Connettiti con Renovato 21

Immigrazione

Bambini in DAD per usare la scuola come rifugio per gli immigrati: è l’immagine dei nostri tempi

Pubblicato

il

Una scuola superiore americana verrà utilizzata per ospitare temporaneamente oltre 2.000 immigrati clandestini, e agli studenti verrà detto che seguiranno invece le lezioni online da remoto. In pratica, in quella che è una foto molto accurata del nostro tempo, i bambini vengono messi in DAD per far spazio ai migranti irregolari.

 

Il sindaco massone di Nuova York Eric Adams ha ordinato il trasferimento dei clandestini che attualmente occupano un rifugio al Floyd Bennett Field presso la James Madison High School, nel mezzo di una tempesta invernale che porterà pioggia, neve e raffiche di vento estremamente forti.

 

 


Sostieni Renovatio 21

Il quotidiano NY Daily News riporta che «circa due dozzine di autobus scolastici gialli hanno iniziato a mettersi in fila fuori dai rifugi di Floyd Bennett nel tardo pomeriggio di martedì».

 

«La salute e la sicurezza dei migranti affidati alle nostre cure è sempre una priorità assoluta, motivo per cui stiamo attualmente supervisionando il trasferimento di 1.900 ospiti dal centro di risposta alle emergenze umanitarie e di soccorso al Floyd Bennett Field» scrive una nota dell’ufficio del sindaco.

 

«Questo trasferimento è una misura proattiva adottata con grande cautela per garantire la sicurezza e il benessere delle persone che lavorano e vivono nel centro».

 

Il risultato è stata la sospensioni delle lezioni in presenza e la riesumazione dell’istruzione da remoto, la famosa Didattica a Distanza (DAD).

Aiuta Renovatio 21

«Come risultato del trasferimento, gli studenti della Madison non frequenteranno le lezioni di persona e verranno invece insegnate a distanza, secondo una nota del Dipartimento dell’Istruzione» scrive il Daily News. «Secondo una fonte del Dipartimento dell’Istruzione, le famiglie migranti dovrebbero lasciare l’edificio prima dell’inizio delle lezioni mercoledì mattina, ma la preside della scuola Jodie Cohen ha chiesto che la scuola funzioni comunque da remoto».

 

«Ci sono circa 4.000 studenti che frequentano la Madison High School. I loro genitori sono giustamente preoccupati. I nostri elettori che vivono nelle vicinanze sono preoccupati per la loro sicurezza e il loro benessere», ha la a consigliera repubblicana Inna Vernikov.

 

I legislatori locali hanno criticato l’ufficio del sindaco, rimproverando l’amministrazione per aver utilizzato Bennett Field come rifugio temporaneo nonostante i loro precedenti avvertimenti di non farlo.

 

«Queste sono le preoccupazioni che abbiamo condiviso con l’amministrazione fin dal primo giorno», ha affermato il consigliere repubblicano del distretto 32 Joann Ariola. «Odio dire ‘”ve l’avevo detto”, ma ve l’avevo detto (…) Dobbiamo fermare immediatamente l’intero progetto fallito e porre fine al nostro status di città con diritto al rifugio».

 

Come riportato da Renovatio 21, lo stesso sindaco massone Adams, che aveva dichiarato Nuova York come città rifugio, in seguito aveva dichiarato l’impossibilità di sostenere il ritmo degli arrivi nella città. Per coincidenza, lo stesso sindaco è stato oggetto nelle scorse settimane di speciose accuse di corruzione e, immancabili nel Trono di Spade del potere neoeboraceno, di molestie sessuali.

 

La vicenda esprime al meglio le dinamiche profonde del Nuovo Ordine: priorità assoluta alla sostituzione etnica, alla quale i figli dei cittadini possono essere sacrificati.

 

Il COVID, con i suoi lockdown e la vita ridotta ad un collegamento zoom, servivano a preparare la via.

