Connettiti con Renovato 21

Spirito

Brasile: una «ministra» anglicana «concelebra» con dei sacerdoti

Pubblicato

il

La scena si è svolta nella cattedrale di San Antonio de Chapecó, diocesi brasiliana elevata al rango metropolitano il 5 novembre 2024 da Papa Francesco, che ha nominato il vescovo Odelir José Magri, MCCJ, primo arcivescovo di questa nuova provincia ecclesiastica. Durante la messa di insediamento del nuovo arcivescovo è accaduto l’impensabile.

 

Il 9 febbraio, l’«insediamento» dell’arcivescovo – la cerimonia durante la quale prende possesso del suo arcivescovado – è stato celebrato nel corso di una messa nella cattedrale di Sant’Antonio, alla quale hanno partecipato gran parte del clero diocesano e diversi vescovi brasiliani: circa 80 sacerdoti e 7 vescovi dello Stato di Santa Catarina, in cui si trova l’arcidiocesi.

 

Ma il video del canale YouTube dell’arcidiocesi di Chapecó mostra un’anomalia scandalosa. Appena inizia la processione d’ingresso, giunge una donna, vestita con un camice bianco e una curiosa stola viola, posta in mezzo ai sacerdoti che salgono verso l’altare.

 

Secondo quanto riportato da Aci Prensa, è stata Vivian Schwanke De Oliveira, ministra della Chiesa episcopale anglicana del Brasile (IEAB), a prendere posto nel coro sacerdotale e a «concelebrare» la messa di insediamento del vescovo Odelir José Magri. Anche lei si è recata all’altare, alla presenza dei sacerdoti, per ricevere la comunione.

 

Durante la messa, mons. Odelir José Magri ha parlato del significato ecumenico della presenza di autorità religiose non cattoliche alla celebrazione. Ha menzionato la presenza del ministro dell’IEAB e del pastore della chiesa Renovar em Cristo, che, da parte sua, era seduto tra i fedeli.

 

Il canone 908 del Codice di Diritto Canonico specifica che «è proibito ai sacerdoti cattolici concelebrare l’Eucaristia con sacerdoti o ministri di Chiese o comunità ecclesiali che non hanno piena comunione con la Chiesa cattolica». Ma oggi non è raro che venga violato con leggerezza dai sacerdoti che vogliono avanzare sulla via dell’ecumenismo.

Tuttavia, ACI Digital ha contattato l’arcidiocesi di Chapecó per chiedere spiegazioni sulla partecipazione della ministra anglicana alla concelebrazione della messa e sul motivo per cui ha ricevuto l’Eucaristia. L’ufficio stampa ha inviato una nota firmata dal vescovo Odelir José Magri che dice con tristezza:

 

«In riferimento a quanto accaduto durante la solenne Messa di insediamento dell’arcidiocesi di Chapecó e del mio insediamento come arcivescovo metropolita, informiamo che abbiamo già comunicato alla Nunziatura apostolica in Brasile le circostanze di questo isolato episodio di violazione involontaria delle norme liturgiche».

 

È difficile accettare una scusa del genere. Gli eventi si sono svolti sotto gli occhi di tutti, sotto gli occhi di 8 vescovi e 80 sacerdoti. E non è la dichiarazione dell’arcivescovo che afferma di rinnovare il suo «impegno per l’ortodossia dottrinale e la liturgia ortodossa, e che ci impegneremo per evitare futuri errori» a rassicurare.

 

Perché è sorprendente che i sacerdoti presenti non abbiano detto nulla, né siano intervenuti in alcun modo di fronte a questa presenza che era assolutamente contraria alla disciplina cattolica. Ma a pensarci bene, non c’è da stupirsi: è il frutto di 50 anni di delirante ecumenismo e dell’attuale dibattito – nonostante l’impossibilità fondamentale – sul conferimento degli ordini sacri alle donne.

