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Caso Casalgrande Alto, lettera dei fedeli cattolici tradizionali alla diocesi

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In questi giorni la stampa parla di Casalgrande Alto, un piccolo comune in provincia Reggio Emilia, perché una comunità di fedeli cattolici ha deciso di resistere alla  diocesi reggiana.

 

Da meno di un anno, due sacerdoti hanno deciso di radicarsi nell’altura di un piccolo monte per creare una comunità di cattolici ancorati alla tradizione immortale della Chiesa.

 

In poco tempo, la presenza di numerosi fedeli provenienti per la maggior parte da quegli ambienti parrocchiali – ormai invivibili sotto ogni aspetto – è aumentata a dismisura.

 

Ciò ha messo in allerta la Diocesi di Reggio-Emilia e Guastalla, che ha iniziato ad inviare messaggi pubblici per mettere all’angolo i due sacerdoti, «colpevoli» di celebrare la Messa in latino e di non credere a tutto ciò che stato decantato dal mainstream sulla pseudo-pandemia.

 

«Oltranzisti», «no-mask», «no-vax», «anti-papisti», e ora, addirittura, anche «scismatici»: sono solo alcune delle etichette affibbiate loro.

 

Con un recente comunicato, infatti, i due sacerdoti hanno deciso di rispondere alla Curia reggiana, comunicando la loro adesione all’opera della cosiddetta «Resistenza», a cui fa capo Mons. Richard N. Williamson, vescovo britannico consacrato ad Êcone nel 1988 da Mons. Marcel Lefebvre.

 

Questa pubblica dichiarazione ha spinto la Diocesi a rispondere subito gridando allo «scisma», richiamo piuttosto assurdo, e minacciando sanzioni canoniche.

 

Alcuni dei fedeli che frequentano la Messa a Casalgrande Alto, hanno deciso di rispondere alla Diocesi riemettendo in discussione ciò per cui la stessa Diocesi aveva messo in guardia con un esplicito comunicato del giugno scorso

 

Renovatio 21 pubblica la loro lettera.

 

 

 

In qualità di fedeli cattolici prima di tutto, e quindi senza alcun tipo di etichetta, ci sentiamo in dovere, dopo essere stati chiamati in causa già più volte, di entrare nel merito della questione sollevata dalla Curia Vescovile il 13 giugno scorso, a proposito dei cosiddetti «incontri in contesti privati in cui vengono replicati e guidati da don Claudio Crescimanno e don Andrea Maccabiani».

 

In quanto fedeli che frequentano e presenziano a questi c.d. incontri, che altro non sono che Riti Liturgici di Santa Romana Chiesa — oltre ai momenti formativi —  ci preme precisare alcune questioni poste dal comunicato della Curia.

 

Non prima, però, di alcune altrettante doverose premesse:

 

1. Ci rallegra vedere sì tanto zelo per l’applicazione delle norme da parte della Curia reggiana; Curia che, storicamente e specialmente nei recenti anni passati, ha mostrato tuttavia il contrario, bypassando il tema della dottrina cattolica sull‘omosessualità attraverso la sintesi dell’ambiguità.

 

2. Nel suddetto comunicato, vi è scritto giustamente che «i compiti di un Vescovo comportano cura continua, allontanando per quanto possibile pericoli e minacce». Ebbene, ci chiediamo se questa premura valga veramente per tutto certi che, ad esempio, il Vescovo appena entrato — il quale certo non può avere responsabilità dirette per ciò che è successo prima del suo arrivo in Diocesi — non mancherà di togliere le chiese cattoliche agli scismatici ortodossi, o non esiterà a condannare la veglia contro la cosiddetta «omotransfobia» svoltasi il 6 giugno scorso proprio a Reggio Emilia, nella parrocchia di San Bartolomeo, in ottemperanza a ciò che venne iniziato nel 2018 in Regina Pacis. Una vera e propria veglia ideologica a stampo LGBT, avente come titolo «Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà», laddove la «libertà» ben sappiamo come venga intesa in questi contesti. Vogliamo inoltre auspicare che il Vescovo non mancherà di ribadire a tutti i fedeli della Diocesi l’esistenza dei Novissimi, trasmettendo l’integrità della Fede cattolica in ogni sua forma.

