Gender
Benedizioni delle coppie irregolari, comunicato del Superiore Generale della FSSPX
Chi mi ama osserva – e fa osservare – i miei comandamenti
La Dichiarazione Fiducia supplicans del Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede sulla questione delle benedizioni alle «coppie irregolari e coppie dello stesso sesso» ci lascia sgomenti. Tanto più che questo documento è stato firmato dal Papa stesso.
Sebbene sostenga di evitare qualsiasi confusione tra la benedizione di queste unioni illegittime e quella del matrimonio tra un uomo e una donna, questa dichiarazione non evita né la confusione né lo scandalo: non solo insegna che un ministro della Chiesa può invocare la benedizione di Dio su delle unioni immorali, ma così facendo incoraggia di fatto queste situazioni peccaminose.
La richiesta di tale «benedizione» consisterebbe semplicemente nel chiedere per queste persone, in un contesto non liturgico, che «tutto ciò che è vero, buono e umanamente valido nella loro vita e nelle loro relazioni sia investito, guarito ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo».
Ma indurre coloro che vivono in un’unione fondamentalmente immorale a credere che essa possa essere positiva e portatrice di valori, rappresenta il peggiore degli inganni e la più grave mancanza di carità nei confronti di anime fuorviate. È sbagliato immaginare che ci sia qualcosa di buono in una situazione pubblica di peccato, ed è sbagliato sostenere che Dio possa benedire le coppie che vivono in una tale situazione.
Senza dubbio, ogni persona può essere aiutata dalla misericordia previdente di Dio e scoprire con fiducia di essere chiamata alla conversione per ricevere la salvezza che Dio offre. La Chiesa non rifiuta mai una benedizione ai peccatori che la chiedono legittimamente, ma la benedizione non ha altro scopo che aiutare l’anima a vincere il peccato e a vivere in stato di grazia.
La Santa Chiesa può quindi benedire qualsiasi individuo, anche un pagano. Ma non può mai, in alcun modo, benedire un’unione che è di per sé immorale, con il pretesto di incoraggiare ciò che è buono in essa.
Quando si benedice una coppia, non si benedicono individui isolati: si benedice necessariamente la relazione che li unisce. Non si può redimere una realtà è intrinsecamente fuorviata e scandalosa.
Incoraggiare pastoralmente tali benedizioni porta inesorabilmente, nella pratica, all’accettazione sistematica di situazioni che sono incompatibili con la legge morale, nonostante qualunque dichiarazione contraria.
Purtroppo, questo è in linea con alcune affermazioni di Papa Francesco, che definisce «superficiale e ingenuo» l’atteggiamento di coloro che costringono le persone a «comportamenti per i quali non sono ancora mature, o di cui non sono capaci» (1).
Questo tipo di pensiero, che non crede più nel potere della grazia e svuota la croce del suo significato, non aiuta nessuno ad abbandonare una vita di peccato. Sostituisce il vero perdono e la vera misericordia con un’amnistia tristemente impotente. E non fa che accelerare la perdita delle anime e la distruzione della morale cattolica.
Il linguaggio contorto e i travestimenti sofistici del documento del Dicastero per la Dottrina della Fede non possono nascondere la realtà elementare e ovvia di queste benedizioni: esse non faranno altro che confermare queste unioni nella loro situazione intrinsecamente peccaminosa, e incoraggiare altri a seguirle. Non sarà altro che un surrogato del matrimonio cattolico.
In definitiva, tutto questo mostra una profonda mancanza di fede nel soprannaturale, nella grazia di Dio e nel potere della croce per vivere nella virtù, nella purezza e nella carità, in conformità alla volontà di Dio.
Si tratta di uno spirito naturalistico e disfattista che si allinea vilmente allo spirito del mondo, nemico di Dio. È un’ulteriore resa e sottomissione al mondo da parte della gerarchia liberale e modernista, che a partire dal Concilio Vaticano II è al servizio della Rivoluzione dentro e fuori la Chiesa.
Che la Beata Vergine Maria, custode della fede e della santità, venga in aiuto della Santa Chiesa. Che protegga soprattutto coloro che sono maggiormente esposti a questo caos: i fanciulli, obbligati a crescere in una nuova Babilonia, senza punti di riferimento e senza più una guida che ricordi la legge morale.
Don Davide Pagliarani
Superiore Generale
Menzingen, 19 dicembre 2023
NOTE
1) Papa Francesco, Colloquio con i Gesuiti a Lisbona, 5 agosto 2023.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine da FSSPX.news
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La prima donna primo ministro del Giappone si oppone al «matrimonio» omosessuale
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Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali
Il presidente del Parlamento austriaco ha vietato l’uso del cosiddetto linguaggio «inclusivo di genere» nelle comunicazioni ufficiali dell’organo legislativo.
Walter Rosenkranz, presidente del Nationalrat (Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento austriaco), ha recentemente annunciato che il Parlamento tornerà a utilizzare la forma maschile generica delle parole o, in alternativa, la forma maschile e femminile insieme, come nell’espressione «Gentili signore e signori» («Sehr geehrte Damen und Herren»).
In precedenza, il Parlamento di Vienna aveva adottato una variante ideologica che prevedeva l’inserimento di lettere maiuscole interne, due punti, asterischi o barre all’interno di sostantivi per includere persone di generi diversi, compresi coloro che si identificano come «transgender».
Questo adattamento linguistico, promosso da attivisti di sinistra in molte istituzioni austriache e tedesche, è estraneo alla lingua tedesca scritta. L’Associazione per la Lingua Tedesca ha più volte criticato questo linguaggio «inclusivo di genere», definendolo una «lingua ideologica» che «viola le regole ortografiche vigenti» e cerca di «rieducare» i cittadini. I sondaggi indicano che l’80-90% dei tedeschi rifiuta questo linguaggio ideologico.
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«Come istituzione governativa, dobbiamo rispettare le regole stabilite dal Consiglio per l’ortografia tedesca, l’unica istituzione riconosciuta dal governo», ha dichiarato Rosenkranz al quotidiano austriaco Krone. «Nel 2021, il Parlamento ha anche stabilito una base giuridica nel Piano di promozione delle donne. Voglio che le persone si attengano a questo e non inventino una propria lingua. Perché la vera uguaglianza si ottiene attraverso l’istruzione, le pari opportunità e il rispetto, non con i segni di punteggiatura».
«Il Parlamento è un luogo di democrazia, non di esperimenti linguistici», ha aggiunto. «Torniamo a una lingua che rispecchia lo spirito della Costituzione austriaca: universalmente comprensibile, oggettiva e inclusiva nel senso più autentico».
«Non a caso, il Bundestag tedesco e il Consiglio nazionale svizzero, così come quasi tutti i media stampati, non utilizzano un linguaggio neutro rispetto al genere», ha sottolineato il Presidente del Parlamento.
Le linee guida non si applicano ai discorsi tenuti nel Consiglio nazionale né ai testi presentati dai parlamentari, che, in virtù del loro mandato, sono liberi di redigere i propri documenti come preferiscono.
Rosenkranz, primo Presidente del Consiglio Nazionale austriaco nominato dal Partito della Libertà (FPÖ) è stato eletto dopo che l’FPÖ è diventato il partito più votato alle elezioni nazionali del 2024. Tuttavia, pur avendo ottenuto il maggior numero di voti, l’FPÖ non fa parte della coalizione di governo, poiché non dispone della maggioranza assoluta necessaria e gli altri partiti hanno rifiutato di allearsi con esso.
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Immagine di Gryffindor via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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