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Salute

I malori della 27ª settimana 2024

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Domus de Maria, provincia del Sud Sardegna: «Malore mentre fa il bagno in Sardegna, Francesco Fregni muore a 43 anni davanti a moglie e figli». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Caserta: «Reggia di Caserta, operaio muore a causa di un malore». Lo riporta Sky TG 24.

 

Caorle, città metropolitana di Venezia: «Malore fatale in spiaggia. Il 74enne muore sotto gli occhi della moglie». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Jesolo, città metropolitana di Venezia: «Malore in spiaggia, perde la vita una 70enne Svizzera». Lo riporta Veneto Orientale Informazione.

 

Casalabate, provincia di Lecce: «Malore in acqua, muore sub di 67 anni». Lo riporta RaiNews.

 

Terni: «Malore al lavoro, muore il cardiologo». Lo riporta La Nazione.

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Fermo: «Malore improvviso, è morto». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Fermo: «Malore durante la rassegna in piazza Azzolino a Fermo, muore». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Pecorile, provincia di Modena: «Malore lungo la strada. Ciclista muore a 76 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Grosseto: «Malore durante immersione, morto sub 65enne a Grosseto». Lo riporta l’agenzia ANSA.

 

San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno: «Morto stroncato da un malore mentre passeggia sulla spiaggia di San Benedetto». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Legano, città metropolitana di Milano: «Malore in strada, 41enne morto a Sesto Calende». Lo riporta La Prealpina.

 

Ancona: «Il malore, l’arrivo dei soccorsi e quello (purtroppo inutile) dell’eliambulanza: anziano muore nella sua abitazione». Lo riporta AnconaToday.

 

Lucca: «Imprenditore colto da malore muore alla festa in paese». Lo riporta La Nazione.

 

Ciampino, città metropolitana di Roma: «Uomo accusa un malore e muore davanti alla moglie e al figlio». Lo riporta Castelli Notizie.

 

Porto San Giorgio, provincia di Fermo: «Fatale un malore mentre era nella sua abitazione». Lo riporta Il Corriere Adriatico.

 

Brugherio, provincia di Monza e della Brianza: «Donna muore in strada per malore». Lo riporta MonzaToday.

 

Caserta: «Colto da malore in piazza Vanvitelli, morto un 50enne: inutili i soccorsi del 118». Lo riporta Il Mattino.

 

Empoli, città metropolitana di Firenze: «Tragedia durante le vacanze: 52enne muore per un malore». Lo riporta La Nazione.

 

Novara: «Addio alla giovane colta da una malore mentre lavorava all’assessorato all’Istruzione». Lo riporta La Stampa.

 

Terricciola, provincia di Pisa: «Morto per un malore: era un ex carabiniere». Lo riporta Il Tirreno.

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Solesino, provincia di Padova: «Morta l’ex gelataia di Solesino colta da un malore fatale dopo l’incidente». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Sesto Calende, città metropolitana di Milano: «Malore in strada sotto il sole in una giornata di forte caldo: 41enne soccorso dai passanti, morto in ospedale». Lo riporta il Corriere Milano.

 

Fontanafredda, provincia di Pordenone: «Muore stroncato da un malore improvviso: l’imprenditore 48enne trovato agonizzante in giardino dal fratello». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Priverno, provincia di Latina: «Stroncato da un malore a 37 anni davanti ai clienti del locale: disposta l’autopsia». Lo riporta Il Messaggero.

 

Monte Cengio, provincia di Vicenza: «Malore fatale per un alpinista 51enne di Malo. A trovarlo esanime il compagno di cordata». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Monsano, provincia di Ancona: «Malore fatale, muore davanti ai familiari: atterra l’eliambulanza, soccorsi inutili». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Arpino, provincia di Frosinone: «Malore improvviso in casa. Muore a 57 anni». Lo riporta Ciociaria Oggi.

 

Cossato, provincia di Biella: «Pensionato muore per un malore, inutile l’intervento dell’elisoccorso in piazza del mercato». Lo riporta La Stampa.

 

Trieste: «Malore fatale in piazza Hortis, morto in strada». Lo riporta TriestePrima.

