Immigrazione
Il Financial Times: gli europei dovrebbero «prepararsi al rifornimento demografico da parte di arabi e asiatici»
Il giornale economico Financial Times ha pubblicato un articolo in cui afferma che le persone che vivono nei paesi europei dovrebbero «prepararsi al rifornimento demografico da parte di arabi e asiatici».
L’autore è il politologo indo-americano Parag Khanna, un uomo legato al World Economic Forum di Davos (l’ente dell’élite transnazionale che promuove il Grande Reset) e il Council on Foreign Relations (Think Thank di relazioni estere americano fondato dalla famiglia Rockefeller). Il Khanna, già «Global Governance Fellow» presso la Brookings Institution, è altresì autore di un libro intitolato Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanità (2021).
Nella nuova narrazione migratoria, le masse di profughi afroasiatici non stanno più scappando dalla guerra, ma dagli effetti del cambiamento climatico
Nella nuova narrazione migratoria, le masse di profughi afroasiatici non stanno più scappando dalla guerra, ma dagli effetti del cambiamento climatico, che renderà vaste aree del pianeta diventeranno «inabitabili», causando quindi il trasferimento di «milioni, se non miliardi di persone (…) su terreni alle latitudini più adatte alla sopravvivenza».
Si tratterebbe insomma dei famosi migranti climatici, dei quali anche il principale testimonial dell’immigrazione globale, Jorge Mario Bergoglio, ha iniziato a discettare.
Nell’articolo il Khanna affronta anche il frusto argomento della «carenza di manodopera» che affliggerebbe il Nord America e l’Europa, un problema che richiederà quindi ai Paesi avanzati di «aprire di conseguenza i rubinetti dell’immigrazione».
«Il Nord America e l’Eurasia devono assorbire più persone»
«Il Nord America e l’Eurasia devono assorbire più persone», chiede Khanna, apparentemente insoddisfatto dell’enorme numero di migranti che stanno già accogliendo.
Non manca un progetto specifico per i Paesi che si stanno opponendo al piano migratorio della globalizzazione: Ungheria, Polonia, Cechia, Slovacchia.
«Gli odierni paesi di Visegrad, tesi dal punto di vista fiscale e in via di spopolamento, potrebbero fondersi in una federazione più ampia per amministrare meglio le loro foreste vitali, l’agricoltura e i fiumi al fine di prepararsi al rifornimento demografico da parte di arabi e asiatici».
Il tema della «grande sostituzione» – l’idea per cui la popolazione europea sta venendo programmaticamente sostituita da masse di immigrati – teorizzata dall’intellettuale francese Camus era derisa e additata come complottista fino a pochi mesi fa.
Ora, anche perfino nel mainstream americano (ad esempio, il giornalista TV Tucker Carlson) ne parlano apertamente. Anche perché sono gli stessi partiti progressisti a rivendicare l’idea.
Per i sostenitori dell’immigrazione di massa, l’idea che gli europei vengano sostituiti demograficamente rappresenta un processo inevitabile, e quindi andrebbe incoraggiato, accelerato. La parola «meticciato» – altro termine ripetuto ossessivamente dal Bergoglio – è spesso usato questi ambiti come ideale della nuova Europa.
Tuttavia, se a parlare della sostituzione etnica in atto non è la sinistra, l’argomento è una fallacia indimostrabile, una teoria del complotto, una paranoia razzista.
Il declino della Civiltà occidentale pare sia una prospettiva eccitante per moltissimi membri del progressismo suicida che infesta un po’ ovunque i governi di quello che un tempo era noto come «mondo libero», specialmente laddove esso non ha nemmeno vinto le elezioni.
Immagine di Gémes Sándor/SzomSzed via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
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Immigrazione
La bandiera pakistana sventola sull’Abbazia di Westminster
Una bandiera nazionale Pakistana è stata issata sopra l’Abbazia di Westiminster, il più importante luogo di culto già cattolico e poi anglicano di Londra, in pratica uno dei segni più alti del Cristianesimo in terra anglica.
