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Il «garante» del Referendum No Green Pass: «dovete finirla con le manifestazioni di sabato». Ma chi sale sui palchi della protesta?

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Ci capita di chiederci chi davvero stia parlando ai palchetti delle piazze no green pass.

 

Prendiamo ad esempio uno spezzone di un programma TV di La7, pubblicato su YouTube il 1 novembre.

 

È il salotto di Myrta Merlino, nome magico e stranamente sempre più egemonico nell’ecosistema televisivo odierno, nonché ex moglie dell’ex commissario straordinario Arcuri ed attuale compagna del testimonial di campagne vaccinali Marco Tardelli.

 

In collegamento c’è tale Alberto Contri, che si dice, specificando che gli hanno chiesto di farlo, «garante» del Referendum No Green Pass.

 

Ammettiamo di non aver bene presente chi è, anche se ricordiamo che era entrato in qualche modo nel discorso sulla battaglia al gender, e forse ha piazzato qualche cosa anche su La Verità.

 

Scopriamo quindi che il signore ha un sito personale nomecognome.it tutto suo con una pagina biografica chilometrica, comprendente anche una sezione «Hobby» :«ha praticato l’equitazione competitiva (dressage e salto a ostacoli), e lo sci da discesa e di fondo. Musicista semi-professionista (…) ha accompagnato Louis Armstrong… E’ anche uno dei maggiori collezionisti italiani di dischi a 78 giri e LP».

 

Da un punto di vista professionale, apprendiamo che dal 1966 «si occupa di pubblicità commerciale e sociale, di multimedialità interattiva e di comunicazione integrata sul fronte creativo, manageriale, istituzionale e speculativo», e poi è stato «Direttore Creativo, Amministratore Delegato e Presidente in importanti agenzie dei gruppi multinazionali D’Arcy, Masius, Benton & Bowles e McCann Erickson Worldwide: è uno dei rari manager della comunicazione con una formazione interdisciplinare proveniente dall’area della creatività».

 

Ci pare di capire, tuttavia, che il punto saliente sia il fatto il fatto che nel 1999 diventò «Presidente di Pubblicità Progresso». Avete presente: quegli spot che a volte mettevano un po’ di inquietudine, tristezza, per lo stato della nostra società.

 

Le conquiste del nostro non sono quindi passate inosservate: «nel 94 è stato nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Scalfaro. Nel 98 è stato nominato Consigliere di Amministrazione della RAI, dove ha svolto per quattro anni una intensa battaglia a favore di un servizio pubblico di qualità, in tutte le sue declinazioni, gestendo la delega per i nuovi media, progettando tutte le attività che la Rai oggi possiede in questo settore (…) Nel 2004 il Presidente Ciampi gli ha conferito il titolo di Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana». (sic)

 

Poi: «Membro assai attivo dell’Istituto Aspen fin dal 95». A chi non lo conoscesse, Wikipedia può dire che l’Aspen Institute ha tra «i suoi fini quello di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei» ed inoltre «è finanziato ampiamente da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation».

 

Il distinto signore, che parla in TV da una casa piena di libri con una giacca che ci pare di velluto, inizia a parlare della mancanza di basi scientifiche del green pass.

 

D’un tratto, si innervosisce con l’ospite in studio, l’omoaffettivo maestro massone di terzo grado dichiarato Alessandro Cecchi Paone.

 

«È inutile che fai quelle facce, Alessandro, non cominciare… io ti mangio vivo» dice il Contri.

 

I due, ad occhio, si conoscono.

 

«Io ho un bellissimo ricordo di te, ma non ti riconosco», risponde Cecchi Paone.

 

 

Segue, breve ma già noiosissimo, un battibecco a tono alto sulla durata dei vaccini, in cui si finisce con il pubblicitario che dice al Paone «tu sei un laureato in scienze politiche!», e quest’altro che risponde «allora tu sei un no vax! Non è un no green pass, è un no vax! È un no vax!». È calata la ghigliottina terminologica.

«Questi vaccini sono leaky, per dirla in inglese, sono imperfetti… nessuno dice che non abbiano funzionato, ci mancherebbe altro». Eh?

 

Riprende la parola il Contri: «questi vaccini sono leaky, per dirla in inglese, sono imperfetti… nessuno dice che non abbiano funzionato, ci mancherebbe altro».

 

Eh?

 

Lo ha detto sul serio?

 

L’uomo del Comitato Referendum No Green Pass dice che i vaccini hanno funzionato e «ci mancherebbe altro»?

 

Parrebbe proprio di sì. E infatti va avanti sulla stessa linea.