 

Piraino, città metropolitana di Messina: «Ragazzo di 17 anni ha un malore e muore annegato in una piscina di un camping». Lo riporta La Sicilia.

 

Casale Monferrato, provincia di Alessandria: «Fatale un malore nella notte muore un 29enne». Lo riporta Il Piccolo – Alessandria.

 

Frosinone: «12enne muore in pochi minuti stroncato da malore». Lo riporta Meteoweb.

 

San Salvo, provincia di Chieti: «Malore al lavoro, operaio muore sul lungomare di San Salvo». Lo riporta Chiaro Quotidiano.

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Grossetto: «Annunciatrice TV stroncata da un malore». Lo riporta La Nazione.

 

La Spezia: «Malore nella notte, muore padre di 38 anni». Lo riporta la Città della Spezia.

 

Torino: «Si ferma in autogrill e muore: camionista ha un malore durante una sosta». Lo riporta cronacaqui.it.

 

Como: «Stroncato da un malore a 50 anni Raccolta fondi degli amici per la famiglia». Lo riporta La Provincia di Como.

 

Parre, provincia di Bergamo: «Malore a Parre: soccorsi due operai». Lo riporta L’Eco di Bergamo.

 

Paderno, città metropolitana di Milano: «Stroncato da malore per strada a Palazzolo: morto un 68enne». Lo riporta Il Notiziario.

 

Brasile: «Il lifting ai glutei e il malore fatale: muore influencer di 33 anni». Lo riporta Il Giornale.

 

Torino: «Colto da malore nel cimitero di Torino dove rimane per tre giorni: 84enne salvato dai carabinieri». Lo riporta TorinoToday.

 

Belluno: «Morto per un malore don Fabio: trovato sotto un ponte sul Piave, era uscito sabato pomeriggio». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Alpago, provincia di Belluno: «Malore fatale mentre è nel bosco: muore un 63enne alpagoto». Lo riporta News in Quota.

 

Pontecorvo, provincia di Frosinone: «Malore lungo il torrente, muore davanti al figlio: tragedia a Sant’Oliva». Lo riporta Il Messaggero.

 

Caserta: «Malore durante il concerto: persona soccorsa dalla Protezione civile». Lo riporta CasertaToday.

 

Milazzo, città metropolitana di Messina: «Maestra muore durante le vacanze in Sicilia:ha un malore in mare e muore annegata». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Pero, città metropolitana di Milano: «Cade dopo malore mentre si allena nella palestra di roccia: grave ragazza di 20 anni». Lo riporta Il Giorno.

 

Foggia: «Ha un malore mentre fa jogging al Parco San Felice: rianimato da un passante». Lo riporta FoggiaToday.

 

Venezia: «Si tuffa nudo in canale e gli viene un malore». Lo riporta VeneziaToday.

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Argenta, provincia di Ferrara: «Malore e paura al mercato. Ausl precisa: “Siamo intervenuti in 25 minuti”». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Grado, provincia di Gorizia: «Due barche spiaggiate dallo scirocco a Grado, malore per ragazza di 16 anni». Lo riporta Il Goriziano.

 

Lugano, Svizzera: «Carona, malore mentre cammina nei boschi: elisoccorso per un 49enne». Lo riporta L’Eco di Bergamo.

 

Fano, provincia di Pesaro e Urbino: «Malore in piscina, ore di apprensione a Fano per l’avvocato». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Lame Rosse di Fiastra, provincia di Macerata: «Malore di una escursionista». Lo riporta l’agenzia ANSA.

 

Capo Verde: «Malore in aereo. Medico bassanese salva il passeggero». Lo riporta Il Giornale di Vicenza.

 

Pisa: «Si sente male sulla Torre di Pisa: recuperata dai Vigili del fuoco». Lo riporta PisaToday.

 

Vazzola, provincia di Treviso: «Malore alla guida, finisce fuori strada con lo scooter: grave al Ca’ Foncello». Lo riporta TrevisoToday.

 

Perugia: «Accusa un malore in stazione, 66enne salvato dalla Polfer». Lo riporta PerugiaToday.

