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Spagna, crollo della pratica religiosa e delle vocazioni

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Nel luglio 2025, l’osservatorio demografico CEU-CEFAS ha pubblicato uno studio sulla demografia della Chiesa cattolica all’alba del suo terzo millennio. Il testo considera innanzitutto la demografia della Chiesa nel mondo in generale, secondo diversi criteri, prima di approfondire il caso della Spagna.

 

L’Osservatorio o Centro di Studi, Formazione e Analisi Sociale (CEFAS) è affiliato all’Università San Pablo di Madrid (Centro di Studi Universitari, CEU). Il CEU-CEFAS si propone di promuovere i principi fondamentali che ispirano la dottrina sociale della Chiesa in ambito culturale e politico, attraverso l’organizzazione di corsi, convegni e pubblicazioni.

 

La demografia della Chiesa nel mondo

Lo studio rileva che la Chiesa cattolica è attualmente la più antica e grande organizzazione umana, con oltre 1,4 miliardi di fedeli nel 2023. Si distingue anche come la più grande organizzazione umanitaria e caritatevole al mondo, con contributi storici fondamentali.

 

L’America è il continente con il maggior numero di cattolici (quasi il 50% del totale mondiale) e la più alta percentuale di cattolici (oltre il 60%). L’Africa è il secondo continente più cattolico e quello con il numero di cattolici in più rapida crescita, rappresentando oltre la metà dei nuovi cattolici nel mondo.

 

L’opera sociale della Chiesa in tutto il mondo è «colossale», con 227.262 centri educativi che servono 70,6 milioni di studenti, 5.412 ospedali, 14.207 cliniche, 15.476 centri per anziani e disabili e 8.774 orfanotrofi.

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La demografia della Chiesa in Spagna

La Chiesa «continua ad avere un peso sociologico significativo» in Spagna, osserva lo studio, ma molto inferiore rispetto al passato. Secondo i dati, il 55,5% degli spagnoli si identifica come cattolico e il 18,7% è praticante. 8,2 milioni di persone praticavano la domenica nel 2023, tre volte meno rispetto al 1973 (24,5 milioni), con un tasso di pratica del 70% tra gli adulti.

 

L’osservanza della domenica ha subito un primo forte calo intorno al 1975, al tempo della Transizione. Tra il 1973 e il 1978, l’osservanza della domenica è scesa dal 68% al 40%. Nel 2010, la percentuale è scesa al 17%. Lo studio ha inoltre rilevato che circa il 10% delle persone partecipa alla Messa almeno una volta al mese.

 

Per quanto riguarda i sacramenti, meno della metà dei bambini nati in Spagna riceve il battesimo, mentre, secondo l’Annuario Pontificio, il 99,4% degli spagnoli è stato battezzato nella Chiesa cattolica nel 1971: il tasso si è dimezzato in 50 anni. Nel 2001 era ancora al 72%, per poi scendere al 55% nel 2015. Non sorprende che meno della metà dei bambini riceva la Prima Comunione.

 

Anche i matrimoni religiosi hanno subito un calo significativo. Nel 1996, rappresentavano il 77% dei matrimoni. Da allora, i matrimoni in chiesa sono diminuiti drasticamente, soprattutto dal 2001, scendendo sotto il 20% nel 2023. Mentre nel 1977 si celebravano circa 270.000 matrimoni cattolici nel Paese, nel 2023 sono diminuiti dell’87%.

 

Il numero dei sacerdoti è diminuito del 40% dal 1971, con 15.285 sacerdoti nel 2023 (24.585 nel 1971), e la loro età media è aumentata considerevolmente, da 35 anni nel 1960 a 58 anni nel 1995, poi 63 anni nel 2009 e 65,5 anni nel 2018. Il numero di nuovi sacerdoti (79 nel 2023) copre solo il 30% delle esigenze di rinnovamento.

 

Per quanto riguarda il numero dei seminaristi, esso crollò nell’arco di un decennio, tra il 1965-1966 e il 1975-1976, con una perdita dell’80%: in questo periodo i numeri passarono da 8.079 a 1.613.

 

Nelle sue conclusioni, il rapporto afferma che è difficile sapere con precisione quando la Spagna abbia cessato di essere un Paese a maggioranza cattolica praticante. Ma non può fare a meno di notare che, in termini di numero di seminaristi, il declino è iniziato subito dopo il Concilio Vaticano II, quando il Concilio aveva avviato la Chiesa verso l’aggiornamento.

