Guerra cibernetica
Giovane hacker dichiara di aver preso il controllo di auto Tesla in tutto il mondo

Un giovane hacker di nome David Colombo sostiene di aver scoperto un punto debole nel software di Tesla che gli ha permesso di prendere il controllo di numerosi veicoli in tutto il mondo. Lo riporta Futurism.
Colombo lo scorso 10 gennaio ha twittato di aver ottenuto «il pieno controllo remoto di oltre 20 Tesla in dieci paesi e sembra che non ci sia modo di trovare i proprietari e segnalarglielo».
So, I now have full remote control of over 20 Tesla’s in 10 countries and there seems to be no way to find the owners and report it to them…
— David Colombo (@david_colombo_) January 10, 2022
Tesla non ha né confermato né smentito il possibile attacco hacker alla testata economica americana Bloomberg, ma il Colombo ha detto di essere in contatto con la casa automobilistica in merito alla falla di sicurezza.
Colombo lo scorso 10 gennaio ha twittato di aver ottenuto «il pieno controllo remoto di oltre 20 Tesla in dieci paesi e sembra che non ci sia modo di trovare i proprietari e segnalarglielo»
Il ragazzo si è affrettato a chiarire in un tweet di follow-up che «questa non è una vulnerabilità nell’infrastruttura di Tesla. È colpa dei proprietari».
Since these important facts seem to drown between other comments, I‘ll add them here again ????
This is not a vulnerability in Tesla‘s infrastructure. It‘s the owners faults. That‘s why I would need to report this to the owners as stated above.
[1/X]
— David Colombo (@david_colombo_) January 11, 2022
Colombo dice di aver capito come disabilitare il «Sentry Mode», una funzione di sicurezza che utilizza le numerose telecamere del veicolo per tenere d’occhio gli intrusi, oltre ad aprire portiere e finestrini.
L’hacker ha anche affermato di essere stato in grado di avviare il «Keyless Driving». «Sì, potenzialmente potrei sbloccare le porte e iniziare a guidare le Tesla», ha scritto in un tweet.
Yes, I potentially could unlock the doors and start driving the affected Tesla‘s.
No I can not intervene with someone driving (other than starting music at max volume or flashing lights) and I also can not drive these Tesla‘s remotely.
[7/7]
— David Colombo (@david_colombo_) January 11, 2022
«No, non posso intervenire con qualcuno che guida (a parte avviare la musica al massimo volume o luci lampeggianti) e non posso nemmeno guidare queste Tesla da remoto», ha scritto.
Tesla si sta interessando della vicenda, secondo Colombo, e pubblicherà un aggiornamento. Speriamo di saperne di più quanto prima.
«Questo sarà descritto più in dettaglio in un mio articolo», ha detto a Bloomberg. «Ma sono felice di vedere Tesla agire ora».
Le problematiche legate alla sicurezza e all’affidabilità dei software, sono evidenti e a volte possono essere pericolose per gli stessi guidatori o per gli altri automobilisti, tanto che, recentemente, il sistema di guida autonomo di una vettura ha scambiato la luna piena per un semaforo giallo.
L’errore in questione può apparire come una bizzarria simpatica, ma è sintomatico della non totale affidabilità dei programmi in questione allo stato attuale.
La mente va Joshua Brown, un veterano delle forze armate che era un entusiasta assoluto della sua Tesla, pubblicando video e post sulle sue funzioni. Brown rimase ucciso quando l’autopilota scambiò un autoarticolato bianco che attraversava la strada come parte del cielo, andando quindi a collidere con violenza.
Guerra cibernetica
«Grandi palle», membro DOGE, picchiato in istrada di notte da giovinastri, ma ha salvato una ragazza

Edward Coristine, membro dello staff del DOGE – il dipartimento di revisione e taglio della spesa pubblica inventato da Elone Musk ad inizio dell’amministrazione Trump – è noto al mondo per il soprannome «Big Balls», cioè «Grandi Palle», che si era dato da ragazzino (pochi anni fa: è 19enne) da qualche parte su internet, e che si è ritrovato appiccicato addosso per sempre una volta che la stampa dell’establishment lo ha scoperto.
«Big Balls», nomen omen, è intervenuto eroicamente per sventare un tentativo di furto d’auto e aggressione a mani nude a Washington poche notti fa, ma è stato picchiato da un gruppo di adolescenti criminali, la cui origine etnica non è nota.