 

La Merlino magheggia riguardo una richiesta al governo per cambiare il green pass, «che vuol dire non dare una sponda a chi non crede nei vaccini, professor Contri» – ecco che scuote le mani in preghiera nel tipico gesto aoh te prego. (Noi invece confessiamo che non avevamo capito che era anche professore)

 

«Io credo che voi stiate facendo un’operazione veramente scorretta – risponde il professor Contri – perché volete confondere chi è contro il green pass con chi è contro i vaccini». Eh?

«Io credo che voi stiate facendo un’operazione veramente scorretta – risponde il professor Contri – perché volete confondere chi è contro il green pass con chi è contro i vaccini».

 

Eh?

 

Cosa abbiamo sentito?

 

Cioè, l’antivaccinismo non ha a che fare con la protesta? In piazza i vaccinati ci stanno andando in alta percentuale?

 

Sì al vaccino, no al green pass? È questo? La protesta è fatta di milioni di persone che guardano il dito e non la luna mRNA?

 

Ma si va avanti. Il Contri cita in una combo filata Pollard (il padre del vaccino di Oxford) e Agamben, ma soprattutto riparte con una frase da KO.

«È vero che ci sono circa 8 milioni di persone che sono irriducibili…». Eh?

 

«È vero che ci sono circa 8 milioni di persone che sono irriducibili…»

 

Eh?

 

Irriducibili?

 

Scusate, ma di chi parla? Dei non-vaccinati? Di grazia, a cosa dovrebbero ridursi?

 

Ma è un insulto o un complimento?

 

Minga è finita. L’uomo Pubblicità Progresso ne ha in serbo un’altra di fortissima.

 

«Contemporaneamente, però, io sono il primo, e sono giorni che mi sto sgolando, per dire guardate che dovete finirla di fare queste manifestazioni di sabato, andando a interrompere il lavoro di quelli che vivono di commercio, vivono di bar e ristoranti eccetera, che stanno riprendendo… questo è un riflesso condizionato che ogni protesta deve sfociare in piazza». Eh?

«Contemporaneamente, però, io sono il primo, e sono giorni che mi sto sgolando, per dire guardate che dovete finirla di fare queste manifestazioni di sabato, andando a interrompere il lavoro di quelli che vivono di commercio, vivono di bar e ristoranti eccetera, che stanno riprendendo… questo è un riflesso condizionato che ogni protesta deve sfociare in piazza».

 

Eh? Eh?

 

Abbiamo sentito bene? Sta davvero chiedendo (a chi?) di terminare le manifestazioni del sabato?

 

Sta veramente tirando fuori l’argomento bottegaio?

 

Sta veramente dicendo che la protesta non si deve fare in strada e nelle piazze? Dove va fatta? A casa? Su Facebook?

 

Sta veramente dicendo che la protesta non si deve fare in strada e nelle piazze? Dove va fatta? A casa? Su Facebook?

La clip caricata dall’emittente di Cairo su YouTube finisce qui.

 

Noi vogliamo solo ricordare che Contri 8 giorni fa era a parlare dal palchetto di Piazza Duomo, lo stesso dove doveva parlare Stefano «Ciccio» Puzzer, che non si è presentato.

 

 

Renovatio 21 aveva dato ai milanesi 10 buoni motivi per non ascoltare il portuale tergestino, ma dopo aver sentito quanto sopra, ci viene quasi da dire davvero Aridatece er Puzzerone.

 

Vabbè, non esageriamo. Tuttavia la confusione che alberga nel cuore della protesta crediamo a questo punto sia patente.

 

Ci chiediamo: chi ha organizzato quel palchetto?

 

Perché hanno invitato Contri?

 

Aridatece er Puzzerone

C’è stata qualche reazione a queste sue parole dette sulla TV nazionale?

 

Cos’è questo Comitato referendario contro il green pass? Ha contezza di queste parole?

 

Può esserne garante qualcuno che esprime simili posizioni?

 

Ma, davvero, chi sale sui palchi della protesta?

 

Domande semplici-semplici.

 

Se qualcuno ha qualche risposta da darci, siamo qui.

 

Ma vi avvertiamo: siamo irriducibili, antivaccinisti. E non amiamo né il progresso né la sua triste pubblicità.

 

 

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Un morto e oltre 100 feriti in una protesta dei giovani del Perù

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Secondo le autorità, violenti scontri antigovernativi avvenuti mercoledì nella capitale peruviana Lima hanno provocato almeno un morto e oltre 100 feriti.

 

La settimana scorsa, il Congresso peruviano ha destituito la presidente Dina Boluarte a seguito dell’indignazione popolare per l’aumento della criminalità e numerosi scandali di corruzione, nominando il capo del Congresso José Jeri come presidente ad interim. Jeri, che ha presentato il suo gabinetto martedì, ha promesso di concentrarsi sulla lotta alla criminalità, ma si è trovato di fronte a proteste che ne chiedevano la rimozione.

