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Che fine ha fatto la controffensiva ucraina?

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Durante il loro incontro a San Pietroburgo, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha condiviso con il presidente russo Vladimir Putin alcuni dati bielorussi sull’operazione militare speciale, affermando che sabato 22 luglio è stata una giornata difficile ma si è conclusa con una buona nota.

 

«Secondo i nostri dati, ho registrato, più di 15 Leopard e oltre 20 Bradley sono stati distrutti in una singola battaglia» ha detto. «Credo che non siano mai stati distrutti così tanti veicoli militari stranieri». Ha aggiunto in seguito che «secondo le stime degli Stati Uniti d’America, 26.000 soldati delle forze armate ucraine sono stati uccisi in azione dall’inizio dell’operazione antiterrorismo», a cui Putin ha risposto «di più».

 

Lukashenko ha sottolineato che i due Paesi stanno combattendo una guerra contro l’intero blocco NATO: «gli armamenti sono loro, hanno ingaggiato un numero abbastanza alto di mercenari, e cosa non meno importante… stanno impegnando le principali riserve strategiche. Questa è la prova che questa politica sconsiderata di gettare persone impreparate e mercenari nel bel mezzo di una battaglia non porterà a nulla», ha detto. «Ma non c’è controffensiva»: Putin ha risposto che «sta semplicemente fallendo».

 

Il tenente generale Andrej Mordvichev, comandante del Gruppo Centrale di Combattimento russo è apparso nel popolare programma televisivo russo Soloviev Live riferendo che istruttori dei Paesi della NATO agiscono come unità anti-ritirata nell’esercito ucraino. «Sentiamo i mercenari nell’etere, li vediamo», ha detto Mordvichev secondo l’agenzia russa TASS. «I prigionieri ci parlano di mercenari. Ogni compagnia [dell’esercito ucraino] ha fino a 10 di queste persone: principalmente dai Paesi baltici e dalla Georgia… Agiscono come istruttori e come unità anti-ritirata».

 

Mordvichev ha anche predetto che l’Ucraina avrebbe esaurito le forze per portare avanti la presunta offensiva entro la fine di agosto.

 

«Dopodiché, ci sarà una breve pausa. Non saranno in grado di ottenere nulla in inverno. E penso che tutto sarà finito entro la primavera», ha detto il comandante russo. «Vorrei dirvi che solo ieri abbiamo fatto prigionieri 31 soldati ucraini. Alcuni si sono arresi, altri sono stati catturati sul campo di battaglia».

 

Mordvichev ha aggiunto che i prigionieri ucraini sono sorpresi di non essere torturati in cattività, perché la propaganda di Kiev li spaventa con torture e maltrattamenti. Molti prigionieri supplicano i loro rapitori russi di non essere riportati dall’altra parte perché temono di essere rimandati in prima linea.

 

La TASS cita il Kyiv Post che ha riferito ieri che l’esercito ucraino sta subendo pesanti perdite e il suo morale si sta erodendo a causa dei falliti tentativi di controffensiva.

 

I soldati ucraini citati dal giornale di Kiev hanno dichiarato al giornale che il morale dell’esercito ucraino sta calando a causa delle crescenti perdite. «Nell’ultimo mese, siamo avanzati solo a una distanza di 1,5 chilometri. Ci stiamo muovendo di pochi centimetri e non credo che questo valga le risorse umane e le armi che abbiamo perso» ha detto al giornale un medico militare ucraino a condizione di anonimato, descrivendo la situazione come molto difficile.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo stesso presidente Putin aveva annunciato di aver certezza della partenza della controffensiva ucraina un mese fa, per poi dichiarare pubblicamente che essa si era fermata.

 

Tre mesi fa Evgenij Prigozhin, capo del gruppo Wagner, aveva dichiarato che già allora secondo lui la controffensiva ucraina era iniziata su Bakhmut.

 

Di contro gli ucraini il mese scorso hanno dichiarato che sarebbe partita invece una controffensiva russa.

 

 

 

 

 

Immagine del 2015 di OSCE Special Monitoring Mission to Ukraine via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

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Il ministro della Difesa belga: «cancellare Mosca dalla mappa». Il Cremlino: «psicosi militare»

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Il ministro della Difesa belga Theo Francken ha tentato di precisare la propria dichiarazione secondo cui la NATO potrebbe «radere al suolo Mosca», sottolineando che si trattava di un riferimento al principio di deterrenza dell’Alleanza. Mosca ha bollato la sua retorica come «irresponsabile» e sintomo di «psicosi militare».

 

Giovedì il Francken ha postato sui social i chiarimenti, allegando uno screenshot di un tweet X dell’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, che lo derideva e felicitava gli «amici» della Russia per il test del drone sottomarino nucleare Poseidon.

 

Nel messaggio, Francken ha ribadito che la NATO «non è in guerra con la Russia né lo desidera», definendola «per definizione un’alleanza difensiva». Ha ricordato che il principio di «rappresaglia» è rimasto «incontestato per 76 anni» e rappresenta il pilastro della strategia di deterrenza.

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«Questo è esattamente ciò che intendevo nell’intervista e non ritratto una sillaba», ha scritto.

 

La rettifica segue le parole rilasciate a De Morgen all’inizio della settimana, in cui aveva minimizzato i rischi di uno scontro diretto NATO-Russia per la fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina. Francken aveva affermato che Vladimir Putin non userebbe armi nucleari perché l’Alleanza USA potrebbe «cancellare Mosca dalla mappa», aggiungendo che un attacco a Bruxelles lascerebbe la capitale russa «rasata al suolo».

 

Il viceministro degli Esteri russo Aleksandr Grushko ha etichettato le frasi come tipiche dell’«isteria militare» occidentale, mentre l’ambasciata russa in Belgio le ha giudicate «assurde e scollegate dalla realtà».

