Geopolitica
Gran Bretagna pericolosa: avvisi di viaggio emessi in tutto il mondo
Diversi Paesi, tra cui Australia, Malesia e Indonesia, hanno diramato avvisi di sicurezza ai propri cittadini in merito ai viaggi in Gran Bretagna, alla luce delle diffuse proteste anti-immigrazione in tutto il Paese.
Nel fine settimana, in tutta la Gran Bretagna si sono verificate numerose manifestazioni violente, con scontri tra manifestanti anti-immigrazione e polizia in seguito all’omicidio di tre bambini da parte di un adolescente di origine africana la scorsa settimana.
Secondo quanto riportato dai media, almeno cinque Paesi hanno diramato avvisi di viaggio ai propri cittadini.
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La Malesia è stato il primo Paese a diramare domenica un avviso ai propri cittadini nel Regno Unito, esortandoli a «stare lontani dalle aree di protesta» e a «rimanere vigili».
L’ambasciata indonesiana a Londra ha lanciato un appello simile, esortando i cittadini nel Regno Unito a essere cauti, soprattutto se viaggiano o svolgono attività fuori casa, e a «evitare grandi folle e luoghi che potrebbero trasformarsi in luoghi di ritrovo per masse o gruppi di dimostranti».
La Nigeria ha emesso un’allerta di viaggio lunedì, avvisando i suoi cittadini che hanno intenzione di visitare il Regno Unito che le manifestazioni in alcune parti del Regno Unito sono state «grandi e in alcuni casi indisciplinate» e che «c’è un rischio maggiore di violenza e disordini».
Nel suo avviso di lunedì, il governo australiano ha anche consigliato ai suoi cittadini di «esercitare un alto grado di cautela», affermando: «Evitare le aree in cui si verificano proteste a causa del potenziale rischio di disordini e violenza».
— UAE Embassy UK (@UAEEmbassyUK) August 5, 2024
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Lunedì, il comunicato ufficiale dell’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Londra ha esortato i cittadini del Paese a «adottare le precauzioni necessarie ed evitare le aree affollate».
L’India è l’ultima nazione ad aver emesso un avviso. Martedì mattina, l’Alto Commissariato dell’India a Londra avrebbe dichiarato di «monitorare attentamente la situazione» e di aver avvertito i cittadini indiani di «restare vigili e prestare la dovuta cautela durante i viaggi nel Regno Unito» e di evitare qualsiasi area in cui potrebbero aver luogo proteste.
Decine di città e cittadine britanniche sono state scosse da proteste contro l’immigrazione e l’Islam da lunedì scorso, quando un adolescente britannico di origine ruandese ha accoltellato a morte tre bambini e ne ha feriti altri dieci nella città di Southport, vicino a Liverpool.
Secondo quanto riportato dai media, oltre 400 persone sono state arrestate dopo le rivolte che hanno scosso Liverpool, Bristol, Manchester, Hull, Belfast, Stoke e altre città del Regno Unito.
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Immagine di Simply south via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Trump in pochi giorni ha fatto per la tregua a Gaza più di Biden in un anno e mezzo. Senza essere ancora alla Casa Bianca
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Geopolitica
L’inviato di Trump ha avuto un «incontro teso» con Netanyahu
L’inviato in Medio Oriente del presidente eletto Donald Trump, il miliardario magnate immobiliare Steve Witkoff, ha tenuto un incontro «teso» con il primo ministro Beniamino Netanyahu l’11 gennaio. Lo riporta il Times of Israel, che cita fonti anonime.
Secondo quanto riportato dal giornale israeliano, Witkoff avrebbe «fatto pressioni» sul premier dello Stato Ebraico affinché accettasse i compromessi necessari per garantire un accordo sugli ostaggi entro l’insediamento presidenziale statunitense del 20 gennaio, hanno affermato due funzionari anonimi.
La pressione di Witkoff su Netanyahu sembra aver avuto effetto, con i due funzionari a conoscenza delle negoziazioni che hanno affermato che le lacune chiave sono state colmate durante i colloqui del fine settimana.
Nel frattempo, Al Jazeera ha citato due osservatori informati, uno arabo e l’altro israeliano, che hanno attribuito a Trump il merito di essere il nuovo fattore che ha spinto Israele più vicino a un accordo.
«La differenza principale qui è la nuova variabile che è entrata nell’equazione, ovvero Donald Trump… è chiaramente lui a guidare questo cessate il fuoco», ha detto ad Al Jazeera Mohamad Elmasry, professore di studi sui media al Doha Institute for Graduate Studies. «Ci saranno un sacco di urli e grida da parte dell’amministrazione Biden su come hanno fatto passare questo cessate il fuoco, supponendo che si concretizzi, ma la realtà è che è stato Trump a spingere».
L’esperto del Qatar ha detto che Trump è stato «molto duro» con Netanyahu negli ultimi giorni, citando un video che Trump ha condiviso sulla sua piattaforma Truth Social che mostra l’accademico Jeffrey Sachs che attacca il primo ministro israeliano per la sua visione di politica estera. «Penso che tutti ora siano abbastanza ottimisti sul fatto che riusciremo a tagliare il traguardo», ha detto Elmasry.
Come noto, il Sachs nel video condiviso da Trump chiamava il Netanyahu «deep dark son of a bitch», cioè «figlio di puttana profondamente oscuro».
Trump just posted this link of Jeffery Sachs calling Benjamin Netanyahu “a dark son of a bitch”. Never thought that would happen. Maybe Trump didn’t watch the whole
video (as the piece I’m posting is at the end of the video Trump posted) or there could be some internal… pic.twitter.com/sk6HrPgppZ— Larry McDonald (@FlakesOfGold) January 8, 2025
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Alon Liel, ex direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, ha detto che un accordo di cessate il fuoco a Gaza «sembra che accadrà molto presto». «La sensazione è che questa volta non ci sia scelta», ha detto ad Al Jazeera, parlando da Tel Aviv. «Dobbiamo assecondarlo perché la pressione internazionale, o per essere più precisi, la pressione americana, è raddoppiata. Ora ci stanno lavorando due presidenti, Biden e Trump insieme, che fanno pressione… e sembra molto efficace sul nostro governo di destra». C’è un «grande cambiamento» nell’umore di Israele nelle ultime settimane e la politica interna non sembra essere un ostacolo al completamento di un accordo, ha aggiunto Liel.
Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa il Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump.
Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.
Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
Gli inviti alla moderazione ad Israele e gli attacchi diretti a Netanyahu possono costare a Trump una grossa parte dell’elettorato evangelico USA, portato su posizioni sioniste negli scorsi decenni da una teologia apocalittica che intende accelerare la venuta dell’anticristo e quindi il ritorno di Gesù Cristo.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
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