Sorveglianza
Dalle telecamere stradali ai robot per sorvegliare e reprimere la popolazione

Il comune di Corciano (provincia di Perugia) ha recentemente installato un nuovo sistema di sorveglianza stradale di ultima generazione in grado di interagire in tempo reale con la banca dati del Viminale.
Il sito dell’azienda, che è leader del settore spiega che «l’innovativo dispositivo Targa System è un sistema certificato di software e telecamere di lettura targhe per il controllo stradale, risultato di uno studio congiunto con le forze di Polizia, di cui costituisce un valido supporto nel rilevare importanti infrazioni. Un software aperto e personalizzabile, di installazione rapida e semplice, sia su server all’interno del comando di Polizia sia su auto di servizio».
Il comune ha installato una telecamera fissa per controllare i veicoli in entrata e in uscita dalla frazione umbra. Inoltre un’altra videocamera è stata posta in una vettura della polizia locale che pattuglierà le strade fino ai propri confini
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Come scritto in un recente articolo pubblicato sul quotidiano locale Corriere dell’Umbria, apprendiamo che «si tratta di strumenti di controllo e prevenzione che consentiranno di identificare immediatamente veicoli rubati, soggetti a fermi amministrativi, privi di assicurazione o revisione, e sarà un supporto cruciale nelle indagini legate a furti e altre attività illecite».
Lo stesso sindaco, tramite i suoi canali social, ci tiene a sottolineare che nelle «scorse settimane abbiamo implementato il sistema di videosorveglianza esistente arrivando a un numero totale di telecamere veramente importante per un territorio delle nostre dimensioni. 108 telecamere, ma la vera novità è, per la prima volta, la presenza di telecamere Targa System nel nostro territorio (…) una telecamera in grado di leggere e tenere in una banca dati tutte le targhe di tutte le auto che entrano ed escono dal nostro territorio. L’altra, sempre telecamera Targa System, invece è mobile e verrà messa all’interno dell’auto in pattuglia in modo da garantire ancora più sicurezza nelle nostre strade».
«Ovviamente siamo all’inizio di un percorso» prosegue. «L’obiettivo è di estendere Targa System in più parti possibili».
In un solo giorno il nuovo sistema, che qualcuno chiama «grande fratello stradale», ha «scansionato» circa diciassette mila veicoli in transito sul piccolo comune umbro.
Qualcuno potrebbe pensare alla possibilità che ci sia qualche incongruenza con le politiche di privacy per gli automobilisti, ma l’azienda, per bocca dei suoi responsabili ha fatto sapere che «I dati raccolti vengono utilizzati solo per scopi legittimi, come la prevenzione del crimine e la sicurezza pubblica. Inoltre, il sistema è soggetto a rigorosi controlli e certificazioni per garantire che venga utilizzato in modo responsabile e nel rispetto delle leggi sulla privacy e per prevenire problemi di cybersicurezza».
La sorveglianza stradale sempre più capillare, non è un fenomeno nuovo negli Stati moderni, infatti in Inghilterra l’uso del riconoscimento automatico delle targhe (ANPR) starebbe ora producendo una sorveglianza di massa su scala davvero massiccia: le telecamere catturano targhe circa 44,5 volte al secondo. Ciò equivale a più di un miliardo di volte all’anno, come ha scoperto il gruppo per la privacy e i diritti civili Big Brother Watch tramite le richieste FOIA (Freedom of Information Act), che hanno interessato otto autorità locali o regionali.
Il caso britannico costituisce «una delle più grandi reti di sorveglianza al mondo», riassume la situazione il gruppo Big Brother Watch.
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Su Renovatio 21 è stato discusso varie volte un tema ulteriore riguardante le telecamere, che è quello della face recognition, ossia dei software di riconoscimento facciale impiegati già in tante parti del mondo, a partire dal caso più eclatante, quello della Cina comunista.
La polizia spagnola ha iniziato a utilizzare uno strumento di riconoscimento facciale automatico, soprannominato ABIS (sistema di identificazione biometrica automatica), che utilizza l’intelligenza artificiale per identificare i sospetti. Il programma confronta le immagini introdotte dalle forze dell’ordine, come un’immagine ottenuta da una telecamera di sicurezza, con le immagini memorizzate in un database, che conterrà oltre cinque milioni di immagini di sospetti e detenuti già in archivio. Gli arrestati dopo l’avvio del sistema verranno aggiunti al database.