 

Cortina, provincia di Belluno: «Malore improvviso, l’intervento degli eroi per caso guidati al telefono dal Suem 118 (e con il defibrillatore)». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Bolzano: «Tentato furto al supermercato: aggredito il vigilante e malore per un ragazzo diversamente abile». Lo riporta TrentoToday.

 

Ancona: «Malore sulla spiaggia, arriva il quad del personale sanitario: donna trasportata all’ospedale». Lo riporta AnconaToday.

 

Ozzano dell’Emilia, città metropolitana di Bologna: «Sessantenne colto da malore mentre cerca di rubare gasolio». Lo riporta èTV Rete7.

 

Lucca: «”Mi vuoi sposare?”, il “sì” al Summer Festival dopo un malore». Lo riporta La Nazione.

 

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Autismo

Tutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?

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Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha difeso le sue affermazioni espresse venerdì durante una riunione di gabinetto, dopo che alcuni critici lo avevano accusato di suggerire un legame tra circoncisione e autismo. Successivamente ha precisato che si riferiva al paracetamolo (Tylenol) somministrato ai neonati dopo la circoncisione, non alla procedura stessa.   In precedenza, il presidente Donald Trump aveva sostenuto parti di questa teoria, invitando le donne in gravidanza a evitare il Tylenol e sottolineando la necessità di valutarne la sicurezza.   «Due studi indicano che i bambini circoncisi precocemente presentano un tasso di autismo doppio», ha dichiarato Kennedy durante la riunione. «Non è una prova definitiva. Stiamo conducendo studi per verificarla», ha aggiunto Kennedy.

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Le sue parole hanno scatenato reazioni immediate. Il deputato Jerrold Nadler ha scritto su X che «l’ossessione di Kennedy per le teorie del complotto ha nuovamente superato il limite, sconfinando in un territorio pericoloso e antisemita». Il dottor Peter Hotez, dottore ultravaccinista che rifiuta i confronti e chiede l’esercito contro gli antivaccinisti definiti come «grande forza omicida», ha definito la teoria «assurda». La ricercatrice sull’autismo Helen Tager-Flusberg ha dichiarato: «Niente di tutto ciò ha senso». A settembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito che non esistono prove scientifiche conclusive che colleghino il paracetamolo in gravidanza all’autismo.   Kennedy ha poi risposto su X, citando uno studio danese del 2015 che mostrava tassi di autismo più alti nei ragazzi circoncisi. Ha sostenuto che lo studio indica il paracetamolo come probabile causa, sottolineando che può provocare danni neurologici se combinato con lo stress ossidativo, definendo le prove «schiaccianti».   Kennedy ha accusato i media di distorsione: «USA Today ha riportato in modo parziale le mie parole, usando un’inquadratura fuorviante. Il New York Post ha completamente travisato il mio discorso con il suo titolo, insinuando che avessi detto che la circoncisione causa l’autismo».  

