Sport e Marzialistica
«Questo pugile è maschio»: l’IBA tiene una conferenza stampa per affrontare la questione di genere alle Olimpiadi
L’International Boxing Association (IBA) ha tenuto una conferenza stampa lunedì e ha confermato categoricamente che i due pugili attualmente impegnati nella boxe femminile olimpica sono «maschi», perché non hanno superato un precedente test sui cromosomi di genere.
I casi che hanno interessato le strane Olimpiadi di Parigi, causando controversia mondiale, sono quelli del taiwanese Lin Yu-ting di Taiwan e dell’algerino Imane Khelif, entrambe ora in semifinale di pugilato femminile a Parigi. Entrambe le combattenti erano state precedentemente squalificate dalla competizione nella categoria femminile dall’IBA.
Durante l’incontro dell’IBA, il CEO Chris Roberts ha affermato che i risultati dei test del 2022 sui combattenti effettuati da un laboratorio indipendente di Istanbul «hanno dimostrato i cromosomi a cui facciamo riferimento nelle regole della competizione che rendono entrambi i pugili non idonei».
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Il Roberts ha sottolineato che sia Khelif che Yu-ting sono stati informati di essere risultati positivi ai cromosomi XY e che è stato loro consentito di presentare ricorso contro i risultati alla Corte arbitrale dello sport, con l’IBA che si è offerta di coprire i costi. Roberts ha osservato che Yu-ting ha scelto di non presentare ricorso, e Khelif lo ha fatto inizialmente, ma poi ha ritirato il ricorso.
Entrambi i pugili sono stati poi sottoposti nuovamente ai test in India durante i Campionati mondiali di pugilato femminile del 2023, ottenendo gli stessi risultati.
Anche il dottor Ioannis Filippatos, ex presidente del comitato medico dell’IBA, è intervenuto alla conferenza stampa, affermando fermamente che le combattenti non dovrebbero competere come donne.
«La medicina è conoscenza, non opinione», ha detto il dottor Filippatos. «Un passaporto può darci l’opportunità di essere uomini e, domani quando tornerò ad Atene, potrò andare al mio governo e… cambiare il mio nome da Ioannis Filippatos a Ionnia Filippatos. Ciò significa che domani sarò una donna? Per favore. La natura e il mondo biologico non cambiano».
????HAPPENING NOW????
The International Boxing Association is holding a press conference in Paris to address the issues surrounding Algerian boxer Imane Khelif and Taiwanese boxer Lin Yu-Ting.
Dr. Ioannis Filippatos, the former Chair of IBA Medical Committee and an OB/GYN with… pic.twitter.com/VC7H5xiSZN
— REDUXX (@ReduxxMag) August 5, 2024
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Alcuni giornalisti si sono agitati molto per i commenti di Filippatos, ma lui ha rincarato la dose e ha spiegato che sta trasmettendo i risultati dei test medici.
«Perché mi state attaccando?» ha continuato il medico pugilistico ellenico. «I risultati delle analisi del sangue sembrano dire, secondo i laboratori, che questo pugile è maschio».
Some journalists appear to be arguing with Dr. Filippatos, demanding he further clarify whether Khelif and Lin were born female.
“The blood result looks and says, the laboratories, that these boxers are male.” pic.twitter.com/lgs1vxPeb4
— REDUXX (@ReduxxMag) August 5, 2024
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Il CIO si rifiuta di fare marcia indietro nel descrivere le combattenti come donne, con il portavoce Mark Adams che ha affermato che «queste atlete hanno gareggiato in competizioni senior per sei anni senza problemi. Queste donne erano idonee per questa gara, rimangono idonee per questa gara e competono in questa gara».
«Non posso dirvi se fossero credibili o meno [i test di genere] perché la fonte da cui provenivano non era credibile e la base per i test non era credibile», ha affermato ulteriormente Adams, nonostante la fonte fosse proprio l’IBA, cioè la federazione mondiale di pugilato.
«Per questo motivo non è stato preso in considerazione se fossero corretti o meno perché non avevano alcuna attinenza con l’idoneità della boxe qui», ha aggiunto Adams.
Più tardi oggi Khelif combatterà nella semifinale dei pesi welter, mentre Yu-ting combatterà domani nella semifinale dei pesi piuma.
In molti hanno adombrato il sospetto di un intrigo geopolitico: l’attuale presidente dell’IBA è il russo Umar Kremlev. Eletto nel 2020, il Kremlev è definito da Wikipedia «oligarca amico di Vladimir Putin».
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Sport e Marzialistica
È morto il maestro Kurihara, colonna del judo in Italia
Domenica 28 settembre è venuta a mancare una delle storiche colonne del judo italiano, il maestro Takero Kurihara. Si tratta di una figura di riferimento imprescindibile per la storia del judo. Il Judo Club Kurihara, fondato a Milano nel 1970, ha preparato qualcosa come 10mila atleti almeno.
