Economia
Il debito nazionale degli Stati Uniti supera i 34 mila miliardi di dollari

Il Tesoro degli Stati Uniti ha riferito ieri che il deficit di bilancio degli Stati Uniti, solo a dicembre, è cresciuto alla cifra record di 129 miliardi di dollari, un aumento del 52% rispetto a dicembre 2022. Le entrate sono diminuite del 6% e le uscite sono aumentate del 3%.
L’aumento del deficit ha spinto per la prima volta in assoluto il debito pubblico totale degli Stati Uniti oltre la soglia dei 34mila miliardi di dollari.
I costi degli interessi sul debito federale nel quarto trimestre sono aumentati del 37% rispetto al quarto trimestre del 2022, con un aumento di 78 miliardi di dollari. Con un aumento medio di 26 miliardi di dollari al mese, apparentemente ha assorbito l’aumento delle spese governative, ad esempio l’aumento delle spese di 16 miliardi di dollari in un mese (dicembre).
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In pratica, le spese pubbliche americane in realtà sono diminuite, tranne che per l’aumento del 37% dei costi degli interessi sul debito nazionale.
La testata economica Bloomberg ha riferito oggi che JP Morgan ha realizzato il profitto annuale più grande «di qualsiasi altro finanziatore nella storia del settore bancario statunitense»: ha guadagnato 49,6 miliardi di dollari nel 2023, in crescita del 32% rispetto al 2022.
Come riportato da Renovatio 21, i costi degli interessi sul debito federale degli Stati Uniti hanno raggiunto i 90 miliardi di dollari solo nel mese di ottobre.
Nel frattempo anche il debito delle carte di credito USA è giunto ai massimi storici continuando ad aumentare nel periodo luglio-settembre di quest’anno, segnando l’ottavo trimestre consecutivo di aumenti anno su anno.
Come riportato da Renovatio 21,uno studio dell’Institute of International Finance (IIF) uscito lo scorso settembre riporta che il debito globale ha raggiunto un nuovo massimo di 307 trilioni di dollari.
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Economia
Importatori indiani pagano petrolio russo in yuan

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Cina
La Cina impone controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare

Il ministero del Commercio cinese, ha annunciato il 9 ottobre che imporrà controlli sulle esportazioni di tecnologie legate alle terre rare per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali. Lo riporta il quotidiano del Partito Comunista Cinese in lingua inglese Global Times.
Questi controlli riguardano «l’estrazione, la fusione e la separazione delle terre rare, la produzione di materiali magnetici e il riciclaggio delle risorse secondarie delle terre rare». Le aziende potranno richiedere esenzioni per casi specifici. In assenza di esenzioni, il ministero della Repubblica Popolare obbligherà gli esportatori a ottenere licenze per prodotti a duplice uso non inclusi in queste categorie, qualora sappiano che i loro prodotti saranno utilizzati in attività connesse alle categorie elencate.
Il precedente tentativo del presidente statunitense Donald Trump di avviare una guerra tariffaria con la Cina si è rivelato un fallimento, principalmente a causa del dominio preponderante della Cina nell’estrazione e nella lavorazione dei minerali delle terre rare. Delle 390.000 tonnellate di ossidi di terre rare estratti nel 2024, la Cina ne ha prodotte circa 270.000, rispetto alle 45.000 tonnellate degli Stati Uniti, e detiene circa l’85% della capacità di raffinazione globale.
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La decisione odierna della Cina avrà certamente un impatto a Washington, soprattutto in vista dell’incontro tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping previsto per fine mese. Oggi si è registrata una corsa all’acquisto delle azioni di MP Materials, il principale concorrente statunitense della Cina nella produzione di terre rare.
All’inizio dell’anno, il dipartimento della Difesa statunitense aveva investito in MP Materials, dopo che Trump aveva evidenziato il divario tra Stati Uniti e Cina. Tuttavia, tale investimento è stato considerato insufficiente e tardivo.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2024 i dati mostravano che i profitti sulla vendita delle terre rare cinesi erano calati. È noto che Pechino sostiene l’estrazione anche illegale delle sostanze anche in Birmania.
Secondo alcune testate, tre anni fa vi erano sospetti sul fatto che il Partito Comunista Cinese stesse utilizzando attacchi informatici contro società di terre rare per mantenere la sua influenza nel settore.
Le terre rare, considerabili come sempre più necessarie nella corsa all’Intelligenza Artificiale, sono la centro anche del turbolento accordo tra l’amministrazione Trump e il regime di Kiev.
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Immagine di pubblico dominio CCo via Wikimedia
Economia
Ritrovato morto a Kiev un trafficante di criptovalute

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