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Quando la cura è la causa: il caso della lingua pelosa verde

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Negli anni 60 in Giappone una strana epidemia avrebbe dovuto far scattare l’allarme in tutto il mondo, poiché molto spesso sono proprio le terapie mediche a peggiorare la situazione.

 

Per Keiko Yamaguchi tutto cominciò con la diarrea. Qualche settimana più tardi sopraggiunse un torpore alle dita dei piedi. Erano i primi mesi del 1967. Un anno più tardi, alla fine del 1968, la giovane ventiduenne Keiko si ritrovò cieca e paralizzata dalla vita in giù.

Si stima che almeno 900 persone persero la vita a causa di questa patologia

 

In Giappone soltanto, più di 11.000 persone (tra cui Keiko ) furono vittime di una misteriosa epidemia esplosa tra il 1955 e il 1970. Alcuni casi furono denunciati anche in altri Paesi, tra cui Gran Bretagna, Svezia, Messico, India, Australia. Tuttavia l’epidemia colpì soprattutto il Giappone, dove si stima che almeno 900 persone persero la vita a causa di questa patologia che i medici successivamente identificheranno con il nome neuropatia mielo-ottica subacuta (in inglese subacute myelo-optic neuropathy da cui l’acronimo SMON) dove la parola “mielo” deriva dalla parola greca che identifica il midollo spinale, la parola “ottica” fa riferimento alla vista e la parola neuropatia indica una patologia che colpisce i nervi.

Un numero ancora incerto di pazienti invece vide la propria lingua diventare verde e pelosa

 

Generalmente la malattia inizia con attacchi di vomito e diarrea e con l’avanzare di questa, alcuni pazienti vengono colpiti da cecità e paralisi, proprio come Keiko. Un numero ancora incerto di pazienti invece vide la propria lingua diventare verde e pelosa: sulla lingua, infatti, spuntarono dei peletti verdi (o perlomeno qualcosa che vi somigliava). Per altri il colore verde si manifestò nelle urine.

 

La patologia non risparmiò nemmeno i membri della famiglia e contagiò anche medici e infermieri che cercarono di curarla. Una stima approssimativa stabilisce che la morte sopraggiunse per una percentuale di pazienti che va dal 5 al 10%.

La morte sopraggiunse per una percentuale di pazienti che va dal 5 al 10%

 

Che cosa causò l’epidemia? Negli anni ‘60 fu proprio il Giappone, il Paese più colpito, a promuovere numerosi programmi di ricerca per scoprirlo. I dottori pensarono di avere la risposta in pugno quando i ricercatori che stavano studiando i malati di SMON isolarono l’echovirus, conosciuto per essere la causa di problemi intestinali.

 

Presto però nei pazienti vennero rintracciati altri virus, inclusi il virus Coxakie e l’herpesvirus. La scoperta di quest’ultimo creò un certo entusiasmo, poiché è risaputo che l’herpesvirus colpisce il sistema nervoso. A una a una però tutte queste scoperte furono smentite poiché i ricercatori indipendenti non riuscirono a replicare le scoperte precedenti fatte in laboratorio.

 

Numerose furono le cause considerate e poi escluse. Nessun agente patogeno dell’acqua potabile fu mai rintracciato. E i pesticidi? Anche questa ipotesi fu scartata quando uno studio rivelò che gli agricoltori affetti da SMON erano meno dei non agricoltori, pur essendo i soggetti a questi maggiormente esposti.

Un farmacologo fece una scoperta rivelatrice: quanto pare la malattia derivava dall’assunzione farmaco: il cliochinolo, un medicinale utilizzato per la cura della dissenteria amebica

 

L’euforia tornò quando i ricercatori scoprirono che molte vittime avevano assunto due tipologie diverse di antibiotici, anche se sembrava improbabile che due diversi antibiotici potessero entrambi improvvisamente essere la causa della stessa malattia rara. Tuttavia, come notano gli esperti, i pazienti avevano assunto l’antibiotico solo dopo aver manifestato i primi sintomi della SMON.

 

Più tardi, alla fine del 1970 e tre anni dal respingimento della teoria degli antibiotici, un farmacologo fece una scoperta rivelatrice. A quanto pare i due presunti diversi antibiotici non erano altro che due brand diversi dello stesso farmaco: il cliochinolo, un medicinale utilizzato per la cura della dissenteria amebica o amebiasi. Inoltre fu svelato che la lingua verde pelosa e l’urina verde erano causate dalla dissoluzione del cliochinolo nel corpo dei pazienti. A un mese dalla rivelazione, il cliochinolo venne bandito in Giappone e l’epidemia di SMON, uno dei maggiori disastri farmaceutici della storia, conobbe un’improvvisa battuta d’arresto.

