Nucleare
Scoperte sulla superconduttività potrebbero significare che la fusione nucleare è possibile
A due anni da quando il politecnico bostoniano MIT ha dichiarato che i suoi scienziati hanno raggiunto una svolta nell’energia da fusione, l’ateneo torna mostrare una ricerca che confermerebbe che il progetto basato sui magneti utilizzato in quei test non è solo sorprendente in un ambiente di laboratorio, ma è anche pratico ed economicamente sostenibile.
Questi nuovi risultati provengono da un rapporto completo che comprende sei studi separati, pubblicati tempo fa sulla rivista di ingegneria IEEE Transactions on Applied Superconductivity, che valutano la fattibilità dei magneti superconduttori utilizzati dagli scienziati del MIT nel loro test epocale condotto nel settembre 2021.
«Di colpo, ha sostanzialmente cambiato il costo per watt di un reattore a fusione di un fattore di quasi 40 in un giorno. Ora la fusione ha una possibilità», ha sostenuto Dennis Whyte, ex direttore del Plasma Science and Fusion Center del MIT e professore di ingegneria, in un comunicato.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
La fusione è il processo che alimenta le stelle, incluso il Sole. Atomi piccoli e abbondanti come l’idrogeno vengono combinati insieme, generando calore che può essere sfruttato per l’elettricità. A differenza della fissione nucleare, il processo produce poche radiazioni, il che lo rende più sicuro, e ha bisogno solo di atomi di idrogeno come combustibile anziché di elementi rari e pericolosi come uranio e plutonio.
Nelle stelle, l’immensa gravità fa scontrare gli atomi di idrogeno nei loro nuclei, ed è così che rimangono accesi per milioni se non miliardi di anni. Per comprimere gli atomi insieme dobbiamo sottoporli a temperature e pressioni estremamente elevate.
Una strategia è quella di usare una macchina chiamata Tokamak acronimo russo entrato nel gergo nuclearista mondiale (sta «toroidal’naja kamera s magnitnymi katushkami», «camera toroidale con spirali magnetiche»), una camera a forma di ciambella rivestita di enormi magneti superconduttori, per bloccare l’idrogeno in posizione.
Molti progetti di reattori a fusione usano i Tokamak e Whyte ritiene che i risultati mostrino che i dispositivi «hanno una possibilità di ridurre notevolmente le dimensioni e il costo degli oggetti che renderebbero possibile la fusione».
Nella loro scoperta, i ricercatori del MIT hanno utilizzato un materiale sperimentale chiamato REBCO che ha permesso ai magneti di essere superconduttivi a 20 Kelvin, una temperatura di poco più calda, ma molto più pratica di quella possibile in precedenza.
Gli scienziati hanno corso un rischio rimuovendo l’isolamento – una misura standard per prevenire i cortocircuiti – attorno alle bobine di nastro superconduttore del magnete, riporta Futurism. Ciò ha semplificato notevolmente il design e ha avuto «il vantaggio di essere un sistema a bassa tensione», ha spiegato Zach Hartwig, professore associato presso il dipartimento di scienza e ingegneria nucleare del MIT.
«È stata una grande sorpresa per la comunità quando abbiamo annunciato che si trattava di una bobina senza isolamento», ha poi aggiunto. Nel loro test su scala reale, ha detto Hartwig, il team ha costruito un magnete da dal peso poco al di sotto dei 10000 chilogrammi, in grado di mantenere un campo magnetico di oltre 20 tesla, che potrebbe essere sufficiente a supportare reazioni di fusione che raggiungono una potenza netta in uscita.
Oltre a ciò, diversi test hanno dimostrato che il progetto sia stabile fattibile, in grado di sopportare il calore estremo causato dall’interruzione dell’alimentazione.
«In pratica abbiamo fatto la cosa peggiore possibile a una bobina, di proposito, dopo aver testato tutti gli altri aspetti delle prestazioni della bobina. E abbiamo scoperto che la maggior parte della bobina è sopravvissuta senza danni», ha chiosato Whyte.
Come riportato da Renovatio 21, scienziati sudcoreani hanno stabilito un nuovo record mondiale utilizzando il dispositivo Korea Superconducting Tokamak Advanced Research (KSTAR), un reattore a fusione nucleare con «sole artificiale».
In Giappone si è recentemente inaugurato il più grande reattore sperimentale a fusione nucleare del mondo, nominato JT-60SA, il quale rappresenta l’ultimo banco di prova per una fonte di energia rinnovabile raccolta da atomi che si fondono insieme sotto una pressione immensa a temperature incredibilmente elevate, senza rischiare una fusione nucleare.
Anche la Cina sta portando avanti queste ricerche in una enorme struttura composta da 14 edifici che copre 400.000 metri quadri. Il team di scienza della fusione termonucleare presso l’Istituto del Plasma di Hefei ha condotto ricerche sulle prestazioni globali dei materiali, sulle prestazioni dei superconduttori, dei magneti superconduttori, delle camere a vuoto del reattore di fusione, dei componenti del divertore e dell’interazione tra plasma e materiali.
Aiuta Renovatio 21
Come riportato da Renovatio 21, Cina ha continuato con i suoi studi per la fusione dopo che negli scorsi anni un team di scienziati cinesi aveva affermato di aver trovato un metodo nuovo e più conveniente per il processo.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
Un anno fa un esperimento di fusione ebbe successo presso il Livermore National Laboratory Ignition Facility, in California.
In Francia, nonostante l’avvio della guerra ucraina nel 2022, era stata annunciata la prosecuzione la collaborazione internazionale, che comprendeva anche la Russia (che ha portato un enorme magnete via nave), nel programma di ricerca International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER), che ha costruito il più grande reattore a fusione nucleare tokamak della storia.
