Epidemie
COVID, Bergoglio appoggia la chiusura delle chiese
Emerge da un libro appena stampato che Bergoglio ha sostenuto la decisione dei governi di vietare le messe durante i primi mesi della crisi, pur riconoscendo che molti cattolici hanno subito un «doloroso digiuno eucaristico». Lo riporta Lifesitenews.
Papa Francesco ha contribuito alla prefazione di un libro di riflessioni personali sulla pandemia di COVID-19 scritto dal cardinale Walter Kasper, prelato tedesco noto per la sua visione liberale in fatto di teologia. Kasper è uno dei rappresentati più alti di quella Conferenza Episcopale tedesca ci ha abituato ai bei gesti di cardinali che finanziano l’invasione degli africani.
Emerge da un libro appena stampato che Bergoglio ha sostenuto la decisione dei governi di vietare le messe durante i primi mesi della crisi
Il libro, pubblicato in Italia dalla Libreria Editrice Vaticana, è intitolato Comunione e speranza: testimoniare la fede ai tempi del Coronavirus. Per il mercato di lingua spagnuola , il titolo è Dios en la pandemia.
Si tratta di una raccolta di saggi curata dal cardinale Kasper, 87 anni, e dal fondatore indo-tedesco del Walter Kasper Institute, p. George Augustin, 64 anni.
Tra i collaboratori c’è l’arcivescovo Bruno Forte, il teologo pro-LGBT che ha introdotto il tema dell’omosessualità al Sinodo per la famiglia .
Alla luce di queste parole, è più facile comprendere tanti quadretti dipinti durante il lockdown dalla chiesa cattolica oramai vuota ed inutile, de-virilizzata ed immobile, impotente ed impazzita
Nell’introduzione vergata da Bergoglio, egli supporta la decisione dei governi di vietare la celebrazione pubblica delle messe durante i primi mesi della crisi, riconoscendo che molti cattolici avevano subito un «doloroso digiuno eucaristico».
Francesco ha anche riconosciuto che le Messe trasmesse in streaming «non sono un sostituto della presenza viva del Signore nella celebrazione dell’Eucaristia» e ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che in molti luoghi ai cattolici è stato permesso di ritornare alla Messa di persona.
Alla luce di queste parole, è più facile comprendere tanti quadretti dipinti durante il lockdown dalla chiesa cattolica oramai vuota ed inutile, de-virilizzata ed immobile, impotente ed impazzita.
Renovatio 21 ha tentato di prendere nota delle follie più eclatanti: dai documenti ecopagani dove mai compare la parola «Dio» o «Gesù Cristo», alla resistenza simbolica offerta per la legge anti-omotransfobia (che potrebbe rendere le Bibbie illegali), al dolore dei fedeli lasciati senza il sacro, delle al caso delle messe interrotte dalle forze dell’ordine durante il COVID, lo scandalo delle cremazioni di massa con fedeli disintegrati senza nemmeno ricevere i sacramenti (o quantomeno una funzione religiosa con i parenti), al tema dei candidati vaccini COVID fatti con i feti abortiti di cui paiono interessarsi solo singoli vescovi, ai fedeli lasciati soli, ai parroci lasciati soli.
San Carlo Borromeo indiceva processioni nel bel mezzo della peste di Milano. Oggi abbiamo Bergoglio che chiude le chiese e poi se ne vanta pure
L’amuchina gel nelle acquasantiere qualcuno, del resto, ce l’ha messa: è la mano di Bergoglio e della sua banda, un manipolo di timorati dal virus che vanno ringraziati per averci dimostrato quanto la chiesa moderna sia compostamente sottomessa al mondo, e quindi sia un ente secondario, un’orpello della società del tempo libero, un residuo vestigiale di una civiltà passata nella quale non credono più nemmeno i professionisti stipendiati (i preti).
San Carlo Borromeo indiceva processioni nel bel mezzo della peste di Milano. Oggi abbiamo Bergoglio che chiude le chiese e poi se ne vanta pure.
Se chi apre una chiesa lo fa per servire Cristo, chi chiude una chiese – anzi tutte le chiese – per chi lo fa?
Se chi apre una chiesa lo fa per servire Cristo, chi chiude una chiese – anzi tutte le chiese – per chi lo fa?
Immagine di Long Thiên via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)
Epidemie
Boris Johnson sotto inchiesta per le morti COVID
Un devastante rapporto ufficiale dell’inchiesta pubblica britannica sulla gestione della pandemia ha stabilito che i governi centrali e devolved del Regno Unito hanno fallito clamorosamente nella risposta al Covid-19, provocando migliaia di morti evitabili.
Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord hanno agito «troppo poco e troppo tardi»: misure tempestive come autoisolamento, quarantena domiciliare e distanziamento sociale avrebbero potuto salvare fino a 23.000 vite, secondo i modelli citati.
Le amministrazioni locali si sono mostrate eccessivamente dipendenti da Westminster, mentre il governo di Boris Johnson è stato descritto come dominato da una «cultura tossica e caotica». Le decisioni cruciali sono state spesso monopolizzate o paralizzate dalla cerchia ristretta del premier.