L’epidemia di SMON, uno dei maggiori disastri farmaceutici della storia

 

Sembra che l’epidemia colpì in particolar modo il Giappone in parte perché il farmaco veniva utilizzato di routine per curare non solo la dissenteria, ma anche per prevenire la diarrea del viaggiatore e varie forme di disturbi addominali. E anche perché i medici giapponesi erano soliti prescrivere il farmaco con dosi più elevate e per periodi di assunzione più lunghi di quanto non fosse abitualmente fatto negli altri Paesi.

La peluria verde sulla lingua di un paziente affetto da SMON, blu in questa immagine

Altra idea abbastanza convincente era l’illusione che la SMON fosse contagiosa. Infatti, famigliari, dottori e infermieri, pensando di proteggersi, assumevano a loro volta il farmaco quando questo veniva somministrato ai loro cari con disturbi addominali e con diarrea che poi contraevano di conseguenza la SMON, causandosi inavvertitamente da soli la malattia che tanto temevano. Il risultato dell’epidemia in apparenza rese la SMON una malattia infettiva. In soldoni, quella che sembrava essere la cura per la SMON ne era in realtà la sua stessa causa.

I famigliari, dottori e infermieri, pensando di proteggersi, assumevano a loro volta il farmaco quando questo veniva somministrato ai loro cari con disturbi addominali e con diarrea che poi contraevano di conseguenza la SMON, causandosi inavvertitamente da soli la malattia che tanto temevano. Il risultato dell’epidemia in apparenza rese la SMON una malattia infettiva

 

Sono pochi i dottori a conoscenza della storia della SMON e forse sono ancora meno quelli che utilizzano lo slogan «cura o causa». Eppure oggi il fenomeno è più rilevante che mai. Uno studio pubblicato l’anno scorso sostiene l’ipotesi che oggi la terza causa di morte negli USA sia l’intervento medico, inclusi problemi legati ai farmaci soggetti a prescrizione e all’impianto di dispositivi medici, che vanno dallo stent cardiaco alla protesi dell’anca e ai dispositivi contraccettivi.

 

Si scoprì che il colore verde dell’urina del paziente era causato dalla dissoluzione del cliochinolo nel corpo dei pazienti.

Il pigmento nell’urina di un paziente SMON è risultato essere il farmaco clioquinolo anti-diarrea, dissolto dal metabolismo del corpo

Gli esempi abbondano praticamente in tutte le specializzazioni, dalla cardiologia alla psichiatria e alla cura del cancro. Jerome Hoffman, professore emerito di medicina alla UCLA (University of California, Los Angeles), afferma che non è un fatto sorprendente: poiché i farmaci e i dispositivi medici puntano ai sistemi alterati del corpo, è molto facile sbagliare e peggiorare il disturbo.

In soldoni, quella che sembrava essere la cura per la SMON ne era in realtà la sua stessa causa.

 

Pochi dottori sono a conoscenza della SMON. Forse sono ancora meno quelli che usano lo slogan «cura o causa». Eppure oggi il fenomeno è più rilevante che mai.

 

Negli anni ‘80 e ‘90, per esempio, i pazienti venivano ampiamente curati con medicinali per il ritmo cardiaco in modo da evitare che i battiti irregolari, chiamati contrazioni ventricolari premature (CVP), scatenassero una fibrillazione ventricolare mortale.

Un farmaco può correggere le Contrazioni Premature Ventricolari ma uccidere il paziente: come un vecchio detto ricorda, l’operazione è riuscita

 

I medicinali andavano molto bene per ridurre i battiti irregolari e i dottori li avevano prescritti a molti credendo di salvare delle vite. Ma nel 1989, la sperimentazione clinica per la soppressione dell’aritmia cardiaca, in sigla CAST, sponsorizzata dagli Istituti Nazionali di Sanità, aveva dimostrato che, sebbene i medicinali annullavano effettivamente le CPV (Contrazioni Premature Ventricolari), quando queste comparivano, era molto più probabile che scatenassero fibrillazioni ventricolari mortali. I pazienti trattati avevano 3,6 volte la stessa possibilità di morire dei pazienti ai quali era stato somministrato un placebo.

 

Il farmaco può correggere le CPV ma uccidere il paziente: come un vecchio detto ricorda, l’operazione è riuscita, ma il paziente è deceduto. Il problema era rimasto invisibile per più di un decennio perché i dottori sostenevano che quando un paziente moriva improvvisamente fosse a causa delle condizioni del cuore e non per la cura che loro avevano prescritto.

