Fertilità
Calo delle nascite in 18 Paesi d’Europa. C’entra per caso il vaccino?

Qualche giorno fa è stata data la notizia dell’apparizione di uno documento di 90 pagine di uno studioso tedesco, Raimund Hagemann.
Si tratta di un lavoro di statistica fatto con un team che comprende, tra gli altri, anche dei medici. Hagemann ha preso i dati arrivati da 18 Paesi UE, Italia esclusa, perché avrebbe «dati fermi al 2020».
Titolo del paper: Diminuzione del numero dei bambini nati vivi in Europa.
Usando due variabili – il tasso di natalità e la frequenza di vaccinazione COVID – vengono confrontati i primi cinque mesi del 2022 con quella che è stata la media degli ultimi 3 anni.
Tutti i Paesi mostrano un calo che può arrivare al 10%.
La Francia ha -1,3% di bambini nati vivi; la Romania un pazzesco -18,8% – quasi un bambino su cinque in meno.
-7,4% la Spagna, -8,9 la Germania.
«In 15 Paesi questo calo ha superato il 4%, in 7 è andato oltre il 10%» riassume La Verità. Cioè, un bambino su 10 è nato morto in più rispetto a prima.
In totale, nei Paesi UE interessati vi sarebbero -110.059 nascite rispetto a prima, cioè -7%.
A latere c’è il caso della Svizzera, dove il giornale di Weltwoche, in un articolo intitolato «Dove sono i bambini?» parla di 6.000 nascite in meno, cioè il -15,1%, cifra superiore al -13,5% registrato nel 1915, quando anche nella Confederazione neutrale le condizioni di vita peggiorarono assai. Il docente di economia Konstantin Beck butta lì un dato: «la vaccinazione ha raggiunto il picco a maggio e giugno 2021 (…) e il tasso di natalità è crollato a febbraio e marzo 2022, nove mesi dopo».
Nel documento di Hagemann si dice che vi è correlazione tra il fenomeno e il contagio da COVID, tuttavia si trova una «significativa correlazione negativa tra il calo dei tassi di natalità è l’alto numero delle vaccinazioni nei nove mesi precedenti, nella fascia di età 18-49 anni, in 13 di 18 Paesi».
Di più: il documento dice che si dovrebbe studiare di più la questione delle reazioni avverse negli organi riproduttivi, sia maschili che femminili. Qualcosa, come noto, c’è già: sulle alterazioni del mestruo, dopo mesi di spirale del silenzio, ora non ci sono più dubbi.
Proprio così: potrebbe centrare qualcosa il fatto che le mamme si siano vaccinate. Ricordate? All’inizio le autorità mediche di tutti i Paesi erano attentissime alla questione della gravidanza: ci andarono piano, dissero che non c’erano studi, arrivarono a chiedere a chi si voleva vaccinare di prendere la pillola – che peraltro è perfino più pericolosa dei vaccini in fatto di coaguli del sangue.
Poi, puf, tutta la premura per le donne in età fertile sparì in un batter d’occhio. Si innestò nella società l’idea che, anzi, la madre non vaccinata stava abusando del figlio. Si arrivò a porcherie e fake news – permesse però, se si tratta di vaccinisti – con neomamme sierate che si tiravano il latte convinte che questo si trasformasse magicamente in alimento in grado di immunizzare il bambino, un latte-vaccino, lato sensu, e pure stricto sensu.
Qualcosa, tuttavia, si sapeva. Tra le pagine del documento di approvazione del Pfizer che l’FDA è stata costretta a pubblicare (ricordate? Voleva dilazionare la pubblicazione in 75 anni…) è possibile vedere che si registrarono 23 aborti spontanei e 5 casi di neonati morti o prima o dopo il parto. 17 di 133 bambini allattati al seno da madri vaccinate subirono reazioni avverse.
È orrendo vedere come tutto stia procedendo secondo quello che avevamo pensato, e detto, da subito.
Questo sito già nel 2020 aveva dato voce a chi, come l’ex Pfizer Yeardon, aveva cominciato a parlare dei possibili danni alla fertilità del vaccino mRNA.
Fummo subito fact-checkati: dai soliti noti e perfino dal sito di una importante Università. Sono bufale, dai: non ci sono prove che il vaccino faccia male alle donne incinte e ai loro bambini.
