Geopolitica
I soldati israeliani hanno attaccato il loro stesso popolo il 7 ottobre: lo conferma l’ex ministro della Difesa
L’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ammesso la scorsa settimana che Israele aveva utilizzato la famigerata «Direttiva Annibale» il 7 ottobre. Lo riporta LifeSite.
Intervistato per un’ora dal canale israeliano Channel 12, a Gallant, licenziato da Netanyahu, è stato chiesto: «È stato dato l’ordine di usare la direttiva Annibale?»
Gallant rispose: «penso che tatticamente in alcuni posti lo fosse, e in altri no, e questo è un problema».
Yoav Gallant admits the use of ‘#Hannibaldirective‘
“I think tactically in some places it was, in other places it was not, and that is a problem,” Former Israeli Defense Minister told Channel 12.
💢The Hannibal Directive allows the killing of Israeli soldiers and the shelling of… pic.twitter.com/4zaFyw6dcC— Brunella C. (@BrunellaCapitan) February 7, 2025
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Un rapporto del luglio 2024 sull’uso di questa direttiva era stato minimizzato come accuse. Tuttavia ora l’ex capo della difesa israeliana afferma che alle sue forze è stato effettivamente ordinato di uccidere la propria gente.
Il suo sorprendente resoconto solleva seri interrogativi sulla politica di caos organizzato dello Stato israeliano.
Gallant racconta di essere stato informato degli attacchi del 7 ottobre da sua figlia: «Mia figlia mi chiama e dice: “Ci sono allarmi a Tel Aviv”». «Ecco come il ministro della Difesa ha ricevuto le prime notizie del peggior disastro nella storia dello Stato di Israele» ha commentato Yonit Levi sul canale israeliano Channel 12.
“The government did not do everything it could to free the hostages,” says former Israeli Defense Minister Yoav Gallant, in his first interview in two years— with @amit_segal and me, for @N12News tonight pic.twitter.com/4YuKqRQqX0
— Yonit Levi (@LeviYonit) February 6, 2025
Tutti i leader dell’opposizione israeliana hanno accusato Netanyahu di non essere intervenuto per impedire gli attacchi del 7 ottobre, per i quali ha ricevuto ripetuti avvertimenti.
Allo stesso tempo, persone come il suo ministro per la sicurezza nazionale, il supersionista Itamar Ben-Gvir, stavano organizzando proteste provocatorie che, secondo quanto avvertito il 5 ottobre dal servizio di sicurezza interna israeliano, lo Shin Bet, avrebbero portato a uno scoppio di violenza.
Gallant ha affermato nell’intervista che le azioni di Ben-Gvir avrebbero intenzionalmente «innescato la situazione» con ripetute incursioni nella moschea di Al-Aqsa. Nonostante tutto questo, il giorno degli attacchi, l’unica persona ad informare il capo dell’esercito è sua figlia.
Netanyahu ha provato per la prima volta a licenziare Gallant nell’aprile 2023, in seguito alle critiche di Gallant alle riforme giudiziarie politicizzate di Netanyahu. Nella sua intervista di giovedì, Gallant afferma che queste «riforme legali» sono state «un fattore che ha contribuito agli attacchi del 7 ottobre», attribuendo direttamente la colpa a Netanyahu.
In seguito alle proteste indignate, note in Israele come la «Gallant night», Netanyahu ha annullato la decisione di licenziare Gallant nel 2023, che è rimasto ministro della Difesa fino alla sua estromissione avvenuta il 5 novembre dell’anno scorso.
Era seguita quindi la «Gallant Night II» , con proteste ignorate questa volta. Gallant avvertì che «l’oscurità morale è calata su Israele» in un discorso dopo la sua rimozione.
Il Ben-Gvir ha celebrato il licenziamento di Gallant, dicendo che «non è possibile ottenere una vittoria assoluta» nella guerra di Israele a Gaza con l’esercito sotto di lui. Gallant, l’uomo che ha chiesto un «assedio» agli «animali umani», è stato visto dal ministro della sicurezza nazionale israeliano come un «ostacolo», secondo il Times of Israel.
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L’ipersionista Ben-Gvir aveva chiesto la rimozione di Gallant nel maggio 2024, dopo che Gallant aveva criticato Netanyahu per non aver avuto un piano «per il giorno dopo» per Gaza dopo la fine della guerra.
