Connettiti con Renovato 21

Bizzarria

Botte e paura al Polo Sud: ricercatore in una base antartica aggredisce e minaccia di uccidere un collega

Pubblicato

il

Un team di scienziati sudafricani asserragliato in una remota stazione di ricerca antartica ha chiesto «azioni immediate» dopo che un membro del team avrebbe aggredito fisicamente e minacciato di morte un collega.

 

La stazione Sanae IV si trova a circa 80 chilometri nell’entroterra e si trova sulla cima di una montagna che sporge da un ghiacciaio ed è completamente circondata da campi glaciali. Il team di ricerca di dieci membri è pronto a trascorrere almeno altri dieci mesi isolati da tutto. La base è quasi inaccessibile in inverno a causa delle condizioni meteorologiche estreme e del movimento del ghiaccio galleggiante.

 

La vicenda è stata riportata per la prima volta nel weekend dal quotidiano sudafricano Sunday Times, che ha pubblicato un’e-mail inviata da uno dei ricercatori della base. Il giornale ha omesso i nomi sia del membro del team presumibilmente indisciplinato sia del suo accusatore, che ha chiesto «azioni immediate» alle autorità.

Sostieni Renovatio 21

L’accusatore ha anche osservato che erano state sollevate «numerose preoccupazioni» sul presunto aggressore prima della partenza della nave rompighiaccio polare per rifornimenti e ricerche che aveva scaricato la squadra di svernamento lo scorso dicembre ed era salpata un mese dopo.

 

«Purtroppo, il suo comportamento è degenerato fino a un punto che è profondamente inquietante. In particolare, ha aggredito fisicamente [nome omesso], il che costituisce una grave violazione delle norme di sicurezza personale e del posto di lavoro», si legge nella lettera.

 

«Inoltre, ha minacciato di uccidere [nome omesso], creando un clima di paura e intimidazione. Sono ancora profondamente preoccupato per la mia sicurezza, chiedendomi costantemente se potrei diventare la prossima vittima», ha aggiunto.

 

Le autorità del Sudafrica hanno riconosciuto il problema, con il ministro dell’Ambiente Dion George che si è impegnato ad affrontarlo personalmente con i membri del team. George, tuttavia, è sembrato minimizzare la gravità della situazione.

 

«C’è stata una discussione verbale tra il caposquadra e questa persona. Poi è degenerata e poi quella persona ha aggredito fisicamente il capo», ha detto come citato dal Sunday Times. «Puoi immaginare com’è, è uno spazio ristretto e le persone hanno la febbre da cabina. Può essere molto disorientante».

 

In un commento separato, il ministro ha detto che stava «considerando delle opzioni» per affrontare la situazione senza elaborare esattamente cosa. «Un intervento è in atto. La persona che ha aggredito il caposquadra è pentita ed è stata rivalutata psicologicamente volontariamente», ha detto il funzionario riportato dal giornale britannico Guardian, rivelando che lo sfogo violento è stato provocato da un non specificato «compito dipendente dalle condizioni meteorologiche che ha richiesto un cambio di programma».

 

La storia ricorda da vicino un classico dell’horror firmato dal maestro John Carpenter, La Cosa (1982).

 

Al momento, tuttavia, non è emerso che l’individuo problematico sia un mostro alieno mutaforma.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

 

Continua a leggere

Bizzarria

Trump trolla tutti con un video AI in cui bombarda di escrementi i manifestanti «No Kings»