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Travisato o no, lo studio danese, intitolato «Ritual circumcision and risk of autism spectrum disorder in 0- to 9-year-old boys: national cohort study in Denmark» («Circoncisione rituale e rischio di disturbo dello spettro autistico nei bambini da 0 a 9 anni: studio di coorte nazionale in Danimarca») esiste.   «Abbiamo confermato la nostra ipotesi secondo cui i ragazzi sottoposti a circoncisione rituale potrebbero correre un rischio maggiore di sviluppare ASD», cioè il disturbo dello spettro autistico, scrive lo studio dei ricercatori Morten Frisch e Jacob Simonsen. «Questa scoperta, e l’inaspettata osservazione di un aumento del rischio di disturbo da iperattività tra i ragazzi circoncisi in famiglie non musulmane, meritano attenzione, soprattutto perché i limiti dei dati hanno molto probabilmente reso le nostre stime di rischio per attività fisica conservative. Considerata la diffusa pratica della circoncisione non terapeutica nell’infanzia e nella prima infanzia in tutto il mondo, gli studi di conferma dovrebbero essere considerati prioritari».   Un altro studio del 2013, «Prenatal and perinatal analgesic exposure and autism: an ecological link» («Esposizione prenatale e perinatale ad analgesici e autismo: un legame ecologico») esplorava «larelazione tra l’esposizione precoce neonatale al paracetamolo e l’autismo/ASD, i tassi di prevalenza media ponderata della popolazione maschile per tutti i paesi disponibili e gli stati degli Stati Uniti sono stati confrontati con i tassi di circoncisione maschile, una procedura per la quale il paracetamolo è stato ampiamente prescritto dalla metà degli anni Novanta», concludendo che «l’analisi ha identificato correlazioni a livello nazionale tra indicatori di esposizione prenatale e perinatale al paracetamolo e autismo/ASD. È stata inoltre identificata una correlazione a livello statale per l’indicatore di esposizione perinatale al paracetamolo e autismo/ASD.   La questione va molto al di là del problema dell’autismo, e riguarda la civiltà occidentale stessa, che ha rifiutato la circoncisione sin dai primissimi anni della cristianità. Scrive la lettera di San Paolo ai Romani: «La circoncisione è utile se tu segui la Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. Se dunque l’incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata come circoncisione? e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. Non è adunque quello che apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; ma il Giudeo è quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la cui lode non è dagli uomini ma da Dio» (Rm, 2, 25-29).   Strano che il mondo «laico», che ritiene il battesimo dei bambini come una forzatura religiosa su di una persona che non può decidere in autonomia, non abbia niente da dire contro questa oscena mutilazione genitale infantile – e dobbiamo ancora trovare qualcuno che ci convinca del fatto che la circoncisione sia diversa dall’infibulazione, quella sì, per qualche motivo, invisa alla società.   «Il taglio genitale non terapeutico priva il bambino, quando diventerà l’adulto, dell’opportunità di rimanere geneticamente immodificato (o intatto)» hanno scritto due bioeticisti oxoniani i due bioeticisti Lauren Notini e Brian D. Earp «Plausibilmente, la persona le cui “parti private” saranno permanentemente influenzate dal taglio dovrebbe avere la possibilità di valutare se è ciò che desidera, alla luce delle loro preferenze e valori a lungo termine»   Di fatto, l’individuo circonciso perde per sempre la sua integrità, vedendosi amputata una parte del corpo straordinariamente ricca di terminazione nervose, che sono quelle che danno il piacere durante l’atto sessuale.