 

Il testo rileva inoltre che «in Spagna la Chiesa ha preso una svolta a sinistra, nonostante la persecuzione subita solo 30 anni prima». Il rapporto aveva già ricordato le 7.000 vittime uccise in odio al cattolicesimo durante la guerra civile, tra cui 13 vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, oltre a molti laici.

 

Questa illustrazione demografica dell’effetto «conciliare» è stata fatta altrove e da altri. È un dato di fatto, e i fatti sono ostinati. La rivitalizzazione del cattolicesimo, ardentemente auspicata dagli autori del rapporto, non può essere realizzata senza un ritorno alla Tradizione della Chiesa e senza rifiutare le novità che hanno causato la debacle.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

 

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Immagine di Daniel Cruz Valle via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

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Viganò contro papa Leone sull’onoreficenza dell’arcidiocesi al politico abortista

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha affidato a X un commento ad un caso che sta tenendo banco negli Stati Uniti, dove l’arcidiocesi di Chicago, centro nevralgico del cattolicesimo americano da cui peraltro proviene lo stesso Leone, intende premiare un politico abortista.   «Alla domanda sull’opportunità di conferire il premio dell’Arcidiocesi di Chicago al Senatore Dick Durbin, esponente della Sinistra Radicale Woke e abortista notorio, Prevost ha risposto che “è importante considerare l’intera attività del Senatore” e che “Chi dice ‘Sono contro l’aborto ma sono a favore della pena di morteì, non è veramente pro-vita. Così qualcuno che dice ‘Sono contro l’aborto ma sono d’accordo con il trattamento disumano degli immigrati che sono negli Stati Uniti’, non so se è pro-vita; quindi sono questioni molto complesse”» scrive monsignore.   «Prevost usa argomenti capziosi – come la presunta immoralità della pena di morte o del respingimento degli immigrati illegali da parte dell’autorità civile – ottenendo il risultato di derubricare l’aborto, con quel malcelato imbarazzo di chi è costretto suo malgrado a ripetere con poca convinzione una condanna che non pretende sia condivisa dal mondo moderno, al pari della intrinseca peccaminosità della sodomia» prosegue l’arcivescovo lombardo. «Prevost sposta l’attenzione su altri temi. Ed è sorprendente che un agostiniano come Leone non si accorga che questo atteggiamento è tipico del peggior gesuitismo modernista».  

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«Non solo: affermando che queste sono “questioni molto complesse”, Prevost delegittima la condanna di quei Vescovi americani verso il comportamento di Blase Cupich e favorisce lo scandalo dei fedeli, portati a credere che la pena di morte e il respingimento degli immigrati illegali vadano condannati al pari dell’uccisione di una creatura innocente nel ventre materno» tuona il già nunzio apostolico in USA.   «Diciamolo chiaro: l’aborto è un crimine esecrando che va sempre condannato senza appello. Chi se ne rende colpevole – anche favorendo l’uccisione di innocenti mediante leggi inique – compie un delitto che grida vendetta al cospetto di Dio» accusa Sua Eccelenza. «Come membro morto del Corpo Mistico non appartiene più alla Chiesa Cattolica e non può essere ammesso ai Sacramenti né tantomeno ricevere premi da Autorità ecclesiastiche. Lo Stato, per essere coerente con il fine per il quale esiste, dovrebbe proibire e punire l’aborto, e non dichiararlo un “diritto umano”».   «Contrariamente a quanto affermato da Leone, non c’è niente di “complesso” in questo, se non il rifiuto di affermare la Verità e di non delegittimare Blase Cupich, potente erede e seguace di Joseph Bernardin e di Theodore McCarrick, insieme ad altri Prelati tuttora in carica» continua monsignore in un successivo post.  

