Gender
Il governo della Namibia vuole rendere illegali i matrimoni tra persone dello stesso sesso
Secondo ACI Africa, il ministro degli Interni, dell’Immigrazione e della Sicurezza della Namibia, dottor Albert Kawana, ha «presentato un disegno di legge di emendamento per sostituire l’attuale legge sul matrimonio» risalente al 1961.
Questo disegno di legge specifica – cosa ovvia nel 1961 – che i coniugi possono essere solo di sesso opposto. Per coniuge, precisa la fattura, «si intende una persona, uomo o donna, sposata con una persona di sesso opposto», cita ACI Africa.
L’African Christian Professionals Forum (ACPF) ha inviato una dichiarazione all’ACI Africa, in cui elogia il dottor Kawana «per la sua decisione in linea di principio di respingere l’inclusione delle relazioni omosessuali nel progetto di legge sulle nozze della Namibia nel 2024».
Questa dichiarazione dimostra ancora una volta la feroce resistenza dell’Africa contro il «peccato d’ignominia». L’ACPF accoglie quindi con favore questa decisione che «sostiene i valori tradizionali e le norme culturali che sono parte integrante della nostra identità e del nostro patrimonio».
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Il Forum rileva inoltre che la decisione del governo namibiano «costituisce una riaffermazione del principio costituzionale» che «sottolinea la visione tradizionale del matrimonio come unione tra un uomo e una donna». Aggiunge che questo principio si riferisce a «vari trattati e convenzioni internazionali che sottolineano la tutela della famiglia e del matrimonio tradizionale».
Infine, i professionisti cristiani fanno riferimento alla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli che, secondo loro, «riconosce la famiglia come unità naturale e base della società che deve essere protetta dallo Stato in termini di “salute fisica e morale”».
E per concludere che la Carta africana «incarica gli Stati membri di salvaguardare la famiglia come unità naturale, responsabilità che rafforza ulteriormente – a giudizio dell’ACPF – l’esclusione dei matrimoni omosessuali dal quadro giuridico namibiano».
Infine, i professionisti cristiani «esortano il presidente del Paese a respingere le due proposte di legge sul matrimonio precedentemente proposte, e aggiungono che la legge sul matrimonio 2024, così com’è, è completa e sufficiente», poiché «siamo fiduciosi che il presidente firmerà questo disegno di legge importante, rafforzando così il nostro impegno collettivo nei confronti dei principi del matrimonio tradizionale».
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
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Gender
Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
Il presidente del Parlamento austriaco ha vietato l’uso del cosiddetto linguaggio «inclusivo di genere» nelle comunicazioni ufficiali dell’organo legislativo.
Walter Rosenkranz, presidente del Nationalrat (Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento austriaco), ha recentemente annunciato che il Parlamento tornerà a utilizzare la forma maschile generica delle parole o, in alternativa, la forma maschile e femminile insieme, come nell’espressione «Gentili signore e signori» («Sehr geehrte Damen und Herren»).
In precedenza, il Parlamento di Vienna aveva adottato una variante ideologica che prevedeva l’inserimento di lettere maiuscole interne, due punti, asterischi o barre all’interno di sostantivi per includere persone di generi diversi, compresi coloro che si identificano come «transgender».
Questo adattamento linguistico, promosso da attivisti di sinistra in molte istituzioni austriache e tedesche, è estraneo alla lingua tedesca scritta. L’Associazione per la Lingua Tedesca ha più volte criticato questo linguaggio «inclusivo di genere», definendolo una «lingua ideologica» che «viola le regole ortografiche vigenti» e cerca di «rieducare» i cittadini. I sondaggi indicano che l’80-90% dei tedeschi rifiuta questo linguaggio ideologico.
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«Come istituzione governativa, dobbiamo rispettare le regole stabilite dal Consiglio per l’ortografia tedesca, l’unica istituzione riconosciuta dal governo», ha dichiarato Rosenkranz al quotidiano austriaco Krone. «Nel 2021, il Parlamento ha anche stabilito una base giuridica nel Piano di promozione delle donne. Voglio che le persone si attengano a questo e non inventino una propria lingua. Perché la vera uguaglianza si ottiene attraverso l’istruzione, le pari opportunità e il rispetto, non con i segni di punteggiatura».
«Il Parlamento è un luogo di democrazia, non di esperimenti linguistici», ha aggiunto. «Torniamo a una lingua che rispecchia lo spirito della Costituzione austriaca: universalmente comprensibile, oggettiva e inclusiva nel senso più autentico».
«Non a caso, il Bundestag tedesco e il Consiglio nazionale svizzero, così come quasi tutti i media stampati, non utilizzano un linguaggio neutro rispetto al genere», ha sottolineato il Presidente del Parlamento.
Le linee guida non si applicano ai discorsi tenuti nel Consiglio nazionale né ai testi presentati dai parlamentari, che, in virtù del loro mandato, sono liberi di redigere i propri documenti come preferiscono.
Rosenkranz, primo Presidente del Consiglio Nazionale austriaco nominato dal Partito della Libertà (FPÖ) è stato eletto dopo che l’FPÖ è diventato il partito più votato alle elezioni nazionali del 2024. Tuttavia, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, l’FPÖ non fa parte della coalizione di governo, poiché non dispone della maggioranza assoluta necessaria e gli altri partiti hanno rifiutato di allearsi con esso.
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Immagine di Gryffindor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»
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