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C’è poi la questione della sicurezza dell’operazione mutilativa: i casi di bambini morti per circoncisione abbondano, anche in Italia, Nel 2023 bambino nigeriano è morto pochi giorni fa in zona Castelli Romani dopo una circoncisione fatta in casa. A Tivoli, nel 2018, morì un altro bambino nigeriano di appena due anni: aveva subito la circoncisione da parte di un sedicente medico; in quel caso, almeno, si salvò il gemello, portato d’urgenza in ospedale. Reggio Emilia, marzo 2019: neonato di famiglia ghanese, cinque mesi, morto dopo «diverse ore di agonia». Monterotondo, provincia di Roma, tre mesi prima: bimbo nigeriano di due anni morto per lo stesso motivo. Genova, aprile 2019, neonato morto nel quartiere Quezzi, e condannato a otto anni di carcere il nigeriano 34enne che aveva eseguito il taglio del prepuzio. Torino, giugno 2016: bebè di genitori ghanesi, circonciso in casa, morto in ospedale. Treviso, ottobre 2008: bimbo di due mesi morto per emorragia. Bari, luglio 2008: bambino deceduto per grave emorragia, «causata probabilmente da circoncisione fatta a domicilio».   Secondo dati ripetuti in questi giorni da tutti i giornali, le circoncisioni clandestine in Italia costituirebbero il 40% del totale. Su più di 15.000 circoncisioni richieste all’anno solo 8.500 vengono eseguite su territorio nazionale, mentre 6.500 operazioni di taglio del prepuzio sono effettuate nei Paesi d’origine dove gli immigrati tornano per «turismo etnico» (talvolta, come si è appreso, anche quando si dichiarano «rifugiati» e stanno facendo il percorso burocratico per essere riconosciuti tali totalmente a spese del contribuente italiano).   Secondo una sigla di medici stranieri operanti in Italia, il 99% delle famiglie musulmane circoncide il bambino quando ha ancora pochi mesi. La realtà è che tuttavia la circoncisione è di fatto istituzionalizzata grazie agli accordi tra lo Stato italiano e la minoranza ebraica.   Come riportato in passato da Renovatio 21, grazie alla legge 101 del 1989 che ratifica l’intesa tra l’Italia e le comunità ebraiche italiane, i maschi di religione ebraica e musulmana possono usufruire di alcuni progetti «clinico-culturali» ed essere circoncisi per 400 euro da un medico in regime di attività libero professionale. La prestazione è da considerarsi al di fuori dei LEA (Livelli essenziali assistenziali). Tra i sottoscrittori il Policlinico Umberto I di Roma, l’Associazione internazionale Karol Wojtyla, la Comunità ebraica di Roma e il Centro islamico culturale d’Italia.   La pressione ebraica si dice abbia fatto cambiare rotta anche all’Islanda, che aveva tentato di liberarsi della pratica barbara. Si tratta della stessa procedura per cui ora, per aver parlato della circoncisione, Kennedy è definito «antisemita».   «Ogni individuo, non importa di che sesso o di quanti anni dovrebbe essere in grado di dare il consenso informato per una procedura che è inutile, irreversibile e può essere dannosa», aveva dichiarato nel 2018 la deputata Silja Dögg Gunnarsdóttir, 44 anni, del Partito progressista dell’Althing, il Parlamento islandese. «Il suo corpo, la sua scelta». «Autonomia» corporale: è lo slogan delle femministe e dell’aborto. È un dogma inscalfibile del mondo moderno.   Il disegno di legge non passò, perché le microcomunità ebraiche e musulmane alzarono un polverone: «l’impatto di questa legge sarebbe sentito molto al di là dei confini dell’Islanda», scriveva una lettera dello spaventatissimo Comitato degli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, spiegando che la «mossa renderebbe l’Islanda la prima e unica nazione europea a mettere fuori legge la circoncisione. Mentre le popolazioni ebraiche e musulmane in Islanda possono essere poco numerose, il divieto di questo paese sarebbe sfruttato da coloro che alimentano la xenofobia e l’antisemitismo in Paesi con popolazioni più diversificate».   La circoncisione nel mondo è tollerata, forse, anche per la sua straordinaria diffusione presso la popolazione americana. Contrariamente a ciò che possono pensare beceramente alcuni, la questione in nessun modo è legata ai rapporti tra l’ebraismo e gli USA. La fonte della pratica è la stessa dei cereali che con probabilità il lettore consuma il mattino: John Harvey Kellogg (1852-1943).

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Il Kellogg era un dottore nutrizionista, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica. Tuttavia, un pensiero lo ossessionava: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile.   Ecco quindi che raccomandò la circoncisione come rimedio: si taglia subito il prepuzio al bambino e lui non si toccherà crescendo. La cosa ancora più allucinante è che anche i cereali da lui commerciati (da qualche mese di proprietà della Ferrero) avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.   Kellogg, che come si è visto godeva di una certa influenza, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. Il Kelloggo, inoltre, scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai allo Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.   L’America odierna, e il mondo tutto, si trova quindi ancora alle prese con l’eredità di questo tizio: circoncisione e colazione con cereali tostati. L’eugenetica, nel frattempo, la si fa con le provette.   Menzogne, follie, droghe, violenze, aberrazioni: ci spaventiamo se un mondo del genere affoga ogni giorno di più nello tsunami dell’autismo?   Roberto Dal Bosco  

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  Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
   
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Big Pharma

Bayer punta sulla cura del Parkinson dopo decenni di vendita di prodotti come il glifosato legati alla malattia

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Bayer sta avviando una sperimentazione clinica di Fase 3 per un trattamento del Parkinson a base di cellule staminali attraverso la sua controllata BlueRock, nonostante l’azienda stia affrontando migliaia di cause legali relative ai pesticidi collegati alla malattia. Questa mossa evidenzia il duplice ruolo di Bayer nel contribuire al Parkinson e nel cercare di trarne profitto.