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  «La strategia modernista – basata sulla “morale situazionale” – non nega direttamente la dottrina, ma la “addomestica” in nome dell’evoluzione dei dogmi e la rende inapplicabile nella pratica, svuotandola dall’interno. E non stupisce che questa impostazione relativista, complice della dissoluzione morale della società, sia stata formulata dal Cardinale Joseph Bernardin».   «La sua pseudo-dottrina della “tunica inconsutile” pone l’aborto in un’unica “etica della vita” che include arbitrariamente la povertà, la guerra, la pena di morte. Ciò ha fornito ai politici “cattolici” liberali e ai sedicenti “cattolici adulti”, cari alla Sinistra woke, il pretesto per dirsi “pro-life” pur votando a favore dell’aborto (fino al momento della nascita), delle unioni sodomitiche, della transizione di genere e dell’ideologia LGBTQ+».   «(…) Ricordo bene che durante la cerimonia di imposizione del Pallio, Cupich ripropose la dottrina della tunica inconsutile, che contestai nel mio intervento come Nunzio Apostolico. Nel Novembre 2023 l’allora card. Prevost, nel discorso per il conferimento del Dottorato honoris causa in Perù, lodò Bernardin e Cupich proprio per questa loro aberrante falsa dottrina» chiosa Viganò.   «Se i Romani Pontefici avessero voluto “evitare polarizzazioni” – come sembra essere la principale preoccupazione di Leone – la Chiesa Cattolica avrebbe finito di esistere con San Pietro. Si direbbe che Prevost intenda seguire le orme di Simone nel cortile del pretorio, piuttosto che quelle di Pietro nella testimonianza della Fede. Cosa diranno i conservatori, così entusiasti dell’elezione di Leone?»

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Trump condivide la preghiera a San Michele Arcangelo

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Il presidente Donald Trump il 29 settembre ha condiviso la preghiera di Papa Leone XIII a San Michele in onore della festa dell’arcangelo.

 

Nel suo «Messaggio presidenziale per la festa di San Michele Arcangelo» del 29 settembre 2025, pubblicato sul sito della Casa Bianca, Trump ha dichiarato: «Oggi, saluto i milioni di credenti cristiani negli Stati Uniti e in tutto il mondo che celebrano la festa di San Michele Arcangelo».

 

«Secondo la Sacra Scrittura, quando il Diavolo si ribellò a Dio in Cielo, San Michele e la sua legione di angeli scacciarono Satana sulla Terra, riaffermando trionfalmente la sovranità di Dio su tutta la creazione», ha continuato il presidente.

 

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«Per 2000 anni, i cristiani hanno guardato a San Michele Arcangelo per protezione, forza e coraggio nei momenti di conflitto, angoscia e dubbio».

 

Trump ha poi fatto riferimento a Papa Leone XIII, che scrisse la preghiera a San Michele dopo aver avuto una visione della Chiesa attaccata da Satana:

 

«Nel 1886, circa 140 anni fa, Papa Leone XIII, leader della Chiesa cattolica romana, temendo per il futuro del mondo occidentale, introdusse la leggendaria Preghiera a San Michele, che viene ancora recitata oggi nelle chiese e nelle case di tutta la nostra nazione e di tutto il mondo»

 

«San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, Principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime. Amen».

 

Non è la prima volta che il presidente pubblica la preghiera angelica. Lo scorso anno, in occasione della festa, l’allora candidato alla presidenza Trump pubblicò la preghiera sul suo account X, insieme all’immagine di un dipinto classico di San Michele con la spada in mano, che calpesta la testa del diavolo.

 

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Prima dei cambiamenti liturgici seguiti al Concilio Vaticano II, la preghiera veniva recitata dopo ogni Messa bassa come difesa spirituale contro gli attacchi del diavolo alla Chiesa cattolica.

 

Come è stato notato l’anno scorso, così parlando Trump si dimostra più cattolico di tantissimi vescovi.

 

Renovatio 21 offre ai lettori che non conoscessero la preghiere in lingua latina.

 

Sancte Michael Archangele,
defende nos in proelio; contra nequitiam
et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus, supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute, in infernum detrude.

 

È bene recitare questa preghiera spesso – almeno ogni sera, specie con i bambini.

 

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Immagine: Marco Pino da Siena (1525-1583), San Michele Arcangelo sconfigge il demone (1573), Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, Napoli, dettaglio.

Immagine di Giuseppe Guida via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata

 

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Spagna, La laboriosa nomina del nuovo nunzio

