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Cringe vaticano ai limiti: papa benedice un pezzo di ghiaccio tra Schwarzenegger e hawaiani a caso

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In un momento di grottesco vaticano spinto, papa Leone XIV ha benedetto un blocco di ghiaccio durante una conferenza sui «cambiamenti climatici» ospitata dalla Santa Sede. Uno spettacolo che di gatto tocca vette di cringe conciliare mai viste.

 

La conferenza  tenutasi in questi giorni a Castel Gandolfo ha nome «Raising Hope for Climate Justice» – in inglese nel testo anche italiano diffuso dal Sacro Palazzo. In effetti, l’intera conferenza, tenutasi in Italia, è stata svolta nella lingua globalista per antonomasia, il latino del mondo neoliberale, cioè la lingua inglese.

 

L’evento, trasmesso in diretta streaminga, è stato caratterizzato da una «Benedizione delle Acque», iniziata con papa Leone che ha posato silenziosamente la mano su un blocco di ghiaccio. È stato detto che il blocco di ghiaccio sia venuto dalla Groenlandia, ma non è noto quanta energia a combustibile fossile sia stata impiegata, inquinando il mondo, per far giungere il pezzone sino a Roma senza che si sciogliesse.

 

 

 


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Durante un evento stampa prima della conferenza, è apparso d’improvviso l’ex culturista cinque volte Mister Olympia, superdivo hollywoodiano d governatore della California Arnoldo Schwarzenegger, il quale ha invitato tutti i cattolici del mondo a «diventare crociati per l’ambiente». Lo Schwarzenegger si era convertito ai temi climatici ai tempi della campagna elettorale per restare in sella come governatore della California – Stato largamente a tendenza democratica – e lui stesso afferma nel suo documentario autobiografico su Netflix che a dargli una mano in questo senso fu Robert F. Kennedy jr., suo parente, visto il matrimonio che Arnoldo ha contratto con Maria Shriver (un altro ramo del casato, ma assolutamente centrale per quella che è la supposta famiglia reale USA, dove ha appeso il cappello  un’altra cosa che ad Arnoldo è riuscita nella vita).

 

 

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Oltre a Terminator, accanto al papa ad una certa sono apparsi anche degli hawaiani a caso, che si sono prodotti in un momento musicale pachamamesco.  Presentato come i  «Pacific Artist for Climate Justice», i figuri, in pantalocini, camicia hawaiana, collanone e ukulele d’ordinanza, hanno avuto l’onore di introdurre musicalmente l’ingresso del papa.

 

Una schiera di cardinali presenti in prima fila si sono prestati al gioco, dandosi da fare con coreografici teli e cose bellissime così.

 

Tutto questo mentre un altro americano, il presidente USA Donaldo Trump, va all’ONU  è parla della «truffa del Cambiamento climatico», e beccandosi da certuni i giustissimi, sacri 92 minuti di applausi.

 

Lo spettacolo offerto dall’ostinazione della chiesa climatista è persino più imbarazzante di quelli, blasfemi e occultistici, a cui ci aveva abituato Bergoglio. È innegabile come Leone stia aggiungendo, per quanto possa sembrare impossibile, una quota ulteriore di cringio post-conciliare al disastro dell’ultima papato.

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Ambiente

«Bomba chimica»: le mascherine anti-COVID hanno creato 4,3 milioni di tonnellate di rifiuti tossici

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Milioni di tonnellate di mascherine monouso anti-COVID-19 stanno rilasciando nell’ambiente microplastiche, sostanze chimiche tossiche, coloranti e metalli pesanti, mettendo a repentaglio il benessere del pianeta e dei suoi abitanti. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Pollution, i rischi potrebbero durare decenni.   Secondo uno studio pubblicato su Environmental Pollution, milioni di tonnellate di rifiuti derivanti dalle mascherine monouso utilizzate durante la pandemia di COVID-19 si stanno decomponendo, rilasciando microplastiche e sostanze chimiche tossiche che minacciano la salute umana e ambientale.   Secondo il Guardian, le mascherine, pubblicizzate come misura per proteggere la salute umana, hanno lasciato dietro di sé una bomba chimica a orologeria con rischi che potrebbero durare per generazioni.