 

Bayer sta lanciando un nuovo trattamento sperimentale per il morbo di Parkinson, nonostante il colosso farmaceutico e chimico continui a trarre profitto dalla vendita di pesticidi collegati alla malattia.

 

La società ha annunciato la scorsa settimana che la sua sussidiaria BlueRock Therapeutics LP ha avviato una sperimentazione clinica di fase 3 per il bemdaneprocel, un farmaco progettato per sostituire le cellule cerebrali produttrici di dopamina uccise dalla malattia neurodegenerativa.

 

Il farmaco deriva da cellule staminali impiantate chirurgicamente nel cervello di una persona affetta dal morbo di Parkinson. Una volta impiantate, le cellule staminali possono svilupparsi in neuroni dopaminergici maturi, contribuendo a riformare le reti neurali colpite dal Parkinson.

 

Ripristinano «potenzialmente» la funzionalità motoria e non motoria dei pazienti. Il farmaco è stato approvato dalla Food and Drug Administration statunitense nel 2021.

 

Bemdaneprocel sarà probabilmente disponibile sul mercato tra anni, eppure Bayer sta investendo molto nelle infrastrutture produttive per i futuri prodotti di terapia cellulare e genica. Parte di questo sforzo include la costruzione di uno stabilimento da 250 milioni di dollari in California, secondo Reuters.

 

Le tecnologie di terapia cellulare e genica contro il cancro stanno già generando profitti per altre aziende, ma BlueRock è la prima azienda a portare una terapia cellulare per il Parkinson alla fase 3 degli studi clinici.

 

Le difficoltà finanziarie della Bayer derivano in parte dai brevetti scaduti su due dei suoi farmaci di successo: l’anticoagulante Xarelto e il medicinale per gli occhi Eylea.

 

Ma i maggiori problemi finanziari di Bayer sono radicati nell’acquisizione di Monsanto nel 2018, secondo Reuters. Il glifosato, un diserbante di Monsanto, è collegato al cancro e al Parkinson, le stesse malattie da cui Bayer potrebbe trarre profitto con un nuovo trattamento.

 

Finora, Bayer ha pagato circa 11 miliardi di dollari per risolvere le cause legali relative al glifosato e si stima che siano ancora pendenti 67.000 cause legali nei suoi confronti.

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Molti dei pesticidi della Bayer sono collegati al Parkinson

Il morbo di Parkinson è il disturbo neurologico in più rapida crescita al mondo, caratterizzato dalla perdita di neuroni nella parte del cervello che produce dopamina e che è responsabile del controllo motorio.

 

Sebbene non esista una cura nota per il Parkinson, esistono alcune cause note. Studi dimostrano che l’esposizione a diversi pesticidi è fortemente correlata allo sviluppo della malattia.

 

I collegamenti più ampiamente segnalati tra pesticidi e morbo di Parkinson riguardano l’erbicida paraquat della Syngenta.

 

Attraverso un’indagine sui documenti interni di Syngenta, il giornalista Carey Gillam ha rivelato che l’azienda era consapevole che il suo pesticida causava cambiamenti neurologici che sono il segno distintivo della malattia, ma lavorava segretamente per insabbiare le prove scientifiche del collegamento.

 

Tuttavia, studi recenti collegano anche l’esposizione ad altri pesticidi alla malattia.

 

Numerosi studi di casi, uno studio epidemiologicostudi sugli animali e recenti studi che esaminano molteplici esposizioni a pesticidi dimostrano che il glifosato, una nota neurotossina, probabilmente gioca un ruolo nel Parkinson.

 

Tuttavia, gli scienziati che scrivono sulle più importanti riviste mediche affermano che sono necessarie ulteriori ricerche e una migliore regolamentazione, citando il legame poco studiato tra glifosato e Parkinson come esempio paradigmatico del problema.

 

Parte del problema, affermano, è che sono le aziende produttrici di pesticidi a condurre la maggior parte delle ricerche, e la maggior parte di queste riguarda singoli pesticidi in modo isolato.

