Politica
Tokyo, governo sconfitto alle suppletive, sempre più basso il consenso per Kishida

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Si è votato in tre circoscrizioni che hanno visto l’affermazione del partito costituzionale democratico. Il partito del premier non è riuscito a tenere nemmeno il seggio nella prefettura di Shimane, considerata una roccaforte conservatrice. A pesare gli scandali sulla raccolta irregolare di fondi ma anche il deprezzamento dello yen.
Il partito liberaldemocratico del Giappone (PLD), da cui proviene anche il premier Fumio Kishida, ha perso tre seggi nelle elezioni suppletive per la Camera dei rappresentanti che si sono tenute ieri. Si tratta di una sconfitta che certifica lo scarso sostegno dell’opinione pubblica al partito al governo in seguito a una serie di scandali che hanno coinvolto diversi ex ministri e parlamentari.
Tutti i seggi in palio (che prima di diventare vacanti appartenevano alla formazione liberaldemocratica) sono stati vinti dal partito costituzionale democratico (PCD), guidato da Kenta Izumi: il PLD non aveva schierato candidati nelle circoscrizioni di Tokyo e Nagasaki, ma si era concentrato a difendere il seggio delle prefettura occidentale di Shimane, nota per essere una roccaforte conservatrice. Invece proprio qui ha prevalso la candidata Akiko Kamei, nonostante nell’ultimo mese il premier Kishida avesse visitato due volte la prefettura in sostegno del liberaldemocratico Norimasa Nishikori.
Kamei ha detto che la vittoria nel «regno conservatore» di Shimane, invia un «importante messaggio» a Kishida, criticato per non aver impedito il deprezzamento dello yen e non aver ottenuto un aumento dei salari superiore alla crescita dei prezzi.
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Un sondaggio di Kyodo News mostra inoltre che il 77% degli intervistati ha votato «in considerazione» dello scandalo sui fondi raccolti in maniera irregolare all’interno del PLD, che negli ultimi mesi ha costretto alle dimissioni diversi ministri e parlamentari.
A novembre dello scorso anno è stata resa pubblica un’indagine della procura giapponese secondo cui alcuni membri del PLD appartenenti alla «corrente Abe» non avrebbero dichiarato – tenendoli per sè – almeno 500 milioni di yen (circa 3,2 milioni di euro) ottenuti grazie alle raccolte fondi del partito.
Nel frattempo il tasso di approvazione nei confronti di Kishida è sceso al di sotto della soglia del 30%, considerata, da parte degli analisti, «di pericolo» per il governo.
La pesante sconfitta del PLD a Shimane probabilmente minerà una nuova candidatura del premier nella corsa per le prossime elezioni presidenziali. Il segretario generale del partito, Toshimitsu Motegi, il numero due dopo Kishida, dopo l’annuncio dei risultati si è rivolto ai giornalisti: «accetteremo umilmente i risultati», ha detto, aggiungendo che il PLD «ha bisogno di lavorare all’unisono per affrontare la sfida».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Sarkozy condannato a cinque anni dopo il processo sui fondi libici

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Politica
Il regista russo Tigran Keosayan muore all’età di 59 anni. Era il marito della temutissima Margarita Simonyan