 

Questo martellamento ha reso i sacerdoti incapaci di reagire a causa di una flagrante mancanza di fede, e perfino nei vescovi. La protestantizzazione del clero, soprattutto in Sud America, non è più una cosa scontata: è già avvenuta. Questo episodio ne è una triste rivelazione.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Spirito

Viganò contro papa Leone sull’onoreficenza dell’arcidiocesi al politico abortista

Pubblicato

il

Da

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato a X un commento ad un caso che sta tenendo banco negli Stati Uniti, dove l’arcidiocesi di Chicago, centro nevralgico del cattolicesimo americano da cui peraltro proviene lo stesso Leone, intende premiare un politico abortista.   «Alla domanda sull’opportunità di conferire il premio dell’Arcidiocesi di Chicago al Senatore Dick Durbin, esponente della Sinistra Radicale Woke e abortista notorio, Prevost ha risposto che “è importante considerare l’intera attività del Senatore” e che “Chi dice ‘Sono contro l’aborto ma sono a favore della pena di morteì, non è veramente pro-vita. Così qualcuno che dice ‘Sono contro l’aborto ma sono d’accordo con il trattamento disumano degli immigrati che sono negli Stati Uniti’, non so se è pro-vita; quindi sono questioni molto complesse”» scrive monsignore.   «Prevost usa argomenti capziosi – come la presunta immoralità della pena di morte o del respingimento degli immigrati illegali da parte dell’autorità civile – ottenendo il risultato di derubricare l’aborto, con quel malcelato imbarazzo di chi è costretto suo malgrado a ripetere con poca convinzione una condanna che non pretende sia condivisa dal mondo moderno, al pari della intrinseca peccaminosità della sodomia» prosegue l’arcivescovo lombardo. «Prevost sposta l’attenzione su altri temi. Ed è sorprendente che un agostiniano come Leone non si accorga che questo atteggiamento è tipico del peggior gesuitismo modernista».  

Sostieni Renovatio 21

«Non solo: affermando che queste sono “questioni molto complesse”, Prevost delegittima la condanna di quei Vescovi americani verso il comportamento di Blase Cupich e favorisce lo scandalo dei fedeli, portati a credere che la pena di morte e il respingimento degli immigrati illegali vadano condannati al pari dell’uccisione di una creatura innocente nel ventre materno» tuona il già nunzio apostolico in USA.   «Diciamolo chiaro: l’aborto è un crimine esecrando che va sempre condannato senza appello. Chi se ne rende colpevole – anche favorendo l’uccisione di innocenti mediante leggi inique – compie un delitto che grida vendetta al cospetto di Dio» accusa Sua Eccelenza. «Come membro morto del Corpo Mistico non appartiene più alla Chiesa Cattolica e non può essere ammesso ai Sacramenti né tantomeno ricevere premi da Autorità ecclesiastiche. Lo Stato, per essere coerente con il fine per il quale esiste, dovrebbe proibire e punire l’aborto, e non dichiararlo un “diritto umano”».   «Contrariamente a quanto affermato da Leone, non c’è niente di “complesso” in questo, se non il rifiuto di affermare la Verità e di non delegittimare Blase Cupich, potente erede e seguace di Joseph Bernardin e di Theodore McCarrick, insieme ad altri Prelati tuttora in carica» continua monsignore in un successivo post.  

Iscriviti al canale Telegram

  «La strategia modernista – basata sulla “morale situazionale” – non nega direttamente la dottrina, ma la “addomestica” in nome dell’evoluzione dei dogmi e la rende inapplicabile nella pratica, svuotandola dall’interno. E non stupisce che questa impostazione relativista, complice della dissoluzione morale della società, sia stata formulata dal Cardinale Joseph Bernardin».   «La sua pseudo-dottrina della “tunica inconsutile” pone l’aborto in un’unica “etica della vita” che include arbitrariamente la povertà, la guerra, la pena di morte. Ciò ha fornito ai politici “cattolici” liberali e ai sedicenti “cattolici adulti”, cari alla Sinistra woke, il pretesto per dirsi “pro-life” pur votando a favore dell’aborto (fino al momento della nascita), delle unioni sodomitiche, della transizione di genere e dell’ideologia LGBTQ+».   «(…) Ricordo bene che durante la cerimonia di imposizione del Pallio, Cupich ripropose la dottrina della tunica inconsutile, che contestai nel mio intervento come Nunzio Apostolico. Nel Novembre 2023 l’allora card. Prevost, nel discorso per il conferimento del Dottorato honoris causa in Perù, lodò Bernardin e Cupich proprio per questa loro aberrante falsa dottrina» chiosa Viganò.   «Se i Romani Pontefici avessero voluto “evitare polarizzazioni” – come sembra essere la principale preoccupazione di Leone – la Chiesa Cattolica avrebbe finito di esistere con San Pietro. Si direbbe che Prevost intenda seguire le orme di Simone nel cortile del pretorio, piuttosto che quelle di Pietro nella testimonianza della Fede. Cosa diranno i conservatori, così entusiasti dell’elezione di Leone?»