 

Per lo Stato moderno, in USA come in Europa, l’istruzione dei vostri bimbi, futuri cittadini elettori democratici e contribuenti, vale meno dell’imperativo di assorbimento della popolazione che emigra dal Terzo Mondo – per creare, lo sappiamo, l’anarco-tirannia alla quale i nostri bambini, con la scuola moderna e i suoi contenuti osceni trasmessi in DAD, non possono essere preparati.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Immigrazione

Orban promette di sfidare le «scandalose» quote di migranti dell’UE

Pubblicato

il

Da

Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha annunciato che il suo paese non adempirà agli obblighi europei sull’accoglienza dei migranti a partire dal prossimo anno, accusando Bruxelles di aver sferrato «un attacco assurdo e ingiusto» contro l’Ungheria.   Il Patto UE sulla migrazione e l’asilo, approvato lunedì e previsto in vigore da luglio 2026, stabilisce che ciascun Stato membro partecipi in proporzione alla popolazione e al PIL. Lo scopo è ridurre il carico sui paesi più esposti – Cipro, Grecia, Italia e Spagna –, come ha precisato la Commissione Europea.   I governi dovranno ospitare un numero prefissato di migranti provenienti dagli hotspot o versare 20.000 euro per ciascun rifiuto.   «Finché l’Ungheria avrà un governo nazionale, non metteremo in atto questa decisione scandalosa», ha postato martedì su X Orban, da sempre oppositore delle politiche migratorie di Bruxelles.

Sostieni Renovatio 21

La Commissione ha inoltre classificato Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia e Polonia tra i paesi esposti a una «significativa pressione migratoria». L’Ungheria, però, non figura in questa lista.   Orbsn ha contestato l’idea che il suo paese sia immune dalla crisi migratoria, definendola «completamente slegata dalla realtà». Ha ricordato che ogni anno decine di migliaia di individui tentano ingressi illegali, intercettati dalle guardie di frontiera e dal sistema di barriere ungheresi.   Nel giugno 2024, la Corte di giustizia dell’UE ha condannato l’Ungheria a una multa forfettaria di 200 milioni di euro, più 1 milione di euro al giorno, per il mancato rispetto delle norme comunitarie sull’asilo.   Il mese scorso Orban aveva ribadito che preferirebbe versare la sanzione giornaliera di 1 milione di euro piuttosto che aprire le porte ai migranti irregolari, asserendo che pagare è «meglio che vivere nella paura» e garantendo ai cittadini un’estate di vacanze in sicurezza. I mercatini natalizi sono stati bersaglio di attacchi jihadisti in vari episodi di rilievo negli ultimi anni.   L’UE affronta da oltre vent’anni un’intensa pressione migratoria. L’impegno dei Paesi NATO europei nel collasso di Libia e Siria, unito al loro appoggio all’Ucraina nel confronto con la Russia, ha indotto milioni di individui a dirigersi verso l’Unione.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Belgian Presidency of the Council of the EU 2024 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Continua a leggere

Immigrazione

Trump: persone «deboli» guidano un’Europa «in decadenza»

Pubblicato

il

Da

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha bollato l’Europa occidentale come un insieme di Stati «in decadenza» diretti da capi di governo «deboli», rimproverando i loro esecutivi per la gestione fallimentare dei flussi migratori e per l’incapacità di contribuire alla risoluzione della crisi ucraina.

 

In un colloquio concesso a Politico e reso pubblico martedì, Trump ha dipinto l’élite politica del Vecchio Continente come inadeguata e intrappolata in un eccesso di «correttezza politica».

 

«Penso che siano deboli», ha sentenziato riguardo ai vertici della zona, proseguendo: «L’Europa non sa cosa fare».

 

Sollecitato sul contributo dell’Europa occidentale ai negoziati per la pace in Ucraina, il tycoon ha replicato che i suoi dirigenti «parlano troppo», lasciando intendere che, se persistono nel credere a una vittoria di Kiev, possono proseguire nel finanziamento illimitato.

Iscriviti al canale Telegram

Il presidente statunitense negato di nutrire autentici avversari nel continente, vantando legami cordiali con la maggioranza dei suoi leader, ma ha asserito di saper distinguere «i buoni leader», «i cattivi leader», «quelli intelligenti» e «quelli stupidi».

 

«Anche se ve ne sono di davvero stupidi», ha chiosato Trump.

 

L’imprenditore ha argomentato che le strategie sull’immigrazione stanno trascinando vari Paesi verso il tracollo. «Se continua così, secondo me l’Europa non esisterà più, molti di quei paesi non saranno più sostenibili», ha pronosticato. «La loro politica sull’immigrazione è un disastro. Quello che stanno facendo con l’immigrazione è un disastro».

 

Trump accusato numerosi governi europei di autorizzare ingressi «senza controlli e senza essere controllati» e di ostinarsi a non espellere gli immigrati irregolari.