Abbiamo registrato i casi di danno mestruale quando ancora era un tabù spernacchiato in rete, ma discusso sottovoce da un numero infinito di donne: abbiamo ricevuto messaggi di signore piuttosto disperate. Mestruazioni copiose come mai si era visto. Oppure nessuna mestruazione. Da chi andare, per una cosa del genere? Chi ci può, non dico curare, ma ascoltare?
Ricordiamo bene quei mesi lenti e frenetici al contempo, dove si era bloccati in casa («zona rossa»: rimembrate?), in attesa del siero salvifico che arrivò, come il Bambin Gesù, a Natale, mentre si affastellavano nella mente di chi aveva conservato un minimo di lucidità dubbi sempre più mostruosi.
Infine lo scrivemmo con un articolo in cui già dal titolo lo dicevamo chiaro: «Vaccino COVID, la più grande minaccia per l’umanità».
Sottolineiamo che ancora oggi lo pensiamo. E non siamo i soli. Con il problema che ora il danno è stato fatto, moltiplicato per una popolazione infinita, e in più riprese – le dosi, i booster…
Ci era chiaro sin dal principio che si tratta di quello che in informatica è uno SPOT, single point of failure: un solo elemento centrale viene corrotto, e crolla tutto il sistema. Se il vaccino come effetto collaterale avesse avuto il mal di testa, moltiplicato per le centinaia di milioni di persone che lo hanno assunto (o forse più…) avrebbe generato un’instabilità sociosanitaria difficilmente sostenibile.
Tuttavia non era l’emicrania che già allora veniva in mente.
La faccenda, per chi aveva visto cosa era successo negli anni precedenti, era abbastanza semplice da leggere.
I grandi potentati miliardari internazionali un tempo ossessionati dalla riduzione della popolazione, ora dedicavano suon di miliardi, e ammassi di influenza transnazionale mai vista, ad un solo tema, quello dei vaccini.
Non è così arduo fare 2+2. Specie se ci si ricorda di quella strana denuncia che fecero i vescovi del Kenya anni fa. Parlavano di campagne di vaccinazione che in realtà sterilizzavano le donne.
Malgrado le smentite dei grandi media – pubblicavano quelle ma prima non avevano pubblicato la notizia, eccezionale – la storia c’è tutta.
Bisogna dire grazie al dottor Andrew Wakefield che ci ha fatto sopra un documentario assai esplicativo, intitolato Infertilità: un’agenda diabolica.
Ne abbiamo parlato, varie volte. A questo punto va visto per forza: perché quello che mostra potrebbe essere già successo qui. Lo diceva agli intervistatori occidentali uno dei dottori africani che avevano lottato contro l’orrore indicibile di vedere le donne del proprio Paese sterilizzate: «quando avranno finito con l’Africa, verranno da voi».
Potrebbe proprio essere successo così.
Il danno è immane, ci rendiamo conto. Ma non l’abbiamo fatto noi. Noi lo abbiamo detto subito, anzi, noi lo dicevamo anni prima del coronavirus: i vaccini – tutti – sono strumenti della Cultura della Morte. Con le vaccinazioni vogliono umiliare, sottomettere, ferire, uccidere l’essere umano. Su questo davvero non abbiamo mai avuto dubbi.
Ora, semmai, c’è da capire cosa fare. La prospettiva evocata nella storia de I figli degli uomini potrebbe essere dietro l’angolo.
Non c’è solo da prepararsi al crollo della Civiltà, c’è da capire come preservare biologicamente la propria discendenza.
Sapete, c’era un Tinder per i non vaccinati, una app per incontri ma esclusivamente dedicata a chi rifiutava il siero, a chi si era mantenuto, come dicono i no-vax americani, pureblood, con il sangue puro. Apple l’ha ovviamente chiusa. Strano: la censura non arriva su app come Grindr, quella per gli incontri omosessuali dove pare abbondano i preti, che ad un certo punto recava la spunta di profilo che indicava o meno la sieropositività – e il motivo capitelo da voi.
Ma c’è altro. In USA si dice vi sia una nuova tendenza nelle ragazze in cerca di un uomo, che potenzialmente divenga marito: mentire. Dicono di non essere vaccinate, perché questa cosa dei problemi di fertilità delle donne dopo la vaccinazione è entrata nelle testa di qualche scapolone, che se deve cercare una donna con cui mettere su famiglia vorrebbe pure che non fosse sterile, o, peggio ancora, possono avere il pensiero che la prole del siero genico possa avere qualche problema.