L’attenzione deve essere comunque massima, perché anche le macchine più all’avanguardia possono incappare in errori i quali possono danneggiare pesantemente gli abitanti di ogni singolo Stato.
Un caso che ha avuto eco nella stampa statunitense descrive come i software di face recognition abbiamo portato all’errato arresto di un uomo della Georgia. Nel novembre di tre anni fa, un cittadino era stato arrestato nella contea di DeKalb, in Georgia appunto, dopo che le forze dell’ordine in Louisiana hanno utilizzato il riconoscimento facciale per collegarlo erroneamente al furto di borse di lusso a Baton Rouge, in Louisiana, Stato della Federazione dove il Reid mai era stato.
Ai lettori di Renovatio 21, come alle persone che conservano ancora un po’ di memoria, può non tornare alla mente il nostro recente «passato pandemico», dove si è cercato di applicare un controllo capillare sulla popolazione con app sul telefonino, tracciamenti vari e delazioni da parti di concittadini particolarmente zelanti.
Non erano mancate al tempo, ad esempio sempre in Gran Bretagna dove è stata implementata una legge per la verifica dell’età tramite face recognition, le proposte di unire al «green pass» i software di riconoscimento facciale – qualcosa a cui gli Emirati Arabi sembravano essersi avvicinati materialmente. Anche in Italia, in realtà, vi erano state proposte non dissimili, come a Ravenna, dove si era pensato di combattere il COVID con la geolocalizzazione.
Tuttavia, possiamo segnalare che la telecamera è solo un primo stadio di una tendenza che stiamo vedendo in azione ovunque – la fase successiva è quella della sorveglianza (e della repressione) ottenuta tramite androidi, robocani, droni.
I casi di cui abbiamo parlato in questi anni sono tantissimi. Come non ricordare un curioso robot per la sorveglianza di dimensioni umane prodotto da Knightscope, schierato in un quartiere a nord-est di Las Vegas Valley.
«Westy», così è chiamato il dispositivo cibernetico, impiega una serie di telecamere, quattro in totale, insieme alla tecnologia di riconoscimento facciale, lettura delle targhe, avvisi verbali e connettività Internet agli agenti di sicurezza umani in caso di incidente. «Può avvisare le persone quando escono dopo il coprifuoco delle 22:00 e le quattro videocamere tendono a far sì che le persone lo evitino. Quando abbiamo segnalazioni di atti di vandalismo, possiamo esaminare il video e ottenere un intervallo di tempo di quando è successo. Ha un pulsante in modo che le persone possano ottenere rapidamente aiuto umano in caso di emergenza».
Come riportato da Renovatio 21, in quegli anni anche Singapore schierò robot autonomi per controllare i propri cittadini che non violassero le restrizioni COVID e mantenessero il «distanziamento sociale». Ogni robot ha installate telecamere e altoparlanti e può essere controllato da remoto tramite un operatore.
A futura memoria resteranno i robocani e i droni impiegati nel mega-lockdown che subì nel 2022 la megalopoli di Shanghai.
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Come sa il lettore di Renovatio 21, i robocani sono oramai dappertutto: ne dispongono reparti di polizia e pompieri americani così come l’esercito cinese, indiano, americano, australiano, ucraino, israeliano e ora parrebbe perfino quello italiano.
Questo sito ha segnalato la presenza di robocani per scopi «scientifici» sulle spiagge liguri e nella campagna umbra.
Con tutta questa nuova tecnologia – venduta come strumento per aumentare la sicurezza delle persone – dobbiamo avere contezza che sia quanto mai sicura nell’avere rispetto della nostra sfera personale, delle nostre libertà individuali e che debba rispettare in maniera seria, chiara e trasparente la nostra privacy.
Il piano dove si gioca questa partita è particolarmente scivoloso ed è evidente che ci stanno mettendo dinanzi un’ulteriore step di invasione del privato in nome di una sbandierata sicurezza pubblica.