 

«Vogliono essere politicamente corretti… e non vogliono rimandarli da dove sono venuti», ha spiegato Trump, che ha lodato l’approccio di Ungheria e Polonia alla difesa dei confini, contrapponendole ad altre nazioni europee – in special modo Germania e Svezia –, che a suo avviso hanno smarrito il dominio sui movimenti migratori.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Immigrazione

Trump definisce gli immigrati somali «spazzatura»

Pubblicato

il

Da

Il presidente statunitense Donald Trump ha espresso contrarietà all’accoglienza di immigrati somali negli Usa, invitandoli a rimpatriare nella loro terra d’origine – l’Africa orientale, «a stento una nazione» – e a «mettere ordine laggiù».   Le sue parole si inseriscono in un più ampio affondo contro la comunità somalo-americana, in particolare nel Minnesota, sede della più numerosa diaspora somala negli Stati Uniti. L’uscita segue la determinazione di Washington di sospendere le procedure di asilo, in replica alla sparatoria di due militari della Guardia Nazionale nei pressi della Casa Bianca la settimana scorsa.   Nel corso di una sessione governativa martedì, Trump ha bacchettato gli immigrati somali, tra cui la deputata democratica Ilhan Omar, accusandoli di «non recare alcun beneficio» alla società americana.   «Se proseguiamo a importare rifiuti nella nostra Patria, imboccheremo la strada del declino. Ilhan Omar è immondizia, è immondizia. I suoi amici sono immondizia», ha tuonato, aggiungendo che la Somalia «è un fallimento per un valido motivo».  

Sostieni Renovatio 21

«Queste non sono persone che lavorano. Non sono persone che dicono: “Andiamo, forza. Rendiamo questo posto fantastico”. Queste sono persone che non fanno altro che lamentarsi» ha tuonato il presidente USA. «Quando vengono dall’inferno e si lamentano e non fanno altro che lagnarsi non li vogliamo nel nostro Paese. Lasciamo che tornino da dove sono venuti e risolvano la situazione».   Omar, nata in Somalia e naturalizzata statunitense, è la prima donna di origini africane a sedere al Congresso, eletta nel quinto distretto del Minnesota e membro della «squad» progressista democratica, spesso in rotta di collisione con i repubblicani.   Come riportato da Renovatio 21, Trump l’aveva già bollata come «feccia» a settembre, dopo che era scampata per un soffio a una mozione di censura alla Camera per commenti sprezzanti sull’attivista conservatore Charlie Kirk, assassinato. Aveva pure rilanciato illazioni su un presunto matrimonio con il fratello per ottenere «illecitamente» la cittadinanza americana.   In un messaggio su X diramato martedì, Omar ha tacciato di «inquietante» l’«ossessione» del presidente \nei suoi confronti. «Spero ottenga l’assistenza di cui abbisogna urgentemente», ha commentato.  

Aiuta Renovatio 21

La Somalia versa in una cronica instabilità e minaccia terroristica da decenni, alimentata dal gruppo qaidista Al-Shabaab e da altre frange estremiste. Molti somali approdarono negli USA negli anni Novanta, in piena guerra civile. Altri ancora arrivarono con Obama. La scorsa settimana, Trump ha annunciato l’intenzione di estromettere i somali dal programma di Temporary Protected Status (TPS), che autorizza immigrati da nazioni in crisi a soggiornare e lavorare negli USA, denunziando «brigate» di rifugiati somali che «hanno invaso» il Minnesota, «un tempo uno Stato magnifico», seminando terrore e facendo evaporare miliardi di dollari.   Il governatore del Minnesota Tim Walz – da Trump etichettato come un capo «ritardato» per non aver «mosso un dito» contro il fenomeno – ha stigmatizzato la revoca del TPS come «discriminatoria e lesiva».   La comunità somala negli Stati Uniti, stimata tra 150.000 e 200.000 persone, è una delle più grandi diaspore somale al mondo. Lo Stato del Minnesota ospita la popolazione più numerosa, con circa 86.000 Somali, concentrati a Minneapolis, soprannominata «Little Mogadishu», o Piccola Mogadiscio. Altre comunità significative si trovano a Columbus (Ohio), Seattle (Washington) e San Diego (California). La migrazione, iniziata negli anni Novanta per la guerra civile in Somalia, è stata guidata da opportunità lavorative e supporto di agenzie di reinsediamento.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio Cc0 via Flickr
Continua a leggere

Più popolari