Ambiente
Concime a base di resti umani, anche la California approva la legge
Un nuovo disegno di legge attualmente all’esame del Senato della California consentirebbe alle persone nello stato di mettere da parte i propri corpi per la «riduzione organica naturale» dopo la loro morte, essenzialmente compostaggio umano.
Si tratta essenzialmente della trasformazione degli esseri umani in concime.
Come riportato da Renovatio 21, già il Colorado lo scorso giugno aveva dato il via libera al compostaggio di cadaveri umani. Aveva seguito l’esempio dello Stato di Washington.
Si tratta essenzialmente della trasformazione degli esseri umani in concime
La bozza di legge, che è stata introdotta per la seconda volta dal membro dell’Assemblea della California Cristina Garcia a febbraio, renderebbe la California il quarto stato a legalizzare un processo di compostaggio realizzato dalla società Recompose, riporta il Los Angeles Magazine .
«Nonostante l’idea del tuo corpo che si decompone dopo che te ne sei andato può essere scoraggiante per alcuni, è probabile che la tendenza rispettosa dell’ambiente cresca mentre guardiamo a un futuro modellato dalle devastazioni del cambiamento climatico» scrive il sito transumanista Futurism.
«Inoltre, non è che stai usando il tuo corpo per qualcosa»: eccerto, un po’ come le linee cellulari dagli aborti, bisogna pur dare un senso utilitaristico a tutta questa materia umana uccisa o morta di suo. Ce lo chiede la meccanica dello Stato moderno, dove l’utilitarismo è l’unico sistema operativo possibile, e dove si sta introducendo quest’idea della scarsità progressiva, tale che perfino i cadaveri divengono strumenti se non merce vera e propria.
In questo momento, le uniche opzioni legali disponibili per i californiani sono la sepoltura tradizionale o la cremazione con acqua o fuoco, secondo LA Magazine. La popolazione californiana, da sempre progressista e molto attenta all’ambiente – al punto che il loro Stato è oramai disastrato dal punto di vista idrico ed energetico a causa di una politica ecofascista che sta programmaticamente facendo regredire tutto, perfino gli sciacquoni del water – probabilmente approfitterà di questa possibilità di trasformare il proprio corpo in concime eco-sostenibile.
«La riduzione organica naturale consente un letterale ritorno alla terra», ha detto al Guardian Anna Swenson, manager della società Recompose . «Ad alcune persone piace l’idea di trovarsi in una foresta quando muoiono. Questo è quello che ho scelto per me stesso».
La «riduzione organica naturale» consiste nel circondare un cadavere umano con trucioli di legno, erba medica e paglia prima di metterlo in una camera ariosa e metallica, secondo Popular Science.
Circa un mese dopo, il corpo della persona, persino le sue ossa, si sarà scomposto in circa un metro cubo di terreno ricco di sostanze nutritive, spiega il Guardian .
Il processo impedisce che circa una tonnellata di anidride carbonica entri nell’atmosfera, sia evitando la combustione di combustibili fossili durante la cremazione, sia sequestrando i gas serra nel suolo.
La signora della Recompose ha detto al Guardian che le tipiche disposizioni funerarie aggiungono circa 40 serbatoi di propano di gas serra nell’atmosfera, il tutto evitato durante il compostaggio.
«Con il cambiamento climatico e l’innalzamento del livello del mare come minacce molto reali per il nostro ambiente, questo è un metodo alternativo di smaltimento finale che non contribuirà alle emissioni nella nostra atmosfera», ha detto il deputato Garcia quando ha annunciato per la prima volta il disegno di legge l’anno scorso.
Esseri umani: divenite concime per salvare il pianeta.
Chi ha visto il film del 1973 2022 i sopravvissuti, capirà che davvero non si tratta più di fantascienza: il 2022 è l’anno prossimo, ma già siamo arrivati ad una società dove i cadaveri umani finiscono nel ciclo alimentare.
Pensate di non trovarvi a discutere, domani, con qualche simpatico elettore progressista che vi dirà che, essendo che i cadaveri già li mangiamo indirettamente come concime, perché essere ipocriti e non nutrirci di essi direttamente?
Il lettore può capire che il senso è tutto qua: i corpi umani tornano a generare cibo sono un passo avanti verso il ritorno del cannibalismo. Curiosamente, quando si parla della Finestra di Overton, il cannibalismo è proprio l’esempio che si fa per dimostrare come trasformare qualcosa di impensabile in qualcosa di legale.
Pensate di non trovarvi a discutere, domani, con qualche simpatico elettore progressista che vi dirà che, essendo che i cadaveri già li mangiamo indirettamente come concime, perché essere ipocriti e non nutrirci di essi direttamente?
Li avete presente: sono quelli che oggi inneggiano ai campi di concentramento per i no-vax.
Solo Dio sa di cosa è capace questa gente. I loro abomini sono sempre più slatentizzati, perfino legalizzati.
Una volta di più, rimirate il lavoro dei loro legislatori: la distruzione totale della dignità umana, con l’essere umano – Imago Dei – ridotto al ruolo della cacca di mucca.
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Ambiente
L’Iran prova la geoingegneria contro la siccità
Le autorità iraniane hanno lanciato sabato un’operazione di «inseminazione delle nuvole» sul bacino del lago Urmia, il più grande del Paese ormai quasi completamente prosciugato, nel disperato tentativo di contrastare la peggior siccità degli ultimi decenni.