 

3. Un discreto numero di fedeli che frequentano la Santa Messa dai suddetti sacerdoti — a dire il vero la maggior parte — , viene da un lunghissimo percorso in parrocchia: il livello di saturazione (e vedremo dopo il perché), è arrivato ad un punto tale da rendere impossibile la permanenza nelle comunità parrocchiali, anzitutto per un vero e proprio rischio legato alla Fede. Il numero di fedeli che si staccano dalle parrocchie per ricercare luoghi o comunità in cui è custodito il senso del sacro, non potrà che continuare ad aumentare — e noi lo osserviamo di domenica in domenica.

 

Venendo ora agli specifici punti in cui i fedeli cattolici vengono messi in guardia dalla frequentazione degli «incontri» (la celebrazione della Santa Messa, gli annessi Riti Liturgici della Santa Chiesa e alcuni momenti formativi ed aggregativi), presieduti da don Crescimanno e don Maccabiani, osserviamo quanto segue:

 

1. Il Missale Romanum ante-riforma non è mai stato e mai potrà essere abolito da nessuna autorità ecclesiastica, per quanto nella fattispecie questo si sia tentato di fare. Esso è deposito della tradizione bimillenaria della Santa Chiesa Cattolica, e in quanto tale non ha bisogno di alcuna autorizzazione per essere celebrato. Trattasi della Messa di sempre, della Messa degli Apostoli, della Messa del Concilio di Trento per opporsi all’eresia protestante, oggi tanto corteggiata dalle gerarchie cattoliche. Il Missale Romanum ante-riforma è dunque la cosa più conforme alla tradizione della Chiesa Cattolica, nella sua ritualità cristocentrica e non antropocentrica, come lo è invece nel Messale riformato (esso sì, non conforme alla tradizione cattolica).

 

2. Per quanto concerne le confessioni, quanto scritto nella nota vescovile sarebbe totalmente corretto se la Chiesa Cattolica non versasse in uno «stato di necessità grave generale». Nella Chiesa persiste da oltre cinquant’anni una crisi conclamata: ogni ambiente della vita cattolica è divenuto problematico: dalla professione esterna e completa della fede senza ambiguità, passando per la liturgia, la vita sacramentale, la vita di preghiera, l’insegnamento della fede tanto nel catechismo quanto nella formazione dei sacerdoti, l’insegnamento morale conforme alla dottrina in tutti i suoi aspetti. Potremmo dire che oggi, per un cattolico è  quasi impossibile continuare a vivere da cattolico nelle strutture ordinarie della Chiesa (questo ovviamente non inficiando l’indefettibilità della Santa Chiesa). A motivo di questo, anche le confessioni, come è esplicitamente concesso dai canoni (c. 882; nc. 976), possono essere amministrate da ogni sacerdote il quale può lecitamente e validamente assolvere il fedele in punto di morte, cioè nell’estrema necessità. E, quest’estrema necessità del singolo, è appunto equiparata alla grave necessità comune in cui i fedeli cattolici versano oggi.

 

Il fedele, infatti, oggi, non ha più le garanzie necessarie di essere confessato, istruito, guidato e assolto secondo la morale che ha sempre contraddistinto la prassi cattolica, con particolare riferimento al senso del peccato, al dramma del peccato mortale, alla conoscenza di ciò che è peccato, alla necessità della grazia per essere perdonati e salvarsi. Questa grave situazione di necessità generale comporta a confidare e anzi ad esser certi che la Chiesa, per mezzo del Signore Gesù Cristo, offre i suoi mezzi straordinari ai sacerdoti che, resistendo a questo imperante sfacelo, amministrano i santi sacramenti secondo la tradizione di sempre e quindi nella piena adesione al depositum fidei.

 

Dal canto nostro, non possiamo che essere solidali appoggiando chi resiste alla dilagante protestantizzazione della Chiesa, abusata da una visione totalmente deforme e contraria alla Fede cattolica, ricolma di ambiguità e di modernismo, ovvero «la sintesi di tutte le eresie» (Pascendi).

