Geopolitica
L’incontro Trump-Zelensky è stato «pessimo». Accenni al tunnel eurasiatico-americano

L’incontro di venerdì alla Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj è stato descritto come «teso», con Zelensky che non è riuscito a ottenere la consegna dei missili a lungo raggio Tomahawk. Lo riporta la testata Axios, citando fonti informate.
Trump ha comunicato allo Zelens’kyj che non intende fornire i Tomahawk «almeno per il momento», hanno rivelato due fonti a conoscenza dell’incontro. I colloqui, durati circa due ore e mezza, sono stati definiti da una fonte come «non facili» e da un’altra come «difficili». A momenti, la discussione è diventata «un po’ emotiva», secondo il rapporto.
«Nessuno ha alzato la voce, ma Trump è stato fermo», ha dichiarato una fonte ad Axios. L’incontro si è concluso bruscamente quando Trump avrebbe detto: «Penso che abbiamo finito. Vediamo cosa succede la prossima settimana», probabilmente riferendosi ai colloqui imminenti tra Russia e Stati Uniti.
Parlando successivamente con i giornalisti, lo Zelens’kyj ha evitato di rispondere a domande sulle forniture di Tomahawk, limitandosi a dire che gli Stati Uniti «non desiderano un’escalation».
Trump ha sottolineato che per Washington «non è semplice» fornire i missili, poiché gli Stati Uniti devono preservare le proprie scorte per la difesa nazionale. Ha anche riconosciuto che autorizzare Kiev a condurre attacchi in profondità in Russia potrebbe portare a un’escalation del conflitto.
Mosca ha avvertito che fornire missili all’Ucraina «non cambierebbe la situazione sul campo di battaglia», ma «comprometterebbe gravemente le prospettive di una soluzione pacifica» e danneggerebbe le relazioni tra Russia e Stati Uniti.
Lo Zelens’kyj ha cercato per settimane di ottenere i missili Tomahawk, con una gittata massima di 2.500 km, insistendo che l’Ucraina li avrebbe utilizzati solo contro obiettivi militari per aumentare la pressione sulla Russia e favorire un accordo di pace. Tuttavia, il leader ucraino ha minacciato blackout nelle regioni di confine russe e a Mosca. Funzionari russi hanno anche suggerito che Kiev intenda usare i missili per «attacchi terroristici».
Durante i momenti con la stampa, il presidente ha prodotto una scena imprevedibile quando ha parlato della discussione avuta con Putin di un tunnel tra l’Alaska e la Siberia, chiedendo quindi allo Zelens’kyj cosa ne pensasse. L’ex attore ha risposto con tempi comici «non sono felice di questa cosa», sorridendo. «Non credo che gli piaccia» ha detto Trump ridendo.
Reporter: Are you interested in a Putin-Trump tunnel to connect Russia and Alaska?
Trump: Just heard about that one. Interesting idea — we’ll think about it. What do you think, Mr. President?
Zelensky: I’m not happy about this
— Alice Williams (@afreegirlll) October 18, 2025
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Il progetto di tunnello sotto lo stretto di Bering, che tocca le isole Diomede, esiste da molto tempo.
Il concetto di un collegamento tra i due continenti (un ponte o tunnel chiamato «Kennedy-Khrushchev World Peace Bridge») è emerso durante la Guerra Fredda, con proposte già nel 1905 dall’Impero Russo e nel 1904 da magnati ferroviari americani. Nel 2007, la Russia ha pianificato un tunnel da $65 miliardi come parte di una rete ferroviaria trans-siberiana. Nel 2011, funzionari russi hanno sostenuto un tunnel da 100 km per collegare Yakutsk a Komsomolsk-on-Amur, estendendolo all’Alaska. Nel 2015, si è parlato di una collaborazione Russia-Cina per un ponte stradale con oleodotti.
Il 16 ottobre 2025, Kirill Dmitriev, inviato per gli investimenti del presidente russo Vladimir Putin e CEO del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF), ha proposto il «Putin-Trump Tunnel» su X (ex Twitter), rivolgendosi direttamente a Elon Musk e alla sua Boring Company, l’azienda che crea tunnelli stradali. Il Dmitriev lo ha descritto come un «simbolo di unità» per collegare le Americhe all’Eurasia.
Dmitriev ha rivelato che uno studio di fattibilità è iniziato sei mesi fa (aprile 2025), con RDIF che ha già esperienza in ponti come quello Russia-Cina.