Il celebre regista e conduttore televisivo russo Tigran Keosayan è morto venerdì all’età di 59 anni. Era in coma da quando aveva subito un arresto cardiaco nel dicembre 2024.
La moglie, Margarita Simonyan, direttrice della testata e canale televisivo russo di Stato RT, ha annunciato la sua morte sul suo canale Telegram, scrivendo che «stasera Tigran è andato a trovare il suo Creatore» e ringraziando tutti coloro che avevano pregato per lui.
A gennaio, Simonyan aveva rivelato che il marito era in coma e in terapia intensiva a causa di problemi cardiaci di lunga data. Keosayan non ha mai ripreso conoscenza fino al decesso.
Nato a Mosca nel 1966, Keosayan ha dedicato la sua vita al cinema. Il suo primo film è uscito nel 1992, e negli anni ’90 si è occupato della regia di video musicali per noti cantanti russi. In seguito ha diretto numerosi lungometraggi, tra cui opere premiate. Versatile sia davanti che dietro la telecamera, Keosayan ha avuto una carriera di successo in televisione, conducendo diversi programmi su canali russi, tra cui un talk show intitolato «Serata con Tigran Keosayan».
Nel 2025, gli è stato conferito il titolo onorifico di «Artista Onorato della Federazione Russa».
I lettori di Renovatio 21 lo conoscono per una piccola video-intervista sottotitolato da questa testata dove, tra le altre cose, parlava dello stato dell’Europa e del mondo, della figura di Putin e della necessità di un potere «monarchico».
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Keosayan era legato a Simonyan dal 2013, e i due si erano sposati ufficialmente nel 2022. Hanno avuto tre figli insieme. Keosayan aveva anche due figli da un precedente matrimonio.
La Simonyan rappresenta una potenza giornalistica temuta globalmente. Originaria dell’oblast’ di Krasnodar (ma con chiare origini armene, con la famiglia rifugiata in Crimea dopo il genocidio del 1915), classe 1980, dopo gli studi in Occidente, si fece notare come inviata a Beslan durante la strage dei bambini del 2024, un evento che scioccò il mondo. Divenne quindi capo di RT, un canale TV in lingue inglese che a volte superava la CNN in ascolti – mentre, a detta degli ascoltatori, la stracciava in fatto di credibilità.
RT è stata quindi proibita in vari Paesi ancora da prima dello scoppio della guerra ucraina. Al momento il sito è irraggiungibile anche dall’Italia. Si tratta di una fonte di informazioni molto ricca e superbamente strutturata, dove la propaganda, che pure è presente, è sempre ben segnalata – a differenza di ogni testata occidentale che è propaganda in se stessa, oramai.
Seguire RT è per alcuni uno stigma da lanciare sugli avversari. Tulsi Gabbard al momento della nomina a capo dell’Intelligence fu accusata di essere una consumatrice del canale russo in lingua inglese, che potrebbe essere stato quello che, a inizio conflitto ucraino, qualcuno al potere a Washington aveva chiesto di togliere dai satelliti Starlink, ma Elon Musk aveva negato, sostenendo – pure fornendo, all’epoca, i satelliti agli ucraini – di essere un «assolutista della libertà di parola».
La giornalista è quindi considerata come una sorta di grande nemico dell’Occidente: tra il 2022 e il 2023 divenuta oggetto di sanzioni UE per essere «una figura centrale della propaganda del governo russo». Anche Londra e Kiev hanno posto sanzioni sul suo conto.
Sembra che abbiano programmato di neutralizzare la minaccia che costituisce (cioè le sue parole, il suo lavoro giornalistico) non solo con le sanzioni: nell’agosto 2023 un drone kamikaze ucraino si è abbattuto a pochi metri da casa sua a Mosca, mentre nell’ottobre successivo un drone cadde di fianco alla casa in cui è cresciuta, a Sochi, nel Sud della Russia.
«Questa notte, un drone d’attacco è caduto proprio davanti alla nostra casa di famiglia ad Adler, dove io e mia madre siamo cresciuti e dove vivono ancora i miei parenti e i loro bambini piccoli» aveva dichiarato all’epoca la Simonyan.
«Gli obiettivi sono sempre più lontani, la posta in gioco è sempre più alta, l’ultimatum nucleare diventa sempre più incontrastato» aveva precisato. Si era nel momento in cui cominciavano gli attacchi in profondità di Kiev sull’entroterra russo, che arrivarono a minacciare irresponsabilmente il entro tecnico militare chiamato «Lupi dello Zar», stazione radar considerabile come elemento chiave dell’ombrello nucleare russo, e quindi dell’architettura dell’equilibrio atomico globale.
La Simonyan è da anni un’ospite fisso della seguitissima trasmissione d Domenica sera con Vladimir Solov’ëv, dove non manca di dispensare analisi piuttosto profonde, talvolta con grande ironia.
Margarita si è aperta riguardo alle sue emozioni tremende durante l’agonia nel marito per la prima volta negli scorsi mesi, raccontando il suo dolore e in trasmissioni TV.
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Immagine screenshot da YouTube
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