Secondo un rapporto del dipartimento di Polizia Metropolitana di Washington, D.C., l’aggressione a Coristine è avvenuta intorno alle 3 del mattino di domenica, mentre si trovava vicino al suo veicolo con una donna. Il Coristine ha notato gli aggressori avvicinarsi e, preoccupato per l’incolumità della compagna, l’ha spinta dentro il veicolo prima di affrontare personalmente i sospettati.
🚨🇺🇸 BIG BALLS LIVED UP TO HIS NAME FIGHTING DC CARJACKERS… NOW TRUMP’S FIGHTING BACK
Edward “Big Balls” Coristine didn’t get that nickname for nothing.
Former @DOGE staffer tried to stop a carjacking and took a beating for it.
Trump’s response? Enough is enough.
“We… https://t.co/kUu6B9ZeTO pic.twitter.com/zfdDJJtswv
— Mario Nawfal (@MarioNawfal) August 5, 2025
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Lo scontro si è concluso con l’arrivo di un’auto della Polizia di Washington, costringendo i sospettati alla fuga. La polizia ha arrestato due persone sul posto, mentre Coristine ha richiesto l’intervento medico dei Vigili del Fuoco e del Servizio di Emergenza Sanitaria di Washington per le ferite riportate durante l’aggressione.
I sospettati, entrambi quindicenni di Hyattsville, Maryland, sono accusati di furto d’auto a mani nude.
In risposta all’attacco, il presidente Trump ha minacciato un’occupazione federale della capitale per frenare la criminalità inarrestabile.
Scherzato per il suo nickname – un tentativo della stampa mainstream di degradare il progetto muskiano del DOGE – il giovane ha in realtà un passato famigliare non privo di interesse storico. Suo padre è Charles Coristine, CEO dell’azienda di snack LesserEvil. Suo nonno materno, Valerij Martynov, era un tenente colonnello del KGB giustiziato dall’Unione Sovietica come agente doppio. Dopo la sua esecuzione, la vedova si trasferì con i suoi figli, tra cui la madre di Coristine, negli Stati Uniti.
La stampa lo ha attaccato perché attivo nelle comunità online note come «The Com», una rete di canali Discord e Telegram associati ad attività di criminalità informatica.
Il Big Balls, che in teoria è ancora studente universitario di ingegneria meccanica e fisica. La sua laurea dovrebbe arrivare nel 2028. Il suo curriculum è già pieno di roba: ha lavorato per l’azienda di chip cerebrali di Musk Neuralink, nonché per società di Cybersecurity, prima di divenire il più giovane membro del DOGE. Sarebbe ora anche advisor dell’Homeland Security (o DHS, il dipartimento di Sicurezza Nazionale creato dopo l’11 settembre) e membro dello staff della CISA (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) componente del DHS responsabile della sicurezza informatica e della protezione delle infrastrutture a tutti i livelli di governo, coordinando i programmi di sicurezza informatica con gli stati degli Stati Uniti e migliorando le protezioni di sicurezza informatica del governo contro gli hacker privati e degli stati nazionali.
«Big Balls è un eroe per aver pensato rapidamente, aver salvato la sua compagna da un destino terribile e aver sopportato il peso di un brutale pestaggio» ha scritto Tucker Carlson riguardo all’aggressione subita di recente, e alla eroica difesa della donna che era con lui. «Domenica, il diciannovenne si è guadagnato il diritto di portare il pesante fardello di un soprannome così potente. Gli auguriamo una pronta guarigione».
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Immagine da Twitter
Guerra cibernetica
Deputato russo denuncia: USA e britannici dietro l’attacco informatico ad Aeroflot

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Guerra cibernetica
Microsoft toglie i servizi ad una raffineria indiana di proprietà russa. Il tribunale ordina di ripristinarli

Microsoft ha ripreso a fornire servizi digitali essenziali alla raffineria indiana Nayara Energy dopo che quest’ultima ha citato in giudizio il gigante tecnologico statunitense presso l’Alta Corte di Delhi. La vicenda è di estremo interesse per quanto riguarda la questione della sovranità digitale, di fatto impedita quando si usa software straniero di colossi che sfuggono ai controlli.
Nayara, una società in parte posseduta dalla russa Rosneft, ha dichiarato lunedì alla corte che Microsoft aveva limitato il suo accesso ai dati, agli strumenti proprietari e ai prodotti a causa delle sanzioni dell’Unione Europea.