 

Nuove prove dimostrano che il Parkinson è anche – e forse più frequentemente – collegato all’esposizione a «cocktail» di pesticidi. Questi causano «una neurotossicità maggiore per i neuroni dopaminergici rispetto a qualsiasi singolo pesticida», perché i diversi pesticidi hanno meccanismi d’azione diversi. Se combinati, possono causare danni neurologici maggiori.

 

Una ricerca pubblicata su Nature Communications ha esaminato la storia dell’esposizione chimica dei pazienti affetti da Parkinson e ha identificato 53 pesticidi implicati nella malattia.

 

Tra le 10 sostanze chimiche identificate come direttamente tossiche per i neuroni collegate al Parkinson figurano pesticidi, erbicidi e fungicidi prodotti dalla Bayer.

 

Tra questi ci sono l’endosulfan, prodotto dall’azienda ma gradualmente eliminato in risposta alle pressioni internazionali; il diquat, un ingrediente chiave utilizzato dalla Bayer per sostituire il glifosato nel Roundup e vietato nell’UE, nel Regno Unito e in Cina; e i fungicidi contenenti solfato di rame e folpet.

 

Un altro studio ha identificato l’esposizione a lungo termine a 14 pesticidi con un aumento del rischio di morbo di Parkinson nelle persone che vivono nella regione delle Montagne Rocciose e delle Grandi Pianure.

 

I tre pesticidi con l’effetto più forte sono stati simazina, atrazina e lindano. Bayer produce diversi pesticidi contenenti simazina e atrazinaBayer in precedenza utilizzava il lindano nei suoi prodotti, ma ne ha gradualmente eliminato l’uso come pesticida agricolo negli Stati Uniti.

 

Bayer è una delle quattro aziende, insieme a Syngenta, Corteva e BASF, che controllano da anni il mercato mondiale dei pesticidi.

 

Negli Stati Uniti, l’azienda ha tentato di proteggersi da ulteriori contenziosi sui rischi per la salute causati dai suoi prodotti chimici, sostenendo una legislazione a livello federale e statale che renderebbe più difficile per gli stati regolamentare i pesticidi o per le persone danneggiate dai prodotti agrochimici fare causa ai produttori.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 1 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Immagine di Mister F. via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-SA 2.0

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Salute

Oltre 1 miliardo di persone vive nelle baraccopoli

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Ogni anno, il primo lunedì di ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’habitat, dedicata a riflettere sullo stato delle città e sul diritto universale a un alloggio dignitoso.   Si prevede che la percentuale di persone che vivono nelle aree urbane aumenterà nei prossimi decenni. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, oggi il 57% della popolazione mondiale risiede in città, ma entro il 2050 questa quota potrebbe raggiungere il 68%, spinta dall’urbanizzazione in corso in Asia e Africa.   Tuttavia, in queste regioni l’espansione urbana è spesso non pianificata e forzata, con infrastrutture carenti o inadeguate. Di conseguenza, gran parte della crescita avviene in baraccopoli, aree di abitazioni precarie e insalubri segnate da estrema povertà.

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Negli ultimi vent’anni, secondo le stime delle Nazioni Unite, il numero di persone che vivono in baraccopoli è passato da 895 milioni a 1,1 miliardi.   Come illustrato da Valentine Fourreau di Statista in un grafico, le regioni più colpite da queste condizioni abitative precarie sono l’Africa subsahariana e l’Asia meridionale, dove nel 2022 circa il 50% della popolazione urbana viveva in baraccopoli (rispetto al 23% a livello globale).   Infographic: Over 1 Billion People Live in Slums | Statista Troverete altre infografiche su Statista   La mappa evidenzia che questa percentuale supera i due terzi della popolazione urbana in Paesi come il Sud Sudan (94,2%), il Mali (92,5%) e l’Afghanistan (71,6%). In Pakistan e Laos, oltre il 50% degli abitanti delle città viveva in baraccopoli. In India, la quota è scesa al 41,5% nel 2022, rispetto al 55% del 2002.  

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