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«Questo studio ha sottolineato l’urgente necessità di ripensare il modo in cui produciamo, utilizziamo e smaltiamo le mascherine», ha affermato in un comunicato stampa l’autrice principale Anna Bogush, Ph.D., del Centro di ricerca per l’agroecologia, l’acqua e la resilienza dell’Università di Coventry.   Da decenni la presenza di microplastiche nell’acqua, nell’aria, nel cibo e nel suolo è in costante aumento e è direttamente collegata alla crescente produzione globale di plastica.   Durante la pandemia, le agenzie sanitarie governative di tutto il mondo, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), hanno promosso l’uso delle mascherine per fermare la diffusione del COVID-19, nonostante la ricerca condotta dai CDC stessi avesse rilevato che le mascherine non avevano alcun effetto sostanziale nel fermare la trasmissione dei virus respiratori.   Di conseguenza, secondo lo studio, ogni mese nel mondo vengono utilizzate oltre 129 miliardi di mascherine monouso.   La maggior parte delle mascherine era realizzata in polipropilene, sebbene venissero utilizzati anche altri tipi di plastica. Alcune contenevano piccoli pezzi di metallo per le clip nasali.   Le mascherine non erano riciclabili e spesso non venivano gettate nella spazzatura. Ancora oggi, sono disseminate lungo strade, marciapiedi, sentieri, parcheggi, grondaie, corsi d’acqua, parchi e spiagge.   Gli autori hanno stimato che in un solo anno le mascherine hanno generato circa 4,3 milioni di tonnellate di «rifiuti di plastica contaminati non riciclabili», rilasciando microplastiche nell’ambiente provenienti da discariche e rifiuti.   Le mascherine possono anche contenere additivi plastici, tra cui sostanze chimiche organiche, coloranti e metalli pesanti, che si infiltrano nel terreno e nell’acqua. Gli additivi possono rilasciare e diffondere agenti patogeni, tra cui batteri, virus, parassiti e funghi.

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Misurazione delle microplastiche e dei prodotti chimici industriali

I ricercatori hanno progettato il loro studio per testare le tossine e le microplastiche rilasciate da diversi tipi di mascherine facciali inutilizzate, tra cui maschere respiratorie, mascherine chirurgiche e vari «dispositivi facciali filtranti».   Hanno immerso le nuove mascherine in acqua purificata per 24 ore, quindi hanno analizzato il liquido per determinare cosa fosse fuoriuscito. Anche senza usura, le mascherine rilasciavano microplastiche e inquinanti utilizzati durante il processo di produzione.   Tutte le mascherine analizzate rilasciavano microplastiche e la maggior parte delle particelle era molto piccola, molte delle quali avevano dimensioni inferiori a 100 micrometri, ovvero circa la larghezza di un capello umano.   Hanno scoperto che le mascherine FFP2 e FFP3 (una certificazione europea che designa le mascherine di tipo respiratorio commercializzate come quelle che offrono la massima protezione) rilasciavano da tre a quattro volte più microplastiche rispetto alle mascherine chirurgiche.   Le mascherine rilasciavano anche additivi chimici, tra cui il bisfenolo B, un noto interferente endocrino utilizzato per produrre plastica e altri composti necessari alla produzione delle mascherine.   Il bisfenolo B agisce come un estrogeno nell’organismo, interferendo con i sistemi ormonali. È stato associato a una ridotta produzione di sperma e ad alterazioni degli organi riproduttivi.   Lo studio afferma che anche la plastica e le sostanze chimiche rilasciate dai milioni di tonnellate di mascherine dismesse danneggiano la vita acquatica. Microplastiche e tossine, entrando nella catena alimentare, inquinando l’acqua e accumulandosi nell’ambiente, possono mettere ulteriormente in pericolo le persone.   «Mentre andiamo avanti, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questi rischi, sostenere lo sviluppo di alternative più sostenibili e fare scelte consapevoli per proteggere la nostra salute e l’ambiente», ha affermato Bogush.   Brenda Baletti Ph.D.   © 25 settembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Il dipartimento dell’Energia di Trump ha nuove parole da evitare: «cambiamento climatico», «decarbonizzazione», «green»

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Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha aggiornato la sua lista interna di termini da evitare, includendo parole come «cambiamento climatico», «verde» e «decarbonizzazione». Lo riporta il sito Politico.

 

Il giornale ha citato un’e-mail inviata all’Ufficio per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili del dipartimento pochi giorni dopo che il presidente Donald Trump aveva criticato il concetto di cambiamento climatico durante il suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

 

Rachel Overbey, direttrice ad interim degli affari esteri, ha istruito il personale a «essere meticolosi nell’evitare termini che contrastino con le prospettive e le priorità dell’amministrazione», secondo quanto riportato da Politico.

