Stato
Alta Corte di Taipei: «Pena di morte non viola la Costituzione». Ma pone limiti

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Rigettata una petizione presentata dai 37 detenuti che si trovano nel braccio della morte, ma con l’invito ad applicarla solo in casi «eccezionali». L’ultima esecuzione risale al 2020. Le critiche del Kuomintang che definisce il verdetto dei giudici una “abolizione di fatto”. Amnesty International Taiwan parla di “passo avanti” e chiede al governo di decretare una moratoria ufficiale.
Taiwan continuerà a mantenere in vigore la pena di morte, ma dovrà applicarla solo in casi «eccezionali». Lo ha stabilito ieri la Corte Costituzionale di Taipei, con una sentenza che – pur non accogliendo la richiesta di dichiarare incostituzionali le sentenze capitali – indica comunque alcuni limiti significativi nella loro loro applicazione. E rappresenta un altro punto di distinzione importante rispetto alla Repubblica popolare cinese, che – pur non diffondendo dati ufficiali – è ritenuta dalle organizzazioni per i diritti umani il Paese al mondo dove di gran lunga vengono eseguite ogni anno più condanne a morte.
La legislazione di Taiwan prevede la possibilità della pena di morte per alcuni reati tra cui omicidio, alto tradimento, stupro e rapimento. L’ultima esecuzione a Taiwan è avvenuta nel 2020. A sollevare il caso davanti alla Corte Costituzionale è stato Wang Xinfu, la persona più anziana che si trova nel braccio della morte di Taiwan, con una petizione sottoscritta anche dagli altri 36 detenuti che si trovano nella stessa condizione.
Iscriviti al canale Telegram
Nella sua sentenza l’Alta Corte ha stabilito che la pena di morte è conforme alla Costituzione di Taiwan, ma dovrebbe essere applicata solo in casi «eccezionali». Sebbene il diritto alla vita sia protetto dalla Costituzione – ha sostenuto il Presidente della Corte Costituzionale Hsu Tzong-li – «tale protezione non è assoluta». Allo stesso tempo, ha però aggiunto, essendo «la punizione più severa e di natura irreversibile, la sua applicazione e le garanzie procedurali – dalle indagini all’esecuzione – devono essere sottoposte a uno scrutinio rigoroso».
La Corte non è entrata nel merito della costituzionalità di infliggere la pena di morte per reati come l’alto tradimento o il traffico di stupefacenti. Ma ha inoltre stabilito che è «proibita» per «imputati con problemi di salute mentale, anche se questi non hanno influenzato il reato nei casi in questione».
Il tema della pena di morte è anche una questione politica a Taiwan. I deputati del Partito Democratico Progressista (DPP) û a cui appartiene il presidente Lai Ching-te – sono in gran parte favorevoli all’abolizione e ieri hanno affermato che rispetteranno l’indicazione della Corte. Al contrario il Kuomintang – il partito nazionalista – ha criticato la sentenza, sostenendo che si tratterebbe di una «abolizione di fatto» della pena capitale. Nei sondaggi di opinione il sostegno alla pena di morte risulta ancora prevalente tra la popolazione.
Da parte sua il direttore di Amnesty International Taiwan, E-Ling Chiu, ha salutato la sentenza come «un piccolo passo avanti per i diritti umani a Taiwan. La Corte costituzionale ha rafforzato le tutele dei diritti umani per i condannati a morte. Tuttavia, la pena di morte rimane in vigore per diversi reati. Questo segna un inizio nel cammino di Taiwan verso l’abolizione, e dobbiamo assicurarci che non si fermi qui».
Resta la preoccupazione «per il fatto che questa decisione mette di fatto quasi 40 persone a rischio di esecuzione», ha aggiunto. «Esortiamo il governo di Taiwan a stabilire immediatamente una moratoria ufficiale sulle esecuzioni come primo passo fondamentale. La pena di morte è intrinsecamente crudele e non ci rende più sicuri».
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Pensiero
Stato, popolazione e industria nell’Italia del 2025: intervista al professor Pagliaro

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Politica
Trump dice di voler andare in Paradiso. Tutto lo Stato dovrebbe essere calibrato così

