Spirito
Africa, priorità del nuovo pontificato

Il 26 maggio 2025, durante il Pellegrinaggio Giubilare per la Pace in occasione della 62ª Giornata Internazionale dell’Africa, Papa Leone XIV espresse la sua profonda preoccupazione per la situazione dei cristiani africani, che considerava una delle priorità del suo nuovo pontificato. Tale interesse è comprensibile, dato che si prevede che il continente africano diventi il centro di gravità del cattolicesimo entro la fine del XXI secolo.
Presente a Roma accanto al Santo Padre, a meno di un mese dalla sua elezione per implorare la pace per il continente africano, monsignor Edward Hiiboro Kussala, vescovo della vasta diocesi di Tombura-Yambio nel Sud Sudan, ha parlato a Vatican News della situazione nel suo Paese.
La diocesi di Tombura-Yambio, che si estende per oltre 81.000 chilometri quadrati, è un microcosmo delle sfide africane: conflitti armati, sfollamenti di massa, crisi umanitarie e mancanza di accesso all’istruzione. Il vescovo Hiiboro ha raccontato una recente tragedia: un giovane coordinatore della Caritas diocesana è stato assassinato a bruciapelo dai ribelli mentre dormiva fuori da una chiesa che ospitava oltre 5.000 sfollati.
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Il prelato ha descritto una situazione disperata: gli aiuti umanitari faticano a raggiungere la popolazione, l’insicurezza alimentare sta peggiorando e i bambini sono privati dell’istruzione. A questo si aggiunge l’afflusso di rifugiati in fuga dal vicino Sudan, dove infuria la guerra. «Dovremmo aiutarli, ma noi stessi siamo impotenti», ha confessato.
Nel corso di un incontro improvvisato con gli ambasciatori africani accreditati presso la Santa Sede e l’Italia, tenutosi il 26 maggio nella maestosa Basilica di San Pietro, Papa Leone XIV ha parlato ai media in inglese, insistendo sul fatto che la fede cristiana non è un «rifugio occasionale» riservato alla domenica o ai pellegrinaggi, ma una fiamma viva che deve accendersi ogni giorno.
«È la nostra fede che ci dà forza, che ci permette di vedere la luce di Cristo nelle nostre vite e di comprendere l’importanza di vivere questa fede in azione, mettendo i nostri doni al servizio degli altri», ha dichiarato in un messaggio rivolto specificamente ai 500 partecipanti al Pellegrinaggio giubilare per la pace in Africa.
Nel salutare gli ambasciatori del Continente Nero, i loro collaboratori e le loro famiglie, Leone XIV espresse la sua gratitudine per la loro testimonianza di fede. «Ha l’Africa nell’anima», ha detto padre Edward Danaing Daleng, Procuratore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino.
Il religioso ha ricordato che prima della sua elezione, il cardinale Robert Francis Prevost aveva visitato in numerose occasioni le missioni agostiniane in Africa, in particolare in Nigeria, dove si era recato una decina di volte, anche in occasione del capitolo generale interinale del 2016.
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Dal 2001 al 2013, in qualità di Priore Generale degli Agostiniani, colui che sarebbe stato eletto papa l’8 maggio 2025, si recò in missione in una dozzina di Paesi, dal Kenya alla Repubblica Democratica del Congo, passando per Tanzania, Benin e Burkina Faso. Questi viaggi forgiarono in lui una profonda comprensione delle realtà africane.
Va detto che le ultime statistiche della Chiesa cattolica, pubblicate all’inizio del 2025, non smentiscono l’interesse mostrato dal successore di Pietro per l’Africa: il continente africano è l’unico a registrare un aumento nel numero di sacerdoti, seminaristi, religiosi e fedeli.
A questo ritmo, entro il 2100, l’Africa sarà diventata il nuovo «continente» della Chiesa cattolica, dopo aver detronizzato il continente americano. Ciò non fa che rendere ancora più comprensibile la particolare preoccupazione del nuovo Romano Pontefice.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine screenshot da YouTube
Gender
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Misteri
Candace Owens pubblica i presunti messaggi di Charlie Kirk: «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore»

Candace Owens ha pubblicato presunti messaggi personali del defunto Charlie Kirk che dimostrano un crescente interesse per la Chiesa cattolica. Lo riporta LifeSite.
In uno dei messaggi, Kirk affermava che «vedo il cattolicesimo in maniera sempre migliore». Owens ha affermato che Kirk le ha inviato il messaggio nel febbraio 2024 durante conversazioni private sulla teologia e sull’uso politico del termine «giudeo-cristiano».