Con i suoi 112 chilometri di lunghezza, si tratterebbe del tunnel più lungo del mondo. Un costo stimato sarebbe di 65 miliardi, ma riducibile, per una durata di lavori di meno di otto anni.
Come riportato da Renovatio 21, l’incontro Trump-Zelens’kyj è seguito a una telefonata tra Trump e Putin, dopo la quale entrambe le parti hanno espresso l’intenzione di organizzare un vertice a Budapest, in Ungheria, nel prossimo futuro.
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Geopolitica
Trump: l’Ucraina non vincerà la guerra con la Russia

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non crede che l’Ucraina possa vincere la guerra contro la Russia.
Parlando ai giornalisti alla Casa Bianca lunedì, Trump ha dichiarato: «Potrebbero ancora vincerla. Non credo che ci riusciranno, ma potrebbero ancora vincerla», quando gli è stato chiesto di chiarire la sua posizione sul conflitto. «Ho detto che potevano vincere. Tutto poteva succedere. Sai, la guerra è una cosa molto strana. Succedono molte cose brutte. Succedono anche molte cose belle», ha aggiunto.
Alla domanda sui presunti attacchi russi contro aree civili in Ucraina, Trump ha risposto che la maggior parte delle vittime erano soldati. Trump ha anche affermato che ogni settimana muoiono nel conflitto circa 5.000-7.000 militari di entrambe le parti.
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Il mese scorso Trump ha dichiarato che l’Ucraina potrebbe riuscire a riconquistare tutto il territorio perso a favore della Russia nel corso della guerra durata tre anni.
Dopo una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin la scorsa settimana, Trump ha ribadito che l’Ucraina è destinata a perdere parte della sua «proprietà» a favore della Russia in seguito al perdurante conflitto. Mentre Kiev ha ripetutamente escluso concessioni territoriali, Mosca ha elencato il ritiro delle truppe ucraine dalle nuove regioni russe tra le questioni chiave da risolvere per stabilire una pace duratura.
Da quando è entrato in carica, Trump ha abbandonato l’approccio dell’amministrazione Biden di mantenere la distanza diplomatica da Mosca.
Ad agosto, Trump ha incontrato Putin ad Anchorage, in Alaska, e la scorsa settimana i due leader hanno annunciato che si stanno preparando per un altro incontro a Budapest.
Trump nelle ultime ore ha altresì affermato che Russia e Ucraina dovrebbero congelare l’attuale linea del fronte nel Donbass, sottolineando che Mosca controlla comunque quasi tutta la regione.
«Pensiamo che quello che dovrebbero fare è semplicemente fermarsi alle linee in cui si trovano. Il resto è molto difficile da negoziare», ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One domenica sera. «Dovrebbero fermarsi subito alle linee di battaglia, tornare a casa, smettere di uccidere gente e farla finita”, ha aggiunto.
A domanda sul Donbass, Trump ha risposto: «Lasciate che sia così com’è. Credo che il 78% del territorio sia già occupato dalla Russia. Lasciatelo così com’è adesso. Potranno negoziare qualcosa più avanti».
Domenica, in un intervento su Fox News, il presidente USA ha detto all conduttrice di Fox News Maria Bartiromo che Kiev sarebbe tenuta a fare delle concessioni.
«Beh, [il presidente russo Vladimir Putin] prenderà qualcosa. Voglio dire, hanno combattuto, e lui ha molte proprietà. Voglio dire, ha vinto alcune proprietà», ha affermato Trump.
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Il capo di Stato maggiore russo, Valerij Gerasimov, ha dichiarato ad agosto che le truppe ucraine controllavano circa il 20% della Repubblica Popolare di Donetsk e meno dell’1% della Repubblica Popolare di Lugansk.
Putin ha affermato che, affinché un cessate il fuoco funzioni, le forze ucraine devono ritirarsi da tutto il Donbass, elencando il riconoscimento dei nuovi confini della Russia come una delle condizioni per una pace duratura.
Trump ha ribadito la sua posizione secondo cui Washington ha già fornito a Kiev una grande quantità di armi durante il conflitto e non può consegnare l’intero arsenale per sostenere l’esercito ucraino.
«Sapete, non possiamo dare tutte le nostre armi all’Ucraina. Non possiamo farlo e basta. E sono stato molto buono con il presidente Zelens’kyj e con l’Ucraina, ma non possiamo dare, sapete, se dobbiamo essere a corto di armi, non voglio farlo. Non posso mettere a repentaglio gli Stati Uniti», ha sottolineato.
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