Geopolitica
I Pasdaran iraniani: gli USA «intrappolati» nel Mar Rosso, dovrebbero prepararsi alla «chiusura» dello Stretto di Gibilterra
Gli Stati Uniti e i loro alleati sono «intrappolati» nel Mar Rosso e dovrebbero prepararsi alla chiusura dei corsi d’acqua che si estendono fino alle porte occidentali del Mar Mediterraneo, ha avvertito il capo di stato maggiore del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, Mohammad Reza Naqdi.
«Con la continuazione dei crimini» a Gaza, ha detto il vertice dei Pasdaran, «gli Stati Uniti e i loro alleati dovrebbero attendere la nascita di nuove forze di resistenza e la chiusura del resto dei corsi d’acqua e delle strade che li conducono», ha detto Naqdi durante una cerimonia di commemorazione di Hasan Irlu, defunto comandante delle Guardie Rivoluzionarie ed ex ambasciatore iraniano nello Yemen.
«Ieri il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz sono stati per loro un incubo, oggi lo Stretto di Bab al-Mandab e il Mar Rosso li hanno intrappolati e, con il perdurare di questi crimini, attenderanno presto la chiusura del Mar Mediterraneo, Gibilterra e altri corsi d’acqua», ha aggiunto il comandante. «L’oppressione che è andata troppo oltre dovrebbe attendere la tempesta».
«Il regime sionista e gli Stati Uniti sono impazziti a causa della gravità dei crimini e della brutalità che hanno commesso, e non riescono nemmeno a riconoscere i propri interessi», ha continuato il Naqdi, affermando che le due potenze sembrano incapaci di «imparare dagli eventi passati».
«Se non fosse stato per la gravità dei crimini commessi in passato in Libano, Hezbollah non sarebbe stato in grado di attaccare Israele quotidianamente… Se in passato non avessero causato un bagno di sangue in Palestina, Hamas non sarebbe stato in grado di impugnare la spada così potentemente oggi. Se non fosse stato per i loro atroci crimini in Iraq e nel centro di tortura di Abu Ghraib e per le stragi lanciate da Daesh [l’SIS, ndr], le Forze di mobilitazione popolare irachene non sarebbero state create per colpire in testa l’America quotidianamente. Se non avessero sganciato così tante bombe sui mercati di Saada e Sanaa, Ansar Allah [gli Houthi, ndr] non avrebbero raggiunto lo status e l’autorità che hanno nello Yemen e non sarebbero stati in grado di chiudere il Mar Rosso», ha affermato l’alto funzionario pasdaranno.
Come scrive Sputnik, Naqdi non ha spiegato quali tipi di operazioni potrebbero essere intraprese specificamente per chiudere le vie navigabili regionali alle forze statunitensi e ai loro alleati. Tuttavia, i media e le agenzie di stampa statunitensi hanno immediatamente interpretato le parole del comandante come una «minaccia” esplicitamente iraniana di «chiudere il Mediterraneo».
Venerdì l’amministrazione Biden ha accusato l’Iran di essere «profondamente coinvolto nella pianificazione delle operazioni contro le navi commerciali nel Mar Rosso» come parte di un «sostegno materiale a lungo termine e incoraggiamento delle azioni destabilizzanti degli Houthi nella regione».
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L’Iran è stato aperto riguardo alle sue simpatie politiche e morali e al suo sostegno agli Houthi, ma ha costantemente negato molti anni di affermazioni da parte di funzionari statunitensi sulla fornitura di sostegno materiale o militare alla milizia yemenita sciita sin dalla sua ascesa al potere su gran parte del Paese alla fine del 2014.
Gli Houthi sono spesso menzionati dai leader e commentatori iraniani come membri dell’Asse della Resistenza, una coalizione politica e militare libera, informale e non ufficiale che si oppone a Israele e all’imperialismo americano in Medio Oriente. Siria, Hezbollah e milizie palestinesi a Gaza sono generalmente elencati come membri di tale gruppo per il momento informale.
Le osservazioni del Naqdi si inseriscono nel contesto delle crescenti tensioni nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden mentre gli Stati Uniti lavorano per mettere insieme una coalizione multinazionale composta principalmente da Paesi della NATO per cercare di proteggere le vie navigabili dopo un mese di dirottamenti Houthi.