 

Il professore di dogmatica alla facoltà protestante di Strasburgo, M. Siegeval, nel 1969 scrisse al vescovo della città una lettera nella quale constatava che «niente nella messa adesso rinnovata può veramente disturbare il cristiano evangelico».

 

Ebbene, come cattolici non ci è lecito frequentare un rito che offende Dio per esaltare l’uomo, facendo nostro e invitando tutti i sacerdoti di buona volontà a far proprio quell’accorato e coraggioso appello che il padre domenicano Roger-Thomas Calmel, grande teologo, fece nell’aprile del 1972 quando i protestanti di Taizé adotteranno le preghiere eucaristiche della nuova messa per i loro riti eretici:

 

«Che i sacerdoti cattolici rinuncino una volta per tutte a portare i travestimenti preparati da superiori traditori per far piacere a dei predicatori eretici. Che rifiutino di celebrare la messa con il Novus Ordo poiché questo Novus Ordo, con il suo smantellamento calcolato di formulari e di riti è diventato ciò che era destinato a divenire: un libro liturgico all’uso di ufficianti eretici che non credono alla messa e che non sono sacerdoti».

 

In conclusione, a motivo di quanto fin qui puntualizzato, la Curia Vescovile voglia definitivamente comprendere come sia impossibile, per noi, rinunciare al deposito della tradizione cattolica nella sua dottrina, nella sua liturgia, nella sua morale ed in tutto quello splendore spirituale e finanche materiale che oggi è stato smantellato e distrutto per abbracciare lo scientismo mondano e le logiche massonico-umanitarie che caratterizzano il pensiero moderno comune.

 

Non è una questione personale, ma una questione di retta coscienza: se obbedire agli uomini comporta anche solo una minima disobbedienza a Dio, la scelta da fare è una sola: obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini.

 

Va da sé che, qualunque provvedimento di natura canonica verrà preso, per la crisi e lo stato di necessità grave in cui versa la Santa Chiesa, sarà da considerarsi invalido a tutti gli effetti.

 

 

I fedeli cattolici

 

Daniele Desiderio, 27/05/1987, ARCETO
Vera Tagliavini, 24/10/1974, MODENA
Gian Luca Gatti, 02/04/198, SASSUOLO
Rosaria Gualerzi, 12/06/1952, CAVRIAGO
Maria Mancino, 08/08/1952, REGGIO EMILIA
Monica Madini, 24/11/1982, CASINA
Cristiano Lugli, 10/11/1992, CASINA
Maria Angela Boni, 06/02/1956, MONTECCHIO EMILIA
Laura Spaggiari, 16/08/1963, CAVRIAGO
Maria Denise Sighinolfi, 09/06/1953, CASTELLARANO
Marta Brambilla, 04/08/1955, CAVRIAGO
Ciro Mauriello, 11/09/1992, FABBRICO (RE)
Matteo Maselli, 14/05/1983, FORMIGINE
Ester Venturelli, 22/09/1992 FORMIGINE
Giovanni Maselli, 27/04/1944 FORMIGINE
Gabriella Cavani, 16/10/1950 FORMIGINE
Alessandro Corsini, 11/05/1987, REGGIO EMILIA
Federica De Gregorio, 13/08/1987, REGGIO EMILIA
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Scoperti nuovi testi «pornografici» del cardinale Fernandez

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Il sito web cattolico argentino El Wanderer ha riportato ulteriori oscenità erotiche del cardinale Victor Manuel «Tucho» Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) — precedentemente Congregazione per la Dottrina della Fede — descrivendo il materiale appena scoperto come «non solo pornografico ma anche detestabile». Lo riporta LifeSite.

 

I testi erotici «disgustosi» sono in linea con i libri di «teologia» su bacio e orgasmo precedentemente noti del vertice della DDF, che utilizzavano linguaggio ritenuto pornografo.