L’impiego di queste nuove tecnologie in forza alla polizia rimanda alla mente una fantascienza distopica che mano a mano diviene realtà accettabile: la finestra di Overton sul nuovo totalitarismo digitale, fatto di video, algoritmi e robotica, ha iniziato a spalancarsi.
Francesco Rondolini
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Intelligenza Artificiale
Apple Siri accusata di intercettare gli utenti: indagine penale in Francia

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Sorveglianza
Perfino le aziende legate alla CIA Palantir e Signal lamentano la spinta alla sorveglianza nell’UE

Due importanti società tecnologiche statunitensi, Palantir Technologies e Signal Foundation, hanno espresso preoccupazione per l’aumento della sorveglianza statale e per i controversi progetti di controllo digitale che stanno emergendo in Europa.
Palantir, azienda tecnologica nota per la sua lunga collaborazione con la CIA, uno dei suoi principali clienti e primi investitori, non parteciperà a gare per contratti legati all’ID digitale, ha dichiarato Louis Mosley, responsabile dell’azienda in Gran Bretagna.
«Palantir ha sempre seguito una politica di supporto ai governi democraticamente eletti nell’attuazione delle loro politiche, anche quando si tratta di misure molto controverse», ha detto giovedì a Times Radio. «L’identità digitale non è stata sottoposta al vaglio delle ultime elezioni, non era nel programma elettorale. Non ha ricevuto un chiaro e forte sostegno pubblico alle urne, quindi non è un progetto per noi».
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A fine settembre, il primo ministro britannico Keir Starmer ha presentato il piano per l’ID digitale, promuovendolo come uno strumento per «contrastare il lavoro nero e semplificare l’accesso ai servizi pubblici essenziali per la maggior parte delle persone». I critici, tuttavia, lo hanno definito un passo verso una sorveglianza diffusa e un controllo digitale.
Nel frattempo, Signal – servizio di messaggistica criptata con legami meno evidenti con la CIA 0 avendo ricevuto finanziamenti da Radio Free Asia, un’agenzia di propaganda statunitense, che gli erano già costati il blocco in Russia – ha minacciato di lasciare il mercato europeo se l’Unione Europea approvasse il suo piano di controllo delle chat. Venerdì, la presidente di Signal Foundation, Meredith Whittaker, ha commentato le notizie riportate dai media, definendo il cambio di posizione della Germania, che ora sembra sostenere il piano, un «rovesciamento catastrofico».
«Se fossimo costretti a scegliere tra integrare un sistema di sorveglianza in Signal o abbandonare il mercato, abbandoneremmo il mercato», ha dichiarato Whittaker, criticando il piano come un programma di «scansione di massa» giustificato «con il pretesto di proteggere i bambini».
Il programma di controllo delle chat, ufficialmente noto come Regolamento sugli abusi sessuali sui minori (CSAR) e in discussione nell’UE dal 2020, obbligherebbe servizi di messaggistica come Signal, WhatsApp, Telegram e altri ad analizzare i file sui dispositivi degli utenti alla ricerca di contenuti illeciti prima della crittografia e dell’invio.