È orrendo, a dirsi e anche solo a pensarsi, ma studi come quello di Hagemann, dove diviene sempre più chiaro l’effetto distruttore delle vaccinazioni, ci impongo a pensare una società divisa, quantomeno sessualmente. Chi dispone della fertilità, deve essere pronto a fare qualsiasi rinuncia, qualsiasi sacrificio per custodirla – perché su di lui ora è la responsabilità dell’intera umanità.
Come siamo arrivati a questo punto?
In realtà lo sappiamo. Il vampiro non entra in casa, a meno che non lo si inviti. Il vampiro forse non lo avete invitato voi, ma avete votato i politici che lo hanno invitato a entrare nell’intero Paese.
Abbiamo tollerato, per anni, che ci venisse inflitta la Necrocultura, e non abbiamo mosso un dito – e parlo anche di chi, tra i pochi, aveva capito che era una questione di vita o di morte, era la Vita contro la Morte, era la guerra del Bene contro il Male.
Ora pensate ai bambini, quelli che sono riusciti a salvarsi dalla mattanza – che, state certi, non è finita.
Teneteveli stretti, non permettete a nessuno di prenderveli, perché oramai è chiaro che il loro progetto è interrompere la vita umana sul pianeta, e per questo attaccano la riproduzione e il suo frutto, che è l’Imago Dei.
Il serpente quella volta aveva giurato guerra alla discendenza di Adamo.
Ora crediamo che lo possiate vedere tutti: è proprio così.
Alla fine, gli sarà schiacciata la testa. Tuttavia, nel frattempo la lotta sarà tremenda, e l’abominio di ciò che vedremo insostenibile.
Un mondo senza bambini, un mondo portato con l’inganno ad abortire generazioni intere di piccoli esseri umani.
Un’apocalisse alla quale dobbiamo giurare di sopravvivere, per il bene dei figli che siamo riusciti fin qui a proteggere.
Roberto Dal Bosco
Immagine di TulerReitan via Deviantart pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)
Controllo delle nascite
La Francia registra più decessi che nascite per la prima volta in 80 anni

Nel 2024, la Francia ha registrato un numero di decessi superiore a quello delle nascite, evidenziando una crisi demografica imminente.
Secondo un rapporto dell’Istituto di Ricerca sulla Popolazione (PRI), per la prima volta in 80 anni, le nascite in Francia sono state inferiori ai decessi. Il Paese ha contato 650.000 nascite contro 651.000 decessi, un evento definito dal PRI come una «svolta demografica storica».
«Il calo della fertilità dal 2010 e l’aumento dei decessi dovuto all’invecchiamento dei baby boomer hanno portato la nazione verso un declino demografico naturale», si legge nel rapporto. «A differenza di Germania e Spagna, che compensano le perdite attraverso l’immigrazione, la Francia manca di una strategia chiara. Con il declino della fertilità in tutta Europa e i crescenti dibattiti sull’immigrazione, la Francia si confronta con un futuro di difficoltà economiche, incertezza culturale e una popolazione che si riduce dall’interno».
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«La Francia offre da tempo sussidi alle famiglie disposte ad avere figli», ha dichiarato Steven Mosher, presidente del PRI ed esperto di popolazione. «Ma questi pagamenti mensili hanno avuto scarso impatto sull’aumento del tasso di natalità in Francia o in una ventina di altri paesi europei che li hanno adottati».
«Solo esentando le giovani coppie disposte ad avere figli da tutte le tasse si creerebbero gli incentivi finanziari necessari per incrementare il tasso di natalità», ha aggiunto. «Introdurre un numero massiccio di immigrati per sostituire la popolazione attuale – che sembra essere l’approccio francese – è una “soluzione” che genera più problemi culturali, sociali, politici e religiosi di quanti ne risolva».
Nonostante l’imminente crisi demografica, il tasso di fertilità francese di 1,62 figli per donna rimane il più alto dell’Unione Europea, rispetto alla media europea di 1,4. I paesi con i tassi di natalità più bassi in Europa sono Malta (1,06), Spagna (1,12) e Lituania (1,18).
La Corea del Sud detiene il tasso di natalità più basso al mondo, con soli 0,75 figli per donna. Il PRI avverte che il Paese asiatico «si trova ad affrontare una crisi demografica imminente».
