Geopolitica
Erdogan vuole un’«alleanza islamica» contro Israele

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto la creazione di un’alleanza più ampia di paesi islamici per affrontare la percepita «minaccia di espansionismo» proveniente da Israele.
Il leader ha rilasciato queste dichiarazioni sabato durante un intervento a un evento dell’associazione delle scuole islamiche fuori Istanbul.
«L’unico passo che fermerà l’arroganza israeliana, il banditismo israeliano e il terrorismo di stato israeliano è l’alleanza dei Paesi islamici», ha affermato Erdogan. Ankara ha già preso misure volte a «formare una linea di solidarietà contro la crescente minaccia dell’espansionismo» ultimamente, vale a dire cercando di ricucire i legami con la Siria e l’Egitto, ha osservato.
Sostieni Renovatio 21
Il presidente ha accusato Israele di voler scatenare una grande guerra in Medio Oriente per conquistarne e occuparne di più. Ha elogiato il gruppo militante palestinese Hamas, affermando che ha combattuto Israele «per conto dei musulmani» e «difeso le terre islamiche», tra cui la Turchia.
«Israele non si fermerà a Gaza. Se Israele continua in questo modo, punterà altrove dopo aver occupato Ramallah. Il turno arriverà per altri paesi della regione. Arriverà per il Libano, la Siria. Punterà gli occhi sulla nostra patria tra il Tigri e l’Eufrate», ha affermato anche Erdorgan.
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz si è affrettato a respingere le accuse su un presunto conflitto più ampio in Medio Oriente, definendolo «una pericolosa menzogna e incitamento» e insistendo sul fatto che il Paese si è solo difeso «dagli assassini e stupratori di Hamas», così come «dall’asse sciita del male guidato dall’Iran».
«Erdogan continua a gettare il popolo turco nel fuoco dell’odio e della violenza per il bene dei suoi amici di Hamas», ha scritto il Katz in un post su X.
Il presidente turco si è a lungo considerato un grande protettore dei palestinesi, rilasciando dichiarazioni sempre più ostili nei confronti dello Stato Ebraico nel contesto del conflitto tra Israele e Hamas, che si trascina fin dall’attacco a sorpresa del 7 ottobre da parte del gruppo palestinese.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso luglio, Erdogan aveva addirittura minacciato di invadere Israele a causa del conflitto di Gaza, mentre Israele aveva avvertito che il leader turco potrebbe fare la fine di Saddam Hussein, se avesse continuato con tale retorica.
Come riportato da Renovatio 21 il leader turco ha effettuato in questi mesi molteplici attacchi con «reductio ad Hitlerum» dei vertici israeliani, paragonando più volte il primo ministro Beniamino Netanyahu ad Adolfo Hitler e ha condannato l’operazione militare a Gaza, arrivando a dichiarare che Israele è uno «Stato terrorista» che sta commettendo un «genocidio» a Gaza, apostrofando il Netanyahu come «il macellaio di Gaza».
Il presidente lo scorso novembre aveva accusato lo Stato Ebraico di «crimini di guerra» per poi attaccare l’intero mondo Occidentale (di cui Erdogan sarebbe di fatto parte, essendo la Turchia aderente alla NATO e aspirante alla UE) a Gaza «ha fallito ancora una volta la prova dell’umanità».
Iscriviti al canale Telegram
Un ulteriore nodo arrivato al pettine di Erdogan è quello relativo alle bombe atomiche dello Stato Ebraico. Parlando ai giornalisti durante il suo volo di ritorno dalla Germania, il vertice dello Stato turco ha osservato che Israele è tra i pochi Paesi che non hanno aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari del 1968.
Anche con questa chiamata panislamista, Erdogan dimostra di non aver mai rinunziato all’aspirazione di diventare «sultano» protettore dell’Islam.
Va considerato, infine, che la Turchia è un Paese NATO: se Israele quindi attaccasse Ankara, l’articolo 5 scatterebbe e tutti gli eserciti occidentali dovrebbero andare in guerra contro lo Stato degli ebrei.
A guardarla, una prospettiva incredibile, ma che di fatto, a questo punto, dovrebbe essere sulla carta.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di NATO North Atlantic Alliance via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

La Russia ha condannato l’attacco israeliano alla capitale del Qatar, Doha, definendolo una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, affermando che l’attacco mina gli sforzi per raggiungere un accordo pacifico tra Israele e Hamas, ha affermato mercoledì il Ministero degli Esteri di Mosca.