Il presidente Donald Trump ha recentemente affermato di voler «provare ad andare in paradiso, se possibile», mentre discuteva dei suoi sforzi per porre fine alla guerra in corso in Ucraina. Lo riporta LifeSite.
«Se riesco a salvare 7.000 persone a settimana dall’essere uccise, penso che sia questo il motivo per cui voglio provare ad andare in paradiso, se possibile», ha detto all trasmissione della TV via cavo americana Fox and Friends martedì mattina. «Sento dire che non sto andando bene, che sono davvero in fondo alla scala sociale. Ma se posso andare in paradiso, questo sarà uno dei motivi».
La scorsa settimana Trump ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin in Alaska per discutere degli sforzi per porre fine al conflitto in corso, iniziato con l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. All’inizio di questa settimana Trump ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj alla Casa Bianca.
Trump: “I want to try and get to heaven if possible. I hear I’m not doing well. I hear I’m really at the bottom of the totem pole.” pic.twitter.com/y1izqVGM84
— Aaron Rupar (@atrupar) August 19, 2025
Sostieni Renovatio 21
Dal discorso sembra che Trump stia trattando un affare, il deal definitivo. Nel computo inserisce anche le vite che ha salvato fermando la guerra tra India e Pakistan.
Sebbene Trump non sia mai stato particolarmente religioso, in passato ha affermato di credere in Dio, in particolare dopo essere sopravvissuto al tentativo di assassinio nel luglio 2024 – momento che ha fatto parlare a tantissimi, compresa Renovatio 21, di intervento divino.
Molti commentatori progressisti hanno deriso le dichiarazioni di Trump. Il Lincoln Project, un’organizzazione che si batte per la causa «Never Trump», ha preso in giro le dichiarazioni del presidente. L’ex consulente del Partito Repubblicano Rick Wilson ha ipotizzato che il «background» di Trump significhi che non potrà entrare in paradiso.
Tuttavia, il commentatore cattolico Michael Knowles ha affermato che i commenti di Trump sono un buon segno. «Di tutti i motivi per cui si può attaccare un politico, questo non sarà mai superato», ha detto Knowles. «Attaccare un presidente perché vuole andare in paradiso».
La portavoce Karoline Leavitt ha affermato che il presidente è «seriamente» intenzionato ad andare in paradiso.
La politica del Paradiso pare essere un concetto in ascesa negli ultimi tempi. In una interessante intervista nel podcast di Tucker Carlson, il commentatore cattolico Matt Walsh ha sintetizzato una formula perfetta: «la mia ideologia politica a questo punto è: voglio che i miei figli vadano in paradiso. Voglio che siano brave persone felici».
“My political ideology is that I want my kids to go to Heaven.” – @MattWalshBlog on @TuckerCarlson
Spot on, and could not agree more. pic.twitter.com/Xwc9QQR5cN
— Tridentine Brewing (@TridentineBrew) May 1, 2025
Ripetiamo la perfetta sintesi: l’unica ideologia politica è quella di far sì che i propri figli vadano in paradiso.
Il fine di ogni Stato dovrebbe essere la prossima generazione – che deve, innanzitutto nascere – e il suo destino celeste.
Il fine dello Stato dovrebbe essere, quindi, la vita umana.
Quanto siamo lontani da questa semplice realtà?
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Bioetica
Corti Costituzionali, «madri intenzionali» e Cultura della morte: il vero ruolo della magistratura nello Stato moderno

Sostieni Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Spirito2 settimane fa
Vescovo messicano «concelebra» la messa con una «sacerdotessa» lesbica anglicana «sposata» che ha ricevuto l’Eucaristia
-
Armi biologiche1 settimana fa
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio
-
Spirito2 settimane fa
Leone punisca l’omoeresia: mons. Viganò sull’udienza papale concessa a padre Martin
-
Vaccini1 settimana fa
Vaccino COVID, mentre Reuters faceva «fact-cheking sulla «disinformazione» il suo CEO faceva anche parte del CdA di Pfizer
-
Spirito2 settimane fa
Don Giussani, errori ed misteri di Comunione e Liberazione. Una vecchia intervista con Don Ennio Innocenti
-
Vaccini2 settimane fa
Vaccino mRNA COVID, nuovi studi forniscono basi «inconfutabili» per il ritiro immediato
-
Autismo6 giorni fa
La sanità di Kennedy alza il tiro: autismo collegato al vaccino MPR e all’uso di paracetamolo durante la gravidanza
-
Pensiero2 settimane fa
Massacro trans di bambini, ecco lo stragista ideale dei «conservatori». Per un futuro di sorveglianza totale