«Con un sudcoreano su cinque già over 65, il Paese rischia un declino economico e tensioni sociali», conclude il rapporto.
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Immagine di Prosthetic Head via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Fertilità
Microplastiche scoperte nei fluidi riproduttivi umani

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Fertilità
Vaccini COVID e rischio in gravidanza: studio su 1,3 milioni di donne trova la correlazione

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato la scorsa settimana sull’International Journal of Risk & Safety in Medicine, il tasso di concepimento riuscito (una gravidanza che porta a un parto vivo nove mesi dopo) per le donne che hanno ricevuto il vaccino contro il COVID-19 è stato «sostanzialmente inferiore» rispetto alle donne non vaccinate.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, il tasso di concepimento riuscito (una gravidanza che porta a un parto vivo nove mesi dopo) per le donne che hanno ricevuto il vaccino contro il COVID-19 è stato «sostanzialmente inferiore» rispetto alle donne non vaccinate.
Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense (CHD), ha definito allarmanti le conclusioni dello studio. Ha affermato:
«Questa analisi preliminare dimostra che sono necessarie molte più informazioni per comprendere le implicazioni a breve e lungo termine dei diversi tipi di vaccini anti-COVID sui parametri di fertilità e gravidanza. Queste informazioni avrebbero dovuto essere ottenute prima di qualsiasi utilizzo pubblico del vaccino anti-COVID».
I risultati hanno mostrato che entro giugno 2021, circa sei mesi dopo che i vaccini contro il COVID-19 erano diventati disponibili al pubblico, i concepimenti riusciti ogni 1.000 donne erano considerevolmente inferiori tra le donne vaccinate rispetto a quelle non vaccinate.
I ricercatori hanno osservato un aumento del tasso di concepimenti riusciti nelle donne non vaccinate a partire da giugno 2021, tasso che «si è mantenuto nel successivo periodo di 6 mesi».
Nel 2022, il tasso di concepimenti riusciti si è «stabilizzato» sia tra le donne vaccinate che tra quelle non vaccinate, ma è rimasto «circa 1,5 volte più alto» per quest’ultimo gruppo.
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Risultati «preoccupanti» indicano un impatto a lungo termine sulla salute riproduttiva
L’analisi preliminare, condotta da cinque ricercatori provenienti da Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia, è stata pubblicata la scorsa settimana sull’International Journal of Risk & Safety in Medicine.
Lo studio ha esaminato i dati ottenuti dalla Repubblica Ceca, uno dei pochi Paesi in cui sono disponibili dati nazionali sulle nascite di donne vaccinate o non vaccinate contro il COVID-19, hanno affermato gli autori.
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 1,3 milioni di donne, di età compresa tra 18 e 39 anni, tra gennaio 2021 e dicembre 2023.
Gli autori hanno affermato che le ragioni per cui hanno intrapreso lo studio includevano ricerche esistenti che dimostravano che i vaccini contro il COVID-19 hanno effetti negativi sulle «caratteristiche mestruali» e la mancanza di dati sull’effetto dei vaccini contro il COVID-19 sui tassi di natalità.
I dati provenienti da diversi Paesi hanno mostrato un calo dei tassi di natalità durante la pandemia di COVID-19, hanno affermato i ricercatori. Tuttavia, «la potenziale influenza dei vaccini contro il COVID-19 sulla salute riproduttiva non è stata valutata» negli studi randomizzati di pre-autorizzazione per tali vaccini.
La pediatra dottoressa Michelle Perro ha affermato che i risultati dello studio sono «profondamente preoccupanti» e «forniscono informazioni sugli effetti negativi sulla fertilità che giustificano un’indagine scientifica immediata e imparziale».
«Il rilascio di una nuova tecnologia, in particolare se somministrata alle nostre popolazioni più vulnerabili senza dati completi sulla sicurezza a lungo termine, si è rivelato ancora una volta disastroso per la salute delle generazioni future», ha affermato la Perro.
Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso il CHD, ha affermato che è «preoccupante» che i tassi di concepimento con successo tra donne vaccinate e non vaccinate non siano convergenti dopo il 2021, il che indica il potenziale impatto a lungo termine dei vaccini sulla salute riproduttiva delle donne.
«Se l’esposizione avesse avuto un’influenza a breve termine, i due gruppi avrebbero dovuto convergere nel tempo, ma non è così», ha affermato Jablonowski.