L’ex giudice Heather Hallett, che ha presieduto l’inchiesta, ha denunciato «comportamenti destabilizzanti» da parte di figure chiave, tra cui Dominic Cummings, accusando Johnson di non averli contrastati e, in alcuni casi, di averli «incoraggiati attivamente». Ne è derivata un’atmosfera in cui «le voci più forti prevalevano e le opinioni degli altri colleghi, soprattutto delle donne, venivano sistematicamente ignorate», compromettendo la qualità delle scelte.
Sostieni Renovatio 21
Problemi analoghi sono emersi in Scozia, dove il dibattito politico è stato indebitamente ristretto, e in Irlanda del Nord, dove la frammentazione istituzionale e i contrasti tra partiti hanno ostacolato la risposta.
Il rapporto sottolinea inoltre come le ripetute violazioni delle regole COVID da parte di funzionari e consulenti – culminate nello scandalo «Partygate» a Downing Street nel 2020-2021 – abbiano minato irreparabilmente la fiducia dei cittadini, infliggendo a Johnson danni politici fatali e contribuendo alle sue dimissioni anticipate nel 2022.
Durante il lockdown (che fu inflitto in forma molto intensa ai cittadini britannici) emersero articoli su festini, con tracce di cocaina, del suo governo. Johnson dapprima aveva rifiutato i lockdown, dopo, persuaso da scenari apocalittici elaborati da enti come l’Imperial College e da un’intubazione in ospedale dopo aver lui stesso contratto il COVID, è stato visto ospitare il miliardario vaccinale mondialista Bill Gates.
Il recente libro di memorie di Johnson ha fatto rivelazioni interessanti, come il progetto di invadere l’Olanda con un commando militare per sequestrare i preziosi vaccini AstraZeneca, la microspia trovata nel suo water dopo una visita di Netanyahu nonché l’ammissione che il COVID è «interamente artificiale» e fuggito dal laboratorio di Wuhano.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Governo do Estado de São Paulo via Wikimedia pubblicata su licenza
Epidemie
L’Etiopia conferma il primo focolaio mortale del virus di Marburg
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Armi biologiche
Gli USA chiederanno dati sui patogeni in cambio di aiuti sanitari esteri
Gli Stati Uniti chiederanno ai Paesi di consegnare campioni di «agenti patogeni con potenziale epidemico» in cambio del ripristino temporaneo degli aiuti sanitari. Lo riporta il giornale britannico Guardian, citando bozze di documenti governativi.
Il presidente Donald Trump ha tagliato drasticamente tali programmi all’inizio dell’anno, nell’ambito di un ampio sforzo di riduzione dei costi e di riallineamento della politica estera.
Secondo il quotidiano britannico, nei memorandum d’intesa proposti Washington offre a decine di Paesi il rinnovo dei programmi USA per combattere malattie come HIV, tubercolosi e malaria, oltre a «sistemi di sorveglianza e laboratorio e cartelle cliniche elettroniche».
I Paesi partner, tuttavia, dovranno assumere il finanziamento dei programmi entro cinque anni.
Aiuta Renovatio 21
In cambio, saranno obbligati a condividere con gli USA campioni e sequenze genetiche di «patogeni con potenziale epidemico» entro pochi giorni dalla scoperta, si legge nel rapporto.
La bozza non prevede garanzie di accesso ai farmaci eventualmente sviluppati.
«Il modello non offre alcuna garanzia di accesso alle contromisure e conferisce il predominio commerciale a un solo Paese», ha affermato Michel Kazatchkine, membro del Panel indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie, citato dal Guardian. «Minaccia la sicurezza sanitaria, la sicurezza dei dati e, in ultima analisi, la sovranità nazionale».
All’inizio dell’anno Trump ha tagliato i fondi all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), in passato principale strumento di Washington per finanziare progetti politici all’estero, inclusi i programmi sanitari. L’agenzia è stata ampiamente vista come strumento di soft power.
L’ex direttrice USAID Samantha Power, che ha guidato l’agenzia sotto Joe Biden, ha ammesso il mese scorso che l’agenzia ha avuto un ruolo decisivo nel mantenere al potere la presidente moldava filo-UE Maia Sandu, tramite i fondi del suo bilancio multimiliardario per gli aiuti all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa la Duma di Stato russa aveva preparato un appello all’ONU in merito alla presunta attività dei laboratori biologici militari statunitensi in Africa.
Come riportato da Renovatio 21, al momento dei disordini durante la guerra civile sudanese l’OMS lanciato un allarme di «enorme rischio biologico» per un biolaboratorio a Khartoum che era stato attaccato.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Spirito1 settimana faIl vescovo Strickland denuncia Papa Leone e i vescovi per aver scandalizzato i fedeli
-



Eutanasia6 giorni faIl vero volto del suicidio Kessler
-



Intelligence2 settimane faIl potere della vittima
-



Spirito7 giorni faLangone e le ceneri delle gemelle suicide Kessler «brave post-cristiane»
-



Spirito1 settimana faMons. Viganò: i traditori demoliscono la Chiesa dall’interno e spingono nell’eterna dannazione le anime
-



Salute2 settimane faI malori della 46ª settimana 2025
-



Spazio2 settimane faTempesta solare record colpisce la Terra: aurore boreali eccezionali ovunque, le immagini
-



Pensiero1 settimana faIl Corriere e Lavrov, apice del cringe giornalistico italiano












