Militaria
Gli Stati Uniti invieranno altre munizioni all’uranio impoverito all’Ucraina. Il generale Vannacci cosa dice?
Dopo Londra, anche Washington si appresta a inviare munizioni all’uranio impoverito all’Ucraina in guerra contro la Russia. Lo ha riportato, con uno scoop esclusivo, l’agenzia Reuters.
Secondo l’agenzia stampa la prossima tranche di aiuti militari al regime di Kiev, che l’amministrazione Biden annuncerà la prossima settimana, includerà munizioni all’uranio impoverito per i carri armati M1 che saranno presto approntati per essere inviati in Ucraina.
Sebbene la Gran Bretagna abbia inviato munizioni all’uranio impoverito all’Ucraina all’inizio di quest’anno, questa sarebbe la prima spedizione di munizioni dagli Stati Uniti e probabilmente susciterà polemiche, dice l’agenzia di stampa britannica.
Ciò fa seguito alla precedente decisione di Biden di fornire munizioni a grappolo all’Ucraina, nonostante i pericoli che tali armi rappresentano per i civili e la contrarietà di più di un centinaio di Paesi che hanno firmato la moratoria contro le cluster bombs. Paradossalmente, riguardo alle munizioni a grappolo la stessa Londra è contraria alla scelta di Washington.
Per quanto riguarda i carri armati M1, Politico ha riferito che il primo lotto sarà pronto per la consegna entro poche settimane dopo che le prime truppe ucraine avranno terminato l’addestramento su di essi.
I primi 10 dei 31 carri armati promessi dovrebbero essere pronti entro la metà di settembre.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso maggio il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolaj Patrushev ha affermato che la distruzione dei proiettili all’uranio impoverito presso un deposito della cittadina ucraina Khmelnitsky avrebbe prodotto una nube radioattiva che è stata sospinta verso l’Europa occidentale, in pratica una piccola Chernobyl fatta dal materiale radioattivo fornito a Kiev come munizione per i carri armati Challenger 2.
Sull’argomento sarebbe d’uopo sapere cosa pensa il generale Vannacci, ormai divenuto scrittore bestsellerista di cui tutti parlano.
Uomo che ha avuto importanti incarichi anche presso la NATO, il generale, tornato dall’Iraq avrebbe presentato «due denunce, una alla Procura militare e l’altra alla Procura della Repubblica di Roma, nelle quali denuncia «gravi» e «ripetute omissioni» nella tutela della salute del contingente italiano, esposto, stando alla sua versione, ai rischi dell’uranio impoverito usato per le munizioni e mettendosi di traverso al ministero della Difesa, che aveva assunto una posizione decisamente opposta», secondo il quotidiano milanese La Verità.
La querelle riguardo l’uranio impoverito, secondo alcuni, sarebbe dietro ai possibili malumori di alcuni militari che non hanno percepito da parte dei vertici la volontà di proteggere i soldati italiani.
Sarebbe quindi interessante sentire una dichiarazione del Vannacci – militare prodigo di commenti su gay e occupanti abusivi di appartamenti – sulle scelte di questi Paesi alleati NATO, e magari non solo sui soldati, ma anche sugli effetti che l’uranio impoverito avrà sulla popolazione civile, non solo ucraina.
Abbiamo cercato dichiarazioni del celebre militare riguardo la questione dei proiettili DU (depleted uranium) forniti a Kiev, ma non ne abbiamo trovate. Se ve ne fossero, chiediamo di segnalarcele.
Ricordiamo che vi è stata una commissione di inchiesta Parlamentare sulla questione, chiamata «Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni Relazione sulla sicurezza sul lavoro e sulla tutela previdenziale nelle forze armate». (corsivo nostro)
Nel titolo, insomma, compariva l’idea che anche i vaccini somministrati ai nostri soldati (trattati, più che come carne da cannone, come carne da siringa) potessero aver svolto un ruolo nella sindrome di cui si sono ammalati molti militari italiani.