Tra le donne vaccinate esaminate nello studio, il 96% ha ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech o Moderna; il numero di donne che ha ricevuto il vaccino Pfizer è 11 volte superiore rispetto a quello Moderna.
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Diversi studi collegano i vaccini COVID ai problemi riproduttivi
I ricercatori hanno notato che la relazione tra vaccinazione e fertilità non è necessariamente causale e che alcune donne potrebbero aver basato la loro decisione di vaccinarsi sulla pianificazione di una gravidanza, un possibile esempio di «bias di autoselezione».
Tuttavia, i ricercatori hanno sottolineato che, durante la pandemia, il tasso di fertilità complessivo nella Repubblica Ceca è diminuito. In quel periodo, le autorità sanitarie pubbliche ceche hanno raccomandato alle donne incinte di vaccinarsi, una raccomandazione che, secondo i ricercatori, molte donne hanno probabilmente seguito.
Questi fattori riducono la probabilità che la differenza nei tassi di concepimento riuscito tra donne vaccinate e non vaccinate sia dovuta a un bias di autoselezione.
Anche altri studi recenti hanno riscontrato un’associazione tra i vaccini contro il COVID-19 e i problemi riproduttivi.
Uno studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato ad aprile su BMC Pregnancy and Childbirth, ha rilevato che tra le donne incinte risultate positive al COVID-19, quelle che avevano ricevuto il vaccino contro il COVID-19 avevano una probabilità significativamente maggiore di avere un aborto spontaneo rispetto alle donne non vaccinate.
Uno studio sottoposto a revisione paritaria, pubblicato a marzo sulla rivista Vaccines, ha scoperto che i vaccini contro il COVID-19 hanno ridotto fino al 60% il numero di follicoli primordiali, «il fondamento della fertilità», nei ratti femmina.
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I lotti contaminati del vaccino COVID potrebbero aver abbassato i tassi di concepimento
Secondo i ricercatori cechi, l’elevata contaminazione dei primi lotti di vaccini contro il COVID-19 potrebbe essere correlata a tassi ridotti di concepimento riuscito: una teoria che, secondo loro, merita ulteriori approfondimenti.
I ricercatori hanno citato diversi studi, tra cui un’analisi peer-reviewed di Jablonowski e Hooker pubblicata lo scorso anno sulla rivista Science, Public Health Policy and the Law, che hanno rilevato che i primi lotti di vaccini contro il COVID-19 hanno portato a un numero sproporzionatamente più elevato di eventi avversi.
Secondo l’analisi di Jablonowski-Hooker, i lotti del vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19 distribuiti negli Stati Uniti sono stati associati a tassi significativamente diversi di eventi avversi gravi.
Uno studio danese del 2023 ha rilevato che una percentuale significativa dei lotti del vaccino Pfizer-BioNTech BNT162b2 contro il COVID-19 distribuiti nell’Unione Europea era probabilmente costituita da placebo, mentre i lotti non contenenti placebo hanno mostrato eventi avversi gravi più elevati del normale nei soggetti riceventi.
In un articolo pubblicato sulla rivista Medicine lo scorso anno, gli autori dello studio danese hanno esteso la loro analisi alla Svezia, riscontrando l’esistenza degli stessi problemi dipendenti dal lotto anche in quel Paese.
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In un altro studio pubblicato lo scorso anno, i ricercatori della Repubblica Ceca hanno replicato la metodologia dello studio danese. Hanno scoperto che anche i lotti di vaccino contro il COVID-19 in quel Paese presentavano tassi di eventi avversi diversi, con un numero maggiore di problemi riscontrati nelle prime fasi di rilascio per tutti i vaccini.
L’autore principale di questo articolo, il dottor Tomáš Fürst, è uno dei coautori del nuovo studio.
Perro ha affermato che i risultati dello studio «evidenziano la necessità di estrema cautela negli interventi di salute pubblica, in particolare per le donne in età fertile e i bambini quando coinvolgono la salute riproduttiva». Sostiene le richieste di «cessazione immediata e ritiro della tecnologia mRNA».
Hooker ha affermato: «ogni calo della fertilità e aumento degli aborti spontanei e dei nati morti sono alla base del fatto che questa tecnologia vaccinale non avrebbe mai dovuto essere resa pubblica fin dall’inizio».
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 27 giugno 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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