Martedì Israele ha colpito un edificio residenziale a Doha in un’operazione che ha coinvolto circa 15 aerei da guerra e almeno dieci missili. Il raid, che avrebbe causato la morte di diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya, aveva come obiettivo quello di eliminare l’ala politica del gruppo, secondo le IDF.
Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti a quello che ha definito un tentativo di assassinio dei negoziatori coinvolti nei colloqui per un accordo.
Il ministero degli Esteri russo ha affermato che l’attacco al Qatar, «un Paese che svolge un ruolo chiave di mediazione nei colloqui indiretti tra Hamas e Israele per porre fine alla guerra di Gaza, che dura da quasi due anni, e garantire il rilascio degli ostaggi», non può che essere visto come un tentativo di indebolire gli sforzi di pace internazionali. Mosca ha esortato tutte le parti ad agire responsabilmente e ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare ulteriormente il conflitto.
Sostieni Renovatio 21
Mosca ha ribadito la sua posizione, chiedendo un «cessate il fuoco immediato a Gaza» e sollecitando una risoluzione globale della questione palestinese. Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che «tali metodi di lotta contro coloro che Israele considera suoi nemici e oppositori meritano la più ferma condanna».
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito dei suoi sforzi di mediazione, ha affermato che tra le sei persone uccise nell’attacco c’era anche un agente di sicurezza locale.
Il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha condannato l’attacco definendolo un atto di «terrorismo di Stato» e ha avvertito che il suo Paese si riserva il diritto di rispondere. Ha accusato il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu di minare la stabilità regionale e ha affermato che l’incidente ha vanificato gli sforzi di mediazione promossi dagli Stati Uniti.
Israele, che incolpa Hamas per il mortale attacco dell’ottobre 2023 nel sud di Israele, ha promesso di dare la caccia ai leader del gruppo «ovunque si trovino».
Le autorità di Gaza affermano che gli attacchi sferrati da Israele dal 7 ottobre 2023 hanno causato la morte di almeno 64.000 persone. Gli osservatori per i diritti umani hanno accusato Israele di aver commesso un genocidio rendendo l’enclave inabitabile e peggiorando le condizioni di carestia attraverso restrizioni agli aiuti.
Il rapporto tra Russia e Qatar, nato negli anni ’90 da interessi energetici condivisi, è un’alleanza pragmatica tra giganti del gas, con Mosca che vede Doha come partner contro la dominanza USA nel mercato globale. Collaborano in forum come OPEC+ e BRICS+, con scambi per miliardi in LNG e armamenti.
Le relazioni si inasprirono il 7 febbraio 2012, quando, secondo quanto riferito, dopo che un diplomatico del Qatar aveva avvertito la Russia di perdere il sostegno della Lega Araba in merito all’imminente risoluzione sulla rivolta siriana, a cui Russia e Cina avevano poi posto il veto, la risposta arrivò dura dall’ambasciatore russo all’ONU Vitaly Churkin, che affermò: “Se mi parli in questo modo, oggi non ci sarà nessun Qatar” e si vantò della superiorità militare russa sul Qatar. In seguito, la Russia negò tutte queste accuse.
Il culmine si era avuto nel 2004: l’autobomba che uccise Zelimkhan Yandarbiyev, ex presidente ceceno in esilio a Doha. La Russia negò coinvolgimento, ma due agenti FSB furono arrestati; uno morì in custodia, l’altro estradato. Il Qatar condannò l’attentato come «terrorismo di Stato», sospendendo legami per mesi, ma pragmatismo prevalse: accordi energetici ripresero presto.
Oggi, nonostante frizioni, il sodalizio resiste, bilanciato da interessi economici.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Spirito2 settimane fa
Vescovo messicano «concelebra» la messa con una «sacerdotessa» lesbica anglicana «sposata» che ha ricevuto l’Eucaristia
-
Armi biologiche1 settimana fa
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio
-
Spirito1 settimana fa
Leone punisca l’omoeresia: mons. Viganò sull’udienza papale concessa a padre Martin
-
Vaccini1 settimana fa
Vaccino COVID, mentre Reuters faceva «fact-cheking sulla «disinformazione» il suo CEO faceva anche parte del CdA di Pfizer
-
Spirito2 settimane fa
Don Giussani, errori ed misteri di Comunione e Liberazione. Una vecchia intervista con Don Ennio Innocenti
-
Gender2 settimane fa
Transessuale fa strage in chiesa in una scuola cattolica: nichilismo, psicofarmaci o possessione demoniaca?
-
Salute2 settimane fa
I malori della 35ª settimana 2025
-
Geopolitica2 settimane fa
Mosca conferma attacchi missilistici ipersonici contro l’Ucraina