Il processo consiste nel disperdere nelle nubi, tramite aerei o generatori a terra, sali chimici (principalmente ioduro d’argento o di potassio) per favorire la condensazione del vapore acqueo e provocare precipitazioni. Ulteriori interventi sono previsti nelle province dell’Azerbaigian orientale e occidentale, ha reso noto l’agenzia ufficiale Irna.
Le piogge sono ai minimi storici: secondo l’Organizzazione meteorologica iraniana, quest’anno le precipitazioni sono calate dell’89% rispetto alla media pluriennale, rendendo questo «l’autunno più secco degli ultimi 50 anni».
I bacini idrici sono quasi vuoti e molte dighe registrano livelli a una sola cifra percentuale. La scorsa settimana il presidente Masoud Pezeshkian ha ammonito che, senza piogge imminenti, si renderanno necessari razionamenti idrici a Teheran e persino l’evacuazione parziale della capitale.
Il direttore del Centro nazionale per la gestione delle crisi climatiche e della siccità, Ahmad Vazifeh, ha definito «preoccupante» la situazione delle dighe nelle province di Teheran, Azerbaigian occidentale, Azerbaigian orientale e Markazi.
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Venerdì centinaia di persone si sono riunite in una moschea della capitale per pregare per la pioggia. Sabato scorso, per la prima volta quest’anno, sono caduti fiocchi di neve in una stazione sciistica a nord di Teheran, mentre precipitazioni si sono verificate nelle regioni occidentali e nord-occidentali del Paese.
Le autorità hanno inoltre annunciato sanzioni per famiglie e imprese che superino i consumi idrici consentiti.
La geoingegneria – fenomeno chiamato da alcuni «scie chimiche» – è oramai alla luce del sole ed è sempre più gettonata dai Paesi mediorientali.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole (cloud seeding) per contrastare la cronica scarsità d’acqua. L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce.
Tuttavia, gli esiti della geoingegneria sembrano essere non sempre imprevedibili e potenzialmente catastrofici: l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
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Ambiente
Viganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»
Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli… pic.twitter.com/thIv4fsrKa
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 18, 2025
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Ambiente
Gli Emirati continuano con la geoingegneria
Gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole per contrastare la cronica scarsità d’acqua, ha dichiarato un direttore di ricerca locale.
L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce. I piloti sorvolano nubi promettenti e rilasciano particelle di sale per stimolare le precipitazioni in un Paese che riceve meno di 100 mm di pioggia annui.
La tecnica rientra nella «strategia di adattamento del Paese al cambiamento climatico», ha spiegato lunedì al Financial Times Alya Al Mazrouei, direttrice del Programma di ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la scienza del miglioramento della pioggia (UAEREP).
Il metodo, tuttavia, ha suscitato controversie: i critici temono che possa aggravare eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, alterando i modelli naturali. Esprimono inoltre preoccupazione per l’impatto ambientale delle sostanze chimiche impiegate e per le possibili conseguenze indesiderate della modifica artificiale del clima.
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Orestes Morfin, esperto senior della Climate and Water Initiative in Arizona, ha dichiarato al quotidiano che «l’inseminazione delle nuvole è considerata un ulteriore strumento potenziale per incrementare l’approvvigionamento idrico».
In uno studio del 2023, gli scienziati del Centro nazionale di meteorologia degli Emirati Arabi Uniti hanno stimato che l’inseminazione delle nuvole potrebbe aggiungere fino a 419 milioni di metri cubi di acqua raccoglibile all’anno.
La scarsità d’acqua è una sfida storica per gli Emirati, che dipendono in larga misura dalla desalinizzazione per l’acqua potabile. Dall’inizio degli anni 2000, le autorità emiratine si sono impegnate per aumentare le precipitazioni con mezzi artificiali. Attualmente, il programma di miglioramento delle precipitazioni degli Emirati è operativo con dieci piloti e quattro velivoli, pronti a intervenire 24 ore su 24.
«Ogni volta che abbiamo l’opportunità di farlo… di solito non ne perdiamo nessuna», ha detto Al Mazrouei.
L’operazione è costosa: 8.000 dollari per ora di volo, con una media di 1.100 ore annue, per un totale di quasi 9 milioni di dollari. Tuttavia, Al Mazrouei sostiene che «il costo per metro cubo di acqua aggiuntiva è inferiore a quello della desalinizzazione». Gli Emirati hanno investito 22,5 milioni di dollari in sovvenzioni per la ricerca per perfezionare la tecnologia.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
«Il cloud seeding mira a migliorare e accelerare il processo di precipitazione. Soprattutto nelle aree in cui non piove da molto tempo, precipitazioni così intense possono portare a un flusso eccessivo di infiltrazioni, con conseguenti potenziali inondazioni improvvise», ha dichiarato John Jaques, meteorologo della società di tecnologia ambientale Kisters, secondo il settimanale americano Newsweek.
«Le inondazioni di Dubai fungono da forte avvertimento sulle conseguenze indesiderate che possiamo scatenare quando utilizziamo tale tecnologia per alterare il clima». «Inoltre, abbiamo poco controllo sulle conseguenze dell’inseminazione delle nuvole. Dove esattamente pioverà effettivamente? L’uso di tecniche come il cloud seeding per portare le piogge tanto necessarie in un’area può causare inondazioni improvvise e siccità in un’altra».
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
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