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
     
Continua a leggere

Spirito

Trump condivide la preghiera a San Michele Arcangelo

Pubblicato

il

Da

Il presidente Donald Trump il 29 settembre ha condiviso la preghiera di Papa Leone XIII a San Michele in onore della festa dell’arcangelo.

 

Nel suo «Messaggio presidenziale per la festa di San Michele Arcangelo» del 29 settembre 2025, pubblicato sul sito della Casa Bianca, Trump ha dichiarato: «Oggi, saluto i milioni di credenti cristiani negli Stati Uniti e in tutto il mondo che celebrano la festa di San Michele Arcangelo».

 

«Secondo la Sacra Scrittura, quando il Diavolo si ribellò a Dio in Cielo, San Michele e la sua legione di angeli scacciarono Satana sulla Terra, riaffermando trionfalmente la sovranità di Dio su tutta la creazione», ha continuato il presidente.

 

Aiuta Renovatio 21

«Per 2000 anni, i cristiani hanno guardato a San Michele Arcangelo per protezione, forza e coraggio nei momenti di conflitto, angoscia e dubbio».

 

Trump ha poi fatto riferimento a Papa Leone XIII, che scrisse la preghiera a San Michele dopo aver avuto una visione della Chiesa attaccata da Satana:

 

«Nel 1886, circa 140 anni fa, Papa Leone XIII, leader della Chiesa cattolica romana, temendo per il futuro del mondo occidentale, introdusse la leggendaria Preghiera a San Michele, che viene ancora recitata oggi nelle chiese e nelle case di tutta la nostra nazione e di tutto il mondo»

 

«San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, Principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime. Amen».

 

Non è la prima volta che il presidente pubblica la preghiera angelica. Lo scorso anno, in occasione della festa, l’allora candidato alla presidenza Trump pubblicò la preghiera sul suo account X, insieme all’immagine di un dipinto classico di San Michele con la spada in mano, che calpesta la testa del diavolo.

 

Iscriviti al canale Telegram

Prima dei cambiamenti liturgici seguiti al Concilio Vaticano II, la preghiera veniva recitata dopo ogni Messa bassa come difesa spirituale contro gli attacchi del diavolo alla Chiesa cattolica.

 

Come è stato notato l’anno scorso, così parlando Trump si dimostra più cattolico di tantissimi vescovi.

 

Renovatio 21 offre ai lettori che non conoscessero la preghiere in lingua latina.

 

Sancte Michael Archangele,
defende nos in proelio; contra nequitiam
et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus, supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute, in infernum detrude.

 

È bene recitare questa preghiera spesso – almeno ogni sera, specie con i bambini.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine: Marco Pino da Siena (1525-1583), San Michele Arcangelo sconfigge il demone (1573), Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, Napoli, dettaglio.

Immagine di Giuseppe Guida via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata

 