Tuttavia, il generale Vannacci nel suo libro best-seller pare canzonare, equiparandoli ai terrapiattisti, coloro che credono «che i vaccini diventano vettori per microchip al fine di controllare in senso orwelliano la nostra esistenza». Nonostante le carte della Commissione parlamentare, il dubbio sui possibili effetti delle vaccinazioni non sembra sfiorarlo. Anzi, ecco la stoccata agli antivaccinisti.
Se il generale non vede la cifra orwelliana verso cui dirige la società – oggetto oramai di tanti meme su internet – non possiamo farci nulla.
E per quanto riguarda i chip, possiamo affermare senza possibilità di mentita che i vaccini hanno davvero introdotto una sorveglianza via chip: il microprocessore, tuttavia, non è ancora inserito nel corpo, è esterno – è il nostro smartphone. I vaccini hanno creato il green pass, che è un sistema di controllo basato su microprocessori.
Mentre il numero di copie del libro vannacciano lo fa volare sulla vetta all’editoria italiana («è il nuovo Harry Potter» ha titolato La Verità), l’uranio viaggia verso l’Ucraina, la Russia, l’Europa, e oltre: viaggia verso le cellule dei soldati, dei civili, magari, considerando le nubi di cui parlavano i russi, anche qui da noi.
Nessuno ha niente da dire? Non solo i generali: dove sono gli enti di lotta al cancro, i pacifisti, gli attivisti anti-nucleare?
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Militaria
Ex generale NATO: l’Occidente deve negoziare con la Russia, altrimenti l’Ucraina subirà una «catastrofica sconfitta militare»
Il generale tedesco in pensione Harald Kujat, rispettato ex presidente del Comitato militare della NATO (2002-2005) ed ex capo di stato maggiore della Bundeswehr (2000-2005), ha espresso il suo disappunto in un’intervista del 2 maggio pubblicata su Preußische Allgemeine Zeitung riguardo al fatto che il cancelliere Olaf Scholz, durante il suo viaggio in Cina dal 16 al 18 aprile, non ha sostenuto il piano di pace cinese in Ucraina del 24 febbraio 2023.
«Avevamo sperato che il Cancelliere riprendesse l’iniziativa cinese di un anno fa e sostenesse Pechino in questa iniziativa» ha dichiarato il generale Kujat, spiegando che «nell’Unione Europea e nella NATO, il cancelliere dovrebbe prendere l’iniziativa e lottare per un ragionevole equilibrio di interessi tra le parti in conflitto, che in ultima analisi serve anche i nostri interessi e quelli di tutti gli europei».
«Il tempo sta finendo. Una catastrofica sconfitta militare per l’Ucraina può essere evitata solo se le ostilità cessano al più presto possibile e se si avviano negoziati di pace tra i due Stati belligeranti. Chiunque voglia salvare l’Ucraina deve intraprendere questa strada con risolutezza e fermezza».
«Perché, se guardi la situazione in modo imparziale, ti renderai presto conto che c’è solo una via per la sopravvivenza dell’Ucraina e per un futuro per il popolo ucraino: porre fine a questa guerra il più rapidamente possibile attraverso una soluzione politica» ha detto l’ex alto funzionario militare NATO.
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«Tuttavia, chi vuole proseguire sulla strada attuale deve sapere che si carica di un senso di colpa inaccettabilmente grande. E dovrebbe essere pronto a dire al popolo ucraino quali ulteriori perdite di vite umane e quale livello di distruzione del Paese imporrà loro per raggiungere obiettivi politici che non sono realizzabili».
La linea del Kujat sulla guerra ucraina è oramai risaputa.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa in un’intervista del 21 marzo alla radio Berlino-Brandeburgo (RBB), il generale tedesco aveva definito un’«assoluta assurdità» l’idea che l’Ucraina sarebbe in grado, solo con più munizioni, di respingere le truppe di Mosca, aggiungendo per soprammercato che le forze armate russe sono «più forti che negli anni ’80».