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Tra gli altri termini che i funzionari sono stati invitati a non utilizzare nelle comunicazioni interne ed esterne figurano, a quanto pare, «emissioni», «transizione energetica», «sostenibilità/sostenibile», «energia “pulita” o “sporca”», «impronta di carbonio/CO2» e «sgravi fiscali/crediti d’imposta/sussidi». Politico ha precisato che l’uso di questi termini non è formalmente vietato, ma è fortemente consigliato evitarli.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel suo discorso all’ONU della settimana scorsa, Trump ha definito il cambiamento climatico «la più grande truffa mai perpetrata al mondo», sostenendo che le previsioni catastrofiche sulle conseguenze dell’attività umana erano state formulate «per motivi sbagliati» e non si sono mai avverate.

 

 

 

«Se non vi liberate da questa truffa verde, il vostro Paese fallirà, e io sono davvero bravo a prevedere le cose», ha dichiarato Trump, rivendicando il merito di aver ritirato gli Stati Uniti dal «falso» Accordo di Parigi sul clima del 2015 durante il suo primo mandato e nuovamente nei primi giorni della sua seconda amministrazione.

 

«Basta con il riscaldamento globale. Basta con il raffreddamento globale» ha continuato Trump. «Tutte queste previsioni fatte dalle Nazioni Unite e da molti altri, spesso per cattive ragioni, erano sbagliate. Sono state fatte da persone stupide che sono costate la fortuna del loro Paese e non hanno dato a quegli stessi Paesi alcuna possibilità di successo».

 

 

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Immagine di Mark Dixon via Wikimedia pubblicata su licenza e Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata

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Trump all’ONU attacca «la truffa del Cambiamento Climatico

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All’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il presidente americano Donald J. Trump ha attaccato senza mezzi termini la narrazione del cosiddetto Cambiamento Climatico», definendola una grande truffa («con job»).   «Nel 1982, il direttore esecutivo del Programma Ambientale delle Nazioni Unite predisse che entro il 2000 il cambiamento climatico avrebbe causato una catastrofe globale. Disse che sarebbe stato irreversibile come qualsiasi olocausto nucleare. Questo è quello che hanno detto alle Nazioni Unite. Cosa è successo? Eccoci qui» ha detto Trump dallo scranno ONU. «Un altro funzionario delle Nazioni Unite ha affermato nel 1989 che entro un decennio intere nazioni potrebbero essere cancellate dalla mappa. A causa del riscaldamento globale. Non sta succedendo».   «Sapete, una volta si parlava di raffreddamento globale. Se guardi indietro negli anni Venti e Trenta, dicevano che il raffreddamento globale avrebbe ucciso il mondo. Dobbiamo fare qualcosa. Poi hanno detto che il riscaldamento globale avrebbe ucciso il mondo. Ma poi ha iniziato a raffreddarsi» ha continuato il presidente americano. «Quindi ora potrebbero semplicemente chiamarlo cambiamento climatico perché in questo modo non possono sbagliare. È cambiamento climatico. Perché se aumenta o diminuisce, qualunque cosa accada, c’è un cambiamento climatico».   «È la più grande truffa mai perpetrata al mondo, a mio parere. Il cambiamento climatico, qualunque cosa accada, ci sei coinvolto» ha tuonato The Donald. «Basta con il riscaldamento globale».    

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«Basta con il raffreddamento globale» ha continuato Trump. «Tutte queste previsioni fatte dalle Nazioni Unite e da molti altri, spesso per cattive ragioni, erano sbagliate. Sono state fatte da persone stupide che sono costate la fortuna del loro Paese e non hanno dato a quegli stessi Paesi alcuna possibilità di successo».   «Se non ti liberi da questa truffa verde, il tuo Paese fallirà. E io sono davvero bravo a prevedere le cose, sapete» ha detto.   Come riportato da Renovatio 21, la questione del raffreddamento globale, con una «nuova era glaciale» in arrivo, era ancora gettonata fino a pochi decenni fa, come dimostra questo video catastrofista proveniente da un programma TV americano del 1978.     Trump, che in quegli anni c’era, e sempre a Nuova York, deve aver mantenuto la memoria.   Per chi ricorda, è difficile cadere nelle trappole della scienzah.   Per fortuna ora abbiamo qualcuno che, dotato di migliaia di testate termonucleari, lo dice dal podio dell’ONU.   Ancora una volta: Grazie, Donaldo!

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