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Immagine di Cory Doctorow via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0
Sanità
«Momento spartiacque»: Kennedy rifiuta gli obiettivi sanitari delle Nazioni Unite che «ignorano» l’aumento globale delle malattie croniche

The United States will walk away from the Declaration on Non-Communicable Diseases, but we will never walk away from the world—or our commitment to end chronic disease. pic.twitter.com/bxQbfzMbrb
— Secretary Kennedy (@SecKennedy) September 26, 2025
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La dichiarazione porterebbe a una «gestione oppressiva» da parte degli organismi internazionali
Kennedy ha affermato che, invece di concentrarsi sui rischi che gli alimenti ultra-processati pongono alla salute umana, la dichiarazione delle Nazioni Unite conteneva «disposizioni su tutto, dalle tasse alla gestione oppressiva», ha riportato The Hill. Secondo Kennedy, queste disposizioni, se promulgate, limiterebbero la sovranità nazionale, dando luogo a una «gestione oppressiva da parte degli organismi internazionali» delle questioni di salute pubblica globale. Kennedy ha messo in discussione il ruolo delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – un’agenzia delle Nazioni Unite – nella leadership sanitaria globale. «La bozza di dichiarazione non avrebbe dovuto essere inclusa nell’ordine del giorno di oggi». «L’approccio delle Nazioni Unite è mal indirizzato. Tenta di fare sia troppo poco che troppo. Va oltre il ruolo che spetta alle Nazioni Unite, ignorando i problemi sanitari più urgenti. Ed è per questo che gli Stati Uniti lo respingeranno. L’OMS non potrà rivendicare credibilità o leadership finché non subirà una riforma radicale» ha aggiunto. Gli Stati Uniti avevano già criticato la dichiarazione proposta. In un promemoria del 18 settembre, la Missione statunitense presso le Nazioni Unite ha affermato che la bozza di dichiarazione «non è stata concordata in anticipo per consenso» e pertanto «non dovrebbe essere sottoposta all’approvazione della riunione ad alto livello». L’avvocato olandese Meike Terhorst, attiva su questioni di salute e sovranità medica, ha affermato: «la salute dovrebbe essere affrontata a livello nazionale, non a livello di ONU o OMS», ha affermato Terhorst. «Mi oppongo all’acquisizione di maggiori diritti da parte di organismi indipendenti basati su trattati come ONU e OMS, senza alcun sistema di controlli e contrappesi». Shabnam Palesa Mohamed, direttore esecutivo di Children’s Health Defense Africa e fondatore di Transformative Health Justice, ha sottolineato la necessità di contestare gli sforzi delle Nazioni Unite per ampliare la propria autorità. «È importante mettere in discussione l’estensione dell’attenzione delle Nazioni Unite oltre il suo mandato ufficiale», ha affermato. «L’allargamento delle missioni, senza la conoscenza e il consenso dell’opinione pubblica, rappresenta una minaccia per la salute, la sovranità nazionale e la cooperazione internazionale». Secondo la National Public Radio (NPR), Kennedy non fu il solo a mettere in discussione le proposte della dichiarazione. «Alcuni paesi e sostenitori hanno espresso preoccupazioni riguardo al testo, come il fatto che il documento non tratti delle bevande zuccherate nonostante il ruolo che svolgono nell’aumento dei tassi di obesità infantile», ha riferito NPR. «La posizione di Kennedy ha aperto la porta ad altri», ha detto Ji. «Molte nazioni, soprattutto nel Sud del mondo, sanno in prima persona quanto queste istituzioni le abbiano deluse. Forse non lo diranno ancora apertamente, ma trarranno conforto dal fatto che l’America abbia tracciato una linea rossa».Sostieni Renovatio 21
La dichiarazione darebbe il via a «infrastrutture per una biosorveglianza completa»
Scrivendo su Substack, Ji ha affermato che la dichiarazione conteneva diversi «meccanismi progettati per trasferire l’autorità dalle nazioni alle istituzioni globali». Sarebbe necessario lo sviluppo di quella che Ji ha descritto come una «infrastruttura di sorveglianza digitale». Ha affermato che i paragrafi 61 e 73-74 della dichiarazione propongono una «sorveglianza integrata» con «interoperabilità tra piattaforme sanitarie digitali». Questa proposta creerebbe «un’infrastruttura per una biosorveglianza completa», ha scritto Ji. La dichiarazione chiede inoltre ai paesi di «introdurre o aumentare le tasse», anche su prodotti come tabacco e alcol, cosa che Ji ha descritto come una rinuncia alla sovranità fiscale nazionale. L’appello della dichiarazione a un approccio che coinvolga «l’intera società» minerebbe ulteriormente la sovranità nazionale, creando strutture di «governance parallela» in cui organizzazioni