Politica
Assalto al Campidoglio, nuovi filmati provano che i poliziotti hanno aiutato i rivoltosi
Il presidente della Camera Mike Johnson ha rilasciato al pubblico oltre 40.000 ore di filmati del 6 gennaio 2021.
Alcuni filmati erano già stati pubblicati dall’ex presidente della Camera Kevin McCarthy, avevano portato alla scarcerazione di Jacob Chansley, meglio noto come il QAnon Shaman, dopo un passaggio sul canale televisivo Fox News nella trasmissione di Tucker Carlson, poi licenziato dall’emittente.
In questa nuova serie inclusi filmati delle telecamere del corpo della polizia della capitale, nell’interesse della trasparenza, un’azione che avrebbe dovuto essere intrapresa anni fa.
Ogni nuovo filmato non fa altro che confermare ciò che molti americani già sapevano, e cioè che i pochi scarsi minuti di video disponibili riciclati dai media dipingono un quadro falso di ciò che è realmente accaduto. Molti sostengono infatti che il cosiddetto J6 non sia stato altro che una protesta trasformata in rivolta dall’incitamento della polizia e dalla propaganda dell’establishment: non una «insurrection» («insurrezione»), ma una «fedsurrection», ossia una rivolta guidata da agents provocateurs delle agenzie federali dello Stato americano.
Va rammentato che ci sono molte persone che ora languono in prigione a causa di questa narrativa propalata dai media e rinforzata da una commissione d’inchiesta partecipata anche da parlamentari repubblicani – e guidata da Liz Cheney, figlia di Dick Cheney, l’uomo dietro le guerre americane da milioni di morti, da alcuni considerabile alla stregua di un criminale di guerra.
Gli ultimi filmati mostrano la polizia della capitale che invita i manifestanti nell’edificio mentre si radunavano pacificamente nei corridoi (le stesse persone che sarebbero poi state perseguite ed etichettate come «insorti».
I’m shaking.
— ALX ???????? (@alx) November 17, 2023
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Nelle immagini è possibile vedere alcuni manifestanti stringere la mano dei poliziotti tra amichevoli pacche sulle spalle.
Capitol officers were giving handshakes to the patriots walking peacefully through the Capitol on January 6th. pic.twitter.com/GZmhhx3psJ
— Citizen Free Press (@CitizenFreePres) November 17, 2023
«Un maledetto concerto di Celine Dion genera più caos» dice un utente di Twitter.
A fucking Celine Dion concert gets crazier than this. pic.twitter.com/3543rVZ6Zk
— Alex Rosen (@iFightForKids) November 17, 2023
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I conservatori sui social media chiedono indagini sul Comitato del 6 gennaio alla luce delle prove a discarico che dimostrano che la violazione del Campidoglio è stata una situazione facilitata dalla polizia.
Il filmato inedito pubblicato venerdì dal presidente della Camera Mike Johnson è devastante per la narrazione del Comitato del 6 gennaio secondo cui una violenta insurrezione si è verificata al Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021.
Allo stesso modo, il senatore repubblicano dello Utah Mike Lee e il deputato repubblicano del Texas Troy Nehls hanno invitato i repubblicani alla Camera a indagare sul Comitato del 6 gennaio.
«Perché Liz Cheney e Adam Kizinger [un deputato repubblicano considerato vicino ai democratici, e non rieletto, ndr] non hanno mai fatto riferimento a nessuno di questi nastri? Forse non li hanno mai cercati. Forse non hanno nemmeno mai messo in discussione la propria narrativa. Forse erano semplicemente troppo occupati a far trapelare selettivamente i messaggi di testo dei repubblicani che volevano sconfiggere», ha scritto Lee sabato su Twitter.
Resta da vedere se i repubblicani alla Camera riterranno il comitato democratico J6 responsabile delle loro bugie, ma la decisione del presidente Johnson di rendere pubbliche tutte le 44.000 ore è un segnale incoraggiante.
Nei video è visibile anche Matthew Perna, un giovane entrato nel Campidoglio che, incriminato dal Dipartimento di Giustizia di Biden, si era dichiarato colpevole, aspettandosi una pena di massimo un anno di reclusione. Durante il processo, i procuratori fecero capire che avrebbero portato nuove accuse spostando il reato verso il terrorismo, cosa che avrebbe inflitto al ragazzo decenni di galera.
Matthew Perna, visibile qui con la sua felpa rossa, si tolse nella vita impiccandosi nel suo garage prima della sentenza. La sua storia, davvero straziante, è stata raccontata da documentari della giornalista Lara Logan.
????Newly released footage of Matthew Perna (seen in red sweatshirt) shows Matthew walking calmly in the Capitol shooting video.
Matthew pled guilty to initial charges, believing he may face 6-12 months in prison.