Uno studio storico sul Prozac per curare la depressione negli adolescenti, aveva scoperto che in generale aumentava i comportamenti suicidi – mentre il suo reale compito era di prevenirli

 

In un altro caso di «cura o causa», uno studio storico sul Prozac per curare la depressione negli adolescenti, aveva scoperto che in generale aumentava i comportamenti suicidi – mentre il suo reale compito era di prevenirli. Nello studio, il 15% degli adolescenti depressi curati con il Prozac ha tentato il suicidio, contro il 6% curato con la psicoterapia e l’11% curato con farmaci placebo. Questi numeri non sono stati resi pubblici da Eli Lilly, il produttore, il ricercatore capo, che dichiarava che il Prozac fosse «il grande vincitore» tra i farmaci per la cura degli adolescenti depressi. I medici, ignari che il farmaco potesse aumentare il tasso di suicidi, spesso aumentavano il dosaggio quando i pazienti diventavano più depressi durante il trattamento, pensando che la causa fosse proprio la depressione e non la cura.

 

Ricerche condotte su altri farmaci della stessa classe del Prozac, inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, o SSRI, hanno mostrato problemi simili.

Vi sono molti altri casi del fenomeno «cura o causa»: stent cardiaci che hanno causato coaguli nelle arterie coronarie; defibrillatori-pacemaker impiantati che si sono inceppati o che hanno sbagliato ad attivarsi, causando ritmi cardiaci mortali; stimolatori del nervo vago per curare l’epilessia che hanno invece portato al suo aumento.

 

Vi sono molti altri casi del fenomeno «cura o causa»: stent cardiaci che hanno causato coaguli nelle arterie coronarie; defibrillatori-pacemaker impiantati che si sono inceppati o che hanno sbagliato ad attivarsi, causando ritmi cardiaci mortali; stimolatori del nervo vago per curare l’epilessia che hanno invece portato al suo aumento.

 

Una delle lezioni della SMON è il pericolo degli incentivi finanziari perversi. I medici giapponesi erano stati pagati per ogni prescrizione che facevano, una pratica considerata non etica nella maggior parte degli altri paesi. I medici, in alcune prefetture del Giappone, possono ancora vendere medicinali ai loro pazienti. Per forza prescrivevano così alte dosi di clioquinol per periodi prolungati.

 

Più della metà dei dottori negli Stati Uniti riceve somme di denaro o altri benefici dalla Big Pharma e dai produttori di dispositivi medici. Le cifre possono essere esorbitanti: alcuni dottori hanno ricevuto decine di milioni di dollari per impiantare certi dispositivi o per promuovere determinati farmaci.

 

Questa influenza ha però un costo sulle persone che sono esposte a trattamenti pericolosi. Un gruppo no profit, l’Institute for Safe Medication Practices, ha condotto uno studio per quantificare le conseguenze negative dei farmaci e ha concluso che i medicinali prescritti sono «uno dei pericoli più rilevanti per la salute dell’uomo che dipende dall’attività umana».

Una delle lezioni della SMON è il pericolo degli incentivi finanziari perversi. I medici giapponesi erano stati pagati per ogni prescrizione che facevano

 

Con l’aumento del complesso industriale-medico e i suoi ingenti profitti, il settore ha un interesse personale nell’incolpare la malattia del paziente per i risultati negativi e non i loro stessi prodotti.

 

Le affermazioni dell’industria farmaceutica spesso ingannano sia dottori che pazienti. Ciba-Geigy, il principale produttore del cliochinolo, affermava che il medicinale era sicuro perché non poteva essere assorbito nel sistema circolatorio dall’intestino. Eppure, le documentazioni di un caso contro l’azienda mostrano che Ciba-Geigy era consapevole da anni degli effetti pericolosi del farmaco.

Più della metà dei dottori negli Stati Uniti riceve somme di denaro o altri benefici dalla Big Pharma e dai produttori di dispositivi medici

 

All’inizio del 1944, gli inventori del cliochinolo dichiararono che il farmaco sarebbe dovuto essere rigidamente controllato e limitato a 10-14 giorni di somministrazione. Nel 1965, dopo che un veterinario svizzero pubblicò dei documenti in cui cani a cui era stato somministrato il clioochinolo avevano sviluppato attacchi epilettici e morirono, Ciba si era limitato a dichiarare che il farmaco non dovrebbe essere somministrato agli animali.

 

Con l’aumento del complesso industriale-medico e i suoi ingenti profitti, il settore ha un interesse personale nell’incolpare la malattia del paziente per i risultati negativi e non i loro stessi prodotti.

Negli Stati Uniti, l’influenza dell’industria farmaceutica su quello che i medici e il pubblico credono riguardo ai farmaci e ai dispositivi medici è scesa esponenzialmente, poiché quasi tutte le ricerche sono ora condotte dalle aziende e le ricerche effettivamente indipendenti non esistono più.

 

Nel 1997, la sponsorizzazione dell’industria ha fornito il 29% dei finanziamenti per ricerche cliniche e non cliniche. Le stime oggi affermano che la percentuale è aumentata a circa il 60%. Anche la ricerca «più indipendente», come quella condotta dagli Istituti Nazionali di Salute, è ora «associata» a un’azienda, rendendo la nostra dipendenza da loro quasi totale.