Continua a leggere

Spirito

Spagna, La laboriosa nomina del nuovo nunzio

Pubblicato

il

Da

In un contesto politico segnato da scandali di corruzione e controverse riforme sociali, i rapporti tra la Chiesa cattolica spagnola e il governo di Pedro Sanchez, al potere dal 2018, si sono seriamente deteriorati, come dimostra la nomina estremamente laboriosa di un nuovo nunzio apostolico per il regno.   Non è solo il parto a essere doloroso: il 16 settembre 2025, la Santa Sede ha annunciato la nomina dell’arcivescovo Piero Pioppo a nunzio apostolico in Spagna, carica vacante dallo scorso febbraio. Questa decisione giunge in un momento di crisi aperta, in cui il governo socialista è accusato di aver ritardato l’approvazione del rappresentante del Vaticano nel regno per esprimere il proprio malcontento nei confronti della gerarchia ecclesiastica.   Un altro episodio che illustra la profonda tensione tra la Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) e l’esecutivo nelle mani del leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE). Oltre a questa nomina, le tensioni permangono su questioni storiche e sociali, esacerbate dalla posizione progressista dell’attuale primo ministro.   Quest’ultimo, un ateo autoproclamato proveniente da una famiglia repubblicana antifranchista, guida una coalizione eterogenea che include partiti di sinistra radicale come Sumar e Unidas Podemos. Da quando è salito al potere, il capo del governo ha introdotto una serie di riforme progressiste: la legalizzazione dell’eutanasia nel 2021, l’estensione del diritto all’aborto e il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso e delle «identità di genere fluide». Queste misure si sono scontrate direttamente con la Chiesa cattolica.   L’episcopato, guidato dall’arcivescovo di Valladolid, monsignor Luis Argüello, si è affrettato a denunciare «un’ideologia di genere che emargina la famiglia tradizionale e la libertà di coscienza». Nel marzo 2023, il capo dei vescovi spagnoli ha addirittura parlato di un «disaccordo preoccupante» sui piani del governo di limitare l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, accusando l’esecutivo di voler «emarginare» la religione in nome di un laicismo aggressivo.   Queste differenze ideologiche si sono cristallizzate attorno a delicate questioni sociali. Sull’aborto, ad esempio, i vescovi – più coraggiosi che altrove nel Vecchio Continente – hanno lanciato una campagna nazionale nel marzo 2025 contro quello che chiamano «l’inverno demografico» causato dai 2,5 milioni di aborti registrati dal 1985, di cui oltre 100.000 solo nel 2023.   Allo stesso modo, la legge sull’eutanasia, promulgata nel 2021, ha suscitato una forte opposizione da parte della CEE, che la considera una tendenza eugenetica contraria alla dignità umana. In risposta, il governo accusa la Chiesa di allearsi con la destra – in particolare con il Partito Popolare (PP) e Vox – per bloccare il progresso della società.   Gli scandali di corruzione che hanno colpito il governo hanno fornito all’episcopato una leva per influenzare il dibattito politico. Nel giugno 2025, l’arcivescovo Argüello ha pubblicamente esortato Pedro Sánchez a indire elezioni parlamentari anticipate, a causa di casi che coinvolgevano la moglie, il fratello ed ex membri del governo del primo ministro, sospettati di corruzione e traffico di influenze. Questa dichiarazione è stata interpretata come un «voto di sfiducia» dall’esecutivo.   Un altro simbolo cristallizza le tensioni: la Valle dei Caduti, un monumento franchista che ospita una basilica, una croce di 150 metri e un monastero benedettino. L’estrema sinistra vuole «risignificare» – ovvero «smantellare» – il complesso per trasformarlo in un luogo coerente con il suo fondamento ideologico. Nel maggio 2025, è stato negoziato un compromesso tra il governo spagnolo e la Santa Sede, che prevede la dismissione parziale del sito per 33 milioni di euro.   I vescovi, costretti ad accettare, espressero il loro disappunto. L’ex nunzio, monsignor Bernardito Auza, si era opposto a qualsiasi cambiamento, difendendo i benedettini dalle pressioni governative che avevano portato alle dimissioni del priore nel marzo 2025. I cattolici criticarono i vescovi per aver capitolato a un «governo anticlericale». L’arcivescovo di Oviedo, monsignor Jesus Sanz Montes, denunciò la vicenda come un'”arma di distrazione di massa” per mascherare le malefatte dell’esecutivo.   La dolorosa nomina a nunzio di mons. Pioppo, diplomatico esperto che ha prestato servizio in Ecuador, Camerun e Indonesia, riassume perfettamente il contesto di tesi rapporti tra il governo spagnolo e l’episcopato.   Il processo, che avrebbe dovuto iniziare a luglio 2025, è stato bloccato dal governo fino a settembre: impantanato in scandali di corruzione, superato a sinistra dai suoi attuali alleati politici che lo accusano di non essere sufficientemente impegnato contro Israele e a favore della Palestina, il primo ministro indebolito ha probabilmente voluto placare la Chiesa confermando il nuovo nunzio, per concedersi un po’ di tregua. Ma fino a quando?   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Medelam via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
Continua a leggere

Più popolari