Mentre il Netanyahu ha spiegato che il licenziamento è avvenuto in seguito a una rottura del rapporto di fiducia, Gallant ha affermato di essere stato rimosso perché aveva esortato Netanyahu ad accettare un accordo per la restituzione degli ostaggi israeliani e aveva chiesto un’inchiesta sugli attacchi del 7 ottobre.
Netanyahu si è rifiutato di fare entrambe le cose per oltre un anno e si vocifera che sia stato costretto ad accettare l’accordo di ostaggi e di cessate il fuoco mediato da Trump da Miriam Adelson, una delle principali donatrici di Trump.
Gallant aveva anche deriso il discorso di Netanyahu sulla «vittoria assoluta» a Gaza come «incomprensibile» in dichiarazioni trapelate da un incontro nell’agosto 2024. Quando è stato sfidato, Gallant ha risposto: «sono pronto a discutere con fatti e azioni. Potrei essere debole con i media e la politica, ma sulla sicurezza so di cosa sto parlando».
Gallant ha dichiarato infamemente «un assedio completo sulla Striscia di Gaza» il 9 ottobre, annunciando che «non ci sarà elettricità, né cibo, né acqua, né carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo contro gli animali umani e stiamo agendo di conseguenza».
È stato accusato di «crimini di guerra» dalla Corte penale internazionale (CPI), che ha giurato di perseguire il suo caso contro di lui nonostante l’imposizione di sanzioni al suo staff da parte del presidente Donald Trump.
La CPI è stata istituita tramite trattato ai sensi dello Statuto di Roma del 1998, in seguito agli sforzi intrapresi dal 1907 per formare un organismo internazionale che armonizzasse le leggi di guerra. Sia gli Stati Uniti che Israele hanno respinto questa convenzione, con gli USA che nel 1998 si sono opposti alla «politicizzazione» di una CPI il cui potere legalizza la sostituzione della sovranità nazionale.
In assenza di un diritto internazionale significativo, sembra che ci siano ben pochi standard di legge e ordine anche in Israele, come dimostra l’intervista di un’ora al Gallant.
Il Gallant afferma inoltre che i tentativi di riordinare il sistema legale di Israele da parte di Netanyahu, per i suoi fini politici, hanno portato direttamente agli attacchi del 7 ottobre. Questo è un esempio di «politicizzazione» di una corte in patria, intrapresa da un leader israeliano, che i suoi critici, tra cui Gallant, affermano abbia minato la sua sovranità sostituendo la governance con una «crisi costituzionale».
Continuano le lotte intestine per stabilire quale fazione della coalizione controllerà il sistema giudiziario.
Le recenti dimissioni del capo delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno provocato ulteriore scossa nell’esercito israeliano.
Pochi giorni dopo l’annuncio del cessate il fuoco di Trump, il 7 ottobre Herzi Halevi si è dimesso da capo delle IDF, affermando che l’esercito israeliano aveva «fallito nella sua missione di proteggere i cittadini di Israele», aggiungendo che i funzionari israeliani «devono fornire risposte» per il fallimento del 7 ottobre in una lettera di dimissioni descritta dal Times of Israel come un «colpo di grazia» al regime di Netanyahu.
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La BBC ha aggiunto nel suo rapporto del 21 gennaio che «il leader dell’opposizione Yair Lapid ha elogiato la decisione di Halevi e ha invitato Netanyahu a fare lo stesso». Il Lapid ha incolpato direttamente Netanyahu e il suo «governo catastrofico», affermando: «Ora è tempo che si assumano la responsabilità e si dimettano».
Gallant dimostra che Netanyahu è direttamente responsabile della morte di alcuni degli ostaggi israeliani che si è rifiutato di salvare. «La proposta che Hamas ha accettato all’inizio di luglio era identica alla proposta attuale. … Sfortunatamente, ora ci sono meno ostaggi ancora vivi» ha spiegato l’ex ministro.
L’intervista rilasciata da Yoav Gallant è stata descritta da Chaim Levinson, corrispondente diplomatico senior di Haaretz , come «un importante documento storico» che «non ha lasciato nulla di intentato in tutto ciò che è accaduto prima del 7 ottobre e da allora».
Come riportato da Renovatio 21, sette mesi fa Haaretz aveva ottenuto documenti secondo cui l’IDF aveva autorizzato attacchi contro i propri soldati.