Come riportato da Renovatio 21, il CERN la scorsa settimana ha confermato che è prevista l’espulsione per gli scienziati russi e bielorussi che lavorano al collisore di adroni ginevrino.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Nucleare
Il Niger accusa il gruppo nucleare statale francese di «crimini di massa»
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Nucleare
L’ex vertice dell’esercito ucraino vuole le armi nucleari
L’ex comandante supremo delle Forze Armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny, ha sostenuto che solo l’ingresso nella NATO, l’installazione di armi atomiche o l’accoglienza di un imponente contingente militare straniero possano assicurare una protezione effettiva per Kiev.
Le dichiarazioni sono state rese note in un saggio apparso sabato sulle colonne del giornale britannico Telegraph.
Il generale – che, secondo indiscrezioni, starebbe tessendo in silenzio una compagine politica da Londra in vista di una possibile corsa alla presidenza – ha delineato le sue analisi su come sconfiggere Mosca, forgiare un’«Ucraina rinnovata» e quali «tutele di sicurezza» adottare per prevenire una ricaduta nel confronto con il Cremlino.
«Queste tutele potrebbero comprendere: l’accessione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica, il posizionamento di ordigni nucleari sul suolo ucraino o l’impianto di un corposo schieramento alleato in grado di fronteggiare la Federazione Russa», ha argomentato Zaluzhny.
L’alto ufficiale ha sostanzialmente ribadito le posizioni più intransigenti della classe dirigente ucraina attuale: Volodymyr Zelens’kyj ha spesso invocato simili tesi nel corso della crisi con la Russia, e pure in precedenza.
Il governo russo ha più volte stigmatizzato come inaccettabili qualsivoglia delle «tutele di sicurezza» indicate da Zaluzhny. Mosca contrasta da anni le velleità atlantiste di Kiev, additando l’allargamento verso levante del Patto come un pericolo per la propria integrità e annoverandolo tra i moventi principali del contenzioso in atto.
Inoltre, il Cremlino ha insistito che, in qualsivoglia intesa di pace futura, l’Ucraina debba abbracciare uno statuto di neutralità.
Aiuta Renovatio 21
Anche le esternazioni nucleari di Kiev sono state aspramente censurate da Mosca, che le ha giudicate foriere di escalation e di un rischio di conflagrazione mondiale. La dirigenza ucraina ha spesso deplorato l’abbandono dell’eredità atomica sovietica agli albori degli anni Novanta, lamentando di non aver ottenuto contropartite adeguate.
La leadership di Kiev ha sostenuto a lungo che gli Stati Uniti e i suoi alleati avevano l’obbligo di proteggere l’Ucraina a causa del Memorandum di Budapest del 1994, in cui Stati Uniti, Regno Unito e Russia avevano dato garanzie di sicurezza in cambio della rimozione delle testate nucleari sovietiche dal territorio ucraino.
In verità, però, quell’arsenale era rimasto sotto l’egida moscovita, mentre l’Ucraina sovrana mancava delle capacità per gestirne o preservarne le testate residue dopo la dissoluzione dell’URSS. Allo stesso modo, la Russia ha escluso qualsivoglia ipotesi di dispiegamento di truppe straniere in Ucraina, né durante né oltre il conflitto vigente. Tale mossa, a giudizio del Cremlino, non farebbe che precipitare Mosca in uno scontro frontale con l’Occidente.
Come ricordato da Renovatio 21, c’è da dire che la fornitura di atomiche a Kiev è stata messa sul piatto varie volte da personaggi come l’europarlamentare ucraino Radoslav Sikorski, membro del gruppo Bilderberg sposato alla neocon americana Anne Applebaum.
Si tende a dimenticare che lo stesso Zelens’kyj parlò di riarmo atomico di Kiev alla Conferenza di Sicurezza di Monaco, pochi giorni prima dell’intervento russo. In seguito, Zelens’kyj e i suoi hanno più volte parlato di attacchi preventivi ai siti di lancio russi e di «controllo globale» delle scorte atomiche di Mosca.
A inizio anno, la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova aveva definito lo Zelen’skyj come un «maniaco» che chiede armi nucleari alla NATO.
Come riportato da Renovatio 21, mesi fa il quotidiano londinese Times aveva parlato di «opzione nucleare ucraina». Settimane prima il tabloid tedesco Bild aveva riportato le parole di un anonimo funzionario ucraino che sosteneva che Kiev ha la capacità di costruire un’arma nucleare «in poche settimane».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di MarianaSenkiv via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine tagliata
Nucleare
Il think tank del CFR chiede che Giappone, Germania e Canada diventino potenze nucleari
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Spirito2 settimane faGiovane convertita esorta papa Leone a non andare all’inferno
-



Scuola2 settimane faScuola: puerocentrismo, tecnocentrismo verso la «società senza contatto». Intervento di Elisabetta Frezza al convegno di Asimmetrie.
-



Geopolitica2 settimane faCandace Owens afferma che il governo francese ha dato il «via libera» al suo assassinio
-



Bioetica1 settimana faMons. Viganò loda Alberto di Monaco, sovrano cattolico che non ha ratificato la legge sull’aborto
-



Spirito2 settimane faIl cardinale Zen mette in guardia dalla sinodalità: «Non è forse questo il suicidio della Chiesa cattolica?»
-



Immigrazione1 settimana faLe ciabatte degli immigrati e l’anarco-tirannia
-



Morte cerebrale1 settimana faLe ridefinizioni della morte da parte dell’industria della donazione di organi minacciano le persone viventi
-



Cremazione1 settimana faDonna trovata viva nella bara a pochi istanti dalla cremazione