Gli attacchi hanno avuto un grave impatto sui porti meridionali di Israele e hanno spinto una manciata di potenti compagnie marittime internazionali a fermare il transito di qualsiasi carico commerciale attraverso il Mar Rosso.
Una petroliera norvegese che incrociava nell’area la settimana scorsa è stata colpita da un missile. Due settimane fa una nave da guerra FREMM francese, la Languedoc, è stata attaccata da droni yemeniti. Pochi giorni prima, anche una nave militare americana era stata colpita.
Come riportato da Renovatio 21, la multinazionale armatoriale Maersk ha cominciato ad evitare il canale di Suez preferendo rotte che fanno il periplo dell’Africa.
Gli Houthi hanno pubblicato il mese scorso un impressionante video del sequestro di una nave nel Mar Rosso, con un commando elitrasportato che atterra sulla nave armato al classico grido di «Allahu akbar».
La nascente coalizione guidata dagli Stati Uniti ha già incontrato difficoltà , con alcuni alleati che impiegano solo una manciata di marinai senza navi, e altri che decidono di rinunciare del tutto all’avventura militare statunitense, preferendo che qualsiasi risorsa navale di cui dispongono nella regione vada avanti da sola.
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Immagine di Tasnim News Agency via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Orban: i nipoti degli europei pagheranno per il nuovo prestito all’Ucraina
€135 billion. That’s how much money the head of the Brusselian bureaucracy, President @vonderleyen, wants to scrape together for Ukraine. This is the price of prolonging the war. The President has one problem: she doesn’t have this money. What she does have are 3 proposals on… pic.twitter.com/XFic4Fsgmr
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) November 20, 2025
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Geopolitica
Il piano di pace degli Stati Uniti propone all’Ucraina di «rinunciare alla sovranità»
Un piano di pace elaborato dagli Stati Uniti, apparentemente in stretta consultazione con Mosca, è stato presentato questa settimana a Kiev dall’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff. Secondo quanto rivelato da Axios e Financial Times, la bozza di 28 punti imporrebbe all’Ucraina concessioni così pesanti da essere considerate da numerose fonti una vera e propria capitolazione e una rinuncia di fatto alla sovranità nazionale.
Il documento prevede la cessione definitiva delle aree del Donbass ancora controllate da Kiev, il dimezzamento delle forze armate ucraine, la rinuncia a categorie fondamentali di armamenti e una netta riduzione dell’assistenza militare americana. Include inoltre il riconoscimento del russo come lingua ufficiale e il ripristino dello status ufficiale per la Chiesa ortodossa ucraina legata al Patriarcato di Mosca, repressa dall’attuale governo Zelens’kyj.
Lo Witkoff avrebbe chiesto esplicitamente al presidente ucraino – che ieri ha incontrato un alto ufficiale statunitense – di accettare questi termini.
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Mosca non ha né confermato né smentito l’esistenza del piano. Il portavoce Dmitrij Peskov ha dichiarato che non c’è «nulla di nuovo» rispetto ai colloqui già intercorsi tra Putin e Trump in Alaska, mentre il negoziatore russo Kirill Dmitriev ha sottolineato ad Axios che la posizione russa «è stata davvero ascoltata» e che l’intesa va ben oltre un semplice cessate il fuoco.
Un funzionario della Casa Bianca ha riferito a Politico che l’accordo potrebbe essere finalizzato entro la fine del mese, o addirittura già nel corso di questa settimana.
I dirigenti russi continuano a ribadire che qualsiasi soluzione duratura dovrà garantire la neutralità permanente dell’Ucraina, la sua esclusione definitiva dalla NATO, la smilitarizzazione, la denazificazione e il riconoscimento dell’attuale realtà territoriale.
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Immagine di Le Commissaire via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Gli USA stanno segretamente elaborando con la Russia un nuovo piano di pace per l’Ucraina
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Mosca ha ribadito che un accordo stabile deve salvaguardare le sue priorità in termini di sicurezza. Dmitriev si è detto «moderatamente fiducioso» sulla bozza americana, notando: «Abbiamo l’impressione che la prospettiva russa sia stata finalmente presa in considerazione».Understand Witkoff-Yermak talks tomorrow in Turkey called off. Witkoff might not have been aware of the scandal he was walking into when agreeing the meeting, I’m told.
— Oliver Carroll (@olliecarroll) November 18, 2025
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