 

In uno dei libri appena scoperti, ¿Por qué no termino de sanarme?, pubblicato nel 2002 dalle edizioni San Paolo in Colombia, Fernández scrive:

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«Un corpo può essere sorprendente se vestito in modo appropriato: abiti che risvegliano la sensualità accentuando curve interessanti, in base alla forma del corpo. La sensualità di spalle e braccia abbronzate è enfatizzata da una t-shirt. L’eleganza è messa in risalto, nascondendo eventuali chili di troppo con un gilet nero e maniche bianche. Un collo scoperto diventa più seducente con una collana delicata; e così via. Se, in un momento di insoddisfazione, quando si ha bisogno di trovare qualcosa da attendere con ansia o da godere, un corpo può apparire impressionante, meraviglioso, indispensabile, allora un corpo può apparire come qualcosa di mozzafiato, meraviglioso, indispensabile».

 

Epperò il futuro cardinale si lamenta: «Ma poi, con la routine e scoprendo altri corpi diversi, ci si rende conto che quella massa di carne non era niente di straordinario, che ha imperfezioni, mancanze e dolori come tutti i corpi, che si deteriora e perde il suo fascino con il passare del tempo».

 

In un secondo libro, intitolato Teología espiritual encarnada. Profundidad espiritual en acción (2005), pubblicato anche questo dalle già Edizioni Paoline ma in Argentina, il Fernandezzo scrive:

 

«Consiste nell’eseguire la scansione dell’intero corpo, prestando la massima attenzione a un organo alla volta. È molto importante notare che non si tratta di “pensare” a quell’organo, immaginarlo o visualizzarlo. Si tratta più precisamente di “sentirlo”, percepirlo con i sensi. Si tratta di sperimentare con calma le sensazioni di ciascun organo, senza giudicare se siano positive o negative, ma piuttosto cercando di permettere all’organo di rilassarsi e allentare la tensione. È meglio procedere più o meno in questo ordine: mascella, zigomi, gola, naso, occhi, fronte (e tutti i piccoli muscoli facciali che si possono percepire), cuoio capelluto, collo e nuca, spalle. Si prosegue con il braccio destro, il polso e la mano destra; il braccio sinistro, il polso e la mano sinistra. Quindi si passa alla scansione della schiena. Si prosegue con: torace, addome, vita, fianchi, bacino, glutei, genitali, gamba destra, gamba sinistra, piede destro, piede sinistro. La chiave è soffermarsi lentamente su un punto alla volta, senza lasciare che l’immaginazione si disperda su un altro organo o su un’altra idea, finché non sentiamo che tutto il corpo ha la stessa tonalità. Non c’è fretta».

 

In un terzo testo discusso da El Wanderer, Para liberarte de la ansiedad y de la impaciencia (pubblicato sempre dalle Paoline argentine nel 2009), il porporato ha utilizzato ancora una volta l’immagine dell’orgasmo per descrivere momenti in cui la vita è «vissuta al massimo»:

 

«Quando possiamo fermarci e un oggetto o una persona cattura la nostra piena attenzione per un istante, quell’istante è vissuto appieno. Quando tutto il nostro essere è unificato in un’unica direzione, allora realizziamo un vero incontro, una fusione, un’unione perfetta, anche se solo per pochi minuti. Questo non significa necessariamente immobilità fisica, perché questa esperienza può verificarsi anche durante l’eccitazione di un’attività intensa. Questo accade, ad esempio, durante un orgasmo tra due persone che si amano».

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«Una persona – un sacerdote, un vescovo e un cardinale, per giunta – capace di pensare, scrivere e pubblicare paragrafi così apertamente pornografici ha un serio problema», commenta El Wanderer. «Ed è proprio questo problema, tra le altre ragioni, che spiega perché sia ​​stato l’autore di Fiducia Supplicans», che consente la benedizione «non liturgica» delle «coppie» irregolari e omosessuali.

 

«Quel documento maledetto ha suscitato non solo un’enorme confusione all’interno della Chiesa, ma anche uno scandalo e un dolore incommensurabili tra i fedeli», ha dichiarato l’ autore di El Wanderer.