La bandiera con la luna musulmana era lì in riconoscimento del Pakistan Day, una festa nazionale che commemora l’approvazione della risoluzione di Lahore, in base alla quale il 23 marzo 1940 fu approvata una nazione separata per i musulmani dell’impero indiano britannico richiesta dalla Lega musulmana, e l’adozione della prima Costituzione del Pakistan il 23 marzo 1956, rendendo il Pakistan la prima Repubblica Islamica del mondo.
🇵🇰 The Pakistani flag is being flown from Westminster Abbey, Britain’s most important Anglican Church. Chilling. pic.twitter.com/4A5dNVYpl6
— Ben Kew (@ben_kew) March 26, 2024
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La separazione di India e Pakistan a seguito della dipartita dei britannici – la cosiddetta Partition – causò almeno un milione di morti e un numero tra i 10 e 20 milioni di profughi, nonché tensioni geopolitiche mai risolte che ora possono sfociare in un confronto tra due potenze atomiche.
All’interno dell’Abbazia si è tenuto un evento di preghiera, a cui hanno partecipato funzionari dell’Alto Commissariato pakistano. Il problema, come alcuni hanno sottolineato, è che il Pakistan ha ancora leggi brutali sulla blasfemia e una storia di persecuzione dei cristiani.
I filmati dell’accaduto hanno scioccato molti utenti della rete. Molti cittadini inglesi si sono inoltre chiesti come mai l’Union Jack, la bandiera nazionale del Regno Unito, non fosse in alcun modo visibile. In pratica, la bandiera britannica pareva essere stata, letteralmente, sostituita…
Westminster Abbey @wabbey marks Pakistan Day with Special Service.
Pakistan's flag hoisted on the rooftop of Westminster Abbey.
As per tradition, the Westminster Abbey organized a Special Evensong to mark the Pakistan Day.
Special prayers were offered for the progress and… pic.twitter.com/5Do5XYvbGw
— Pakistan High Commission London (@PakistaninUK) March 22, 2024
L’attuale sindaco di Londra Sadiq Kham è di origine pakistana: la sua famiglia è di sunniti Muhajir, ossia di musulmani indiani emigrati in Pakistan dopo la partition. I nonni del Khan emigrarono da Lucknow dall’India britannica al Pakistan inel 1947. Suo padre Amanullah e sua madre Sehrun arrivarono a Londra dal Pakistan nel 1968. La famiglia ha continuato ad inviare denaro ai parenti in Pakistan, «perché siamo fortunati ad essere in questo Paese».
Nel 2018, a Khan è stato conferito Sitara-e-Pakistan – il più alto encomio della Repubblica Islamica del Pakistan – per i suoi servizi ad Islamabad dal presidente pakistano Mamnoon Hussain.
Durante la pandemia, il Khan istituì uno dei lockdown più duri del mondo, imprigionando di fatto l’intera popolazione della megalopoli inglese. Nel luglio 2021, il sindaco pakistano ha mantenuto l’obbligo della mascherina sui trasporti londinesi, nonostante il governo abbia rimosso l’obbligo a livello nazionale, citando il rischio di trasmissione del virus.
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Immagine screenshot da Twitter
Immigrazione
Immigrazione, scoperta fossa comune in Libia
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Immigrazione
Biden si scusa per aver chiamato «clandestino» l’immigrato che ha assassinato una ragazza americana
Il presidente Joe Biden si è scusato per aver usato accuratamente il termine «illegal» (cioè immigrato illegale, clandestino) durante il SOTU, l’annuale discorso sullo stato dell’Unione tenuto dai presidenti americani.
Durante l’evento la scorsa settimana, la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene lo aveva interrotto dicendo al presidente che dovrebbe pronunciare il nome di Laken Riley, cosa che Biden ha fatto per poi dire che era stata uccisa da un illegal.