 

Arginare l’onda di interventi medici che possono provocare più danni che bene richiederà una profonda valutazione dei casi «cura o causa» – e la volontà di fermare la dipendenza da azienda farmaceutica che perversamente promuove.

 

 

 

 

Fonte: Undark

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Big Pharma

Trump stipula un accordo sul prezzo dei farmaci con Pfizer

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Pfizer ha accettato di abbassare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti e di investire 70 miliardi di dollari nella produzione statunitense, ha annunciato oggi il presidente Donald Trump. La Casa Bianca ha anche annunciato che lancerà presto un sito web per la vendita diretta di farmaci al consumatore chiamato “Trump RX”. L’amministrazione non ha fornito molti dettagli su entrambi gli annunci.

 

Pfizer ha accettato di abbassare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti e di investire 70 miliardi di dollari nella produzione statunitense, ha annunciato oggi il presidente Donald Trump durante una conferenza stampa alla Casa Bianca con il CEO di Pfizer Albert Bourla.

 

L’amministrazione Trump ha anche annunciato che lancerà «Trump RX», un sito web in cui i pazienti statunitensi potranno acquistare farmaci a prezzi più bassi, secondo Chris Klomp, direttore di Medicare e vice amministratore dei Centers for Medicare & Medicaid Services, che è intervenuto anche lui durante la conferenza stampa.

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La Casa Bianca non ha risposto immediatamente quando The Defender ha chiesto se Trump avrebbe tratto personalmente profitto dal sito web e dai prodotti venduti su di esso. La Casa Bianca non ha inoltre specificato quando intendeva chiarire il rapporto finanziario di Trump con il sito web, lasciando il pubblico libero di speculare sulla possibilità che il presidente trarrà profitto dalla vendita di farmaci su Trump RX.

 

Il foglio informativo della Casa Bianca pubblicato oggi non ha fornito dettagli su come i pazienti statunitensi acquisteranno direttamente i prodotti Pfizer sul sito web Trump RX, ma Klomp ha affermato che il sito consentirà ai pazienti statunitensi di acquistare farmaci a prezzi più bassi «con un clic».

 

«Basta con le deviazioni canadesi per acquistare farmaci a prezzi più bassi dal nostro vicino», ha detto Klomp.

 

L’accordo annunciato prevede che Pfizer offra i suoi farmaci con uno «sconto notevole» quando li vende direttamente ai pazienti statunitensi, si legge nella scheda informativa.

 

Ad esempio, il prodotto Eucrisa di Pfizer, un unguento per la dermatite atopica, sarà venduto con uno sconto dell’80% ai pazienti che lo acquistano direttamente. Lo spray nasale per l’emicrania Zavzpret dell’azienda sarà scontato del 50% per i pazienti che lo acquistano direttamente.

 

L’ex dirigente dell’industria farmaceutica Sasha Latypova, in un post pubblicato oggi su Substack, ha criticato il sito web Trump RX pianificato dall’amministrazione.

 

Secondo Latypova, il progetto del sito web diretto al consumatore era originariamente un’iniziativa di Pfizer.

 

Nell’aprile 2024, Pfizer ha presentato domanda di registrazione del marchio «Pfizer for All» per diversi utilizzi, tra cui servizi di farmacia al dettaglio online e software mobile per fornire ai pazienti informazioni e risorse, ha riportato Endpoint News.

 

Latypova ha affermato che il fatto che il sito web di marketing diretto al consumatore stia per essere lanciato con il nome di Trump è la prova della collusione di Trump con l’industria farmaceutica.

 

«Se qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che Trump sia finanziato personalmente e politicamente da Big Pharma, ecco la prova», ha scritto.

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Pfizer venderà i farmaci a Medicaid a prezzi più bassi, ma altri dettagli sono ancora poco chiari

In base all’accordo annunciato oggi, i programmi Medicaid statali potranno accedere ai prodotti Pfizer a prezzi simili a quelli applicati dall’azienda in altre nazioni ricche.

 

Trump ha anche affermato che la Pfizer ha accettato di aumentare «un po’» i prezzi dei suoi farmaci negli altri Paesi, mentre negli Stati Uniti ha »abbassato un po’ i prezzi, quindi è giusto».

 

Bourla ha definito l’accordo con Trump «storico» e ha ringraziato il presidente per la sua amicizia. Tuttavia, molti dettagli e la portata complessiva dell’accordo rimangono poco chiari.

 

Ad esempio, Pfizer non ha accettato di ridurre i prezzi attualmente offerti ai datori di lavoro, alle compagnie assicurative private e a Medicare, ha riportato il New York Times.

 

Al momento in cui andiamo in stampa, la Casa Bianca non ha ancora diffuso dettagli sui 70 miliardi di dollari che Pfizer ha accettato di spendere per gli impianti di produzione nazionali.