Pubblicato

il

Da

Il presidente statunitense Donald Trump ha ridicolizzato le proteste «No Kings», diffondendo su Truth Social vari video generati dall’intelligenza artificiale, tra cui uno in cui rovescia sulla folla quella che appare come una massa di escrementi.   Sabato gli Stati Uniti sono stati teatro di un’ondata di dimostrazioni contro l’amministrazione Trump, con grandi raduni organizzati in oltre 2.500 luoghi in tutto il territorio nazionale.   I partecipanti accusano il presidente di abuso di potere e di erosione della democrazia, criticando inoltre la sua politica repressiva verso gli immigrati irregolari e l’impiego di truppe nelle città con la motivazione di contrastare la criminalità diffusa.   In risposta, Trump ha postato sui social media clip create con l’IA, inclusi filmati inizialmente caricati da Xerias, un account X pro-Trump noto per produrre meme digitali.   Una delle sequenze mostra Trump ai comandi di un jet da combattimento battezzato «King Trump», che scarica enormi masse di materia fecale su una folla di manifestanti – con in sottofondo la canzone di Kenny Loggins Danger Zone, irrimediabilmente associata alla celeberrima pellicola aeronautica Top Gun (1986), che la utilizza ben tre volte nella storia con protagonista il Tom Cruise.   Il video AI rilanciato dal presidente include anche un’immagine condivisa durante la protesta di New York dall’influencer progressista Harry Sisson, che nel video finisce sommerso, come tutta la serqua di manifestanti «No Kinghi» da una poderosa quantità di materia escrementizia.  

Aiuta Renovatio 21

Il Sisson, idolo tiktoker progressista, l’ha presa male. Domenica mattina, Sisson ha replicato su X al video che lo ritraeva: «un giornalista può domandare a Trump il motivo per cui ha postato un filmato generato dall’IA in cui mi fa cadere la cacca addosso da un caccia?».   Il ragazzo ha quindi proceduto ad insultare Trump dicendo che nella realtà l’aereo non sarebbe potuto decollare a causa del «fat ass» («culo grasso») del presidente. Per fare ciò, il Sissone rimanda in onda per intero l’irresistibile video, di fatto ampliandone la portata.     In un’altra clip, originariamente diffusa dal vicepresidente JD Vance e condivisa da Trump, il presidente indossa una corona e un mantello, estrae una spada e si erge trionfante sugli avversari democrat.  

Sostieni Renovatio 21

Il montaggio condiviso dal Vance termina con figure di spicco del Partito Democratico, come l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dell’opposizione al Senato Chuck Schumer, in ginocchio ai suoi piedi. Si tratta qui di un’allusione esplicita a una sessione fotografica del 2020 in onore di George Floyd.   I contenuti di Trump hanno suscitato risposte polarizzate: i suoi sostenitori li hanno rilanciati con entusiasmo, mentre detrattori come il senatore democratico Brian Schatz li hanno aspramente censurati. «Perché il Presidente dovrebbe diffondere online un’immagine in cui scarica feci sulle città americane?», ha twittato Schatz su X.   I progressisti americani non hanno ancora capito veramente che per la prima volta alla Casa Bianca c’è un presidente troll, e di capacità di trollaggio eccelse, o meglio quello che l’antropologia dell’internetto oggi definisce uno shitposter. Parola assai adeguata anche al caso presente.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da Twitter  
 
Continua a leggere

Bizzarria

Trump contro la trionfale copertina di TIME: «mi hanno fatto sparire i capelli»

Pubblicato

il

Da

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato l’ultima copertina della rivista Time, che accompagna un articolo che loda il suo ruolo nel negoziato di un cessate il fuoco tra Israele e il gruppo militante palestinese Hamas.

 

L’edizione di lunedì della rivista ha definito la tregua di Gaza come il «trionfo» di Trump, presentando un suo ritratto scattato dal basso. Sebbene abbia riconosciuto che l’articolo in sé fosse «relativamente buono», Trump ha duramente contestato l’immagine su Truth Social martedì mattina, definendola «forse la peggiore di sempre».

 

«Mi hanno fatto “scomparire” i capelli e poi hanno messo sopra la mia testa qualcosa che sembrava una corona fluttuante, ma estremamente piccola. Davvero strano!» ha scritto.