 

«Il problema del cardinale Fernández spiega anche il disprezzo con cui ha trattato gratuitamente la Beata Vergine Maria, negando i suoi due titoli usati da santi e papi», continua l’analisi. «Perché questo orrore per la verginità e la purezza, virtù eminentemente incarnate nella Madre di Dio?»

 

Come riportato da Renovatio 21, quando emersero i testi scabrosi del cardinale l’arcivescovo Carlo Maria Viganò aveva detto che le Guardie Svizzere avrebbero dovuto arrestare Tucho.

 

«I blasfemi rigurgiti di cloaca del ributtante libello di Tucho mostrano un tale livello di perversione e di alienità alla Fede da imporre la cacciata manu militari dell’Argentino e dei suoi complici» ha scritto monsignor Viganò su Twitter.

 

«Le Guardie Svizzere hanno giurato di difendere la Sede di Pietro, non colui che la sta demolendo sistematicamente. Siano dunque fedeli al giuramento e arrestino questi eretici pervertiti!» esclamava l’arcivescovo.

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Donald Trump pubblica un messaggio ufficiale in onore di Maria per l’Immacolata Concezione

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Si tratta di un messaggio che può essere definito storico: il presidente Donald Trump è il primo presidente degli Stati Uniti a pubblicare un messaggio presidenziale ufficiale in occasione della festa dell’Immacolata Concezione, celebrata l’8 dicembre.   Negli Stati Uniti, fin dalle origini del Paese, esiste la devozione all’Immacolata Concezione; è la santa patrona del Paese, come in Spagna, e l’anno prossimo si celebrerà il 250° anniversario dell’indipendenza.

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Un riconoscimento storico della tradizione cattolica

Nel suo messaggio, Trump riconosce che «per quasi 250 anni, Maria ha svolto un ruolo distintivo nella nostra grande storia americana». La dichiarazione presidenziale sottolinea la profonda devozione dei cattolici americani e dei santi americani verso Maria, la madre di Gesù.   Trump sottolinea che la festa dell’Immacolata Concezione è considerata un «giorno festivo di precetto» nella Chiesa cattolica, il che significa che i fedeli cattolici devono partecipare alla messa.  

Il ruolo di Maria nella storia americana

Il messaggio presidenziale ripercorre la storia della devozione mariana negli Stati Uniti, a partire dal vescovo John Carroll, primo vescovo cattolico del Paese e cugino di Charles Carroll, firmatario della Dichiarazione di Indipendenza, che nel 1792 consacrò la giovane nazione alla madre di Cristo.   Trump menziona anche come i cattolici attribuissero la vittoria del generale Andrew Jackson sugli inglesi nella battaglia di New Orleans all’intercessione di Maria. «Ogni anno, i cattolici celebrano una messa di ringraziamento a New Orleans l’8 gennaio in memoria dell’aiuto di Maria nel salvare la città», si legge nella dichiarazione.

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Personaggi di spicco ed eredità mariana

Il messaggio mette in risalto importanti figure americane come Elizabeth Ann Seton, Frances Xavier Cabrini e Fulton Sheen, che hanno dedicato la loro vita a glorificare Dio servendo gli altri e hanno mantenuto una profonda devozione a Maria.   Il presidente menziona la Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, situata nel cuore della capitale, che onora Maria come la chiesa più grande del Nord America. Sottolinea inoltre che quasi 50 università americane portano il nome di Maria e che l’inno «Ave Maria» è caro a innumerevoli cittadini.  

Una preghiera per la pace nel mondo

Nel suo messaggio, Trump ha fatto riferimento alla Prima Guerra Mondiale, quando Papa Benedetto XV commissionò e consacrò una statua di Maria, Regina della Pace, che teneva in braccio Gesù Bambino con un ramoscello d’ulivo, per incoraggiare i fedeli cristiani a seguire il suo esempio di pace pregando per la fine della guerra. «Pochi mesi dopo, la Prima Guerra Mondiale finì», ha concluso il presidente.   «Oggi ci rivolgiamo ancora una volta a Maria per trovare ispirazione e conforto, mentre preghiamo per la fine della guerra e per una nuova era duratura di pace, prosperità e armonia in Europa e nel mondo», si legge nella dichiarazione.  