 

Mercoledì sera, migliaia di manifestanti, prevalentemente giovani, insieme a rappresentanti sindacali, hanno marciato per le strade di Lima per contestare il nuovo governo di Jeri. La protesta è degenerata in violenza quando i dimostranti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza fuori dal Congresso, spingendo la polizia antisommossa a intervenire.

 

Secondo i resoconti, i manifestanti hanno attaccato gli agenti con pietre, bombe molotov e fuochi d’artificio, mentre la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e razzi per disperdere la folla.

 

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Lo Jeri ha criticato la protesta sui social media, etichettandola come «irresponsabile» e affermando che criminali si erano infiltrati nella folla per «seminare disordine». Ha assicurato che i colpevoli della violenza dovranno subire «tutto il rigore della legge».

 

Le manifestazioni contro corruzione e criminalità si sono acuite a Lima, dove i casi di estorsione sono passati da poche centinaia annue nel 2017 a oltre 2.000 mensili nel 2025, causando la morte di decine di autisti di autobus e attentati con bombe contro imprese. Questa ondata di violenza ha indotto la proclamazione dello stato di emergenza all’inizio dell’anno.

 

Tuttavia, molti ritengono lo Jeri inadeguato a gestire la crisi. Un sondaggio Ipsos del mese scorso ha rilevato che solo il 5% approva il suo lavoro come presidente del Congresso, mentre quasi l’80% lo critica. Il Perù ha visto sette governi negli ultimi dieci anni, compreso l’ultimo in ordine di tempo.

 

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La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle

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Episodi di protesta con violenza sono emersi durante le manifestazioni delle ultime ore a Brusselle.   Le immagini della protesta mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, lanciano fuochi d’artificio e sventolano bandiere e cartelli.   Poliziotti in tenuta antisommossa sono stati visti utilizzare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla.  

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Secondo HLN, Gert Truyens, presidente del sindacato CGSLB, ha dichiarato che la manifestazione è stata interrotta a causa degli scontri provocati da una minoranza violenta tra i dimostranti.   «Questi non sono manifestanti, ma individui che causano disordini», ha riportato il giornale.   Durante la giornata, lo sciopero generale ha fortemente compromesso i servizi di trasporto pubblico e ha bloccato le partenze nell’aeroporto principale di Bruxelles.   De Wever, eletto a febbraio, ha proposto misure di austerità per affrontare il crescente deficit di bilancio del Belgio.  

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I giovani della generazione Z protestano anche in Marocco: le immagini

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Proteste guidate da giovani per chiedere migliori ospedali e scuole si sono diffuse in diverse città del Marocco nella tarda serata di lunedì. Secondo testimoni e organizzazioni per i diritti umani, decine di persone sono state arrestate a Rabat, Casablanca, Agadir, Tangeri e Oujda.

 

Le manifestazioni, coordinate online dal gruppo informale «GenZ 212» tramite TikTok, Instagram e Discord, hanno visto anche il coinvolgimento di Morocco Youth Voices, che ha invitato i partecipanti a radunarsi pacificamente per stimolare il dibattito sulle politiche sociali.

 

I disordini sono iniziati ad Agadir, dove la frustrazione per le condizioni degli ospedali si è rapidamente propagata tramite i social media ad altre città. L’Associazione Marocchina per i Diritti Umani, citata dall’*AP*, ha riportato oltre 120 arresti nel fine settimana.

 


 

 

 

 

 

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Le autorità hanno smentito le accuse secondo cui i preparativi per la Coppa del Mondo 2030, co-ospitata da Marocco, Spagna e Portogallo, avrebbero sottratto risorse ai servizi essenziali.

 

Il premier marocchino Aziz Akhannouch, anche sindaco di Agadir, ha difeso l’operato del governo: «Abbiamo portato avanti riforme, aumentato la spesa e stiamo costruendo ospedali in tutte le regioni del Paese», ha dichiarato, come riportato dall’agenzia AP. Ha ammesso, tuttavia, che l’ospedale principale di Agadir soffre di carenze croniche e infrastrutture obsolete.

 

La popolazione marocchina è prevalentemente giovane, con metà degli abitanti sotto i 25 anni.

 

Come riportato da Renovatio 21, proteste simili guidate da giovani hanno recentemente scosso altri paesi. In Madagascar, le dimostrazioni per la carenza di energia e acqua hanno portato lunedì allo scioglimento del governo. In Nepal, a inizio settembre, proteste contro il divieto di piattaforme social e la corruzione hanno costretto alle dimissioni il Primo Ministro KP Sharma Oli.

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