Geopolitica
Nathan Sharansky responsabile occulto della Diplomazia pubblica israeliana
Secondo un’inchiesta di Haaretz e del Guardian, le audizioni del Congresso degli Stati Uniti sull’antisemitismo, che si celerebbe dietro il sostegno al popolo palestinese nei campus, sarebbero un’operazione dell’Institute for the study of global antisemitism and policy (ISGASP), associazione quasi interamente finanziata dal governo israeliano.
La campagna è stata sostenuta in particolare dal National Black Empowerment Council (NBEC) e, per quanto riguarda la rimozione dei messaggi filopalestinesi da TikTok e Meta, da CyberWell.
L’ISGASP è presieduto da Natan Sharansky e guidato dal generale di brigata Sima VakninGill.
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Secondo Réseau Voltaire l’ISGASP non ha solo lo scopo di diffondere la propaganda israeliana nel mondo, ma anche di addottrinare i cittadini israeliani. Ad esempio, una delle sue ricerche è stata usata per giustificare l’adozione da parte della Knesset della legge che proibisce a chiunque di contestare il resoconto ufficiale degli avvenimenti del 7 ottobre 2023, pena cinque anni di reclusione (Cf. 0375).
Il presidente dell’ISGASP (e di One Jerusalem, associazione per Gerusalemme l’ucraino-statunitense israeliano) è Natan Sharansky, ex dissidente sovietico decorato da Ronald Reagan e diventato in seguito ministro di Ariel Sharon e di Benjamin Netanyahu, particolarmente attivo oggi anche sul fronte ucraino.
Come spiega Thierry Meyssan, «Sharansky è nato a Donetsk (URSS). È discepolo di Ze’ev Jabotinsky, nato a Kherson. Nel 1921 Jabotinsky si alleò con il nazionalista integralista Simon Petliura contro i bolscevichi. Quando ne venne a conoscenza, l’Organizzazione Sionista Mondiale gli ritirò l’incarico di amministratore e lo espulse perché Petliura era stato un virulento antisemita e aveva organizzato imponenti massacri di ebrei».
Sharansky divenne molto noto negli USA come esempio di refusenik, ossia di dissidente sovietico a cui veniva negata la possibilità di emigrare, in ispecie nello Stato Ebraico. Il suo libro autobiografico Fear No Evil, in cui raccontava la sua esperienza nelle carceri dell’URSS, ebbe molta eco a Washington.
Nel 1995, Sharansky e Yoel Edelstein (un altro eminente refusenik ebreo ucraino finito nel Likud) fondarono il partito Yisrael BaAliyah (un gioco di parole, poiché «aliya» significa sia emigrazione ebraica in Israele che «ascesa», quindi il nome del partito significa «(Popolo di) Israele immigrato (nello Stato di Israele)», così come «Israele in ascesa»), promuovendo l’assorbimento degli ebrei sovietici nella società israeliana.
Il partito vinse sette seggi alla Knesset nel 1996 e 6 seggi nelle elezioni legislative israeliane del 1999, ottenendo due incarichi ministeriali, ma ha lasciato il governo l’11 luglio 2000 in risposta ai suggerimenti secondo cui i negoziati del primo ministro Ehud Barak con i palestinesi avrebbero portato a una divisione di Gerusalemme. Dopo la vittoria di Ariel Sharon alle elezioni speciali per la carica di Primo Ministro nel 2001, il partito si unì al suo nuovo governo e gli furono nuovamente assegnati due incarichi ministeriali.
Dal marzo 2003 al maggio 2005 Sharansky è stato ministro senza portafoglio di Israele, responsabile degli affari sociali e della diaspora ebraica di Gerusalemme. In base a questa posizione, Sharansky presiedette un comitato segreto che approvò la confisca delle proprietà di Gerusalemme Est dei palestinesi della Cisgiordania. Questa decisione è stata revocata dopo le proteste della sinistra israeliana e della comunità internazionale.
Sostieni Renovatio 21
In precedenza lo Sharansky aveva servito come vice primo ministro israeliano, ministro dell’edilizia abitativa e delle costruzioni dal marzo 2001, ministro degli interni israeliano (luglio 1999 – si è dimesso nel luglio 2000), ministro dell’industria e del commercio (1996-1999).
Si è dimesso dal governo nell’aprile 2005 per protestare contro i piani di ritiro degli insediamenti israeliani dalla Striscia di Gaza e dal nord della Cisgiordania.
È stato rieletto alla Knesset nel marzo 2006 come membro del partito Likud, per poi dimettersi il 20 novembre 2006.
Nel febbraio 2022, Sharansky ha invitato il governo israeliano ad assumere «una chiara posizione morale» contro la decisione del presidente russo Vladimir Putin di invadere l’Ucraina. Ha definito l’invasione russa dell’Ucraina la più grande minaccia per il mondo libero dalla seconda guerra mondiale e ha affermato che Israele deve schierarsi fermamente dalla parte del popolo ucraino.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Mark Neyman / Government Press Office of Israel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Politica2 settimane faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni2 settimane faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso
-



Vaccini2 settimane faIl vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
-



Pensiero6 giorni faDi tabarri e boomerri. Pochissimi i tabarri
-



Senza categoria1 settimana faI malori della 49ª settimana 2025
-



Spirito1 settimana faNotre-Dame brucia e la Madonna viene privata del suo titolo
-



Spirito5 giorni faScoperti nuovi testi «pornografici» del cardinale Fernandez
-



Intelligenza Artificiale1 settimana faL’AI renderà il lavoro «facoltativo» e il denaro «irrilevante»: Musk come Marx e i sovietici