 

Mosca considera il conflitto ucraino una guerra per procura della NATO contro la Russia e sostiene che le armi occidentali prolungheranno solo le ostilità senza mutarne l’esito.

 

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Immagine di Paul Van Welden via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Tsunami nucleari: Putin parla del drone sottomarino Poseidon

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La Russia ha testato con successo un drone sottomarino all’avanguardia a capacità nucleare, ha reso noto il presidente russo Vladimir Putin.   I test del sistema Poseidon si sono svolti martedì, ha dichiarato il presidente durante la visita di mercoledì a un ospedale militare di Mosca.   «In termini di velocità e profondità, non esiste al mondo nulla di paragonabile a questo veicolo senza pilota, ed è improbabile che appaia a breve», ha affermato. Al momento, ha sottolineato Putin, «non ci sono metodi per intercettare» il Poseidon.

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«Per la prima volta siamo riusciti non solo a lanciarlo da un sottomarino con il suo motore ausiliario, ma anche ad attivare l’unità di propulsione nucleare, che ha fornito energia al veicolo per un certo periodo. È un successo straordinario», ha dichiarato.   Secondo il presidente russo, le capacità del Poseidon «superano di gran lunga la potenza perfino del nostro missile intercontinentale più avanzato, il Sarmat».   I media avevano in precedenza descritto il Poseidon, rivelato per la prima volta nel 2018, come un sistema senza pilota per le profondità marine dotato di propulsione nucleare con gittata praticamente illimitata.   Si dice che il drone, lungo 20 metri e pesante 100 tonnellate, raggiunga velocità di 200 km/h e scenda oltre i 1.000 metri. Può anche procedere a velocità estremamente ridotte, risultando impercettibile ai radar moderni. Oltre ad attaccare direttamente le città costiere, il Poseidon potrebbe essere impiegato per generare tsunami devastanti.   Come riportato da Renovatio 21, per il Poseidon sarebbe stata approntata una base anche in Kamchatka, nell’Estremo Oriente siberiano.   Due anni fa il Poseidon fu mostrato al canale della TV pubblica russa Rossija-1 (quello attaccato, fra gli altri, in queste ore da un attacco hacker senza precedenti…) dove fu mostrato video in computer grafica del funzionamento dell’ordigno genera-catastrofi, compresa la possibilità diretta di sommergere con uno tsunami radioattivo alto 500 metri la Velikobritannja, cioè la Gran Bretagna.  

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Il video era stato illustrato da Dmitrij Kostantinovic Kiseljov, conduttore televisivo già detto «il principale propagandista di Putin».   Le immagini mostrate, con lo Tsunami radioattivo alto come una montagna che fa sparire l’intero arcipelago (compresa l’incolpevole Irlanda, e con danni a chissà quante altre coste) sono decisamente spaventose. Poseidon è davvero un dio crudele del mare, in grado di sommergere intere Nazioni di umani – un po’ come accadde ad Atlantide…   Come riportato da Renovatio 21a quanto sembra la tecnologia di generazione atomica di tsunami ora sarebbe in mano anche al Nord Corea, che non ha perso tempo. Giappone, Taiwan, isole e costa orientale USA sono avvisati.  

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Immagine di Flowering Dagwood via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Putin rivela i dettagli sul motore nucleare del missile Burevestnik

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Il missile da crociera russo Burevestnik a gittata illimitata sfrutta innovazioni nella tecnologia dei reattori nucleari che permettono un’elevata miniaturizzazione e un rapido raggiungimento della potenza operativa, ha affermato mercoledì il presidente Vladimir Putin. La settimana scorsa è stato reso noto un test storico dell’arma a capacità nucleare.

 

Il presidente ha lodato gli ingegneri responsabili del risultato durante un incontro con militari russi feriti in un ospedale militare.

 

Il reattore del missile «ha una potenza paragonabile a quella di un reattore di un sottomarino a propulsione nucleare, ma è mille volte più piccolo», ha spiegato Putin. «Ma l’aspetto fondamentale è che, mentre un reattore tradizionale richiede ore, giorni o settimane per entrare in funzione, questo si avvia in pochi minuti o secondi».

 


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Le scoperte realizzate con questa centrale unica troveranno impiego in ambito civile, ad esempio nella costruzione di infrastrutture energetiche nell’Artico, ha aggiunto il presidente. Nel frattempo, i componenti elettronici schermati dalle radiazioni sviluppati per il Burevestnik sono già utilizzati nelle missioni spaziali e saranno impiegati nel programma russo di esplorazione lunare.

 

La settimana scorsa Putin ha annunciato il successo del lancio di prova del Burevestnik, durante il quale il proiettile avrebbe percorso oltre 14.000 km. In un incontro di questa settimana ha riferito di aver testato con esito positivo il sistema Poseidon, un siluro nucleare avanzato che si ritiene utilizzi la stessa tecnologia del Burevestnik per la propulsione.

 

«Per la prima volta siamo riusciti non solo a lanciarlo da un sottomarino con il suo motore ausiliario, ma anche ad attivare l’unità nucleare, che ha fornito energia al veicolo per un certo periodo. È un successo straordinario», ha dichiarato Putin.

 

Il presidente russo precisato che il reattore del Poseidon è miniaturizzato in misura minore rispetto a quello del Burevestnik, essendo circa 100 volte più piccolo di un reattore sottomarino convenzionale.

 

La Russia non ha divulgato dettagli sulla tecnologia alla base dei due reattori. Alcuni esperti della difesa ipotizzano che derivi dalla ricerca russa sui sottomarini nucleari.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump ha reagito all’annuncio del «missile invincibile» russo parlando di sottomarini atomici piazzati sulle coste russe.

 

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