Nucleare
Elon Musk: la promessa di Washington di portare Kiev nella NATO è il preludio di una «apocalisse nucleare»
La promessa del segretario di Stato americano Antony Blinken di far diventare l’Ucraina un membro della NATO sembra la scena di un film sull’apocalisse nucleare, ritiene l’imprenditore Elon Musk.
Il massimo diplomatico statunitense ha ribadito la «solida come la roccia» determinazione del suo Paese e di altri membri ad includere eventualmente l’Ucraina nel blocco militare in un vertice della NATO a Bruxelles questa settimana. Parlando a fianco del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ha affermato che lo scopo dell’evento era quello di «aiutare a costruire un ponte verso l’adesione».
«Questo è letteralmente il modo in cui inizia il film sull’apocalisse nucleare», ha risposto Musk su X condividendo un video del film televisivo americano del 1983 The Day After, che descrive una guerra nucleare immaginaria tra gli Stati Uniti e l’URSS. L’opera fu mostrato al pubblico sovietico nel 1987, quando le due superpotenze stavano negoziando un trattato chiave sul controllo delle armi nucleari.
This is literally how the nuclear apocalypse movie startshttps://t.co/g28nCvn3cO
— Elon Musk (@elonmusk) April 5, 2024
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Mosca ha citato l’espansione della NATO in Europa contro le obiezioni russe e l’intenzione di includere l’Ucraina nell’organizzazione come una delle cause principali delle ostilità in corso. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno affermato che tutte le nazioni hanno il diritto di chiedere l’adesione, indipendentemente dalle preoccupazioni che la Russia possa avere.
Musk ha già parlato dei rischi per l’Ucraina e per il mondo di un’ulteriore escalation. Il proseguimento delle ostilità potrebbe far sì che Kiev perda l’accesso al Mar Nero, ha affermato la settimana scorsa.
Il miliardario ha esortato Kiev a fare concessioni a Mosca in cambio di un trattato di pace, sostenendo la tesi secondo cui i tentativi degli Stati Uniti di indebolire la Russia armando e finanziando l’Ucraina si sono rivelati controproducenti.
Come riportato da Renovatio 21, Musk, citando l’avvio di un conflitto termonucleare, negò a Kiev l’uso dei suoi satelliti per un attacco alla Crimea. Il regime Zelens’kyj rispose chiamandolo «malvagio».
In questi giorni il miliardario africano ha preconizzato la caduta di Odessa.
Il peso geopolitico di Musk, raggiunto grazie alla sua rete globale di satelliti ma non solo, è tale che pare essere lui il bersaglio delle parole pronunziate dal presidente della Repubblica italiano nel suo penultimo discorso del 2023.
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Immagine di Ministério Das Comunicações via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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Nucleare
La Svezia è disposta ad ospitare testate nucleari USA
La Svezia potrebbe potenzialmente consentire agli Stati Uniti di posizionare armi nucleari sul suo territorio, ma solo se il paese fosse coinvolto in un conflitto militare, ha detto il primo ministro Ulf Kristersson.
Lunedì in un’intervista con Sveriges Radio, il Kristersson ha sottolineato che da quando ha aderito alla NATO, il governo ha presentato due proposte al Parlamento, affermando che Stoccolma non ospiterà truppe straniere permanenti o armi nucleari in tempo di pace.
Tuttavia, ha affermato che tali divieti verrebbero revocati se la Svezia, che non è in guerra dal 1814, dovesse diventare parte di un conflitto militare attivo.
«In una situazione di guerra, la questione è completamente diversa», ha detto il primo ministro di Stoccolma, aggiungendo che «tutta la NATO beneficia dell’ombrello nucleare che deve essere in vigore negli stati democratici finché la Russia avrà le sue armi nucleari».
Il Kristersson ha anche sottolineato che spetta alla Svezia decidere quali armi straniere – se ce ne sono – saranno stazionate sul suo territorio.
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I commenti del premier arrivano prima del voto parlamentare di giugno su un accordo di cooperazione in materia di difesa con gli Stati Uniti, che darebbe a Washington l’accesso alle basi militari di Stoccolma.
A differenza dei suoi vicini nordici Finlandia e Norvegia, la Svezia non ha un divieto esplicito di accettare armi nucleari, ma mantiene una politica di lunga data contro l’ospitare tali armi in tempo di pace.
I critici hanno esortato Stoccolma a cambiare la sua posizione sulla questione, avvertendo che la mancanza di una legislazione su un divieto totale delle armi nucleari potrebbe creare problemi in una situazione critica, data l’adesione della Svezia alla NATO.
Gli Stati Uniti attualmente detengono armi nucleari in cinque paesi della NATO – Germania, Paesi Bassi, Belgio, Italia e Turchia – come parte del programma di condivisione nucleare del blocco.
La Svezia, insieme alla Finlandia, ha chiesto di aderire all’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti poco dopo l’inizio del conflitto in Ucraina. Mentre la Finlandia è diventata uno Stato membro lo scorso anno, la Svezia non ha aderito ufficialmente fino a marzo, con i progressi ostacolati da Ungheria e Turchia, che hanno espresso rimostranze nelle relazioni bilaterali.
Come noto, il programma NATO consente il dispiegamento di bombe nucleari statunitensi sul territorio di altre nazioni NATO non nucleari. L’utilizzo di una simile strategia di condivisione transnazionale delle testate programmata ora dalla Russia con la Bielorussia, tuttavia, suscita le ire del Patto Atlantico, e le richieste allucinanti di Paesi come la Polonia, che sull’argomento in realtà insiste da tempo.
Secondo un rapporto del direttore Nuclear Information Project della Federation of American Scientists Hans Kristensen, gli Stati Uniti hanno circa 100 bombe nucleari a gravità B61 situate presso la base aerea di Kleine Brogel in Belgio, la base aerea di Buchel in Germania, la base aerea di Volkel nei Paesi Bassi, la base aerea di Incirlik in Turchia e, naturalmente, le basi aeree italiane di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia).
Le potenze nucleari stanno attivamente modernizzando ed espandendo i loro arsenali tra le crescenti tensioni geopolitiche, secondo un rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) pubblicato l’anno passato.
Come riportato da Renovatio 21, la Svezia aveva reagito immediatamente alla guerra Ucraina, rimilitarizzando subitamente l’isola Gotland.
Come riportato da Renovatio 21, nemmeno troppo sottotraccia, sta continuando la frizione tra Stoccolma e la Repubblica Popolare Cinese, con un caso di giornalista cinese espulsa il mese scorso.
Il segretario NATO, il norvegese Jens Stoltenberg, ha più volte dichiarato che per l’Alleanza il nemico del futuro è Pechino, con il Dragone considerato, con la Russia, come minaccia ai valori degli alleati occidentali, qualsiasi cosa ciò possa voler dire. La Cina contraccambia la simpatia per la NATO, come quando ha dichiarato gli atlantici responsabili delle tensioni in Kosovo.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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