«Microsoft si impegna a supportare tutti i suoi clienti in India e nel mondo e ha ripristinato i servizi per Nayara Energy», ha dichiarato l’azienda in una nota mercoledì. «Siamo impegnati in trattative in corso con l’Unione Europea per garantire la continuità dei servizi per l’organizzazione».
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La raffineria ha dichiarato mercoledì che i suoi servizi erano stati ripristinati. «Nayara Energy conferma che tutti i servizi Microsoft essenziali per le sue operazioni sono stati completamente ripristinati, senza alcuna interruzione della continuità operativa e mantenendo intatta l’integrità dei dati», ha affermato in una nota. «Riconosciamo il tempestivo intervento dell’Onorevole Alta Corte di Delhi nel facilitare la risoluzione di questa questione. La petizione è stata accolta dall’Alta Corte a favore di Nayara Energy».
Secondo il rapporto, il tribunale ha concesso alla società la libertà di rivolgersi nuovamente al tribunale qualora dovessero presentarsi reclami simili.
Nayara aveva richiesto un’ingiunzione provvisoria e la ripresa dei servizi di Microsoft per proteggere i propri diritti e garantire un accesso ininterrotto alle infrastrutture digitali critiche. Martedì, l’azienda ha dichiarato che la decisione di Microsoft ha creato un «pericoloso precedente per l’eccesso di potere aziendale e solleva serie preoccupazioni in merito alle sue implicazioni sull’ecosistema energetico indiano».
Nel frattempo, secondo un articolo pubblicato sulla testata Mint, la raffineria ha iniziato a migrare verso fornitori di servizi digitali nazionali per garantire la continuità operativa. Ha avviato l’azione legale per ottenere un provvedimento urgente, mentre persegue transizioni strategiche più ampie verso fornitori di servizi alternativi, aggiunge il rapporto.
All’inizio di questo mese, l’UE ha imposto sanzioni alla raffineria di Vadinar, controllata da Nayara, una joint venture indo-russa in cui Rosneft detiene una quota del 49%.
Le sanzioni colpiscono specificamente il settore petrolifero e includono il divieto di importare prodotti petroliferi raffinati ricavati dal greggio russo. È la prima volta che una raffineria indiana è soggetta a tali misure.
Si tratta per il mondo di un precedente di massima importanza: un colosso americano, su indicazione della politica occidentale o anche senza, può decidere di terminare i servizi impedendo di fatto la gestione dell’impresa e facendola fallire. È l’applicazione, su scala industriale, del principio di bannabilità a discrezione assoluta della piattaforma che vediamo con i social media. Conosciamo la questione: come sa il lettore, Renovatio 21 ha portato Facebook in tribunale per riavere pagina e account, ottenendo il ripristino di questi con l’ordinanza del giudice; la pagina e gli account, tuttavia, ci paiono ora shadowbannati sino ad essere inutilizzabili.
In molti stanno esprimendo timore per il futuro dei software Microsoft ora completamente commissionati all’Intelligenza Artificiale, a partire dalla proposta di nutrire l’IA con screenshot continui delle nostre attività al PC.
Possiamo dire inoltre che Microsoft è un’azienda geopoliticamente esposta.
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Come riportato da Renovatio 21, poco prima che scattasse l’operazione militare speciale di Mosca in Ucraina, aveva dato avvertimento di un malware di tipo «wiper» – cioè che cancella tutto – mai visto prima che è apparso rivolto ai ministeri del governo e alle istituzioni finanziarie di Kiev, dimostrando di lavorare di fatto al fianco degli enti occidentali; lo scorso anno, Microsoft scrisse che hacker e i siti di fake news presumibilmente legati all’Iran potrebbero essere intenzionati a commettere crimini negli Stati Uniti; nei mesi scorsi, vi sono state accuse a Microsoft per aver fornito tecnologia all’esercito israeliano. Due anni fa Microsoft dichiarò di essere stata hackerata dagli hacker del gruppo Russia Midnight Blizzard, che aveva violato, secondo quanto riportato, il sistema di posta elettronica aziendale del colosso.
Ricordiamo che Microsoft, grazie a Windows, controlla i computer della maggior parte del pianeta. Viene da dire che il fondatore di Microsoft Bill Gates, grazie alle fondazioni e ai miliardi distribuiti a programmi globali, dall’OMS in giù, punta a controllare il sistema operativo biologico planetario, dalle piante OGM create con bioingegneria CRISPR al corpo umano modificato con sieri genici sperimentali.
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Immagine d’archivio di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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