Only after pleading guilty did the DOJ inform Matthew that they… pic.twitter.com/1vu0vrLCFe
— Brandon Straka (@BrandonStraka) November 18, 2023
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In rete c’è anche chi creativamente ha comparato la situazione di quel 6 gennaio – definito peggio delll’11 settembre – con ciò che succede al Campidoglio ad ogni Giorno del Ringraziamento.
"Worse than 9/11"
"Every Thanksgiving for 20 years" pic.twitter.com/wslEikGUFY
— NautPoso ????????☘️ (@NautPoso) September 23, 2021
Molti video mostrano come la folla fosse rispettosa ed ordinata, e i poliziotti sembrano in alcuni casi davvero guide turistiche, che scortano ed indicano la direzione ai «rivoltosi»
"Single file line, folks. The Insurrection is right this way." pic.twitter.com/CV2yGvex9L
— Alex Rosen (@iFightForKids) November 17, 2023
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Esistono poi filmati non ancora spiegati, come quello del manifestante portato via ammanettato dalla polizia per poi, lontano da sguardi indiscreti, essere liberato facendo fist-bum con un agente.
????????BREAKING: The recent release of the J6 videos by Speaker Johnson appears to be proving the insurrection was an inside job.
In this video alone we can see that Capitol police release a ‘protester’ and allowed him to keep his gear after he got out of view. pic.twitter.com/p78iVQ8bLE
— Dom Lucre | Breaker of Narratives (@dom_lucre) November 17, 2023
Le menzogne sul 6 gennaio stanno cadendo una ad una, ma non è detto che ciò sia sufficiente, perché lo Stato profondo è oramai programmaticamente scollato dalla popolazione, e sa di poter continuare anche sacrificandone una grande parte, accontentandosi della massa vaccina, ossia di quel segmento di popolo che continuerà bovinamente a seguire ordini e bugie del sistema.
Una guerra «calda» in arrivo potrebbe aiutare a serrare i ranghi, e magari ottenere ancora più strumenti per liquidare la dissidenza. La piovra di Washington ha solo l’imbarazzo della scelta: Ucraina (Cioè Russia), Hamas (cioè, Iran), Taiwan (cioè, Cina)…
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Politica
Esponente del partito AfD insiste sul fatto che la Germania dovrebbe uscire dalla NATO
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Politica
L’Ucraina vuole che l’Occidente paghi le elezioni
Kiev è disposta a indire elezioni, ma soltanto a patto che vengano soddisfatte diverse condizioni, tra cui il finanziamento occidentale del processo elettorale, ha dichiarato Mikhail Podoliak, consigliere di alto livello del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Il mandato presidenziale di Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024, ma egli ha sempre rifiutato di convocare le urne, appellandosi alla legge marziale in vigore. All’inizio della settimana, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che Kiev non dovrebbe più utilizzare il conflitto in corso come pretesto per rinviare il voto.
Mosca ha ripetutamente sostenuto che Zelens’kyj ha «perso la sua legittimità», rendendo così giuridicamente discutibile qualsiasi accordo di pace firmato con lui.
Lo Zelens’kyj ha dichiarato di non voler «aggrapparsi al potere» e, in settimana, si è detto pronto a indire elezioni, purché Stati Uniti e Paesi europei forniscano «garanzie di sicurezza» durante lo svolgimento delle votazioni.
Podoliak ha precisato la posizione venerdì su X, spiegando che Zelensky ha invitato il parlamento a predisporre emendamenti alla Costituzione e alle leggi elettorali. Il consigliere ha tuttavia elencato tre condizioni indispensabili perché il voto possa avere luogo.
President Zelenskyy confirms Ukraine’s readiness for elections and calls on Parliament to prepare changes to the Constitution and laws. However, three basic questions must be solved first.
No missiles or drones can fly during the vote. The only realistic path is a ceasefire.…
— Михайло Подоляк (@Podolyak_M) December 12, 2025
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«Nessun missile o drone deve sorvolare il Paese durante le votazioni. L’unica strada realistica è un cessate il fuoco», ha scritto Podoliak, aggiungendo che i militari al fronte e gli abitanti delle zone di prima linea devono poter «votare ed essere candidati». Ha poi sottolineato che «milioni di sfollati» rendono l’operazione «complessa e costosa».
«Questo onere non può gravare solo sull’Ucraina», ha proseguito il collaboratore dello Zelens’kyj, precisando che Kiev sarebbe «pronta» a procedere solo con finanziamenti esterni e il rispetto delle altre due condizioni.
Non si tratta della prima volta che l’Ucraina chiede danari occidentali pure per il voto.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa, tra i tanti rinvii citanti la legge marziale, Kiev aveva annunciato che le elezioni le avrebbe tenute qualora le avesse pagate l’Europa.
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Immagine di Saeima via Wikimedia pubblicata su licenzaCreative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Politica
Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
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