Il vegliardo ha eseguito: «Lincoln. Lincoln Riley», ha risposto il vegliardo della Casa Bianca, storpiando il nome della ragazza morta. «Una giovane donna innocente che è stata uccisa da un clandestino», ha continuato Biden, per poi aggiungere che epperò tanta gente viene uccisa da persone che clandestine non sono – un grande argomento, davvero.
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Tuttavia, ad offendersi delle parole di Biden non ha offeso la destra americana, quanto piuttosto la sinistra, con l’altrettanto senescente deputata democratica californiana Nancy Pelosi che ha sparato il primo colpo, rimproverando Biden durante un’apparizione sulla CNN per l’uso della parola «illegal».
A Biden è stato chiesto un commento sulla questione fuori dall’Air Force One, e il presidente ha riformulato in maniera geriatrico-sofistica: «tecnicamente, non dovrebbe essere qui».
Biden e i suoi pupari hanno pensato che sarebbe stata un’ottima idea chiedere scusa all’anziano presidente in carica alla televisione nazionale, ma non hanno ritenuto abbastanza importante chiedere scusa alla famiglia di Laken Riley per aver pronunciato male il suo nome o per aver causato il confine crisi che potrebbe essere stata direttamente responsabile della sua morte.
«Non avrei dovuto usare il termine “illegale”, avrei dovuto dire senza documenti», ha detto Biden a Jonathan Capehart di MSNBC ad Atlanta. L’idea è che il Partito Democratico pro-invasione stia ripescando un termine molto diffuso nella Francia di fine anni Novanta, sans papiers, «senza carte», per definire gli immigrati clandestini.
In risposta alle scuse di Biden per aver offeso dei clandestini, l’ex presidente Trump ha invitato Biden a scusarsi con la famiglia di Riley per aver pronunciato male il suo nome, invece di «scusarsi per la parola che ha usato» per descrivere il suo assassino.
President Trump on Laken Riley’s Killer:
“I say he is an illegal alien, he is an illegal immigrant, he is an illegal migrant, and he should have never been in our country, and he wouldn’t have been under the Trump policies.” pic.twitter.com/vQsoNmFNq6
— Karoline Leavitt (@kleavittnh) March 9, 2024
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Trump ha anche ospitato la famiglia di Riley durante una manifestazione di sabato, dove ha incolpato Biden per la sua morte.
«Dovrebbe scusarsi con la famiglia invece di scusarsi per la parola che ha usato, che è una descrizione accurata», ha detto Chris LaCivita, consigliere senior della campagna di Trump, definendo la risposta di Biden «stonata» e un «momento cruciale» che mette in risalto i candidati. «Due differenze molto distinte nell’approccio all’invasione del confine».
«C’è una chiara differenza», ha detto LaCivita. «Uno è comprensivo, coccola e trova scuse. E l’altro vuole porre fine, porre fine a tutto ciò».
Nell’uso politico e giornalistico della lingua italiano abbiamo assistito, negli anni, alla sparizione del termine già di per sé politicamente corretto «extracomunitario» e alla sostituzione della parola «immigrato» (participio passato) con «migrante» (raro participio presente).
Anche in Italia, forse, è il caso che i politici comincino a ricordare, e pronunciare, i nomi delle persone uccise dall’immigrazione massiva che sta subendo il Paese: persone assassinate in casa durante rapine, mandate in overdose dagli spacciatori, stuprate e squartate in macabri rituali pagani.
Ricordiamo, en passant, che stiamo parlando di un Paese dove è al potere un sedicente governo nazionalista e sovranista, ma dove gli sbarchi di clandestini, invece che diminuire, sono sorprendentemente aumentati, rendendo la situazione nell’isola di Lampedusa fuori controllo, con la presenza un maggior numero di clandestini rispetto agli abitanti italiani.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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