 

Secondo una nota informativa della Casa Bianca, Pfizer è la prima azienda farmaceutica a stringere un accordo con Trump nell’ambito dell’iniziativa sui prezzi «Nazione più favorita» (MFN) della sua amministrazione.

 

Trump ha lanciato l’iniziativa a maggio con un ordine esecutivo che ordina al governo di adottare misure per allineare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti a quelli pagati da nazioni simili.

 

A luglio, Trump ha inviato una lettera a 17 importanti case farmaceutiche, tra cui Pfizer, Merck, Novo Nordisk ed Eli Lilly, chiedendo loro di adottare misure in linea con l’iniziativa NPF.

 

Ha affermato che le aziende avevano tempo fino al 29 settembre per attuare diverse modifiche, tra cui l’estensione del prezzo NPF a Medicaid, la garanzia del NPF per i nuovi farmaci, la restituzione degli aumenti delle entrate estere ai pazienti statunitensi e l’offerta di opportunità di acquisto diretto per i pazienti statunitensi al prezzo NPF.

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In risposta, la Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, nota come PhRMA, ha lanciato lunedì America’s Medicines, un sito web che metterà in contatto i pazienti statunitensi con i programmi di acquisto diretto delle case farmaceutiche.

 

La PhRMA ha inoltre affermato che le case farmaceutiche hanno impegnato 500 miliardi di dollari in «nuovi investimenti infrastrutturali negli Stati Uniti».

 

Tuttavia, Politico ha osservato che la PhRMA sembrava «eludere» la richiesta di Trump che le aziende rendessero i loro farmaci disponibili al prezzo MRF: il comunicato stampa della PhRMA non diceva nulla riguardo alla vendita di farmaci ai pazienti statunitensi al prezzo praticato in altre nazioni ricche.

 

Suzanne Burdick

Ph.D.

 

© 30 settembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Autismo

Vaccini, paracetamolo: Trump e Kennedy delineano il piano contro l’autismo. Momento storico

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Il presidente Donald Trump, Robert F. Kennedy Jr. e altri alti funzionari dell’amministrazione hanno annunciato una serie di iniziative e primi successi nell’identificazione delle cause profonde dell’aumento vertiginoso dei casi di autismo nei bambini negli ultimi decenni. Hanno anche individuato un farmaco promettente per il trattamento.   Come riportato da Renovatio 21, le rivelazioni giungono annunciate nei mesi scorsi, e preparate dall’ostinata resistenza di Trump a quanti gli hanno messo pubblicamente pressione sul tema della Sanità in generale e dei vaccini in particolare.   Inutile nascondere che, per chi è antivaccinista o anche solo critico dell’industria farmaceutica e delle politiche attorno ad essa, si tratta di un momento da non credere, da pizzicotti per capire se si è svegli.   Invece, è successo: abbiamo qui un presidente americano che, dallo Studio Ovale, dichiara urbi et orbi che l’eccesso dei vaccini non può far bene ai bambini. Alle madri, Trump ha detto «»on lasciare che tirino su il bambino con la più grande pila di roba che tu abbia mai visto… che entra nel delicato corpicino di un neonato». Il buonsenso, anzi, il senso materno, e paterno, è al potere.    