All’inizio dell’estate 2024 erano emerse prove secondo cui membri della brigata di intelligence israeliana Unità 8200 avevano avvisato i loro superiori di un imminente attacco da parte di Hamas, che si sarebbe svolto quasi esattamente come era avvenuto il 7 ottobre.
Un anno fa soldatesse israeliane di sorveglianza al confine avevano denunciato il fatto che avevano avvertito dell’intensificazione dell’attività di Hamas prima dell’attacco del 7 ottobre. Tuttavia, il loro allarme sarebbe stato ignorato dai vertici della catena di comando.
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Immagine di U.S. Secretary of State via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Orban come John Snow
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war. But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Geopolitica
Orban: i funzionari dell’UE «violano la legge»
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha accusato i funzionari dell’UE di «violazione sistematica della legge» per il loro piano di privare gli Stati membri del diritto di veto sul congelamento degli asset russi.
Venerdì pomeriggio la Commissione Europea ha votato una proposta per attivare l’articolo 122 dei trattati UE, una clausola di emergenza che permette di adottare decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità. Tale misura consentirebbe all’Unione di mantenere indefinitamente il blocco dei beni sovrani russi e di destinare i profitti o gli interessi generati a sostegno dell’Ucraina, anche in presenza di opposizioni da parte di singoli Stati membri.
«Con la procedura di oggi, i burocrati di Bruxelles aboliscono con un solo tratto di penna l’obbligo di unanimità, un atto palesemente illegale», ha scritto Orban su X venerdì. «Lo stato di diritto nell’Unione Europea sta giungendo al termine e i leader europei si pongono al di sopra delle regole. Anziché garantire il rispetto dei trattati UE, la Commissione Europea viola sistematicamente il diritto europeo».
Orban ha denunciato che i «burocrati» e i guerrafondai dell’UE stanno spingendo per «protrarre la guerra in Ucraina, un conflitto che è chiaramente impossibile vincere».
Today, the Brusselians are crossing the Rubicon. At noon, a written vote will take place that will cause irreparable damage to the Union.
The subject of the vote is the frozen Russian assets, on which the EU member states have so far voted every 6 months and adopted a unanimous…
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) December 12, 2025
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«Con questo passo, lo stato di diritto nell’UE viene sostituito dal governo dei burocrati. In altre parole, si è instaurata una dittatura di Bruxelles», ha aggiunto. «L’Ungheria protesta contro questa decisione e farà tutto il possibile per ripristinare un ordine legittimo».
Dopo l’escalation del conflitto ucraino nel 2022, i partner occidentali di Kiev hanno congelato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, la maggior parte dei quali depositati presso Euroclear a Bruxelles. Nelle ultime settimane è scoppiata una forte controversia tra i Paesi europei favorevoli all’utilizzo di tali fondi come garanzia per un «prestito di riparazione» a Kiev e quelli contrari, che invocano rischi legali e finanziari.
L’attivazione della clausola di emergenza per un congelamento a tempo indeterminato toglierebbe a Stati oppositori come l’Ungheria la possibilità di veto sul rinnovo semestrale. Secondo il piano, il blocco rimarrebbe in vigore fino al pagamento da parte della Russia delle riparazioni post-conflitto all’Ucraina e fino a quando l’UE non riterrà cessata «una minaccia immediata» ai propri interessi economici derivante da possibili ritorsioni legali.
Mosca ha condannato come illegittimo qualsiasi tentativo di appropriazione dei suoi beni. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato questa settimana che la Russia reagirà a ogni espropriazione, aggiungendo che «derubare» il Paese rappresenta l’ultima carta rimasta ai sostenitori europei dell’Ucraina per continuare a finanziare Kiev nel conflitto con Mosca.
L’Ungheria si oppone da tempo a ulteriori aiuti a Kiev: Orban li ha paragonati al «mandare un’altra cassa di vodka a un alcolizzato». Budapest non è tuttavia isolata: anche il Belgio, che custodisce la maggior parte dei fondi, ha criticato duramente il piano, con il primo ministro Bart De Wever che lo ha definito «equivalente a rubare» denaro russo.
I capi di Stato e di governo dell’UE voteranno la proposta al vertice della prossima settimana.
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Immagine di Manfred Weber via Flickr con licenza CC BY-NC-SA 2.0
Geopolitica
Trump fa pressione su Zelens’kyj affinché ceda terreni alla Russia
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