Ambiente
Ambientalismo, eugenetica, razzismo: i panni sporchi delle organizzazioni verdi
In quella che è quasi certamente una mossa preventiva, l’ente ambientalista americano Sierra Club ha pubblicato sul suo sito la scorsa settimana un articolo molto rivelatore dal titolo «Tirare giù i nostri monumenti».
Sierra Club è la più antica e grande organizzazione ambientalista degli Stati Uniti. L’ambientalismo, come sappiamo, in una vastità di casi si coniuga con l’antiumanismo. Molti gruppi ambientalisti credono al mito della sovrappopolazione e quindi lavora per il fine del reverendo Malthus, cioè la riduzione della popolazione umana.
L’ambientalismo, come sappiamo, in una vastità di casi si coniuga con l’antiumanismo. Molti gruppi ambientalisti credono al mito della sovrappopolazione e quindi lavora per il fine del reverendo Malthus, cioè la riduzione della Popolazione umana
«I leader passati e presenti del gruppo, tutti i principali malthusiani, desiderano unire il “verde” con il “nero” (come i Black Lives Matter finanziati da Soros) – e hanno deciso di mettere in luce la loro storia oscura, in un finto sforzo di “espiazione”. Ed è una storia molto lunga, molto oscura» scrove EIR.
«È tempo di smantellare alcuni dei nostri monumenti – scrive il direttore esecutivo del Sierra Club Michael Brune – a partire da un po ‘di verità sulla storia antica del Sierra Club».
Il principale monumento di cui al Sierra Club potrebbero essere preoccupati è quello del loro stesso fondatore, John Muir, e delle sue connessioni con il movimento eugenetico, che all’epoca (fine XIX secolo) altro non era se non una versione scientista del suprematismo bianco.
«Altri primi membri e leader del Sierra Club – come Joseph LeConte e David Starr Jordan – erano sostenitori vocali della supremazia bianca e del suo braccio pseudo-scientifico, l’eugenetica»
Conosciuto come un abbracciatore di alberi , il Muir non era solo personalmente un razzista – raccontava barzellette indisponenti con «stereotipi razzisti offensivi», ma «manteneva amicizie con persone come Henry Fairfield Osborn, che ha lavorato sia per la conservazione della natura che per la conservazione della razza bianca. Capo della New York Zoological Society e consiglio di amministrazione dell’American Museum of Natural History, l’Osborn ha anche contribuito a fondare l’American Eugenics Society negli anni successivi alla morte di Muir».
Fornendo collegamenti per le prove (e per i liberali allarmati), continua Brune:
«Altri primi membri e leader del Sierra Club – come Joseph LeConte e David Starr Jordan – erano sostenitori vocali della supremazia bianca e del suo braccio pseudo-scientifico, l’eugenetica».
«Ha spinto per leggi e programmi di sterilizzazione forzata che hanno privato decine di migliaia di donne del loro diritto a dare alla luce bambini – per lo più neri, latini, indigeni e donne povere, e coloro che vivono con disabilità e problemi mentali malattia. Ha co-fondato la Human Betterment Foundation, le cui ricerche e leggi modello sono state utilizzate per creare la legislazione eugenetica della Germania nazista»
«Jordan, ad esempio, ha fatto parte del consiglio di amministrazione durante la presidenza di Muir. Un “perno” del movimento eugenetico, ha spinto per leggi e programmi di sterilizzazione forzata che hanno privato decine di migliaia di donne del loro diritto a dare alla luce bambini – per lo più neri, latini, indigeni e donne povere, e coloro che vivono con disabilità e problemi mentali malattia. Ha co-fondato la Human Betterment Foundation, le cui ricerche e leggi modello sono state utilizzate per creare la legislazione eugenetica della Germania nazista».
Non solo, ma lo stesso Sierra Club è stato progettato come un club per bianchi privilegiati:
«L’adesione potrebbe essere concessa solo attraverso la sponsorizzazione di membri esistenti, alcuni dei quali hanno eliminato tutti i candidati di colore», scrive l’articolo espiatorio.
Piuttosto che essere un esercizio di espiazione, articoli come questo ci fanno pensare che vi sia un progettato per far sì che il network di Black Lives Matter abbracci più chiaramente le idee malthusiane nelle loro operazioni.
Il movimento nero sta già abbracciando il New Deal verde, la proposta anti-crescita di cui è campionessa la politica goscista USA Alexandra Ocasio-Cortez.
Un bambino nero su tre in America oggi viene abortito
La storia è ancora una volta tragica per le persone di origine africana. Il movimento eugenetico ha sempre predicato la riduzione della popolazione nera: Planned Parenthood, multinazionale dell’aborto finanziata agli albori dai Rockefeller (come continuazione del loro sostegno agli Istituti di Eugenetica, compresi quelli tedeschi degli anni Trenta) e oggi sostenuta anche da Bill Gates, ha sempre preso di mira le donne di colore, con campagne mirate soprattutto nelle periferie meno abbienti.
Un bambino nero su tre in America oggi viene abortito. Si tratta di una ecatombe che qualche attivista pro-life di colore ha chiamato Maafa, cioè la parola in lingua swahili per dire «Olocausto».
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Il massivo sacrificio umano del nero può passare dal verde. Teniamolo a mente – sempre.
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Ambiente
L’Iran prova la geoingegneria contro la siccità
Le autorità iraniane hanno lanciato sabato un’operazione di «inseminazione delle nuvole» sul bacino del lago Urmia, il più grande del Paese ormai quasi completamente prosciugato, nel disperato tentativo di contrastare la peggior siccità degli ultimi decenni.