Candace ha descritto l’osservazione come parte di uno scambio continuo tra amici, aggiungendo di non aver mai affermato che Kirk si fosse convertito o si stesse preparando a farlo. «Charlie stava attraversando alcuni cambiamenti spirituali verso la fine», ha detto l’attivista, affermando che Kirk «non frequentava la chiesa del pastore Rob McCoy», ma piuttosto andava a messa ogni settimana e a volte anche più spesso.
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Owens ha anche attirato l’attenzione sul ciondolo di San Michele che Kirk indossava al momento della morte, aggiungendo che la sua vedova, Erika, aveva portato un vescovo a pregare sul suo corpo in seguito, e in precedenza aveva portato un prete a casa loro per pregare dopo una «fattura» comminatagli pubblicamente da giornalisti di sinistra.
Aveva anche parlato positivamente dell’importanza della Madonna, presentandola come la «soluzione al femminismo tossico» e invitando gli evangelici a venerarla di più.
.@charliekirk11: Mary is the SOLUTION to radical feminism in America! pic.twitter.com/75KsdXtS2s
— LifeSiteNews (@LifeSite) July 17, 2025
Tuttavia, pur notando che i cattolici «speravano che avrebbe fatto il passo successivo perché stava pregando il Rosario», Owens ha insistito sul fatto che Kirk non aveva deciso di convertirsi e che lei non aveva mai affermato il contrario.
La rivelazione arriva nel mezzo di controversie in corso sulla vita spirituale e l’eredità di Kirk, seguite al suo assassinio a settembre. Alex Clark e Andrew Kolvette della TPUSA avevano recentemente discusso dell’interesse di Kirk per il cattolicesimo, definendolo più estetico che teologico.
«Stava diventando cattolico? No», ha detto Kolvet, produttore e caro amico di Kirk. «Ma amava molto la Messa cattolica. Amava il suo rituale. Amava la bellezza delle antiche chiese cattoliche e le vetrate. E lui ed Erika ci andavano ogni tanto».
«Mi è sembrata una specie di insabbiamento», ha detto la Owens a proposito di questa conversazione, chiedendosi perché personaggi vicini a Kirk si fossero affrettati ad affermare che non si stava avvicinando al cattolicesimo.
«Sono rimasto un po’ stupita», ha detto Candace, definendo il modo in cui hanno parlato dell’argomento un «tentativo inautentico di dissuadere l’idea che Charlie si stesse ammorbidendo nei confronti del cattolicesimo».
Le opinioni religiose di Kirk sono diventate un punto focale nella più ampia lotta sulla sua eredità, con personalità interne a Turning Point, e commentatori come la Owens che offrono resoconti divergenti delle sue posizioni private su questioni di fede.
Il giornalista della testata d’inchista di sinistra Grayzone Max Bluementhal ha sottolineato che un’eventuale conversione al cattolicesimo di Charlie lo avrebbe reso forse più distante dall’influenza israeliana, che abbonda tra gli evangelici americani da cui il ragazzo proveniva.
Bluementhal aveva pubblicato uno scoop che raccontava come Kirk avesse rifiutato 160 milioni offerti dal primo ministro israeliano Netanyahu a Turning Point USA (per portarlo «al prossimo livello») e come fosse stato invitato ad un ritrovo nella prestigiosa magione del miliardario hedge fund sionista Bill Ackman, dove gli sarebbe stata fatta pressione al punto che una lobbista israeliana britannica gli avrebbe pure urlato.
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Parimenti, è stato detto che amici avessero rivelato come Charlie avesse «paura» delle forze di Israele, di cui pure era stato un accanito sostenitore. L’insofferenza di Kirk per le pressioni che gli stavano mettendo – specie dopo che aveva fatto parlare ad un evento estivo il giornalista Tucker Carlson e il comico Dave Smith, considerati ora come anti-Israele – erano state rese pubbliche durante una trasmissione con la celebre giornalista Megyn Kelly.
Tutti coloro che si sono interessati del caso ci tengono a ricordare, tuttavia che non vi sono prove che Israele sia implicato nell’omicidio di Kirk.
Come riportato da Renovatio 21, a ribadire l’estraneità dello Stato Ebraico è stato più volte, alla TV americana e in videomessaggi pubblici sui social, il premier israeliano Beniamino Netanyahu, il quale per qualche ragione ha negato simultaneamente anche le accuse sugli assassinii rituali ebraici medievali con vittime i bambini cristiani, come San Simonino.
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Economia
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