Economia
Gli attacchi dei droni ucraini alle raffinerie russe spingo i prezzi del petrolio ai massimi
Lunedì i prezzi del greggio sono saliti a 86 dollari al barile, toccando il massimo di quattro mesi, con gli esperti del settore che attribuiscono l’impennata ai dati economici della Cina e agli attacchi dei droni dell’Ucraina alle raffinerie di petrolio russe.
I futures del Brent di riferimento globale sono aumentati del 4% dalla scorsa settimana per essere scambiati a 86 dollari al barile alle 9:45 GMT, mentre il benchmark statunitense West Texas Intermediate era superiore a 81 dollari.
I prezzi del petrolio hanno toccato i livelli più alti da novembre dopo che i dati macroeconomici della Cina hanno superato le aspettative, aumentando l’ottimismo sull’economia di Pechino, dicono gli analisti di mercato.
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Secondo Rolf Habben Jansen, CEO di Hapag-Lloyd, la quinta compagnia marittima più grande del mondo, le prospettive per il commercio globale sono migliorate, nonostante la ripresa lenta della Cina e le continue interruzioni della navigazione commerciale attraverso il Mar Rosso.
«Vediamo anche che le scorte sono esaurite in molti casi e finora abbiamo visto una buona ripresa dopo il Capodanno cinese», ha detto Jansen alla CNBC lunedì.
Gli analisti hanno anche suggerito che i recenti attacchi di droni ucraini contro le raffinerie russe hanno aumentato i rischi geopolitici, spingendo al rialzo i prezzi del greggio.
Sabato gli UAV ucraini hanno preso di mira diverse raffinerie di petrolio russe, l’ultima serie di attacchi contro impianti energetici.
Gli attacchi hanno preso di mira impianti nella regione russa di Samara, a più di 1.000 chilometri dal confine ucraino. Un’unità di lavorazione ha preso fuoco nel territorio della raffineria di Rosneft a Syzran, secondo il governatore regionale Dmitry Azarov. La capacità dell’impianto è di 8,5 milioni di barili all’anno, ovvero circa 170.000 barili al giorno. Il tentativo di colpire una seconda raffineria a Novokuibyshevsk è stato intercettato, ha aggiunto il governatore.
Un altro attacco di droni è avvenuto alla raffineria di petrolio di Slavyansk-on-Kuban, nella regione meridionale di Krasnodar, in Russia, senza vittime o feriti a terra, secondo le autorità locali.
«Gli attacchi alle raffinerie russe hanno aggiunto da 2 a 3 dollari al barile di premio di rischio per il greggio la scorsa settimana, che rimane in vigore mentre iniziamo questa settimana con altri attacchi nel fine settimana», ha detto a Bloomberg Vandana Hari, fondatrice di Vanda Insights.
L’aumento dei prezzi del greggio è stato sostenuto anche dai tagli alla produzione dell’OPEC+ e dalle aspettative degli economisti di un deficit globale quest’anno.
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L’OPEC+, che comprende l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) e i suoi alleati, inclusa la Russia, ha concordato nell’ottobre 2022 di tagliare la produzione di 2 milioni di barili al giorno (equivalenti al 2% dell’offerta globale) fino alla fine del 2023, decidendo di estendere i limiti fino alla fine del 2024, nel tentativo di riequilibrare il mercato.
I prezzi del petrolio aumentano anche a causa dei continui attacchi – perfino ai russi – degli Houthi alle petroliere in transito verso il Canale di Suez.
Come riportato da Renovatio 21, secondo Goldman Sachs i costi del petrolio potrebbero raddoppiare a causa dei raid del gruppo sciita.
Secondo Fitch quest’anno il petrolio potrebbe toccare i 120 dollari al barile.
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Immagine di PROPOLI87 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Cina
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Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
Netflix avrebbe raggiunto un accordo per acquisire Warner Bros., inclusi i suoi studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max, attraverso una transazione mista in contanti e azioni che valuta Warner Bros. Discovery a un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari (valore azionario di 72 miliardi di dollari), pari a 27,75 dollari per azione.
L’intesa dovrebbe essere finalizzata nel terzo trimestre del 2026, dopo lo scorporo programmato da parte di WBD della sua divisione Global Networks in una società quotata autonoma («Discovery Global»). Questa operazione giunge a pochi mesi dalla proposta avanzata da Paramount-Skydance per rilevare WBD.
L’accordo tra Netflix e WBD fonderà la piattaforma di streaming con un catalogo secolare e con franchise iconici come i supereroi della DC Comics, Harry Potter, Game of Thrones, I Soprano e The Big Bang Theory.
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In una nota ufficiale, Netflix ha dichiarato che l’operazione espanderà la sua library di contenuti, potenzierà le capacità produttive e favorirà una crescita sostenibile nel lungo periodo: «fornendo agli utenti una gamma più vasta di serie e film di alto livello, Netflix si attende di conquistare e trattenere un maggior numero di abbonati, incrementare l’engagement e generare entrate e profitti operativi aggiuntivi. L’azienda prevede inoltre di conseguire risparmi sui costi per almeno 2-3 miliardi di dollari annui entro il terzo anno e che la fusione avrà un effetto positivo sull’utile per azione GAAP già a partire dal secondo anno».
Secondo i termini dell’accordo, ogni azione WBD sarà convertita in 23,25 dollari in contanti più 4,50 dollari in azioni Netflix. I board di entrambe le società hanno approvato l’operazione all’unanimità.
La chiusura è attesa tra 12 e 18 mesi, subordinata all’esame regolatorio e all’ok degli azionisti di WBD. All’inizio dell’anno, Netflix ha superato le controfferte, tra cui quelle di Paramount-Skydance e Comcast.
Bloomberg ha rilevato che Hollywood non accoglie con entusiasmo questo nuovo connubio tra Netflix e WBD.
Warner Bros. Discovery ha avviato negoziati esclusivi per cedere i suoi studi cinematografici e televisivi insieme a HBO Max a Netflix, stando a fonti interne alla major – un’indicazione che il colosso dello streaming ha avuto la meglio su Paramount-Skydance e Comcast. Un’intesa del genere ridisegnerebbe il settore dell’intrattenimento e rappresenterebbe un turning point strategico per Netflix, già leader per capitalizzazione a Hollywood. Paramount ha bollato il processo di cessione come «contaminato», mentre l’attrice Jane Fonda, due volte premio Oscar, ha descritto il suo potenziale effetto sull’industria con un aggettivo più severo: «catastrofico».
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Nata come servizio di noleggio DVD via posta, Netflix ha prima annientato la catena Blockbuster e ora sta replicando il colpo con Hollywood, snobbando in larga misura le uscite cinematografiche in sala. L’accordo catapulterebbe Netflix al rango di superpotenza negli studi hollywoodiani. Tuttavia, il tutto resta appeso all’approvazione dei regolatori, con il repubblicano californiano Darrell Issa che ha già espresso opposizione a qualsivoglia acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix.
L’industria cinematografica è minacciata dall’avvento dell’IA, che potrebbe presto consentire a chiunque di produrre contenuti di livello cinematografico in un click, disintegrando un’intera filiera di lavoratori che vanno dagli attori ai cineoperatori, agli addetti al casting, agli elettricisti, registi, etc.
Si spiega così la corsa di Netflix verso le IP, cioè le proprietà intellettuali: avere un personaggio conosciuto e diffuso come, ad esempio Harry Potter, anche nell’era del cinema generato dall’AI potrebbe avere un valore strategico ed economico.
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Immagine di Fourbyfourblazer via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Economia
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