Cina
Scienziati cinesi propongono un sistema di armi atomiche contro gli asteroidi

Secondo gli scienziati del programma cinese di esplorazione dello spazio profondo, le armi nucleari potrebbero essere il mezzo migliore per proteggere la Terra dagli asteroidi.
In un articolo pubblicato questo mese sulla rivista cinese Scientia Sinica Technologica, il team di ricercatori ha avvertito che, nonostante i recenti sviluppi nelle tecnologie di rilevamento degli oggetti vicini alla Terra, potrebbero verificarsi delle imprecisioni, il che significa che l’umanità deve essere pronta a respingere i detriti spaziali.
Nel loro studio, i ricercatori hanno analizzato una varietà di metodi di difesa e la loro fattibilità nel proteggere il pianeta da asteroidi di diverse dimensioni, densità e periodi di allerta. Le loro scoperte suggeriscono che con breve preavviso, ad esempio una settimana prima dell’impatto, le testate nucleari sarebbero l’unica cosa in grado di alterare la rotta di un asteroide per evitare una collisione.
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Sulla base della loro analisi, il team ha ipotizzato che la soluzione migliore per contrastare le potenziali minacce rappresentate dagli asteroidi sarebbe quella di sviluppare un sistema di difesa globale basato sull’energia nucleare.
Il sistema dovrebbe includere lanciatori rapidi in grado di inviare testate nucleari da terra nello spazio da sette giorni a un mese. Dovrebbe anche essere equipaggiato con razzi con capacità di attacco precisa, con un margine di errore inferiore a 100 metri. Inoltre, il sistema dovrebbe consentire il pre-dispiegamento orbitale di testate nucleari per uno standby a lungo termine di oltre dieci anni.
I ricercatori hanno affermato di essere consapevoli che la loro idea è impegnativa per una serie di motivi. In primo luogo, nessuna nazione ha attualmente la capacità di lanciare testate nucleari nello spazio profondo, il che significa che dovrebbero essere sviluppati nuovi veicoli di lancio.
In secondo luogo, la Cina, insieme alla maggior parte degli altri stati nucleari del pianeta, fa parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967 e del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari, che proibiscono ai firmatari di stazionare armi di distruzione di massa nello spazio.
In terzo luogo, le esplosioni nucleari causano inquinamento radioattivo anche nello spazio, il che rappresenta una minaccia di danni secondari alla Terra e ad altri corpi celesti nelle sue vicinanze.
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Gli scienziati hanno concluso che, mentre un’esplosione nucleare «ha prestazioni sorprendenti per l’autodifesa», sarebbe saggio esplorare altre tecnologie in grado di respingere gli asteroidi, come le armi laser ad alta potenza. I ricercatori cinesi sottolineano, tuttavia, che la minaccia degli asteroidi non dovrebbe essere data per scontata, poiché «il rischio potenziale di impatti di asteroidi è molto più alto della valutazione basata sui dati sugli asteroidi attualmente scoperti».
Come riportato da Renovatio 21, uno psicodramma spaziale internazionale si è sviluppato negli ultimi mesi riguarda la possibilità del nucleare in orbita, con gli USA ad accusare Mosca di voler portare armi atomiche oltre l’atmosfera.
La NASA prevede di testare un razzo nucleare nello spazio entro il 2026.
Dopo aver detto a inizio 2024 che gli USA rappresentano la «massima minaccia alla sicurezza nello spazio», due settimane fa Pechino ha dichiarato che Washington costituisce la «più grande minaccia nucleare».
Tre mesi fa Russia e Cina hanno firmato un accordo per una Stazione lunare.
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Cina
Cina, Bambini presi di mira da politiche antireligiose

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Cina
COVID, blogger cristiana cinese condannata ad altri quattro anni di carcere

Una blogger cristiana cinese già condannata a quattro anni di carcere per aver documentato le prime fasi della pandemia di COVID da Wuhan è stata condannata ad altri quattro anni di carcere.
Zhang Zhan, 42 anni, è stata condannata in Cina con l’accusa di «aver attaccato briga e provocato disordini», la stessa accusa che ha portato alla sua prima incarcerazione nel dicembre 2020. L’accusa viene spesso utilizzata per perseguire i giornalisti che si esprimono contro il governo cinese o rivelano verità imbarazzanti.
Zhang ha pubblicato i resoconti di testimoni oculari di Wuhan sulla diffusione iniziale del COVID-19, compresi video, di strade vuote e ospedali affollati che dimostravano che la situazione a Wuhan era molto peggiore di quanto affermassero le autorità cinesi. I filmati della Zhanga sono stati visualizzati centinaia di migliaia di volte.
Il suo avvocato dell’epoca, Ren Quanniu, aveva affermato che Zhan credeva di essere stata «perseguitata per aver violato la sua libertà di parola». Dopo la prigionia, aveva iniziato uno sciopero della fame e fu alimentata forzatamente tramite un sondino.
Come riportato da Renovatio 21, cinque anni fa erano emerse notizie della sua cattiva salute e di una sua possibile tortura in carcere.
Era stata rilasciata nel maggio 2024. Secondo Quanniu, è stata nuovamente arrestata perché aveva commentato su siti web stranieri, tra cui YouTube e X.
🚨🇨🇳CHINA TO RELEASE JOURNALIST JAILED OVER COVID REPORTING
After spending four years behind bars for her reporting of the Covid outbreak and lockdowns in Wuhan, Zhang Zhan is set to be released today after completing her sentence.
— Kacee Allen (@KaceeRAllen) May 14, 2024
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Un portavoce del governo cinese ha dichiarato: «il caso riguarda la sovranità giudiziaria della Cina e nessuna forza esterna ha il diritto di interferire. I suoi diritti legittimi saranno pienamente rispettati e tutelati».
«Questa è la seconda volta che Zhang Zhan viene processata con accuse infondate che non rappresentano altro che un palese atto di persecuzione per il suo lavoro giornalistico», ha affermato Beh Lih Yi, direttore per l’area Asia-Pacifico del Comitato per la protezione dei giornalisti con sede a Nuova York.
«Le autorità cinesi devono porre fine alla detenzione arbitraria di Zhang, ritirare tutte le accuse e liberarla immediatamente». La Cina costituisce la prigione per giornalisti più grande del mondo. Si ritiene che attualmente vi siano detenuti oltre 100 giornalisti.
Come riportato da Renovatio 21, il nuovo processo era iniziato sei mesi fa.
Prima della pandemia di COVID, l’attivista e giornalista cristiana era già stata arrestata nel settembre 2019 per aver sfilato con un ombrello su Nanjing Road a Shanghai, in segno di solidarietà con le proteste di Hong Kong. Con le prime notizie della pandemia, si era recata a Wuhan per documentare gli eventi, pubblicando circa cento video in tre mesi e rispondendo alle domande di media internazionali. Arrestata nel maggio 2020, è stata la prima blogger a essere condannata per le informazioni diffuse sulla pandemia.
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Immagine screenshot da YouTube
Cina
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