Economia
Il numero dei senzatetto negli Stati Uniti aumenta di anno in anno
Il problema degli homeless in America sta divenendo completamente insostenibile.
Il Wall Street Journal riporta che il numero dei senzatetto negli Stati Uniti potrebbe superare i 654.000 entro la fine del 2024, segnando un nuovo record.
«Adesso ci sono circa 550.000 senzatetto, in aumento di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Questa tendenza significa che è probabile che gli Stati Uniti superino i 653.000 senzatetto che rappresentavano il record per il 2023», scrive il giornale economico neoeboraceno.
Nonostante questo numero elevato, è probabile che sia molto più elevato a causa del gran numero di casi non segnalati.
L’aumento dei prezzi delle case e degli affitti elevati ha costretto le famiglie a lasciare le proprie case, osserva l’articolo, ma ciò è causato anche dall’emarginazione della società attraverso l’uso di droghe, e forse dall’afflusso di migranti portati con autobus dal Texas a Chicago, Denver e altre città del Nord.
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Nel dicembre 2023, il Dipartimento americano per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano aveva riferito che il numero di senzatetto nel Paese nel 2022 aveva superato i 650mila, battendo il record storico.
Città come San Francisco sono divenute scenari che molti descrivono come «zombie apocalypse», spazi urbani invasi da personaggi drogati di oppiodi o travolti dalla malattia mentale, che vangano in modo confuso ed aggressivo.
Come riportato da Renovatio 21, il Canada si è rivelato all’avanguardia nella questione dei senzatetto: un uomo che ha perso la casa ha chiesto di poter usufruire del MAiD, l’eutanasia di Stato canadese.
Secondo un sondaggio, una grande parte dei cittadini canadesi è d’accordo con la possibilità di eutanatizzare i poveri: si parla di una persona su quattro che dichiara giusto che lo Stato uccida, se richiesto (al momento), i non abbienti.
Ecco la società del neoliberismo terminale al suo meglio.
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Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
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Economia
L’ex proprietario di Pornhub vuole acquistare le attività del gigante petrolifero russo
Bernd Bergmair, l’ex proprietario di Pornhub, starebbe valutando l’acquisto delle attività internazionali del gigante petrolifero russo sanzionato Lukoil. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando fonti riservate.
A ottobre, gli Stati Uniti hanno colpito Lukoil con sanzioni che hanno costretto la compagnia a dismettere le proprie partecipazioni estere, stimate in circa 22 miliardi di dollari. Lukoil aveva inizialmente accettato un’offerta del trader energetico Gunvor per l’intera controllata estera, ma l’operazione è saltata dopo che il Tesoro americano ha accusato Gunvor di legami con il Cremlino.
Secondo Reuters, Bergmair avrebbe già sondato il dipartimento del Tesoro statunitense per una possibile acquisizione. Interpellato tramite un legale, ha né confermato né smentito, limitandosi a dichiarare: «Lukoil International GmbH rappresenterebbe ovviamente un investimento eccellente; chiunque sarebbe fortunato a possedere asset del genere», senza precisare quali porzioni gli interessino o se abbia già contattato l’azienda. Un portavoce del Tesoro ha declinato ogni commento.
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Il finanziere austriaco è l’ex azionista di maggioranza di MindGeek, la casa madre di Pornhub, la cui identità è emersa solo nel 2021 dopo anni di strutture offshore. Il Bergmair ha ceduto la propria partecipazione nel 2023, quando la società è stata rilevata da un fondo canadese di private equity chiamato «Ethic Capital», nella cui compagine spicca un rabbino. Il patrimonio dell’uomo è stimato intorno a 1,4 miliardi di euro, investiti principalmente in immobili, terreni agricoli e altre operazioni private.
Il mese scorso, il Tesoro statunitense ha autorizzato le parti interessate a intavolare negoziati per gli asset esteri di Lukoil; l’approvazione è indispensabile poiché, senza licenza, ogni transazione resterebbe congelata. La finestra concessa scade il 13 dicembre.
Fonti giornalistiche indicano che diversi player, tra cui Exxon Mobil e Chevron, avrebbero manifestato interesse, ma Lukoil preferirebbe cedere il pacchetto in blocco, complicando le trattative per chi punta su singoli asset. L’azienda ha reso noto di essere in contatto con più potenziali acquirenti.
Mosca continua a condannare le sanzioni occidentali come «politiche e illegittime», avvertendo che finiranno per danneggiare chi le ha imposte». Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha definito il caso Lukoil la prova che le «restrizioni commerciali illegali» americane sono «inaccettabili e ledono il commercio globale».
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Immagine di Marco Verch via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Economia
La BCE respinge il ladrocinio dei fondi russi congelati proposto dalla Von der Leyen
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