L’«Ave Maria» inclusa nel messaggio ufficiale

Con una mossa senza precedenti, Trump ha incluso la preghiera completa dell’«Ave Maria» nel suo messaggio presidenziale. Il messaggio si conclude riconoscendo «con totale gratitudine» il ruolo di Maria «nel promuovere la pace, la speranza e l’amore in America e oltre i nostri confini», mentre gli Stati Uniti si avvicinano al 250° anniversario della loro indipendenza.

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Messaggio presidenziale in occasione della festa dell’Immacolata Concezione

Oggi rendo omaggio a tutti gli americani che celebrano l’8 dicembre come giorno sacro in onore della fede, dell’umiltà e dell’amore di Maria, madre di Gesù e una delle figure più importanti della Bibbia.   Nella festa dell’Immacolata Concezione, i cattolici celebrano quella che credono essere la liberazione di Maria dal peccato originale come Madre di Dio. Entrò nella storia per la prima volta da bambina quando, secondo la Scrittura, l’angelo Gabriele la salutò nel villaggio di Nazareth con la notizia di un miracolo: «Ti saluto, piena di grazia! Il Signore è con te», annunciandole che «concepirà nel suo grembo e partorirà un figlio, e lo chiamerà Gesù».   In uno degli atti più profondi e trascendenti della storia, Maria accettò eroicamente la volontà di Dio con fiducia e umiltà: «Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola». La decisione di Maria cambiò per sempre il corso dell’umanità. Nove mesi dopo, Dio si fece uomo quando Maria diede alla luce un figlio, Gesù, che avrebbe offerto la sua vita sulla croce per la redenzione dei peccati e la salvezza del mondo.   Per quasi 250 anni, Maria ha svolto un ruolo di primo piano nella nostra grande storia americana. Nel 1792, meno di un decennio dopo la fine della Guerra d’Indipendenza, il vescovo John Carroll, il primo vescovo cattolico degli Stati Uniti e cugino del firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza Charles Carroll, consacrò la nostra giovane nazione alla Madre di Cristo. Meno di un quarto di secolo dopo, i cattolici attribuirono a Maria la straordinaria vittoria del generale Andrew Jackson sugli inglesi nella decisiva battaglia di New Orleans. Ogni anno, l’8 gennaio, i cattolici celebrano una Messa di Ringraziamento a New Orleans in ricordo del ruolo di Maria nella salvezza della città.   Nel corso dei secoli, leggende americane come Elizabeth Ann Seton, Frances Xavier Cabrini e Fulton Sheen, che hanno dedicato la loro vita a glorificare Dio nel servizio agli altri, hanno professato una profonda devozione a Maria.   La Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, situata nel cuore della capitale, onora Maria come la chiesa più grande del Nord America. L’inno senza tempo «Ave Maria» è ancora caro a innumerevoli cittadini. Ha ispirato la fondazione di innumerevoli chiese, ospedali e scuole. Quasi 50 college e università americane portano il nome di Maria.   E tra pochi giorni, il 12 dicembre, i cattolici negli Stati Uniti e in Messico celebreranno l’incrollabile devozione a Maria che ebbe origine nel cuore del Messico, dove ora sorge la magnifica Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, nel 1531. Mentre ci avviciniamo al 250° anniversario della gloriosa indipendenza americana, riconosciamo e rendiamo grazie, con profonda gratitudine, per il ruolo di Maria nel promuovere la pace, la speranza e l’amore negli Stati Uniti e oltre i nostri confini.   Oltre un secolo fa, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, Papa Benedetto XV, capo della Chiesa Cattolica Romana, commissionò e consacrò una maestosa immagine di Maria, Regina della Pace, con il Bambino Gesù tra le braccia e un ramoscello d’ulivo, per incoraggiare i fedeli cristiani a seguire il suo esempio di pace e a pregare per la fine di quella terribile carneficina. Pochi mesi dopo, la Prima Guerra Mondiale terminò.   Oggi ci rivolgiamo ancora una volta a Maria per trovare ispirazione e conforto, pregando per la fine della guerra e per una nuova e duratura era di pace, prosperità e armonia in Europa e nel mondo intero.   In suo onore, e in questo giorno così speciale per i nostri cittadini cattolici, ricordiamo le sacre parole che hanno portato aiuto, conforto e sostegno a generazioni di credenti americani nei momenti difficili:   Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Papa Leone intervenga sull’Eucarestia a Brigitte Macron: parla un sacerdote francese

