Geopolitica
Kennedy accusa Biden di preparare la «guerra con la Russia»

Ordinando il dispiegamento di altri 3.000 riservisti in Europa, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si prepara a combattere le forze russe sul terreno in Ucraina, ha affermato il candidato presidenziale democratico Robert F. Kennedy Jr.
«Biden ha perso la strada», ha twittato Kennedy venerdì, sostenendo che il presidente dovrebbe concentrarsi sui problemi interni dell’America invece di cercare di raggiungere il «dominio militare globale”.
«Voglio che le persone capiscano di cosa tratta questa mobilitazione delle truppe. Si tratta di prepararsi per una guerra di terra con la Russia», ha scritto Kennedy.
President Biden just called up 3,000 reservists to augment U.S. troops in Europe as part of "Operation Atlantic Resolve." I want people to understand what this troop mobilization is about. It's about preparing for a ground war with Russia.https://t.co/YCzL0UWoo0
— Robert F. Kennedy Jr (@RobertKennedyJr) July 14, 2023
L’idea di sconfiggere Mosca nel suo conflitto con Kiev è una «futile fantasia geopolitica» dell’amministrazione Biden, ha aggiunto il candidato presidenziale democratico.
Migliaia di ucraini hanno già perso la vita perché «l’establishment della politica estera americana ha manipolato il loro paese in guerra… Ora, invece di riconoscere il fallimento, l’amministratore di Biden si prepara a sacrificare anche vite americane», ha detto Kennedy.
Giovedì, Biden ha firmato un ordine esecutivo che mobilita 3.000 membri della Riserva selezionata dell’esercito americano per aumentare i ranghi dell’operazione Atlantic Resolve, che Washington ha lanciato in Europa nel 2014 dopo che la Crimea si è unita alla Russia in seguito al colpo di stato di Kiev sostenuto dall’Occidente.
Secondo il tenente generale dell’esercito Douglas Sims, direttore delle operazioni dello stato maggiore congiunto, la mossa «riafferma l’incrollabile sostegno e l’impegno a difendere il fianco orientale della NATO» sulla scia dell’operazione militare russa in Ucraina.
Il portavoce del comando europeo degli Stati Uniti (EUCOM), il capitano della Marina Bill Speaks, ha affermato che il dispiegamento di riservisti «non cambierà gli attuali livelli di forza in Europa».
Anche il principale candidato presidenziale repubblicano, l’ex presidente Donald Trump, ha avuto parole dure sulla decisione di Biden di inviare più truppe americane in Europa. La «spericolata escalation in Ucraina” perseguita dalla Casa Bianca sta “sforzando le forze armate statunitensi fino al punto del disastro», ha affermato.
«Joe Biden non può nemmeno salire i gradini dell’Air Force One senza inciampare. L’ultima cosa che questa amministrazione incompetente dovrebbe fare è spingerci ulteriormente verso la Terza Guerra Mondiale».
Trump ha ribadito la sua precedente affermazione che se diventasse nuovamente presidente, porrebbe fine al conflitto in Ucraina in 24 ore. «Nessuna madre o padre americano vuole mandare il proprio figlio a morire nell’Europa orientale. Dobbiamo ottenere la pace».
Un altro candidato presidenziale repubblicano, Vivek Ramaswamy, ha affermato che è «assolutamente inquietante» che i media statunitensi stiano ampiamente ignorando l’ordine del presidente nei loro reportage.
«Qual è la giustificazione ora [per l’invio di riservisti in Europa]? Quali sono le operazioni? Dove andranno? Cosa faranno? Abbiamo bisogno di risposte, non di nasconderle sotto il tappeto come preferirebbe Biden», ha dichiarato Ramaswamy in una nota citata da RT.
Come riportato da Renovatio 21, un lapsus sfuggitogli l’anno scorso in Polonia parlando con le truppe USA – dopo un assai minaccioso discorso al castello di Varsavia in cui di fatto chiedeva la fine di Putin – Biden diceva ai soldati che avrebbero combattuto su suolo ucraino. Come di routine durante questa amministrazione, la Casa Bianca smentì le parole del comandante in capo.
L’episodio fu rubricato come l’ennesima gaffe a riprova dello stato confusionale della mente del presidente.
Forse, in realtà, non lo era.
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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