non governative, aziende e altre organizzazioni internazionali «plasmano la politica nazionale senza mandato democratico, aggirando la responsabilità dei cittadini», ha scritto Ji. Secondo Ji, Kennedy non ha avuto altra scelta che rifiutare la dichiarazione. «Le implicazioni vanno ben oltre la politica sanitaria. La posizione di Kennedy segnala che l’America non subordinerà più la sua Costituzione, i suoi processi democratici o i diritti dei suoi cittadini a organismi internazionali non eletti, indipendentemente dal linguaggio umanitario utilizzato per giustificare tale subordinazione» ha scritto. La dichiarazione “introduce di nascosto mandati di sorveglianza generalizzata, controlli fiscali e schemi di ingegneria comportamentale che concentrano il potere in mani non elette, fingendo di ‘salvare vite'”, ha detto Ji a The Defender.Aiuta Renovatio 21
Il rifiuto della dichiarazione da parte degli Stati Uniti impone il voto all’Assemblea generale
Il rifiuto della dichiarazione proposta da parte degli Stati Uniti significa che, invece di essere approvata per consenso, ovvero senza votazione, la proposta dovrà essere sottoposta a votazione dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Secondo Health Policy Watch, questa votazione si terrà «molto probabilmente» il mese prossimo. Il Guardian ha riportato che la dichiarazione dovrebbe essere concordata «nelle prossime settimane», nonostante il rifiuto degli Stati Uniti. In alcune dichiarazioni citate da NPR, la presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite Annalena Baerbock, che ha ricoperto la carica di ministro degli Esteri della Germania come membro del Partito Verde tra il 2021 e il 2025, ha affermato che «gli altri governi andranno avanti, agiranno e porteranno avanti il loro impegno». «C’è la determinazione di non lasciare che questo ostacoli l’azione urgentemente necessaria», ha affermato Baerbock. Health Policy Watch ha riferito che la dichiarazione, che è stata «negoziata con grande impegno», ha il sostegno della maggior parte degli stati membri delle Nazioni Unite, comprese coalizioni chiave come il Gruppo dei 77, che comprende la Cina e comprende 130 economie emergenti. Jeremy Farrar, Ph.D., vicedirettore generale dell’OMS, ha affermato che la dichiarazione ha ancora slancio tra gli Stati membri delle Nazioni Unite. Ha dichiarato a Health Policy Watch: «Anche se dobbiamo dire che nessuno è contento, tutti stanno andando avanti. E in definitiva, a qualcuno a Ho Chi Minh City, a Giacarta o a Londra importa davvero cosa c’è in quella dichiarazione? Ciò che conta è ciò che i governi ora tornano a fare nella propria giurisdizione, ed è questo che conta davvero». Farrar ha già avuto un ruolo nello sviluppo di politiche chiave durante la pandemia di COVID-19, tra cui la vaccinazione di massa.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
L’opinione pubblica riconosce i «pericoli della cessione della sovranità alle istituzioni catturate»
Gli Stati membri dell’ONU si trovano ora di fronte a una «scelta binaria» tra accettare la dichiarazione e rinunciare alla propria sovranità nazionale oppure unirsi agli Stati Uniti nel rifiutare la dichiarazione, ha scritto Ji. Rifiutando la dichiarazione, i paesi «manterrebbero la sovranità nazionale, affronterebbero le cause profonde (cibo ultra-processato), rifiuterebbero la cattura delle multinazionali, chiederebbero una riforma dell’OMS e darebbero priorità alla salute rispetto alla burocrazia», ha scritto Ji. La decisione di respingere la dichiarazione arriva solo pochi mesi dopo altre decisioni dell’amministrazione Trump che mettono in discussione il ruolo delle Nazioni Unite e dell’OMS nella governance sanitaria globale. A gennaio, Trump ha ordinato agli Stati Uniti di ritirarsi dall’OMS, citando la «cattiva gestione della pandemia di COVID-19» da parte dell’organizzazione. Il processo di ritiro sarà completato l’anno prossimo. A luglio, gli Stati Uniti hanno respinto gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) dell’OMS. Kennedy affermò all’epoca che gli emendamenti avrebbero conferito un’autorità senza precedenti a «un’organizzazione internazionale non eletta che potrebbe ordinare lockdown, restrizioni di viaggio o qualsiasi altra misura che riterrà opportuna». Per quanto riguarda la proposta delle Nazioni Unite, Ji ha affermato: «Questo documento rispecchia lo stesso schema di erosione della sovranità che abbiamo visto con gli emendamenti al RSI dell’OMS e il trattato sulla pandemia: burocrati e i loro partner aziendali che costruiscono il consenso, per poi imporre quadri di conformità alle nazioni senza mandato democratico».Aiuta Renovatio 21
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