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Padre Guy Pagès,un sacerdote della diocesi di Parigi, n ha scritto una lettera aperta a Papa Leone XIV chiedendogli di imporre sanzioni a coloro che hanno permesso la profanazione della Santa Eucaristia quando la first lady francese ha ricevuto pubblicamente la Comunione durante una messa speciale celebrata dall’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, nella cattedrale di Notre Dame. Lo riporta LifeSite.

 

L’occasione è stata la riapertura ufficiale della cattedrale dopo il terribile incendio, scoppiato il lunedì della Settimana Santa del 2019, che avrebbe potuto distruggerla.

 

La lettera di Pagè è piena di angoscia per la sorte eterna di coloro che hanno reso possibile questo sacrilegio e, citando la valutazione di Benedetto XVI, avverte che si può fare un parallelo tra l’abuso sui minori all’interno della Chiesa e il disprezzo per il Corpo di Cristo.

 

Esattamente un anno fa, l’8 dicembre 2024, Brigitte Macron, sposata civilmente con il presidente francese Emmanuel Macron, ha raggiunto il marito a Notre Dame e salì è salita suo posto in prima fila per ricevere la Santa Comunione. Ha ricevuta l’Ostia dalle mani di monsignor Philippe Marsset, vescovo ausiliare di Parigi, alla presenza dell’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich. Non una parola, né un sopracciglio alzato, di fronte a questo scandalo pubblico. Brigitte Macron, che ha divorziato dal suo primo marito, André-Louis Auzière, nel 2006, non risulta aver regolarizzato la sua situazione coniugale con un matrimonio religioso dopo la morte di Auzière nel dicembre 2019. Inoltre, è una sostenitrice pubblica dell’aborto, dell’eutanasia e delle rivendicazioni LGBT.

 

In quanto personaggio pubblico che vive un’unione matrimoniale irregolare – per quanto ne sa l’uomo della strada – e che dichiara apertamente il suo sostegno a cause incompatibili con la fede cattolica, Brigitte Macron non avrebbe dovuto avvicinarsi all’altare per ricevere la Santa Comunione, e la sua situazione e le sue posizioni pubbliche su queste questioni avrebbero dovuto in ogni caso indurre il ministro del sacramento a imporre un rifiuto chiaro, seppur discreto.

 

La messa è stata trasmessa da Le Jour du Seigneur, il programma cattolico della televisione pubblica francese. Al minuto 1 ora e 56, si vede chiaramente Brigitte Macron ricevere la Comunione, mentre il commentatore afferma: «ha tutto il diritto di farlo». Aggiunge che Emmanuel Macron non si è avvicinato per ricevere l’Ostia per «totale rispetto» della «laicità», la separazione tra Chiesa e Stato.

La premiérè dame riceve l’Eucarestia, ovviamente, in mano.


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Padre Guy Pagès ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna risposta da Roma che rispondesse alle sue preoccupazioni – né è stata rilasciata alcuna dichiarazione da parte di nessuno che facesse luce sullo stato civile di Brigitte o su posizioni personali che giustifichino un ipotetico riavvicinamento alla Chiesa cattolica, scrive LifeSite.

 

Padre Pagès ha chiarito di essere «respinto» dal modo in cui la Santa Eucaristia veniva trattata da coloro che detenevano autorità nella Chiesa e di aver sperato in una pubblica sconfessione. Ha atteso fino al 22 giugno prima di scrivere una prima lettera aperta al Dicastero per il Culto Divino, con copie per i Dicasteri per la Dottrina della Fede e per i Vescovi, nonché per la Conferenza Episcopale Francese. Lo ha fatto, ha dichiarato a LifeSiteNews, perché nessun altro si era espresso e si sentiva personalmente obbligato a reagire.