Il processo consiste nel disperdere nelle nubi, tramite aerei o generatori a terra, sali chimici (principalmente ioduro d’argento o di potassio) per favorire la condensazione del vapore acqueo e provocare precipitazioni. Ulteriori interventi sono previsti nelle province dell’Azerbaigian orientale e occidentale, ha reso noto l’agenzia ufficiale Irna.
Le piogge sono ai minimi storici: secondo l’Organizzazione meteorologica iraniana, quest’anno le precipitazioni sono calate dell’89% rispetto alla media pluriennale, rendendo questo «l’autunno più secco degli ultimi 50 anni».
I bacini idrici sono quasi vuoti e molte dighe registrano livelli a una sola cifra percentuale. La scorsa settimana il presidente Masoud Pezeshkian ha ammonito che, senza piogge imminenti, si renderanno necessari razionamenti idrici a Teheran e persino l’evacuazione parziale della capitale.
Il direttore del Centro nazionale per la gestione delle crisi climatiche e della siccità, Ahmad Vazifeh, ha definito «preoccupante» la situazione delle dighe nelle province di Teheran, Azerbaigian occidentale, Azerbaigian orientale e Markazi.
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Venerdì centinaia di persone si sono riunite in una moschea della capitale per pregare per la pioggia. Sabato scorso, per la prima volta quest’anno, sono caduti fiocchi di neve in una stazione sciistica a nord di Teheran, mentre precipitazioni si sono verificate nelle regioni occidentali e nord-occidentali del Paese.
Le autorità hanno inoltre annunciato sanzioni per famiglie e imprese che superino i consumi idrici consentiti.
La geoingegneria – fenomeno chiamato da alcuni «scie chimiche» – è oramai alla luce del sole ed è sempre più gettonata dai Paesi mediorientali.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole (cloud seeding) per contrastare la cronica scarsità d’acqua. L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce.
Tuttavia, gli esiti della geoingegneria sembrano essere non sempre imprevedibili e potenzialmente catastrofici: l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
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Immagine screenshot da YouTube
Ambiente
Viganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»
Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli… pic.twitter.com/thIv4fsrKa
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 18, 2025
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Ambiente
Gli Emirati continuano con la geoingegneria
Gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole per contrastare la cronica scarsità d’acqua, ha dichiarato un direttore di ricerca locale.
L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce. I piloti sorvolano nubi promettenti e rilasciano particelle di sale per stimolare le precipitazioni in un Paese che riceve meno di 100 mm di pioggia annui.
La tecnica rientra nella «strategia di adattamento del Paese al cambiamento climatico», ha spiegato lunedì al Financial Times Alya Al Mazrouei, direttrice del Programma di ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la scienza del miglioramento della pioggia (UAEREP).
Il metodo, tuttavia, ha suscitato controversie: i critici temono che possa aggravare eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, alterando i modelli naturali. Esprimono inoltre preoccupazione per l’impatto ambientale delle sostanze chimiche impiegate e per le possibili conseguenze indesiderate della modifica artificiale del clima.
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Orestes Morfin, esperto senior della Climate and Water Initiative in Arizona, ha dichiarato al quotidiano che «l’inseminazione delle nuvole è considerata un ulteriore strumento potenziale per incrementare l’approvvigionamento idrico».
In uno studio del 2023, gli scienziati del Centro nazionale di meteorologia degli Emirati Arabi Uniti hanno stimato che l’inseminazione delle nuvole potrebbe aggiungere fino a 419 milioni di metri cubi di acqua raccoglibile all’anno.
La scarsità d’acqua è una sfida storica per gli Emirati, che dipendono in larga misura dalla desalinizzazione per l’acqua potabile. Dall’inizio degli anni 2000, le autorità emiratine si sono impegnate per aumentare le precipitazioni con mezzi artificiali. Attualmente, il programma di miglioramento delle precipitazioni degli Emirati è operativo con dieci piloti e quattro velivoli, pronti a intervenire 24 ore su 24.
«Ogni volta che abbiamo l’opportunità di farlo… di solito non ne perdiamo nessuna», ha detto Al Mazrouei.
L’operazione è costosa: 8.000 dollari per ora di volo, con una media di 1.100 ore annue, per un totale di quasi 9 milioni di dollari. Tuttavia, Al Mazrouei sostiene che «il costo per metro cubo di acqua aggiuntiva è inferiore a quello della desalinizzazione». Gli Emirati hanno investito 22,5 milioni di dollari in sovvenzioni per la ricerca per perfezionare la tecnologia.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
«Il cloud seeding mira a migliorare e accelerare il processo di precipitazione. Soprattutto nelle aree in cui non piove da molto tempo, precipitazioni così intense possono portare a un flusso eccessivo di infiltrazioni, con conseguenti potenziali inondazioni improvvise», ha dichiarato John Jaques, meteorologo della società di tecnologia ambientale Kisters, secondo il settimanale americano Newsweek.
«Le inondazioni di Dubai fungono da forte avvertimento sulle conseguenze indesiderate che possiamo scatenare quando utilizziamo tale tecnologia per alterare il clima». «Inoltre, abbiamo poco controllo sulle conseguenze dell’inseminazione delle nuvole. Dove esattamente pioverà effettivamente? L’uso di tecniche come il cloud seeding per portare le piogge tanto necessarie in un’area può causare inondazioni improvvise e siccità in un’altra».
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
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