’Europa».
«Una decisione disastrosa che apre la porta a una sorveglianza totale, a una moneta digitale centralizzata programmabile e a un sistema di credito sociale in stile cinese», ha ammonito.
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Bizzarria
Cesso modello Grande Reset: non ti dà la carta igienica se non paghi oppure ti infligge la pubblicità

🇨🇳 Peak capitalism in China.
A company opened public toilets, which dispense toilet paper only after watching an advertisement. pic.twitter.com/UwSPbmBWbt — Lord Bebo (@MyLordBebo) September 13, 2025
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