 

Ha aggiunto che la sanzione per i membri del clero che amministrano i sacramenti in contraddizione con le regole della Chiesa è la loro «sospensione».

 

Le sue prime parole alla gerarchia cattolica nella lettera di giugno erano per ricordare loro l’ articolo 183 della Redemptionis Sacramentum (25 marzo 2004) che recita: «In modo assolutamente particolare tutti, secondo le possibilità, facciano sì che il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia sia custodito da ogni forma di irriverenza e aberrazione e tutti gli abusi vengano completamente corretti. Questo è compito della massima importanza per tutti e per ciascuno, e tutti sono tenuti a compiere tale opera, senza alcun favoritismo».

 

Il sacerdote ha aggiunto che l’applicazione del canone 915 del Codice di Diritto Canonico («Non siano ammessi alla sacra comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l’irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto») avrebbe permesso di evitare lo scandalo indicando correttamente le condizioni per ricevere l’Eucaristia, soprattutto quando la presenza della coppia presidenziale era stata annunciata in anticipo.

 

Ora don Pagès scrisse una lettera a Papa Leone XIV, sottolineando che la sua prima lettera ai dicasteri era stata ignorata.

 

Sua Santità,

Il 22 giugno ho inviato una lettera alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, denunciando i sacrilegi commessi contro il Corpo di Cristo domenica 8 dicembre 2024, durante la celebrazione della riapertura della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi, un evento ripreso dai media di tutto il mondo e a cui hanno partecipato numerose personalità pubbliche, tra cui capi di Stato, che vivono pubblicamente in violazione dei comandamenti di Dio e della Sua Chiesa, e a cui è stata comunque amministrata la Comunione eucaristica, in particolare alla persona che appare come la moglie del Presidente della Repubblica.

 

Tuttavia, poiché la loro presenza era stata annunciata, sarebbe stato facile indicare le condizioni richieste prima di dare loro la Comunione (CIC 915; Redemptionis Sacramentum 84 ). Il 10 ottobre, non avendo ancora ricevuto risposta dal Dicastero, ho inviato un’ulteriore lettera con richiesta di ricevuta, anch’essa rimasta finora senza risposta. Sento il dovere di portare questi fatti alla vostra attenzione.

 

La drammatica situazione in cui si trova la Chiesa a causa del suo rifiuto di applicare il diritto canonico in casi gravi di pedofilia avrebbe dovuto convincerci ad applicarlo con rigore in futuro. Benedetto XVI, del resto, ha collegato il modo in cui trattiamo il Corpo di Cristo al modo in cui trattiamo i bambini (Vatican News, 11 aprile 2019 ) … Sono convinto che non ci sarà primavera per la Chiesa finché non torneremo a ricevere la Comunione sulla lingua e in ginocchio , come Benedetto XVI ha insegnato con il suo esempio durante la sua visita a Parigi nel 2008.

 

Spero quindi che interveniate affinché le molteplici profanazioni dell’Eucaristia commesse in quel giorno siano punite. In caso contrario, la loro banalizzazione aumenterà e più sacerdoti e fedeli andranno all’Inferno ( Cfr. San Giovanni Crisostomo in Entretiens et méditations ecclésiastiques, Rusand, Parigi, 1826), perché è vero che chi riceve la Comunione indegnamente mangia la sua condanna (1 Cor 11,27), e ancor più il sacerdote che gliela dà (1 Rm 1,32). Il 12 marzo 1913, Gesù si lamentò con San Pio da Pietrelcina: «La mia casa è diventata per molti un luogo di divertimento. Così è anche per i miei sacerdoti . Sotto falsa apparenza mi tradiscono con comunioni sacrileghe».

 

Voglia gradire, Santissimo Padre, l’espressione dei miei deferenti saluti nel Signore.

 

Che San Tarcisio assista Vostra Santità nella sua missione divina!

 

Padre Guy Pagès

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