La scorsa estate il generale aveva messo in guardia dalla minaccia di guerra se la Germania dovesse soccombere alle pressioni NATO e consegnare missili da crociera Taurus all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, il nome del generale Kujat appariva in un appello di inizio anno da parte di generali tedeschi che si opponevano alla fornitura di carrarmati Leopard all’Ucraina.
Kujat è stato ispettore generale della Bundeswehr nel 2000-2002 e ha concluso la sua carriera militare come presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005.
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Immagine di NATO North Atlantic Treaty Organization via Flickr pubblicata su licenza Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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Militaria
Gli ucraini con l’HIV presteranno servizio nell’esercito
Le persone affette da HIV, tubercolosi e cancro, così come alcune persone con dipendenze da sostanze, saranno costrette a prestare servizio nelle forze armate ucraine, secondo la nuova bozza di regole pubblicata venerdì dal ministero della Difesa di Kiev.
Le nuove regole eliminano lo status di «ammissibilità parziale», costringendo coloro che precedentemente erano qualificati come tali a frequentare una commissione medica militare per la rivalutazione, ha spiegato il ministero. Gli ufficiali militari decideranno se la salute dei recluti consentirà loro di prestare servizio in prima linea o di svolgere lavori meno impegnativi nelle retrovie.
Ad esempio, i malati di tubercolosi verranno respinti solo se presentano gravi danni ai polmoni e rappresentano una minaccia di infezione attiva. Alle persone con malattie attive meno gravi verrà ordinato di presentarsi per un nuovo esame entro sei mesi. A quelli ritenuti «clinicamente curati» verranno assegnati ruoli meno impegnativi, mentre i pazienti con “cambiamenti residui dopo una tubercolosi trattata” potranno essere inviati in prima linea.
Anche i malati di cancro e le persone sieropositive in remissione sono considerati idonei per alcune o tutte le posizioni militari secondo le nuove regole, a seconda della loro funzionalità.
Il ministero sta adottando lo stesso approccio nei confronti delle malattie mentali. Ritiene idonee a svolgere compiti non di combattimento le persone affette da episodi «rari» di schizofrenia o da una dipendenza da sostanze «lieve». I pazienti con disturbo da stress post-traumatico verranno completamente respinti solo se soffrono di problemi «gravi manifestati» e saranno temporaneamente interdetti dal servizio dopo aver subito un episodio recente.
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All’inizio di quest’anno, Zelens’kyj ha affermato che l’Ucraina aveva subito solo 31.000 morti tra i soldati nel conflitto con la Russia, una cifra che persino i media occidentali favorevoli a Kiev hanno definito un eufemismo.
L’esercito ucraino intende arruolare centinaia di migliaia di truppe aggiuntive, spiegando che i soldati esausti in prima linea devono ruotare e riposarsi. Nel redigere le riforme, i legislatori hanno considerato il diritto di dimettersi dall’esercito dopo un certo periodo di servizio. Il governo ha affermato che non ci sarà alcuna smobilitazione finché durerà il conflitto con la Russia.
Il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu ha stimato venerdì che le vittime militari ucraine solo quest’anno hanno superato le 111.000, scrive il sito governativo russo RT.
Il reclutamento di sieropositivi, tubercolotici e malati di mente era già stato discusso dalla politica ucraina mesi fa.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio, per la prima volta dall’inizio del conflitto, il ministero della Difesa ha acquistato 50.000 uniformi femminili. Mesi fa era emerso che tutte le donne in Ucraina che hanno una formazione medica o farmaceutica sarebbero state obbligate a registrarsi presso l’esercito.
Al momento, la leva ucraina è risparmiati ai circensi, ma riguardo all’esclusione dei sacerdoti cattolici è in discussione.
Nel frattempo, decine di renitenti alla leva muoiono cercando di lasciare il Paese.
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Immagine generata artificialmente
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