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  Fin dall’inizio della sua attuale amministrazione, Trump ha fatto della prevenzione e del miglioramento del trattamento dell’autismo una priorità assoluta. Solo due settimane fa, ricordiamo, il presidente aveva condiviso un video sulla correlazione tra autismo e vaccini.   «Con effetto immediato, la FDA informerà i medici che l’uso di paracetamolo – comunemente noto come Tylenol [nome commerciale della sostanza in USA, ndr] – durante la gravidanza può essere associato a un rischio di aumento dell’autismo”, ha dichiarato Trump. «Per questo motivo, raccomandano vivamente alle donne di limitare l’uso di Tylenol durante la gravidanza».     «Prendere il Tylenol non fa bene», ha detto Trump, che ha poi sottolineato: «Lo dico. Non fa bene».     Kennedy, Segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), ha ampliato i commenti del Presidente.   «Per rispondere alla sfida del presidente, ho ordinato all’HHS di lanciare uno sforzo senza precedenti, che coinvolga tutte le agenzie, per identificare tutte le cause dell’autismo, comprese le esposizioni a sostanze tossiche e farmaceutiche», ha affermato Kennedy.   «Su sollecitazione del presidente Trump, il NIH (National Institute of Health), la FDA (Food and Drug Administration), il CDC (Centers for Disease Control) e il CMS (Centers for Medicare and Medicaid Services) stanno facendo di tutto per identificare le (cause) dell’epidemia di autismo e capire come pazienti e genitori possano prevenire e invertire questa tendenza allarmante», ha affermato Kennedy.   «Abbiamo abbattuto i tradizionali compartimenti stagni che da tempo separavano queste agenzie e abbiamo accelerato la ricerca e la guida», ha spiegato. «Storicamente, il NIH si è concentrato quasi esclusivamente su ricerche politicamente sicure e del tutto infruttuose sui fattori genetici dell’autismo», ha osservato Kennedy. «Sarebbe come studiare i fattori genetici del cancro ai polmoni senza considerare le sigarette».   «È ciò che l’NIH fa da 20 anni», ha aggiunto. «Di conseguenza, non abbiamo una risposta a questa domanda cruciale, nonostante l’impatto catastrofico dell’epidemia sui bambini del nostro Paese. Stiamo sostituendo la cultura istituzionale della scienza politicizzata e della corruzione con una medicina basata sull’evidenza».   «La FDA sta rispondendo a studi clinici e di laboratorio che suggeriscono una potenziale associazione tra l’uso di paracetamolo durante la gravidanza e risultati negativi sullo sviluppo, tra cui diagnosi successive di ADHD e autismo», ha osservato Kennedy.   «Oggi la FDA pubblicherà un avviso ai medici sui rischi del paracetamolo durante la gravidanza e avvierà la procedura per avviare una modifica dell’etichetta di sicurezza», ha affermato.   La FDA ha emesso due distinti comunicati stampa che confermano una risposta formale alle crescenti prove di rischi neurologici legati all’assunzione di paracetamolo durante la gravidanza. L’agenzia ha dichiarato di aver avviato una modifica dell’etichetta per tutti i prodotti contenenti paracetamolo, incluso il Tylenol, per riflettere gli studi che suggeriscono un’associazione con autismo e ADHD.   «Grazie anche alla politicizzazione della scienza, la sicurezza del paracetamolo contro il rischio di disturbi dello sviluppo precoce nei bambini piccoli non è mai stata convalidata», ha spiegato Kennedy.   Kennedy ha anche osservato che la ricerca ha dimostrato che una carenza di folati nel cervello di un bambino può portare all’autismo.   La ricerca ha indicato che fino al 60% dei bambini con carenza di folati può migliorare la comunicazione verbale se viene somministrato Leucovorin , una forma di acido folinico, attualmente approvata dalla FDA per contrastare gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici. La FDA ha dichiarato di aver avviato l’approvazione delle compresse di leucovorin calcio per i pazienti con deficit cerebrale di folati (CFD), una condizione legata a ritardi dello sviluppo e caratteristiche autistiche. Sebbene l’agenzia abbia avvertito che sono necessari ulteriori studi per valutare la piena efficacia del farmaco nelle popolazioni autistiche, ha affermato che l’iniziativa riflette una strategia più ampia volta a riutilizzare i farmaci esistenti.   «Dal 40% al 70% delle madri con figli autistici ritiene che il loro bambino sia stato danneggiato da un vaccino”, ha detto Kennedy. “Il presidente Trump ritiene che dovremmo ascoltare queste madri invece di manipolarle ed emarginarle come hanno fatto le amministrazioni precedenti».    