 

Trump ha frequentemente accusato i media americani di parzialità, sostenendo che la maggior parte della copertura mediatica evidenzi ingiustamente le critiche alla sua presidenza.

 

Aiuta Renovatio 21

Non si tratta della prima volte che il Trump si preoccupa della sua criniera, a lungo oggetto di speculazioni sulla sua autenticità. Per provare di avere i capelli veri, si fece tirare i capelli in diretta dalla giornalista televisiva Mika Brzezinski (figlia del geostratega Zbigniew), che col marito co-conduttore Joe Scarborough divenne poi acerrima avversaria del presidente (con reductio ad Hitlerum ad abundatiam) e parossistica apologeta di Biden.

 

 

Il figlio primogenito Don jr. ha raccontato durante un incontro pubblico con Charlie Kirk che, raggiunto al telefono dai figli dopo l’attentato subito a Butler in Virginia durante la campagna elettorale, Trump ha chiesto loro come in TV, in quel momento, fossero i suoi capelli. «I capelli vanno bene… c’è molto sangue, ma vanno bene» ha risposto il figlio.

 

 

È lecito pensare che vi sia nel presidente statunitense una cifra sansonica, per cui il suo potere – a questo punto indiscutibile – è tratto proprio dalle sue bionde, inconfondibili, escrescenze tricologiche – che sono, lo sanno gli esperti, uno strumento di branding perfino superiore al baffetto dello Hitler, al baffone dello Stalin, alla pelata mussoliniana.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

 

Continua a leggere

Bizzarria

Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»

Pubblicato

il

Da

La Corea del Nord ha lanciato una severa campagna contro le donne sospettate di aver utilizzato protesi mammarie considerate «capitaliste», classificando tali interventi estetici come «antisocialisti» e «borghesi». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.   Le forze di sicurezza del regime starebbero effettuando ispezioni invasive, con i responsabili dei comitati di quartiere incaricati di individuare donne che mostrano evidenti modifiche fisiche e di segnalarle per ulteriori accertamenti.   Nel regime guidato da Kim Jong-un, interventi come l’aumento del seno e la chirurgia delle palpebre sono ritenuti «atti non socialisti» e sono vietati. Chi viola queste norme rischia gravi conseguenze.   La notizia è emersa in concomitanza con un processo pubblico tenutosi nella sala culturale di Sariwon, dove un medico e due giovani donne sono stati processati per aver praticato e subito interventi al seno non autorizzati. Il medico, con scarsa esperienza, aveva abbandonato gli studi di medicina prima di completare la formazione chirurgica.   «A metà settembre, un processo pubblico si è svolto in un centro culturale nel cuore di Sariwon contro un medico che ha eseguito un’operazione illegale di mastoplastica additiva e due donne che si sono sottoposte all’intervento», ha riferito una fonte della provincia di North Hwanghae al quotidiano sudcoreano Daily NK.   I pubblici ministeri hanno accusato le donne di essere state «contaminate dalle usanze borghesi» e di aver adottato un «comportamento capitalista corrotto». Le imputate hanno dichiarato di voler «migliorare il loro aspetto», ma sono state definite una minaccia per il sistema socialista.

Iscriviti al canale Telegram

Il giudice ha promesso «punizioni severe», mostrando come prove strumenti medici, silicone di contrabbando e denaro contante. Secondo quanto riferito, il giudice ha dichiarato che una delle imputate «non aveva alcuna intenzione di essere leale all’organizzazione e al collettivo, ma era ossessionata dalla vanità, diventando un’erba velenosa che minava il sistema socialista».   Una fonte ha inoltre riferito al Daily NK «che tra i residenti presenti al processo, si sono sentite critiche come “i medici fanno di tutto per denaro”, ma anche commenti di solidarietà, come “Non lo fa forse perché non ha altri mezzi per vivere?”»   Molte donne di Sariwon vivono nel timore di essere sottoposte a controlli se sospettate di aver effettuato interventi di chirurgia estetica.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Più popolari