Sul sito del Judo Club leggiamo che la sua lunga e gloriosa storia. Il maestro nasce a Kumamoto, in Giappone, il 25 ottobre 1941. A sette anni inizia a praticare judo e, a soli quattordici anni, nel 1955, ottiene la cintura nera 1° Dan, seguita dal 2° Dan due anni dopo. Nel 1960 si iscrive alla facoltà di Economia dell’Università Chuo di Tokyo, una delle più prestigiose del Giappone. L’anno successivo conquista il 3° Dan e, nel 1963, vince il Campionato Universitario del Giappone, ottenendo il 4° Dan. In questo periodo diventa assistente del maestro Kikuchi (8° Dan) presso l’Università Chuo.
Nel 1964 viene selezionato per il ritiro della Nazionale Giapponese in preparazione alle Olimpiadi di Tokyo, si laurea in Economia con il massimo dei voti e viene nominato 1° Assistente del maestro Kotani (10° Dan, allievo diretto del fondatore del judo Jigoro Kano) al Kodokan di Tokyo, dove affianca il maestro nell’insegnamento agli ufficiali della U.S. Air Force.
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Nel settembre 1964, il Kodokan lo invia ufficialmente in Europa per promuovere il judo nel mondo occidentale. Il 17 settembre, alle 23:00, parte dall’Aeroporto Internazionale di Haneda, salutato da oltre cento persone, tra cui il futuro campione olimpico e mondiale Isao Okano, i campioni giapponesi del 1962 Yoshigaki e Hasegawa, il campione olimpico del 1972 Sekine, il futuro direttore tecnico della Nazionale Canadese Hiroshi Nakamura e il maestro Kimura, futuro direttore tecnico della squadra della Polizia di Tokyo. Tra la folla, il silenzio si fa palpabile quando arriva il maestro Kotani, ormai anziano e appoggiato a un bastone, per un ultimo saluto.
Il 18 settembre 1964 arriva in Italia, accolto all’aeroporto di Linate da un centinaio di persone. L’entusiasmo è tale che gli atleti lo accompagnano direttamente in palestra per osservare il suo metodo di allenamento e la sua tecnica, nonostante il viaggio di oltre 23 ore da Tokyo a Milano. Qui, il maestro affronta un incontro Ju-Nin-Gake (1 contro 10), sconfiggendo per Ippon tutti e dieci i migliori judoka europei selezionati, con l’incontro più lungo durato meno di due minuti. Nel 1965 si tessera presso la F.I.A.P. (Federazione Italiana Atletica Pesante) come insegnante tecnico e, l’anno successivo, conduce uno stage nazionale per gli insegnanti di judo della federazione italiana.
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A partire dal 1966, insegna judo agli studenti dell’Istituto Leone XIII dei padri gesuiti di Milano e supervisiona gli allenamenti per i gruppi sportivi delle forze armate italiane (Fiamme Oro, Fiamme Gialle, Carabinieri ed Esercito). In quello stesso anno, il Kodokan gli conferisce il 5° Dan.
Nel 1970 fonda il Judo Club Kurihara a Milano, affiliato alla F.I.A.P.J. e riconosciuto come Centro C.O.N.I. di Avviamento allo Sport. La palestra si distingue per il tatami rialzato su pannelli elastici, progettato per garantire sicurezza e assorbimento degli impatti durante le cadute.
Nel 1978, in riconoscimento del suo contributo alla diffusione del judo in Italia e in Europa, il Kodokan gli attribuisce il 6° Dan, la cintura bianco-rossa. Nel 1997, su richiesta del generale degli Alpini Marco Grasso (cintura nera 1° Dan), primo comandante della rinata Scuola Militare “Teulié” di Milano, il maestro Kurihara inizia a insegnare judo agli allievi della scuola, valorizzando il judo come strumento educativo.
Il 17 settembre 2002, il Kodokan gli conferisce l’8° Dan, rendendolo il maestro con il grado più alto in Europa ufficialmente riconosciuto dall’istituzione.
Nel corso della sua carriera, il maestro Kurihara ha approfondito lo studio del judo sotto il profilo storico, tecnico e culturale, mantenendo contatti con i maggiori esperti e atleti della disciplina, tra cui i maestri Daigo, Mikami di Losanna e Nakamura.
Con il maestro Kurihara se ne va un pezzo storico della marzialistica italiana, un esempio dei tempi in cui erano giapponesi i maestri da generazioni di italiani imparavano.
La tradizione, comunque, continua. Yujiro Kurihara, nipote del Maestro, è attivo nel ju-jitsu e pratica anche il kurash, antica forma di lotta che è sport nazionale in Uzbekistan.
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