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Il fondatore di Telegram dice di aver smesso di rispondere ai messaggi di Macron. Di mezzo, le elezioni romene

Pavel Durov afferma di aver smesso di rispondere al presidente francese Emmanuel Macron dopo aver ricevuto un messaggio in risposta alle sue affermazioni secondo cui la Francia avrebbe cercato di influenzare le recenti elezioni presidenziali in Romania. In un’intervista rilasciata la settimana passata a Le Point, il CEO di Telegram ha dichiarato di aver scelto di non rispondere.
Come riportato da Renovatio 21, a maggio Durov aveva accusato Nicolas Lerner, capo dell’agenzia di Intelligence estera francese (DGSE), di avergli chiesto di censurare le voci conservatrici su Telegram durante la campagna elettorale in Romania, affermando pure, citando il giornalista Marius Tuca, che Lerner aveva visitato la Romania due giorni prima del voto. L’agenzia ha smentito le accuse.
«Per molto tempo» dice Durov, «Macron mi ha potuto mandare messaggi su Telegram su ogni genere di argomento», ha detto l’imprenditore di origine russa al giornale. «L’ultima volta è stato il giorno in cui ho parlato delle elezioni rumene e della DGSE».
«Mi ha mandato un messaggio. Non ho risposto», ha detto.
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La Corte Costituzionale rumena ha annullato i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali svoltesi nel novembre 2024 a causa di presunte interferenze russe, accuse che Mosca ha negato. Il candidato indipendente Calin Georgescu, che si era assicurato un inaspettato vantaggio dopo il voto, è stato squalificato dalla ripetizione del voto.
A maggio, George Simion, conservatore e critico nei confronti dell’UE, ha perso il ballottaggio contro il sindaco di Bucarest pro-Bruxelles, Nicusor Dan, con un margine di appena una decina di voti. Simion ha poi contestato i risultati, sostenendo «interferenze esterne da parte di attori statali e non statali», ma la Corte Costituzionale del Paese ha respinto all’unanimità la petizione.
In seguito alla petizione, Durov si è offerto di testimoniare davanti alle autorità rumene in merito alle sue interazioni con i funzionari francesi, affermando che lo avrebbe fatto ûse ciò fosse d’aiuto alla democrazia rumena».
Nell’agosto 2024, Durov è stato arrestato in Francia e accusato di complicità in crimini presumibilmente commessi da utenti di Telegram. L’imprenditore, la cui azienda ha sede a Dubai, è stato infine rilasciato su cauzione di 5 milioni di euro e gli è stato permesso di lasciare il Paese a metà marzo.
Come riportato da Renovatio 21, all’epoca si vociferò addirittura che la sera del suo arresto Durov avesse un appuntamento a cena con Macron, cosa poi implicitamente smentita dal fondatore di Telegram nella sua recente intervista con il giornalista americano Tucker Carlson, dove ha detto che quella sera non aveva impegni particolari.
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Macron l’anno scorso negò di aver saputo in anticipo dell’arresto di Durov. «È falso che io abbia fatto un invito, è totalmente falso», ha aggiunto il presidente francese riferendosi alla voce della cena programmata tra il presidente e l’imprenditore la sera dell’arresto a Parigi, di cui aveva scritto il giornale di indiscrezioni Le Canard Enchainé. «Non avrei dovuto vedere Durov né lo scorso weekend né in seguito». Le precedenti dichiarazioni del presidente francese sul fatto che l’arresto non costituisce una «decisione politica» sono state canzonate in rete e definite come menzogne «orwelliane», con il dissidente USA Edoardo Snowden a dichiarare che la Francia ha «preso ostaggi».
Come riportato da Renovatio 21, Macron nel 2017 pare avere incontrato più volte Durov arrivando a proporgli di trasferire il quartier generale di Telegram a Parigi.
Un mese fa Durov ha dichiarato che Parigi ha usato i temi del «terrorismo e della «pornografia infantile» per mascherare la sua agenda politica con Telegram.
Con l’aggiunta dell’ingrediente dello scenario elettorale romeno, il disegno dietro il colpo di scena dell’arresto di Durov in Francia di mese in mese mostra di essere più ampio e tetro di quel che sembra.
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Il CEO di Telegram afferma che l’intelligence francese ha cercato di ricattarlo sulle elezioni moldave

🇲🇩 About a year ago, while I was stuck in Paris, the French intelligence services reached out to me through an intermediary, asking me to help the Moldovan government censor certain Telegram channels ahead of the presidential elections in Moldova.
After reviewing the channels… — Pavel Durov (@durov) September 28, 2025
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— Elon Musk (@elonmusk) September 28, 2025
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Il generale Flynn dice che Trump non può contare sulla CIA

Secondo Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, la Casa Bianca dovrebbe istituire un proprio centro operativo per fornire al presidente Donald Trump informazioni di intelligence affidabili, operando in parallelo al Pentagono e alla CIA.
In un’intervista di sabato con Alex Jones, il generale in pensione ha sostenuto che il presidente non può fare pieno affidamento sulla comunità di intelligence statunitense, per evitare manipolazioni nei rapporti.
«La CIA dispone di un centro operativo molto avanzato, da cui è possibile monitorare e gestire operazioni a livello globale», ha dichiarato. «Sarebbe utile se il presidente potesse contare su una CIA che lavora davvero per lui».
«Il presidente Trump ha bisogno di un centro operativo che operi per suo conto e risponda a ogni evento globale», ha aggiunto.
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La proposta di Flynn ha ricevuto il sostegno di Kirill Dmitriev, consigliere economico del presidente russo Vladimir Putin, coinvolto nei negoziati per normalizzare i rapporti con Washington. Dmitriev ha scritto su X che un’iniziativa simile sarebbe preziosa «in un momento in cui la disinformazione proveniente dallo Stato profondo e dai globalisti cerca di ostacolare decisioni cruciali per la sicurezza e la prosperità mondiali».
The relentless disinformation campaigns by the Deep State, globalists, and EU–UK warmongers risk driving disastrous decisions that could dramatically heighten the threat of global conflicts. Understanding the Russian🇷🇺 perspective is critical for global security and stability. 🌎
— Kirill A. Dmitriev (@kadmitriev) September 29, 2025
Flynn, dimessosi all’inizio del primo mandato di Trump dopo accuse di aver mentito sui contatti con l’ambasciatore russo a Washington, sostiene da tempo di essere stato preso di mira dal Deep State per sabotare la vittoria elettorale di Trump e screditarlo con presunti legami con Mosca.
Dmitriev ha ribadito che elementi del governo statunitense starebbero ostacolando i tentativi di Trump di migliorare le relazioni con la Russia, citando sospetti secondo cui l’ex direttore dell’FBI Christopher Wray avrebbe dispiegato circa 300 agenti in borghese durante i disordini al Campidoglio del 6 gennaio, come esempio di possibili attività dello «Stato profondo».
I critici di Trump lo accusano di aver istigato un colpo di Stato contro Joe Biden mentre il Congresso si preparava a certificare i risultati delle elezioni del 2020, mentre i sostenitori di Trump ritengono che la violenza del 6 gennaio sia stata provocata da agenti infiltrati tra la folla.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Navi spia, la Russia accusata di aver preparato operazioni di sabotaggio attorno alle isole britanniche

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