Geopolitica
«Catastrofe centrale del XXI secolo»: generale tedesco dice che non siamo mai stati così vicini alla Terza Guerra Mondiale

Il generale tedesco in pensione Harald Kujat (in pensione), noto per la sua opposizione di anni alla crescente geopolitica occidentale, è tornato a dare un grande ammonimento riguardo la condizione di pericolo in cui si trova il mondo in questo momento.
In un’intervista video di un’ora del 21 novembre con Die Weltwoche (Svizzera), l’ex capo di stato maggiore della Bundeswehr ha avvertito che l’Europa e la Germania devono reagire per impedire che la guerra in Ucraina diventi la «catastrofe centrale del XXI secolo», poiché la prima guerra mondiale è stata una catastrofe del XX secolo.
La Germania deve avere il coraggio di non farsi trascinare in una guerra contro la Russia per lealtà verso l’Ucraina, come nel 1914 quando lo fece per lealtà verso l’Austria-Ungheria, ha detto il generale, spiegando che l’incoscienza con cui gli americani intensificano una guerra in Europa lontano dal loro territorio deve essere contrastata dai leader europei, in particolare dal cancelliere tedesco, dicendo agli americani che non è nell’interesse europeo farsi trascinare in una guerra con la Russia, ha dichiarato il Kujat.
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Il cancelliere Gerhard Schröder disse agli Stati Uniti nel 2003 che si opponeva alla guerra in Iraq, è possibile dirlo agli americani, potrebbe non piacergli ma deve accettarlo, ha continuato il militare, che ha concluso la sua carriera nel 2005 come presidente del Comitato militare della NATO.
Valutando che il cancelliere Olaf Scholz è troppo in confidenza con gli Stati Uniti, Kujat d’altro canto ha detto che Scholz è decisamente più razionale di Friedrich Merz dell’opposizione, e si augura che anche gli elettori tedeschi lo riconoscano alle prossime elezioni anticipate. Lo Scholz è stato troppo morbido in pubblico, ma forse cambierebbe idea durante la campagna elettorale, il che sarebbe nell’interesse della grande maggioranza dei cittadini tedeschi.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, Kujat ha fornito varie spiegazioni sul perché è stata data l’approvazione all’Ucraina per lanciare missili statunitensi in Russia, sebbene fosse stata ripetutamente respinta in precedenza. Da un lato, Biden, che ha già avuto il caotico ritiro dall’Afghanistan durante il suo mandato, non vuole un altro ritiro dall’Ucraina per il quale verrebbe criticato dagli storici futuri.
D’altro canto, l’approvazione di Biden ora è nella tradizione statunitense di aumentare un passo dopo l’altro, se non c’è una forte risposta dall’altra parte, il cui vettore sta puntando al superamento di una linea rossa per la Russia da cui un ritorno non è più possibile.
L’approccio di Putin non è quello di aumentare troppo, ma di colpire brutalmente quando la linea rossa viene superata: questo è ciò che è all’ordine del giorno ora. E l’Europa sta camminando nel sonno verso quella situazione, colpita dall’autoipnosi invece di intervenire in modo che gli Stati Uniti smettano di aumentare. Questa guerra deve finire prima che vada fuori controllo.
Si potrebbe supporre che Putin, consapevole che con Trump alla Casa Bianca un’opzione di pace è possibile, ma i prossimi due mesi prima che Trump entri in carica sono critici, e i leader europei devono usare questa pericolosa finestra temporale non per inasprire la propria posizione, ma per dire all’amministrazione Biden di allentare la tensione, ha sostenuto Kujat.
Kujat due mesi fa aveva detto pubblicamente che si stava andando verso al «punto di non ritorno» dell’escalation.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa in un’intervista del 21 marzo alla radio Berlino-Brandeburgo (RBB), il generale tedesco aveva definito un’«assoluta assurdità» l’idea che l’Ucraina sarebbe in grado, solo con più munizioni, di respingere le truppe di Mosca, aggiungendo per soprammercato che le forze armate russe sono «più forti che negli anni ’80».
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La scorsa estate il generale aveva messo in guardia dalla minaccia di guerra se la Germania dovesse soccombere alle pressioni NATO e consegnare missili da crociera Taurus all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, il nome del generale Kujat appariva in un appello di inizio anno da parte di generali tedeschi che si opponevano alla fornitura di carrarmati Leopard all’Ucraina.
Kujat è stato ispettore generale della Bundeswehr nel 2000-2002 e ha concluso la sua carriera militare come presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005.
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Geopolitica
Mosca: l’invito di Putin a Trump è ancora valido

Il presidente russo Vladimir Putin è ancora disponibile a ospitare il presidente statunitense Donald Trump a Mosca, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. Trump ha condotto un’intensa attività diplomatica con Mosca sul conflitto ucraino, ma recentemente ha adottato una retorica più dura.
Da gennaio, quando ha assunto la presidenza, la Casa Bianca ha avviato diversi round di negoziati con funzionari russi, culminati in un incontro con Putin in Alaska a metà agosto. Durante il vertice, Putin ha invitato Trump nella capitale russa, e entrambi hanno descritto l’incontro positivamente: Putin lo ha definito «franco» e «sostanziale», mentre Trump lo ha giudicato «produttivo».
«L’invito rimane valido», ha dichiarato Peskov domenica all’agenzia di stampa statale russa TASS, rispondendo a una domanda su eventuali cambiamenti nella posizione di Mosca. «Putin è pronto e sarebbe felice di incontrare il presidente Trump. La decisione spetta a Trump».
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Per mesi, Washington ha sostenuto che Kiev dovesse cedere su alcune rivendicazioni territoriali per favorire un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. Tuttavia, questa settimana Trump ha cambiato posizione, affermando che l’Ucraina potrebbe sconfiggere la Russia e definendo Mosca una «tigre di carta».
Peskov aveva già replicato alle parole di Trump, sottolineando che la Russia è tradizionalmente vista come un orso e che «non esiste un orso di carta». Ha inoltre smentito le affermazioni di Trump sull’economia russa, sostenendo che si è adattata al conflitto e alle sanzioni occidentali senza precedenti, pur affrontando alcune «difficoltà».
Tuttavia, Peskov ha ribadito che Putin «apprezza molto» gli sforzi di mediazione di Trump, descrivendo il loro rapporto come «cordiale».
All’inizio di questa settimana, parlando dalla Casa Bianca, Trump ha dichiarato che non userà più l’espressione «tigre di carta» per descrivere la Russia e che non intende utilizzarla contro «nessuno».
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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