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In un contesto politico segnato da scandali di corruzione e controverse riforme sociali, i rapporti tra la Chiesa cattolica spagnola e il governo di Pedro Sanchez, al potere dal 2018, si sono seriamente deteriorati, come dimostra la nomina estremamente laboriosa di un nuovo nunzio apostolico per il regno.   Non è solo il parto a essere doloroso: il 16 settembre 2025, la Santa Sede ha annunciato la nomina dell’arcivescovo Piero Pioppo a nunzio apostolico in Spagna, carica vacante dallo scorso febbraio. Questa decisione giunge in un momento di crisi aperta, in cui il governo socialista è accusato di aver ritardato l’approvazione del rappresentante del Vaticano nel regno per esprimere il proprio malcontento nei confronti della gerarchia ecclesiastica.   Un altro episodio che illustra la profonda tensione tra la Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) e l’esecutivo nelle mani del leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE). Oltre a questa nomina, le tensioni permangono su questioni storiche e sociali, esacerbate dalla posizione progressista dell’attuale primo ministro.   Quest’ultimo, un ateo autoproclamato proveniente da una famiglia repubblicana antifranchista, guida una coalizione eterogenea che include partiti di sinistra radicale come Sumar e Unidas Podemos. Da quando è salito al potere, il capo del governo ha introdotto una serie di riforme progressiste: la legalizzazione dell’eutanasia nel 2021, l’estensione del diritto all’aborto e il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso e delle «identità di genere fluide». Queste misure si sono scontrate direttamente con la Chiesa cattolica.   L’episcopato, guidato dall’arcivescovo di Valladolid, monsignor Luis Argüello, si è affrettato a denunciare «un’ideologia di genere che emargina la famiglia tradizionale e la libertà di coscienza». Nel marzo 2023, il capo dei vescovi spagnoli ha addirittura parlato di un «disaccordo preoccupante» sui piani del governo di limitare l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, accusando l’esecutivo di voler «emarginare» la religione in nome di un laicismo aggressivo.   Queste differenze ideologiche si sono cristallizzate attorno a delicate questioni sociali. Sull’aborto, ad esempio, i vescovi – più coraggiosi che altrove nel Vecchio Continente – hanno lanciato una campagna nazionale nel marzo 2025 contro quello che chiamano «l’inverno demografico» causato dai 2,5 milioni di aborti registrati dal 1985, di cui oltre 100.000 solo nel 2023.   Allo stesso modo, la legge sull’eutanasia, promulgata nel 2021, ha suscitato una forte opposizione da parte della CEE, che la considera una tendenza eugenetica contraria alla dignità umana. In risposta, il governo accusa la Chiesa di allearsi con la destra – in particolare con il Partito Popolare (PP) e Vox – per bloccare il progresso della società.   Gli scandali di corruzione che hanno colpito il governo hanno fornito all’episcopato una leva per influenzare il dibattito politico. Nel giugno 2025, l’arcivescovo Argüello ha pubblicamente esortato Pedro Sánchez a indire elezioni parlamentari anticipate, a causa di casi che coinvolgevano la moglie, il fratello ed ex membri del governo del primo ministro, sospettati di corruzione e traffico di influenze. Questa dichiarazione è stata interpretata come un «voto di sfiducia» dall’esecutivo.   Un altro simbolo cristallizza le tensioni: la Valle dei Caduti, un monumento franchista che ospita una basilica, una croce di 150 metri e un monastero benedettino. L’estrema sinistra vuole «risignificare» – ovvero «smantellare» – il complesso per trasformarlo in un luogo coerente con il suo fondamento ideologico. Nel maggio 2025, è stato negoziato un compromesso tra il governo spagnolo e la Santa Sede, che prevede la dismissione parziale del sito per 33 milioni di euro.   I vescovi, costretti ad accettare, espressero il loro disappunto. L’ex nunzio, monsignor Bernardito Auza, si era opposto a qualsiasi cambiamento, difendendo i benedettini dalle pressioni governative che avevano portato alle dimissioni del priore nel marzo 2025. I cattolici criticarono i vescovi per aver capitolato a un «governo anticlericale». L’arcivescovo di Oviedo, monsignor Jesus Sanz Montes, denunciò la vicenda come un'”arma di distrazione di massa” per mascherare le malefatte dell’esecutivo.   La dolorosa nomina a nunzio di mons. Pioppo, diplomatico esperto che ha prestato servizio in Ecuador, Camerun e Indonesia, riassume perfettamente il contesto di tesi rapporti tra il governo spagnolo e l’episcopato.   Il processo, che avrebbe dovuto iniziare a luglio 2025, è stato bloccato dal governo fino a settembre: impantanato in scandali di corruzione, superato a sinistra dai suoi attuali alleati politici che lo accusano di non essere sufficientemente impegnato contro Israele e a favore della Palestina, il primo ministro indebolito ha probabilmente voluto placare la Chiesa confermando il nuovo nunzio, per concedersi un po’ di tregua. Ma fino a quando?   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagine di Medelam via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
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