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In un editoriale pubblicato su Politico all’inizio della conferenza stampa alla Casa Bianca, il direttore del NIH, il dottor Jay Bhattacharya, il commissario della FDA, il dotor. Marty Makary, e l’amministratore del CMS, il dott. Mehmet Oz, hanno delineato le nuove e coraggiose iniziative che l’amministrazione Trump sta adottando per affrontare finalmente l’epidemia di autismo, in un momento in cui la sua prevalenza è aumentata drasticamente negli ultimi due decenni.   «Il presidente Donald Trump e il segretario dell’HHS Robert F. Kennedy Jr. ci hanno sfidato ad abbattere i muri tra le nostre agenzie per poter affrontare rapidamente le crisi sanitarie che affliggono il popolo americano», hanno scritto i tre. «Oggi annunciamo un approccio per fornire assistenza ai bambini nello spettro autistico».   «L’azione coraggiosa di questa amministrazione – aprire le porte al primo trattamento per l’autismo riconosciuto dalla FDA, affrontare i fattori di rischio ambientali e medici e investire in ricerche innovative – segue la scienza, ripristina la fiducia e darà speranza a milioni di famiglie”, hanno scritto i tre funzionari dell’amministrazione. “La prevalenza dell’autismo, quasi cinque volte maggiore negli ultimi decenni, richiede una risposta rapida, con una ricerca tempestiva e agendo sulle informazioni non appena disponibili».   Durante la conferenza stampa, Bhattacharya ha promesso di dare una spinta alla ricerca sull’autismo. «Il forte aumento della prevalenza dell’autismo merita una risposta urgente da parte della comunità scientifica», ha affermato Bhattacharya.   «Questo è l’inizio di un cambiamento storico nella cultura medica», ha affermato Makary.   In un editoriale pubblicato su Politico all’inizio della conferenza stampa alla Casa Bianca, il direttore del NIH, il dottor Jay Bhattacharya, il commissario della FDA, il dott. Marty Makary, e l’amministratore del CMS, il dott. Mehmet Oz, hanno delineato le nuove e coraggiose iniziative che l’amministrazione Trump sta adottando per affrontare finalmente l’epidemia di autismo, in un momento in cui la sua prevalenza è aumentata drasticamente negli ultimi due decenni.   «Il presidente Donald Trump e il segretario dell’HHS Robert F. Kennedy Jr. ci hanno sfidato ad abbattere i muri tra le nostre agenzie per poter affrontare rapidamente le crisi sanitarie che affliggono il popolo americano», hanno scritto i tre. «Oggi annunciamo un approccio per fornire assistenza ai bambini nello spettro autistico».   «L’azione coraggiosa di questa amministrazione – aprire le porte al primo trattamento per l’autismo riconosciuto dalla FDA, affrontare i fattori di rischio ambientali e medici e investire in ricerche innovative – segue la scienza, ripristina la fiducia e darà speranza a milioni di famiglie», hanno scritto i tre funzionari dell’amministrazione. «La prevalenza dell’autismo, quasi cinque volte maggiore negli ultimi decenni, richiede una risposta rapida, con una ricerca tempestiva e agendo sulle informazioni non appena disponibili».   Durante la conferenza stampa, Bhattacharya ha promesso di dare una spinta alla ricerca sull’autismo. «Il forte aumento della prevalenza dell’autismo merita una risposta urgente da parte della comunità scientifica», ha affermato Bhattacharya. «Questo è l’inizio di un cambiamento storico nella cultura medica», ha affermato Makary.   Nel frattempo, si registrano le reazioni dell’establishment e dei suoi schiavi.   In uno spettacolo orribile e terrificante anche solo a pensarsi, molte donne incinte affiliate al Partito Democratico USA hanno iniziato a ingollare quantità di paracetamolo come segno di opposizione a Trump – incuranti, ovviamente, di qualsiasi rischio possa incorrere il bambino che portano in grembo, che di fatto sono tranquillamente disposte genericamente ad uccidere, squartare ed aspirare (il «diritto» di ogni donna).     Si sono visti così casi di donne gravide finite al pronto soccorso a causa della bravata dell’abbuffata del paracetamolo, in vari casi ripresa debitamente dal telefonino a favor di social network.  

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In Italia abbiamo virostar e interi canali istituzionali (TV, giornali, radio di associazioni economiche, etc.) che ridacchiano: perché mai, del resto, fermarsi un attimo e pensare se mai vi fosse una qualche ragione nel consiglio medico che viene dallo scranno più alto possibile (quello con il dito su migliaia di testate atomiche), visto che di mezzo c’è la salute dei bambini – in realtà di tutta la società occidentale, che, come detto, potrebbe collassare sotto il peso economico dello «tsunami dell’autismo».   I numeri, anche recenti, parlano chiarissimo: nel 2020 era nello spettro autistico 1 bambino su 36; nel 2022, la cifra è aumentata a 1 su 31. Nel 2000, secondo i dati, erano 1 su 150…. Chi segue Renovatio 21 sa pure che associata a questa crescita c’è, nemmeno più tanto dissimulata, la Finestra di Overton sull’eutanasia dei bambini autistici, con la pratica che sembra già realtà in alcuni Paesi.   Chi scrive ha alle spalle più di un decennio di battaglia antivaccinista, con correlata consapevolezza sulla vera dimensione dell’industria farmaceutica e del potere ad esso asservito: ebbene, mai avremmo pensato di aver visto un simile momento. Trump ha reso possibile anche questo.   La battaglia, tuttavia, è appena iniziata. Il sistema non si farà piegare, reagirà ignorando, sghignazzando, o, come abbiamo visto, intossicando ancora di più se stesso e la generazione dei nascituri. Non importa quanto ripida sia la salita: la strada è tracciata.   Fermarsi ora è impossibile. La rivelazione della verità, e la salvezza biologica di tanti bambini, è ormai visibile appena in fondo.   Roberto Dal Bosco SOSTIENI RENOVATIO 21
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Big Pharma

Attacco a Big Pharma: ecco la stretta di Trump sulla pubblicità dei farmaci da prescrizione

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Il presidente Donald Trump ha incaricato la Food and Drug Administration (FDA) di rafforzare le misure per garantire che la pubblicità dei farmaci da prescrizione rivolta ai consumatori sia trasparente e accurata. Lo riporta Epoch Times.

 

Ciò comporta l’obbligo per le case farmaceutiche di fornire informazioni più dettagliate sui rischi dei farmaci e un’applicazione più rigorosa delle normative federali in materia.

 

Con un memorandum presidenziale del 9 settembre, questa iniziativa potrebbe avere un impatto significativo sulle aziende farmaceutiche, che spendono miliardi ogni anno per promuovere i loro prodotti direttamente ai pazienti attraverso i media radiotelevisivi.

 

Le ripercussioni potrebbero estendersi ai nuovi media, con la FDA che intensifica il controllo sugli spazi digitali, inclusi influencer sui social media, annunci algoritmici, Intelligenza Artificiale (IA) e chatbot.

 

La pubblicità diretta al consumatore di farmaci soggetti a prescrizione, regolata dalla FDA dal 1962, si è diffusa dagli anni Ottanta. Fino al 1997, gli annunci dovevano includere descrizioni dettagliate di rischi ed effetti collaterali. Una norma introdotta quell’anno ha permesso alle aziende di menzionare solo i rischi principali, rimandando i consumatori a fonti come numeri verdi, siti web o medici per informazioni complete.

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Questa «adeguata fornitura» di informazioni ha favorito un’espansione del settore, che nel 2023 ha raggiunto un fatturato di 13,8 miliardi di dollari. Nel 2024, sette aziende hanno investito 3,3 miliardi di dollari per pubblicizzare 10 farmaci.

 

Le aziende farmaceutiche, rappresentate da Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, sostengono che le loro pubblicità siano accurate e utili, fornendo ai pazienti «informazioni importanti, basate sui fatti, utili e accessibili sulle opzioni di trattamento» e promuovendo decisioni informate con i medici.

 

Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda sono gli unici Paesi a consentire questa forma di pubblicità.

 

L’amministrazione Trump sostiene che l’omissione di informazioni sui rischi negli spot televisivi abbia avuto effetti negativi sulla salute degli americani. Le ricercatrici Janelle Applequist e Jennifer Gerard Ball hanno rilevato che il 94% delle pubblicità di farmaci si basa su richiami emotivi positivi, trascurando l’educazione del consumatore.

 

Secondo la FDA, tali annunci spingono i pazienti a discutere di farmaci con i medici, privilegiandoli rispetto a cambiamenti nello stile di vita. Uno studio del 2002 pubblicato dal BMJ ha evidenziato che i medici spesso prescrivono farmaci richiesti dai pazienti, anche se non sempre convinti della loro appropriatezza. Uno studio del 2003 su Journal of Medical Economics ha confermato che la pubblicità aumenta l’inizio dei trattamenti, ma migliora anche l’aderenza alle terapie. Tuttavia, può anche ridurre il rischio di diagnosi mancate.

 

Jessica Y. Ho della Penn State University ha notato che negli ultimi 30 anni l’uso di farmaci soggetti a prescrizione negli Stati Uniti è cresciuto drasticamente, tanto che i bambini nati nel 2019 potrebbero trascorrere metà della loro vita assumendoli.

 

La FDA eliminerà l’eccezione «Disposizioni adeguate» del 1997, obbligando le pubblicità a includere un elenco più completo di rischi ed effetti collaterali, un processo che potrebbe richiedere da uno a tre anni.

 

Nel frattempo, intensificherà l’applicazione delle normative esistenti. Negli anni Novanta, la FDA inviava circa 130 lettere di richiesta di conformità all’anno; nel 2023, solo tre. Il 9 settembre, ha inviato 100 lettere alle aziende farmaceutiche, esortandole a rispettare le norme. Inoltre, emetterà lettere contro la «pubblicità falsa e fuorviante» per farmaci «etichettati in modo errato», con possibili richiami, sequestri, sanzioni civili o, in casi gravi, accuse penali.

 

La FDA estenderà il controllo anche ai social media, includendo influencer, contenuti sponsorizzati, annunci mirati, contenuti generati da IA e chatbot.

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Il memorandum presidenziale, privo di forza di legge, è parte delle iniziative dell’amministrazione Trump per riformare l’industria farmaceutica. Il 9 settembre, la Make America Healthy Again Commission ha annunciato un rapporto per valutare l’impatto delle soglie diagnostiche e delle prescrizioni sulla salute mentale dei bambini.

 

A luglio, Trump ha chiesto alle aziende farmaceutiche di allinearsi alla politica del «prezzo più basso» per i farmaci soggetti a prescrizione, ma i produttori hanno avvertito che ciò potrebbe compromettere i costi di ricerca e sviluppo. Gli americani pagano quasi tre volte di più per i farmaci rispetto ad altri Paesi.

 

L’idea di colpire Big Pharma vietandone gli spot sui media – di fatto, il motivo per cui la copertura sui farmaci è praticamente sempre positiva, con omissione di tanti casi di effetti avversi – era un’idea portata innanzi in campagna elettorale dall’attuale segretario alla Salute USA Roberto F. Kennedy jr.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

 

 

 

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